sabato 30 settembre 2006

BOTTIGLIA MOLOTOV CONTRO IL PORTALE DELLA CATTEDRALE (1963)

Sgomento e indignazione nella città per quello che sembra essere un atto di teppismo politico. L'episodio, anche per il particolare clima elettorale non può essere considerato soltanto un semplice gesto di delinquenza. La Questura di Aosta ha iniziato immediatamente le indagini per risalire agli autori dell'inqualificabile atto sequestrando alcuni volantini ritrovati giorni prima e firmati da un non meglio identificato "Distaccamento del Partito Comunista Cinese". Per quanto riguarda i danni, grazie al pronto intervento dei Vigili del fuoco si è potuto scongiurare la distruzione del prezioso portale della Cattedrale che risale addirittura al XIV secolo.
(Gazzetta del Popolo)

LA TRAGEDIA DEL VAJONT (1963)

La fine del mondo è avvenuta in un attimo, quando alle ore 22.39 del 9 ottobre una frana, staccatasi dalle pendici settentrionali del monte Toc è precipitata nel bacino artificiale sottostante. La massa, composta da 270 milioni di mc. di rocce e detriti -praticamente un pezzo di costa del lago di quasi 4 chilometri- con un grosso boato è sprofondata nell'invaso, provocando nell'impatto un onda alta più di 100 metri che in un attimo ha tranciato elettrodotti e tralicci prima di debordare dalla diga. Due sono le gigantesche onde prodotte dalla frana una delle quali, quella a monte, spingendosi verso la vallata del Vajont, distrugge al suo passare le frazioni più basse lungo le rive del lago, quali Fraségn, La Spesse, Cristo, Pineda, Ceva, Prada, Marzana e San Martino, mentre la seconda, forte di oltre 50 milioni di mc. scavalca la diga precipitando a piombo nella vallata sottostante. Nella sua corsa tra le strette pareti della vallata, l'onda raggiunge l'altezza di 70 metri e come un maglio polverizza tutto al suo passare. Il paese di Longarone è raso al suolo e totalmente o parzialmente distrutte sono piccole frazioni del circondario come Rivalta, Pirago, Faé, Villanova e Codissago. Con la luce del giorno dopo, la tragedia con tutta la sua spaventosa realtà è sotto gli occhi dei sopravvissuti. 2000 circa saranno i morti. Una tragedia 'annunciata', poichè già dal 1960 si erano avuti smottamenti e frane, ignobilmente sottovalutati dai responsabili della diga, che era stata costruita tra il 1941 e il 1959 dalla società Sade, concessionaria dell'elettricità in Veneto . Nel '69 si svolse all'Aquila il processo: cinque degli otto principali imputati furono assolti, mentre gli altri tre furono condannati a pese assai lievi. (Gericus)

giovedì 28 settembre 2006

MUOIONO DUE FRATELLINI A COGNE (1963)

Un atroce disgrazia scuote la Valle d'Aosta per la morte di due fratellini annegati nelle acque di un torrente. Il dramma si compie in un attimo nel tardo pomeriggio di mercoledì 11 settembre. Maurizio e Giuseppe Perruchon rispettivamente di 7 e 5 anni stavano giocando con una pistola ad acqua nell evicinanze di un torrente, quando forse per gioco o forse per ricaricare la pistola, i due fratellini salgono su di una pietra situata sul bordo del torrente. Nessuno potrò mai dire cosa sia successo effettivamente, fatto sta che i due bambini cadono in acqua sparendo immediatamente tra i flutti. I due corpicini senza vita verranno ritrovati dai soccorritori dopo molte ore. Centinaia di telegrammi di cordoglio giungono al papà Giuseppe e alla mamma Rosina da tutta la gente della Valle d'Aosta che con angoscia ha seguito lo svolgersi dei fatti.
(Gazzetta del Popolo)

mercoledì 27 settembre 2006

ARCO d'AUGUSTO e VESPASIANI... (1963)

Siamo in piena stagione turistica e il passaggio di auto e turisti è altissimo. La città di Aosta, denominata dall'attuale oculata Amministrazione "Città Europea", non fa che programmare nel quadro dell'Estate Aostana gare sportive, rappresentazioni canore, concerti e spettacoli. Le "Colonie" poi vanno benissimo, e sotto i portici infatti si legge che "Narbonne esulta", che tutti 'godono ottima salute' e che assessori e consiglieri comunali vi alternano visite e viaggi. Intanto però nella piazza dominata dall'Arco d'Augusto, là dove convengono giornalmente centinaia di turisti manca una latrina. Accade così di assistere a spettacoli per nulla piacevoli e non certamente atti ad incrementare il turismo. C'è quasi da rimpiangere che invece di Augusto la città non sia stata costruita da Vespasiano che allora uno di quei monumenti per cui è restato celebre nella storia, forse non mancherebbe. Ora vediamo che ci stiamo interessando anche ai "poveri negri" e si pensa con opportuni gemellaggi di portare un po' di civiltà in Africa. Guardiamoci prima intorno, e vediamo se di detta civiltà non ne abbiamo bisogno prima noi! (Monitore Valdostano)

MODELLA NORDICA SPOREBBE ITALIANO...(2006)

Un amore nato via internet nel 2001 e lui, il sergente calabrese 33enne di stanza a Livorno Domenico Z. dopo le prime foto inviategli dalla 'nordica' modella non ha saputo resistere. In effetti non poteva andare diversamente, poichè la donna che si rivelava nelle foto era bellissima con quei capelli biondi, occhi azzurri ed un corpo...statuario. Bè, certo, era una modella, quindi tutto rientrava nei canoni. Il nostro sergente, in attesa di un contatto visivo ma soprattutto...fisico, aveva cominciato a sommergere la sua 'modella' di doni (per un totale di 25.000 euro) e fiori poi, dopo circa un anno, finalmente il tanto agognato incontro. Una volta davanti alla 'modella nordica' però lo shock più tremendo: non veniva affatto dal nord, (era sarda) non era modella, non era slanciata (1 metro e mezzo), non era bionda, era grassoccia e a guardarla bene, non era neppure bella. Fuga immediata del nostro sergente con stop in Procura per sporgere una denuncia per truffa contro A.B. 34 anni di Chiaromonti. In questi giorni si è svolta la prima udienza nel tribunale di Sassari mentre la seconda sarà a ruolo il prossimo 12 dicembre. Una storia che mi ricorda tanto un film di Alberto Sordi e Claudia Cardinale dal titolo "Bello, onesto, emigrato in Australia sposerebbe compaesana illibata", solo che la storia era ambientata negli anni Cinquanta. Oggi siamo nel 2000 e oltre... (Gericus)

martedì 26 settembre 2006

LA COGNE SMOBILITA? (1963)

