In Valle d'Aosta sono 600 gli aborti su mille bambini nati. E' uno dei rapporti più alti in Italia. Sono dati usciti da un convegno tenutosi mercoledì scorso nel salone delle manifestazioni del palazzo regionale dal titolo "Aborto: problema rimosso"? organizzato dal Movimento per la vita di Aosta. Un folto pubblico, tra il quale era il Vescovo di Aosta monsignor Ovidio Lari, ha ascoltato con attenzione gli interventi dei relatori: Francesco Migliori, presidente nazionale Movimento per la vita; Ugo Voyat, assessore regionale alla Sanità; Franco Rio, primario della divisione ostetricia e ginecologia della Maternità di Aosta, ed Eugenia Mangilli, presidente centro aostano 'Accoglienza vita'. E' il professor Rio che ha snocciolato i dati, ammettendo che negli ultimi anni il rapporto aborti-nati vivi è stabile sul valore da 600 a mille e dove la natalità è in costante diminuzione (1407 nascite nel 1971; 982 nel 1984). Nel 1979 le interruzioni volontarie della gravidanza sono state nell'ospedale 453 contro 897 nascite; nel 1980 sono state 512 contro 909 nascite; quindi 538 contro 827 nascite nel 1981; 542 aborti contro 880 nascite nell'82; nell'83 sono state 518 contro 847 e 536 contro 828 nascite nel 1984. Questo nonostante la Valle d'Aosta (con il Trentino Alto Adige) risulti la regione a più alto consumo di "pillola" (12%) e di anticoncezionali in genere.
(La Stampa)
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