E' la figlia di un ras etiope. Entrava nella casa da gioco di Saint Vincent sempre all'inizio della serata, sempre sola, sempre elegante. Dal mese di febbraio non è mancata mai una serata alla roulette. Lei, Lem Lem Destà, la "principessa" -come la chiamavano al casinò- ora è in carcere accusata di ricettazione. Sul tavolo verde lei gettava fiches dai 20 ai 30 milioni per sera: erano soldi che dovevano essere invece inviati a tre Missioni religiose dell7'Africa (in Etiopia, Kenya Tanzania), di cui si occupa il Collegio internazionale della Consolata che ha sede in corso Ferrucci 14 a Torino. La "principessa" otteneva il denaro da uno degli economi del Collegio, il sacerdote Ivo P. di 60 anni, denunciato anche lui per appropriazione indebita aggravata e continuata.
Le indagini, svolte dalla squadra mobile di Aosta, continuano a Torino, perchè i bilanci dell'ente morale erano stati falsati per coprire la fuga di denaro. Nella Questura di Aosta il sacerdote ha confessato: "E' vero, davo i soldi a Lem Lem ma per beneficienza perchè ne aveva bisogno". La donna, da parte sua ha detto che "gli chiedevi soldi per concludere alcuni affari e lui ci credeva". Dal 1981, da quando si presume sia cominciata la sua amicizia col sacerdote del Collegio, a oggi , la cinquantenne "principessa" pare abbia lasciato sul tavolo verde di Saint Vincent oltre un miliardo di lire. (La Stampa)
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