Sono molte le famiglie in apprensione per i problemi che potrebbero derivare da questa posibilità, anche se la direzione dello stabilimento siderurgico porta tranquillità: "Abbiamo investito nei nostri impianti della Valle d'Aosta dal 1951 in poi più di 23 miliardi di lire oltre a grandiosi progetti. Solo ad Aosta, i capannoni per nuovi impianti coprono oltre 26 mila metri quadri. Questi sono fatti, non parole. I soli smantellamenti da temere sono quelli previsti dal nuovo Piano Regolatore che imporrebbe la demolizione di reparti delle mense, dell'infermeria e di altro spazio essenziale per i trasporti interni. Noi smantelliamo impianti vecchi ma solo dopo averli sostituiti con altri nuovi e più moderni. In questo modo la Cogne garantisce il lavoro anche per il futuro a migliaia di tecnici, impiegati, operai, e con il lavoro di tutti, una sostanziale fonte di vita per Aosta e tutta la Valle. Nell'ultimo quadriennio infine, il totale delle retribuzioni dirette e indirette pagate dalla Cogne ai suoi dipendenti della Valle, è salito da 8 miliardi all'anno a circa 11 miliardi e mezzo. Questi salari ufficialmente accertati, sono i più alti rispetto a quelli di ogni altra provincia o regione italiana".
(Monitore Valdostano)

E' MORTO GIOVANNI XXIII, IL "PAPA BUONO". (1963)

Nominato Papa il 28 ottobre del 1958 dopo tre giorni di Conclave, Angelo Giuseppe Roncalli, "il Papa buono" era nato a Brusico in provincia di Bergamo il 25 novembre del 1881 e succedeva a Pio XII, il Pontefice che aveva retto la Chiesa durante l'ultimo conflitto Mondiale. Ordinato sacerdote il 10 agosto del 1904, Angelo Roncalli a 40 anni compiuti si trasformò in 'viaggiatore di Dio' visitando numerosi Paesi europei, missioni cosiddete 'delicate' e compiute con l'intento di dare un nuovo volto alla Chiesa di Roma. Il 19 marzo del 1925, dopo la nomina a Monsignore, Giovanni Roncalli viene consacrato vescovo di Aeropoli e la sua destinazione è la Bulgaria. Il suo cammino verso la Santa Sede lo vede cardinale il 12 dicembre del '53 ed infine patriarca della Serenissima alla morte di monsignor Agostini. Il 10 agosto dell'anno dopo, con grande semplicità il cardinale Roncalli celebra nella parrocchia di Sotto il Monte i suoi cinquant'anni di sacerdozio. Il 9 ottobre del '58, morto Pio XII, tra i suoi successori viene pure collocato il patriarca di Venezia, anche se nessuno crede che il successore di Pacelli possa essere lui. Alle ore 16,45 del 28 di quello stesso mese invece, il cardinale Canali, protodiacono, annuncia dalla loggia detta di Paolo V: "Habemus Papam". Il suo nome è Giovanni XXIII, un Pontefice non di transizione, tanto che il suo nome sarebbe stato iscritto fra quelli dei "grandi" della Chiesa. Nel suo pur breve pontificato, molte le pietre miliari, prima delle quali il Concilio Vaticano II, un Concilio dal nome augurale come "Pacem in Terris", nel quale si racchiudeva per la prima volta e in maniera netta e chiara il futuro del mondo. Nel '62 però c'è una prima avvisaglia del cedimento della salute del Santo Padre quando viene colpito da un'emorragia. Grande apprensione, ma la forte fibra di quell'antico "contadino bergamasco" supera le più nere previsioni. Le sue condizioni di salute però peggiorano improvvisamente il 27 maggio del '63. Alle ore 19,40 di lunedì 3 giugno, tra la costernazione del mondo intero muore Giovanni XXIII, il "Papa Buono", quello che senza timore aveva saputo parlare di pace sia agli umili che ai potenti della Terra. Circa un mese dopo, esattamente il 21 giugno, Giovanni Battista Montini, cardinale arcivescovo di Milano è eletto Papa al terzo scrutinio assumendo il nome di Paolo VI.

lunedì 25 settembre 2006

THE BEATLES (1963)

Dall'Inghilterra arriva notizia che un gruppo musicale, The Beatles, fa letteralmente impazzire la gioventù. Si tratta di una band formata da quattro giovani 'zazzeruti' i cui nomi sono John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr. Sul finire dell'anno precedente, esattamente l'11 settembre, la band era entrata in sala d'incisione per uscirne due mesi dopo con un 45 giri dal titolo "Please Please me". A lavoro completato, George Martin, loro direttore artistico, non esita a dire: "Congratulazioni signori. Avete appena finito di incidere il vostro primo Numero Uno". Mai profezia fu più esatta. Il due marzo del '63 infatti il brano è in testa alle classifiche inglesi e quasi in contemporanea sale al primo posto anche in America. In Italia giunge il 12 novembre dello stesso anno e anche qui si piazza immediatamente tra i dischi più venduti. Con i Beatles, di colpo la musica mondiale ha cambiato registro, ed è subito 'beatlesmania'.

E' SCESA IN MARE LA RAFFAELLO (1963)

Dai cantieri navali di Trieste è scesa in mare la "Raffaello", ultimo gioiello della nostra marineria. Il super transatlantico, gemello del "Michelangelo" varato nel settembre dello scorso anno, stazza 43.000 tonnellate lorde, è lungo 275 metri e largo 31. La stupenda nave, la cui velocità di crocera è di 27 nodi, è dotata di 760 cabine, 18 ascensori, un teatro da 500 posti, 30 sale conviviali, sei piscine all'aperto, 850 telefoni, una grande palestra con fisioterapia e inoltre, numerose opere d'arte appese nel suo interno. Il costo si aggira sui 35 miliardi di lire. In una settimana la "Raffaello" collegherà l'Italia a New York trasportando in un ambiente più che lussuoso 1800 passeggeri. (Gazzetta del Popolo)

GIOVANI DENUNCIATI PER "BALLETTI ROSA". (1963)

Si erano riuniti in casa ad ascoltare della musica e bere qualcosa, e per questo alcuni ragazzi e ragazze sono stati denunciati alla Procura per 'Balletti Rosa'. L'incredibile vicenda che ha messo a rumore il capoluogo, è venuta alla luce dopo l'irruzione della polizia eseguito in un alloggio di Croce di Città, dove gli agenti si sono trovati davati a giovani coppie 'avvinghiate' o intente a scambiarsi tenere effusioni. Subito dopo l'irruzione, le ragazze sono state così invitate in Questura e meno male che alla fine tutto è stato riportato a proporzioni più esatte. Non era dunque una 'casa del sesso', ma più semplicemente un luogo dove si svolgeva una 'festa tra amici'. Caduto questo sospetto, un altro particolare però non è sfuggito agli agenti, ovvero, un nunero troppo elevato di bottiglie di liquori. E qui cascò l'asino. Per procurasele infatti, i giovani ammettevano che ne pagavano una e ne prendevano quattro. Da 'balletti rosa' dunque la denuncia cambiava in 'furto con destrezza'. Le feste in casa sicuramente continueranno, ma da oggi in poi, di certo con qualche bottiglia in meno...
( La Gazzetta del Popolo)

BAMBINO SALVATO DA UN COMPAGNO DI GIOCHI (1963)

E' accaduto domenica 19 maggio all'altezza del numero civico 4 di corso Ivrea ad Aosta, dove scorre un canale largo due metri e profondo uno. Roberto Ramires, 5 anni, era uscito di casa fermandosi a giocare con alcuni amici nei pressi del canale. Ad un tratto vi scivolava dentro. Sarebbe certamente annegato se in suo soccorso, mentre gli altri si allontanavano gridando, non fosse accorso Claudio Borgis, un ragazzino minuto ma coraggioso di sette anni. E così, visto Roberto dibattersi nell'acqua, Claudio riusciva ad afferrargli una mano tenedola saldamente in attesa di soccorsi. Per dieci lunghi minuti, questi riusciva a non farselo scappare poi finalmente sopraggiungeva l'operaio Enrico Pignatelli che poteva trarre all'asciutto il piccolo Roberto. Nessuno si spiega come l'eroico Borgis sia riuscito a tenere a sè l'amico per tutto quel tempo salvandogli la vita. Una spiegazione forse c'è: L'amicizia vera fa di questi miracoli. (Gazzetta del Popolo)

sabato 23 settembre 2006

LA MORTE DEL BARBONE (1963)

Lo chiamavano 'Bologna', ma il suo vero nome era Riccardo Vigna Dal Ferro ed aveva 68 anni. Conosciuto e benvoluto da tutti, 'Bologna' era un barbone e viveva la sua vita randagia nella città di Aosta. Ma venerdì 17 del mese di maggio, Riccardo Vigna 'Bologna' è stato trovato morto dentro ad un portone. Nato a New York, dal 1943 però si era stabilito nella nostra città, abbandonando un America in pieno proibizionismo. Per alcuni anni, 'Bologna' ha vissuto della sua pensione acquisita durante gli anni migliori, poi, forse per scelta, si è ritrovato girovago e senza radici. 'Bologna' era amico di tutti e spesso spendeva volentieri una parola buona per coloro che erano turbati da crucci. Viveva di elemosine ed al tramonto andava a cercare un posto dove poter trascorrere la notte. Per sbarcare il lunario, 'Bologna' augurava fortuna a tutti, ed un piatto di minestra era assicurato. Poi, quella morte improvvisa in quel portone di via Forum mentre dormiva. Da 17 anni, quell'androne era diventato la sua casa. Con la scomparsa di 'Bologna', ultimo barbone, finisce tutta una letteratura della vecchia città romana, dell'Aosta 'carducciana', di quella che ormai giorno per giorno se ne va...

E' ARRIVATA L'ASIATICA (1963)

La terribile influenza che imperversa in tutta Europa, toccando l'Italia è arrivata anche ad Aosta, mettendo a letto più di 6.000 aostani, molti dei quali ricoverati all'ospedale. Sebbene il decorso dell'influenza sia benigno, in alcuni casi però, specialmente tra giovanissimi e anziani, possono sorgere delle complicazioni. Moltissime le chiamate ai medici, i quali cercano di tranquillizzare i malati. Scorte di vaccino sono arrivate in questi giorni inviate dal Ministero. (Gazzetta del Popolo)

FESTEGGIAMENTI PER I QUINDICI ANNI DELL'AUTONOMIA (1963)

Grandi festeggiamenti per i quindici anni dell'Autonomia della nostra regione, avvenuti in concomitanza con l'inaugurazione del nuovo Palazzo Regionale. Il presidente avvocato Oreste Marcoz, dopo il taglio del nastro, ha illustrato il significato della giornata fornendo alcune notizie relative all'attività svolta. Gli ospiti hanno poi visitato il nuovo palazzo della Regione che occupa un area di 2300 mq e che è costato 800 milioni di lire. (Gazzetta del Popolo)

CARROZZE PASSEGGERI O CARRI FRIGORIFERO? (1963)

Partire è un po' morire ha scritto qualcuno, ed anche quei passeggeri che alla stazione di Aosta presero il treno per Torino, quello delle 4,35 di un lontano 24 gennaio del '63 sembrò veramente di morire. Ma non di nostalgia o di dolore, come potrebbe sembrare, ma più realisticamente di freddo. E questa ormai era una storia che puntualmente si ripeteva tutti i giorni, tanto che loro, consapevoli della situazione, viaggiavano "imbacuccati" in giubbotti, sciarpe, guanti e cappelli, ma niente da fare. Quella mattina il freddo in quelle carrozze era impossibile: 12 gradi sotto zero. Alla stazione di Verres, la grande decisione: o morire assiderati o inventare qualcosa. In 150 così uscirono dal treno -o meglio, dal frigo- e si sistemarono sui binari davanti alla motrice: "Noi da qui non ci spostiamo!". A questo punto il miracolo. Solerti operai delle ferrovie ripararono velocemente le condutture del riscaldamento poi, di nuovo tutti in marcia. Con tre ore di ritardo, ma finalmente al caldo.
(Gazzetta del Popolo)

venerdì 22 settembre 2006

E' NATALE (1962)

Nevica abbondantemente in questi giorni e le strade di Aosta sono ricoperte di neve. Alberi di Natale sono sistemati lungo le vie del centro storico e zampognari allietano con i loro suoni la città. L'anno che arriva porterà il secondo canale televisivo, decretando così l'avvicinamento della nostra regione a quelle italiane. E' tempo di acquisti, pertanto c'è una grande ressa nei nostri negozi. Ai Magazzini Aurora di Croce di Città le vetrine scintillano di luci e capi di abbigliamento alla moda. I prezzi? Un vestito uomo di pura lana costa 16.000 lire, un cappotto originale Loden 8.500. Cappotti per signora collo pelliccia lire 15.000 e per bambini 3.500. Un vestito da sposo 18.000 lire mentre per la sposa, bianco in tulle lire 22.000. Ma molti sono affascinati dall'ultimo modello della Lambretta, lo scooter sinonimo di libertà. Alla concessonaria dei fratelli Nale questa si vende a 137.000 lire, la 150 cc costa invece 155.000 mentre la 175 cc, la più veloce in assoluto con i suoi 120 chilometri all'ora, costa 182.000 lire. E' un sogno a portata di mano? Non per tutti, anche se si continua a sbandierare che stiamo vivendo in pieno "boom" economico. Ma sarà poi vero?...

ENRICO MATTEI: DELITTO O SCIAGURA? (1962)

"L'incidente è da attribuire a perdita di controllo in spirale destra". Fu questo in sintesi il risultato di un inchiesta incaricata di appurare le cause del disastro aereo nel quale perse la vita il presidente dell'Eni Enrico Mattei, l'uomo che per primo in assoluto 'osò' schierarsi contro il potentissimo monopolio internazionale delle cosiddette "sette sorelle", ovvero le sette maggiori società petrolifere mondiali. Quella sera di sabato 27 ottobre su Milano cadeva una pioggia fitta e grosse nubi gravavano sulla città. A bordo del suo aereo, un Morane-Saulnier pilotato da Irnerio Bertuzzi, Enrico Mattei era di ritorno da un convegno di lavoro a Catania. Seppure le condizioni metereologiche non fossero delle migliori, dalla torre di controllo arrivò l'ok per l'atterraggio. Alle ore 20,59 mentre il velivolo era ormai in 'avvicinamento' si interrompeva il contatto radio con la torre di controllo. In fiamme -questo lo diranno in seguito alcuni testimoni- l'aereo di Mattei era precipitato dopo un esplosione nelle campagne di Buscapè vicino a Pavia, andando a schiantarsi lungo un filare di pioppi. Tra i rottami, i corpi senza vita di Enrico Mattei, del pilota e di William McHale, un giornalista americano al quale Mattei aveva dato un 'passaggio'. Perchè quell'incidente? Nella sua carriera di presidente dell'Eni, Enrico Mattei era riuscito ad arrivare dove nessuno mai aveva osato, mettendosi contro grossi interessi internazionali sia politici che economici. Nominato presidente dell'Agip nel 1945, Mattei aveva ricevuto il compito di liquidare il grosso colosso petrolifero ma egli era riuscito a fare dell'Agip la base per la costituzione dell'Eni. Per arrivare a questo, era quindi intervenuto direttamente nella politica italiana, condizionandola fortemente sia con l'influenza su molti deputati, ma anche con finanziamenti occulti ai partiti. Quando morì, mancavano solo cinque mesi alla sua riconferma come presidente dell'Ente Nazionale Idrocarburi, un ente a quell'epoca accerchiato da nemici sia interni che esterni.

( foto: Enrico Mattei pochi giorni prima dell'incidente)

giovedì 21 settembre 2006

L'ABBRACCIO TRA I MINATORI ITALIANI E FRANCESI (1962)

"Verrà un giorno che si scaverà sotto il Monte Bianco una strada carreggiabile e queste due vallate, dico la Valle di Chamonix e la Valle d'Aosta, saranno finalmente unite". Scrisse così alla fine del Settecento lo scenziato, letterato e viaggiatore francese Horace Benédict de Saussure, una profezia che si avvera il 14 agosto del 1962, quando alle ore 11,30 del mattino avviene lo storico incontro nella penombra del tunnel. A far finalmente incontrare le due squadre di minatori è l'ultimo scoppio di una mina poi, champagne e spumante in mano, abbracci e brindisi. Per arrivare a quello storico appuntamento la strada è lunga. Il primo progetto di quell'opera vede la luce agli inizi dell'Ottocento e prevede naturalmente un tunnel ferroviario. Un secolo dopo, con la nascita dell'automobile, si studia quindi un traforo stradale poi, arrivati al 1946 sarà l'ingegner Dino Lora Totino il primo a tentare l'impresa scavando un foro lungo 150 metri sul versante italiano. Nel 1953 infine Italia e Francia firmano una convenzione per la costruzione del traforo, ma bisogna attendere il 30 maggio del '59 per vedere l'inizio dei lavori. Metà della galleria è raggiunta dopo tre anni, e sei anni dopo, nel 1965, viene aperta al traffico. Con i suoi 11.600 metri, il Tunnel del Bianco è la più lunga galleria autostradale del mondo. Per costruirla, sei anni di lavoro e 16 vittime tra gli operai, undici delle quali sul versante italiano e cinque su quello francese.

IL DELITTO DEL 'BITTER'. (1962)

"Egregio signore, le inviamo un campione del nostro nuovo bitter che lanceremo sul mercato. Che ne dice? Sappiamo che lei è persona capace e attiva, pertanto vorremmo offrirle l'esclusiva per tutta la provincia di Imperia". Tranquillo Allevi, un uomo di 50 anni con moglie e due figli pensò che con quella lettera giunta improvvisamente fossero finiti tutti i suoi problemi economici. Assieme con due amici quindi, il giorno stesso sorseggiò quell'aperitivo giunto per posta, non dando peso a quell'improprio tappo di sughero posto al di sotto di quello regolamentare. I due amici si salvarono con una robusta lavanda gastrica ma lui morì tra atroci sofferenze. Dentro alla boccetta, mescolato con il bitter infatti, i medici trovarono una grossa quantità di stricnina. Le indagini subito intraprese scoprirono che la moglie della vittima, Renata Lualdi, una donna più giovane del marito di 13 anni, aveva avuto in passato una burrascosa relazione clandestina con un certo Renzo Ferrari, veterinario e vice sindaco di Barengo, un piccolo borgo in provincia di Novara dove allora viveva la famiglia Allevi. Venuto a conoscenza di quella tresca, il marito, nella speranza di porre fine alla squallida vicenda che tutti ormai conoscevano e per salvare di fatto la famiglia, aveva deciso così di trasferirsi in Liguria ad Arma di Taggia, ed è lì che venerdì 24 agosto la postina consegnò quell'insolito pacco. Renzo Ferrari pertanto fu convocato in questura, dopodichè, messo alle strette e caduto in diverse contraddizioni fu arrestato. Durante le indagini venne alla luce un fatto che praticamente lo avrebbe inchiodato alle sue responsabilità: alcuni giorni prima infatti, questi aveva comprato in una farmacia di Milano alcune fiale di stricnina: "Erano per curare alcuni animali", disse. Ma anche la lettera inviata lo incastrò, poichè la carta proveniva dal Comune di Barengo e la stessa missiva era stata scritta proprio con una macchina di quegli uffici. Nel processo poi, impietosamente vennero alla luce particolari umilianti sulla condotta della moglie, come quando la vittima, sorpresi gli amanti in riva ad un fiume, si allontanò non visto dalla scena portandosi via gli indumenti dei due. "Quella donna non l'amo" disse spavaldo l'accusato durante il processo. "Mi piace solo fisicamente e niente più". Ritenuto colpevole dell'omicidio di Tranquillo Allevi, Renzo Ferrari fu condannato all'ergastolo. "Sono innocente! " urlò alla lettura della sentenza. "Ricorrerò in appello per dimostrare la mia innocenza"! urlò ancora. Ma non ebbe fortuna, perchè anche l'Appello confermò la prima condanna.
Nella foto: Renzo Ferrari e Renata Lualdi durante il processo

mercoledì 20 settembre 2006

MY LIBRARY

"D - DAY" The Greatest Invasion, A People's History.
by Dan Van Der Vat.

Thousands of men landed on the beaches of Normandy on June 6, 1944. And each man who survived had a unique story to tell. Many of these previously unpublished eyewitness accounts appear here for the first time, accompanied by rare photographs from personal albums and artifacts from private collections. Specially commissioned contemporary color photographs by Peter Christopher are used in compelling "then-and-now" features, and detailed maps illuminate each stage of the great and daring campaign that became the turning point of the Second World War.
"Let us all beseech the blessing of Almighty God upon this great and noble undertaking".
-Supreme Allied Commander Dwight D. Eisenhower-

"Early on the morning of June 6, 1944, the mightiest amphibious invasion force in history headed for the beaches of Normandy. Operation Overlord was its military name, but it would be known forever as D-DAY".

Out of the gray haze of an early morning they came, a vast armada of ships churning toward the Normandy coast. Soon thousands of American, British and Canadian soldiers were streaming ashore in the face of withering enemy fire. The day was June 6, 1944. By evening, the formidable defenses of the Third Reich were crumbling, and the liberation of Europe was at last underway.

D - DAY. The Greatest Invasion A People's History
by Dan Van Der Vat

Introduction by John S. D. Eisenhower, autor of General Ike.
Published by Bloomsbury, New York and London
Distributed to the trade in the U.S. by Holtzbrinck Publishers.
Produced by Madison Press Books
1000 Yonge Street, Suite 200
Toronto, Ontario, Canada
Jacket, Design and Compilation Copyright 2003 The Madison Press Limited
Photographs by Peter Christopher (Copyright 2003)

MARYLIN MONROE MORTA SUICIDA (1962)

Ieri, domenica 5 agosto, Marylin Monroe si è uccisa nella sua villa di Hollywood. La bellissima attrice, nata a Los Angeles il primo giugno del 1926, si è tolta la vita ingerendo una fortissima dose di barbiturici. E' stata la governante ad accorgersi del suicidio. L'attrice, che aveva 36 anni, giaceva sul letto con il viso sul cuscino ed una mano appoggiata al telefono. Sex symbol mondiale, l'attrice, vero nome di battesimo Norma Jeane Mortensen, aveva alle sue spalle tre matrimoni, il primo dei quali con uno sconosciuto James Dougherty celebrato nel '42, il secondo con il famoso giocatore italoamericano di baseball Joe Di Maggio nel '54, e il terzo con il noto commediografo Arthur Miller nel 1956. Recentemente l'attrice aveva detto: "E' molto bello appartenere all'universo immaginativo della gente, mi piacerebbe però essere accettata per quello che sono realmente. La gloria può arrivare e poi un bel giorno addio, se ne va. Ho sempre saputo che questa è capricciosa, almeno però l'avrò conosciuta, ma credetemi, la mia vita non si identifica con essa". Terribile il commento di Arthur MIller, l'ultimo dei suoi mariti: "La morte di Marylin era inevitabile". (Gazzetta del Popolo)

GRAVE SCIAGURA A FENIS (1962)

Un auto, guidata da Marino Vittaz di 20 anni, con a bordo i genitori della fidanzata Giuseppe e Marcella Pallais oltre al fratellino di lei Mario di 12 anni, è precipitata nella notte nelle acque della Dora. L'auto, una Fiat 1100 si trovava a passare su di una stradina di campagna a poche decine di metri dal ponte della ferrovia di Fenis. Tutti gli occupanti sono morti. I corpi, portati via dalla corrente, sono stati ritrovati un po' per volta. Dopo 18 giorni l'ultimo ritrovamento, quello di Giuseppe Pallais. Grande commozione in tutta la regione per questo tragico incidente.
(Gazzetta del Popolo)

TELEVISIONE GLOBALE! (1962)

Tutta l'Italia assieme ad altri 200 milioni di persone, martedì 24 luglio si piazzata davanti alla televisione per assistere al primo programma in 'Mondovisione'. Il collegamento, pubblicizzato dalla stampa e atteso da tempo, è stato possibile grazie al satellite Telestar lanciato nello spazio. Le prime immagini che ci sono giunte dagli Stati Uniti ci hanno mostrato la Statua della Libertà in tutta la sua maestosa bellezza. La televisione dunque ha tramutato il mondo in un 'villaggio globale', ma tutto questo, oltre che significare un meraviglioso simbolo di unità, ci insegna che Telestar è anche un monito. Esso dimostra quanto l'uomo può creare nell'espansione della sua spiritualità,ma ci fa nello stesso tempo temere per tutto ciò che l'uomo può distruggere nell'esplosione della sua follia. (Gazzetta del Popolo)

MONDIALI DI CALCIO AMARI PER L'ITALIA (1962)

Si chiude la brutta parentesi dei Mondiali di Calcio svoltisi in Cile, dove l'Italia di Albertosi, di Cesare Maldini, di Rivera, Sormani e Trapattoni, viene sonoramente messa fuori dopo appena tre partite. Dopo uno scialbo 0-0 con la Germania e un ignobile sconfitta per 2 reti a 0 con il Cile, la nostra Nazionale batte con tre reti a zero la mediocre Svizzera. Non basta per passare il turno. E' dunque un Mondiale da dimenticare in tutti i sensi: stadi semivuoti, cattiva organizzazione e infine, l'insofferenza dei tifosi locali dopo alcuni articoli scritti da due giornalisti italiani. Fra disagi, disinteresse e violenza, alla fine vince il Brasile, che nella partita finale vince per 3-1 sulla Cecoslovacchia.

( Ma quali sono gli articoli che hanno fatto infuriare i cileni? Uno di questi è una dura critica apparsa in quei giorni sul Corriere della Sera a firma di Antonio Ghirelli, nella quale si diceva):

"Il Cile è un Paese piccolo, povero e fiero. Ha accettato di organizzare questa edizione del Mondiale come Mussolini accettò di mandare l'aviazione a bombardare Londra. La capitale ha 700 posti letto, il telefono non funziona e i taxi sono rari come i mariti fedeli. Un telegramma per l'Europa costa un occhio della testa e una lettera aerea impiega cinque giorni per giungere in Italia. Il Cile è una terra di pionieri, la constatazione terrorizza il turismo e il giornalista, entusiasmando il viaggiatore disinteressato. Il volto di Santiago è cambiata da quattro mesi a questa parte sotto l'impulso dell'incredibile appuntamento. E' una spavalda sbruffonata che comincia a farti rabbia e finisce per commuoverti. Che Iddio ce la mandi buona". (Corsera)

SIAMO UNA REGIONE TURISTICA? (1962)

Le sagre popolari non bastano più per divertire i giovani villeggianti, poichè sono stati quasi del tutto disertati in Piazza Chanoux gli spettacoli dell'Estate Aostana. Eppure tutti gli anni si spendono molti milioni per organizzare le manifestazioni turistiche. Cosa c'è che non va? Migliaia di turisti hanno ormai invaso la nostra Valle d'Aosta e altri continuano ad arrivare. Gli ospiti trovano da noi bellezze naturali e storiche, quiete e...null'altro. Dopo un breve periodo di permanenza comincia a farsi strada la noia. Un esempio? Gruppi di turisti, in maggior parte giovani, che a Ferragosto decidevano di rientrare nelle loro città per divertirsi, oppure un assurda situazione venutasi a registrare ad Etroubles: Un gruppo di giovani ospiti in un albergo si era messo a ballare al suono di un giradischi. Ci voleva però un permesso, così è arrivato un maresciallo che ha mandato tutti a letto alle ore 21. Bisogna riflettere, perchè il turismo regionale non è fatto soltanto di belle montagne, pascoli immensi, laghetti pittoreschi e vaste pinete. Ci vuole anche intrattenimento, gioia, vivacità. (Gazzetta del Popolo)

martedì 19 settembre 2006

UNO STRADIVARI AD AOSTA? (1962)

Lo stupendo violino lo avrebbe acquistato un commerciante di vini presso un valligiano residente sulle colline di Aymavilles. All'interno della cassa infatti si leggeva "Antonius Stradivarius Cremonensis 1725." Il ritrovamento dello strumento è avvenuto in circostanze curiose. Il commerciante di vini Luigi Gatti raggiungeva per il suo lavoro un valligiano di Aymavilles dove si incontrava con un vecchio montanaro a corto di denaro. Per alcune decine di biglietti da mille, il Gatti così comprava questo violino, pur non avendo la possibilità di accertarne l'autenticità Se fosse uno Stradivari è evidente che questi avrebbe fatto un grosso affare, poichè tutti sanno il valore di questo nome.
(Gazzetta del Popolo)

QUESTI NOSTRI MERIDIONALI (1962)

Dalle piane della provincia di Torino alle Valli di Susa e di Aosta, soltanto con scuole specializzate potremo inserire nella vita sociale gran parte di questi uomini del sud. E' vero che non arrivano da noi tutti santi, ma le nostre istituzioni sociali sono all'altezza per recuperare gran parte di questa gente? Siamo stati presi quasi alla sprovvista e facciamo il possibile, sempre che il Governo ci dia una mano e non solo promesse. La Cassa del Mezzogiorno dovrebbe trasferire parte dei suoi capitali al nord, poichè non basta dare loro una casa, ma occorre anche insegnare come tenerla. La maggior parte della gente del sud, spinta a noi dalla povertà assoluta, ha sempre vissuto addirittura in capanne o in case dove starebbero bene soltanto gli animali. Per giungere al totale recupero dei sudisti, siano essi siciliani, calabresi, napoletani o pugliesi, occorre combattere su un secondo fronte più drammatico e difficile: i delinquenti. La cronaca nera è palestra d'insegnamento. Colpire a fondo non significa solo eliminare bubboni cancrenosi, ma liberare i meridionali sani da paure e coercizioni morali che ritardano notevolmente la loro evoluzione mentale.
(Monitore Valdostano)

AL QAEDA: CONQUISTEREMO ROMA! (2006)

La minaccia di mettere a ferro e fuoco la Città Eterna arriva dopo le parole pronunciate da Papa Benedetto XVI all'università di Ratisbona in Germania. Qual'è il motivo di una così grave risposta? Quello di aver citato due concetti espressi dall'imperatore bizantino Manuele II Paleologo in presenza del dotto Persiano nientemeno che nel 1391, e cioè che "non si può usare la religione per giustificare odio, terrorismo e violenza". Il Santo Padre in poche parole aveva voluto significare che "La violenza è contraria alla religione", punto e basta. Le reazioni spropositate non si sono fatte attendere: "Benedetto XVI è come Hitler e Mussolini!" tuona un ministro di quella Turchia che aspira ad entrare in Europa, tale Salih Kapusuz, mentre in Pakistan si bruciano sulle pubbliche piazze fantocci con i vestiti del Pontefice. In Somalia invece un esponente delle Corti islamiche, tale Abubikar Hassan invita i musulmani "a dare la caccia al Papa", mentre dall'Irak un gruppo di fondamentalisti piazza sul sito web "Iaish al-Mujaheddin" questo messaggio: "Giuriamo di distruggere la loro croce nel cuore di Roma, il loro Vaticano sarà colpito e piangerà sul Papa". Nel frattempo si uccide a Nairobi a colpi di pistola una suora italiana, si sgozzano in Marocco un diplomatico italiano e sua moglie e si incendiano numerose chiese cristiane sparse in vari Paesi musulmani. Quale è stata la reazione europea? Politicamente molto, molto...corretta, forse un po' troppo corretta. In poche parole, prona.

"Ciò che è dannoso al mondo
non sono gli uomini cattivi,
ma il silenzio di quelli
buon
i". M.L.King

"Vi sono momenti in cui tacere diventa una colpa,
e parlare un obbligo. Un dovere civile,
una sfida morale, un imperativo categorico
al quale non ci si può sottrarre". Oriana Fallaci

VENDESI (1962)

Vendesi in Aosta casa di cinque vani con giardino di 600 metri quadri. Prezzo Lire 3.000.000 (33.000 euro) / In Aosta, posizione centrale, vendesi appartamento di cinque vani piano terra a lire 5.500.000 lire (60.500 euro) /Per ragioni di salute, cedesi ad Aosta avviatissima salumeria posizione centrale e di grande passaggio. Prezzo richiesto 3.500.000 di lire (39.000 euro) / Zona collina di Aosta vendesi terreno edificabile a lire 1000 al mq. (11,00 euro) (Gazzetta del Popolo)

GRAVE SCIAGURA A COURMAYEUR (1962)

Una tragica fatalità ha voluto unire due avverse situazioni. Due valanghe infatti hanno travolto i baraccamenti degli operai che lavoravano ad un altro tunnel, quello del Monte Bianco. Tre sono i morti: Pietro D'Arcangelo di 56 anni, Agostino Fadda di 42 e Gino Carboni di 39. Venti sono i feriti. Tra i primi accorsi sul luogo della sciagura il dottor Bassi di Courmayeur e il parroco don Cirillo Perron. Dopo gli imponenti funerali, le salme sono state trasportate ai loro paesi di origine. Sale dunque vertiginosamente il numero delle vittime per il completamento dei due trafori.
(Monitore Valdostano)

LETTERINA DI NATALE (1962)

(Letterina scritta in occasione del Natale passato, quello del 1961, e giunta in redazione)

"Caro Gesù Bamnino. Tu sei buono, perdoni i birichini, non fai la spia e sai come è brutto star soli ed io ho fiducia in te. Quest'anno ti chiedo di farmi diventare forte per poter portare d'estate al pascolo in montagna il mio fratellino Marco che ora ha nove anni e sarà pesante e non svelto a seguire le mucche del nonno. La mamma e la sorellina verranno così più spesso a trovarci e poi saprò con chi giocare. Rendimi questo favore ed io sarò un bravo pastorello. Dai pazienza alla mamma e lavoro al papà. Grazie perchè mi aiuterai, non è vero"? Felice Vallainc. Champorcher. (Gazzetta del Popolo)

DUE GIOVANI UCCISI DAL GAS (1962)

Due cugini, Raffaele C. di 23 anni e Gino C. di 19, sono stati trovati senza vita lo scorso venerdì 12 gennaio in seguito ad esalazioni di gas. I due giovani, dopo una serata trascorsa in allegria, erano andati a dormire in una stanza in via De Sales al numero 27 ad Aosta, quando durante la notte una fuga di gas dal tubo di una stufetta per riscaldamento provocava la tragedia. Profonda impressione in città per questo duplice fatto mortale. (Gazzetta del Popolo)

lunedì 18 settembre 2006

CACCIA AL TESORO IN VIA PRETORIA AD AOSTA (1962)

La sera del 9 gennaio, un energumeno, tale Aldo M. 34 anni di Domodossola, ha sfasciato a pugni la vetrina di un oreficeria che si trova nel centro storico. Gioielli per un valore di un milione di lire (11.000 euro) in un attimo sono spariti - e non tutti- nelle sue tasche. Nella fuga infatti, l'uomo ha seminato lungo la via alcuni brillanti, finiti -si dice- dentro a dei tombini. Una volta bloccato, il malvivente è stato portato in ospedale per le ferite procuratosi alle mani. Nel frattempo, lungo via Porta Pretoria continua la ...caccia al tesoro. (Gazzettadel Popolo)

L'ITALIA DEL 1962 E' QUESTA.

Dalle statistiche recentemente elaborate, apprendiamo che gli italiani sono 51 milioni e il numero dei lavoratori dell'industria ha superato da cinque anni quelli dell'agricoltura e la differenza va vertiginosamente aumentando. Un alloggio di tre camere e servizi costa sui cinque milioni (55.000 euro) ed un certo benessere galoppante lo si nota dalle auto in circolazione che sono infatti due milioni e mezzo. Nasce anche il problema dei parcheggi, mentre la benzina super costa 96 lire al litro ( € 1,o5) . Un televisore invece costa sulle 175.000 lire (1.920 euro) una lavatrice 140.000 (1.536 euro) un frigorifero dalle 58 alle 112.000 lire (636,00/1.228,00 euro) a secondo delle dimensioni. Ma tutto questo non basta in quell'Italia sulla via del consumismo e le cucine vanno riempiendosi di frullatori, centrifughe, tostapane e affettatrici. Spendere e spandere dunque, poichè dopo gli anni "della fame", adesso tutto sembra a portata di mano. Ma anche se l'economia del Paese 'tira', i politici continuano ad accusare forti ritardi, e la 'bella Italia' mostra i suoi due volti, fatti di miseria e di benessere, di lavoro al nord e di disoccupazione al sud. E' un Italia quindi a due marce.

LE 'CORNA' DELLA MOGLIE SONO DIVERSE DA QUELLE DEL MARITO? (1961)

Qualcosa deve cambiare. Non è infatti più concepibile che la Corte Costituzionale riaffermi in data 28 novembre del 1961 la legittimità dell'articolo 589 del codice penale che punisce "il solo adulterio della moglie". E su questo criterio ribadito, si deduce che secondo la norma, non si viola il principio di eguaglianza, in quanto nelle intenzioni del legislatore si vuole così tutelare l'unità della famiglia, turbata, secondo il sentire comune, più dalla infedeltà della moglie che non da quella del marito. (Gazzetta del Popolo)

ALLA SQUADRA DELL'AOSTA MANCANO SOLDI E TIFOSI! (1961)

E' in crisi l'Unione Sportiva Aosta. Da diversi mesi tra gli effetti cambiari andati in protesto alcuni sono intestati alla Società sportiva. L'altro giorno purtroppo ne abbiamo trovato un altro protestato del valore di 100.000 lire. Il consigliere signor Brunod, ha detto che gli incassi sono irrilevanti proprio perchè il pubblico non affluisce alle partite in gran numero. Da qui la preoccupante situazione finanziaria. Basti pensare alla recente trasferta di Asti, quando cioè la squadra era ormai pronta per partire non avevano i soldi per affrontare il viaggio. Si rimediò grazie all'interessamento della SITAV. (Gazzetta del Popolo)

domenica 17 settembre 2006

100.000 PAGINE LETTE! (16.09.2006)

Giro di boa delle Centomila pagine lette. Appena pochi mesi fa avevamo festeggiato le 10.000... E' piacevole tutto questo, perchè premia il mio insistere nel cercare notizie d'antan, curiose o di una cronaca un po'...speciale, e oltre tutto dà un significato alle ore che rubo al sonno passandole davanti al mio pc. Senza trionfalismi o squilli di tromba ma con grande umiltà quindi, voglio ringraziare gli 'amici' che seguono questo blog, un blog nato per divertimento e che tutt'ora continua a divertirmi. La mia intenzione era -e rimarrà- quella di far nascere un sorriso a chi fosse approdato su questo sperduto sito nell'oceano "internettiano". Spero di esserci riuscito. (Gericus)

UN MATRIMONIO LUNGO...TRE ORE (2006)

Entrerà di certo nel Guinnes dei primati quel tipo che nel giro di poche ore è riuscito a mandare a monte un matrimonio appena concluso. E' successo in provincia di Como, lui 31 anni e lei, in lacrime, 28. I fatti: Dopo il fatidico e atteso "si" pronunciato davanti al sacerdote, la coppia con tutto il seguito di parenti e amici si reca ad un ristorante in Valchiavenna per il rituale pranzo di nozze. Canti, balli e vino, poi improvvisamente e nel bel mezzo della festa lo sposo sparisce Nessuno ci fa caso, cosa vuoi, tutti lo cercano per una foto ricordo, una stretta di mano o per un bicchiere insieme. La sposa a quel punto si alza, e seguita da un amica si reca in bagno per un aggiustatina al trucco. E' lì nel bagno che davanti ad uno specchio si odono degli strani rumori simili a ...gridolini di piacere, gemiti... Che sia il marito che si sente male? pensa a quel punto la premurosa mogliettina. Aprono così la porta da dove provengono quei suoni e... Si, il marito è lì, ed è in compagnia di un giovane amico con il quale sta facendo del sesso. Urla, pianti e svenimenti da parte della sposa poi lo scandalo esplode tra gli invitati. E' il finimondo, con il marito depravato e porcellone che rincorre la moglie cercando il suo perdono e con i genitori di lei che invece cercano di agguantarlo per il collo per suonargliele di santa ragione. Dal ristorante ai carabinieri il passo è breve. Saranno loro a cercare di capire cosa sia esattamente successo in quel giorno un po' squinternato, dove un 'neo-marito' "squinternato più che mai " è riuscito dentro ad una toelette a mandare a carte quarantotto -e in che maniera!- un matrimonio celebrato appena tre ore prima.
(Il Giornale/ La Stampa)

sabato 16 settembre 2006

ORIANA FALLACI (15.09.2006)

Oriana Fallaci, toscana puro sangue, non aveva -come la gente di questa terra- peli sulla lingua, perchè il suo pensiero era "parola". Non cercava possibili aggiustamenti al pensiero nè interpretazioni alternative, niente. Andava dritto all'obiettivo pur sapendo di accendere micce o scatenar tempeste. Nella sua lunga carriera giornalistica era riuscita ad intervistare un po' tutti i più grandi personaggi della scena politica internazionale: "Non andavo da loro come una giornalista, ma come una persona qualsiasi che vuole sapere, che vuole conoscere ed eventualmente anche controbattere. Più erano importanti poi, più mi divertivo a maltrattarli." Per anni inviata di guerra per le maggiori testate nazionali, Oriana Fallaci di atrocità ne aveva viste e scritte tante, ma sicuramente la strage delle Twin Towers fu quella che maggiormente la sconvolse: "Vi sono momenti in cui tacere diventa una colpa e parlare un obbligo". Il suo sdegno e il suo dolore così lo affidò a "La rabbia e l'orgoglio", un libro che stampato in sedici edizioni estere vendette nel giro di un anno un milione e mezzo di copie. Lei, come una moderna Giovanna D'Arco, con 'rabbia e orgoglio' si buttò nella mischia per difendere le nostre radici, la nostra cultura, schiaffeggiando l'indifferenza di una certa classe politica europea "pavida e remissiva, prona e sicuramente perdente". "La gente non vuole capire...ha la testa altrove. Perché"? Minacce di morte e scorta dei carabinieri: "Se ho paura della morte? Da anni ci convivo". Già, ormai da anni quel cancro che lei chiamava "l'alieno" la spegneva giorno dopo giorno. "Chissà quando il colpo di accetta taglierà anche me, io che voglio vivere...vivere...". Quel colpo di accetta si è abbattuto su di lei nella notte di venerdì 15 alle ore 1,05 in quella Toscana che lei amava e nella quale è voluta ritornare per dare addio alla vita. Che la terra ti sia lieve... (Gericus)

venerdì 15 settembre 2006

TRA I MORTI DI MONZA 4 VALDOSTANI (1961)

Una tragedia nella tragedia, poichè tra le vittime della sciagura di Monza, ben quattro sono giovani valdostani. Grandi appassionati di questo sport, il gruppetto di sei amici era partito domenica mattina diretto a Monza per seguire la gara in diretta. Fatalità ha voluto che tutti si trovassero all'incirca nello stesso punto della tribuna nelle vicinanze della Parabolica dove l'auto impazzita ha fatto la strage. I loro nomi sono Augusto Camillo L. di 25 anni e Rinaldo G. di 19 ambedue di Arnaz. Gli altri sono Franca D. di 18 anni e Claudina P. di 29, ambedue di Issogne. Gli altri due giovani valdostani feriti nello stesso incidente lottano tra la vita e la morte in un ospedale milanese. (Gazzetta del Popolo)

TRAGEDIA A MONZA DURANTE IL GRAN PREMIO (1961)

Grave incidente a Monza durante lo svolgimento del Gran Premio d'Italia. Al secondo giro della gara e all'altezza della curva Parabolica, la Ferrari 156 guidata da Wolfgang Von Trips entrava in collisione con la Lotus di Jim Clark. Nel tremendo impatto, l'auto come una bomba schizzava sulle tribune degli spettatori, uccidendo all'istante 14 persone compreso lo sfortunato pilota. Il barone Wolfgang von Trips, ultimo erede di una dinastia di nobili tedeschi, aveva debuttato in Formula 1 nel 1957 al volante di una rossa Ferrari, passando in seguito alla guida di vetture Porsche e Lotus per ritornare poi nella scuderia di Maranello. La gara di Monza, che per volere degli organizzatori non è stata sospesa, è stata vinta infine da Phil Hill, diventando di fatto il primo statunitense campione del Mondo di Formula 1.

IL MURO DI BERLINO (1961)

Una enorme muraglia divide in due Berlino, l'ex capitale della Germania. Un muro della vergogna è stato innalzato per volere del premier Walter Ulbricht, che ha inteso così arginare la continua emigrazione nel settore occidentale di migliaia di tedeschi assetati di libertà. E' un momento veramente critico per la pace nel mondo. (Gazzetta del Popolo)

PER L'AOSTA CALCIO QUESTO E' L'ANNO BUONO! (1961)

L'Unione Sportiva Aosta mira alla serie C. L'edizione '61/'62 per l'Aosta Calcio è quella del cinquantenario, e se si deve prestare fede a quelli che sono gli intendimenti dei dirigenti, sarà l'anno della scalata alla serie C. Gli sportivi hanno gioito nell'apprendere questa confortante notizia, certi che dalla fusione dei due maggiori sodalizi calcistici della città, quello dell'Aosta e quello della Valle d'Aosta, lo sport ne trarrà un sicuro beneficio. Alla presidenza della nuova società è stato chiamato il professor Farinet. Gli sportivi tutti confidano che l'esperienza del professor Farinet contribuisca a portare i rossoneri a quei traguardi cui altri hanno inutilmente puntato. Riconfermato Ciccio Sentimenti, l'allenatore, i lquale ha immediatamente riunito la squadra mettendosi subito al lavoro, poichè il campionato inizierà domenica 24 settembre. (Monitore Valdostano)

SCIAGURA SUL MONTE BIANCO (1961)

Sei persone sono morte a causa di una aereo francese che trancia di netto il cavo della funivia. Il tragico incidente è avvenuto nelle prime ore di martedì scorso, quando l'aereo in fase di addestramento effettuava passaggi a bassa quota sul massiccio del Bianco. Allennesimo passaggio a volo radente sulla funicolare che collega Punta Hellbronner alla stazione francese dell'Aguille du Midì, il cavo veniva spezzato facendo precipitare nel vuoto tre cabine. Nel terribile volo hanno perso la vita due italiani e quattro tedeschi. (Gazzetta del Popolo)

giovedì 14 settembre 2006

CON GLI OCCHI BENDATI VADO DOVE VOGLIO, ANCHE SUL BIANCO! (1961)

A lanciare questa scommessa è un certo Ricordo Perron e il premio in palio è addirittura un albergo 'chiavi in mano'. Intorno a lui, Delfino Vierin, Luigi Cerise, Silvano Buso e due cacciatori di Saint Marcel, Giulio Ducly e Renato Blanc. Fortunatamente poi la scommessa viene ridimensionata sia nella sfida che nel premio in palio: salirà sempre ad occhi bendati fino a Clavalitè e in caso di successo, una vacanza di un mese al mare oltre a cinque cene. Ricordo Perron quindi parte e sbattendo più volte il naso contro le rocce, riesce a salire fin ai 2000 metri dell'alta Val Clavalitè aggiudicandosi la posta in palio. Il vincitore di questa 'temeraria' scommessa ha deciso che trascorrerà le sue vacanze sulla Riviera Ligure, mentre gli amici, stupiti e ancora increduli, si dovranno sorbire le spesa della posta in palio. (Gazzettadel Popolo)

ATTENTI ALLE TRUFFE! (1961)

"Prenda tutto il denaro che possiede e lo avvolga in un asciugamano, perchè solo così potrà tornare giovane" ha detto una zingara ad un anziano residente a Charvensod. E così, raggomitolate tutte le banconote nel primo asciugamano trovato a portata di mano (500 mila lire in contanti più altre 300 mila in buoni postali) l'uomo ha consegnato il tutto alla donna, la quale, arraffato il malloppo ha sentenziato: "Lei, caro nonnetto, non è curvo per gli anni che ha sulle spalle, ma perchè i suoi parenti l'hanno maledetto. Adesso porto a benedire questi soldi e poi ritorno, e vedrà che la sua vita tornerà normale". Il vecchio valligiano ha atteso fiducioso per ore e poi giorni, ma zingara e soldi non sono più tornati. (Gazzetta del Popolo)

DON CAMILLO NON ESISTE PIU'... (2006)

Caro, dolce, simpatico Don Camillo. Ti ricordo sempre con un fazzoletto in mano intento ad asciugarti il sudore dopo una parola un po' troppo pesante rivolta a sor Peppone, mentre con un fare timido e dolente ti fai il segno di croce per riconciliarti col Signore... Altri tempi caro mio, perchè oggi i preti vanno ben oltre -non tutti s'intende- e qualcuno addirittura va "ben oltre quell'oltre". Te lo racconto io cosa è successo proprio oggi in provincia di Messina, perchè questo è un fatto che anche tu devi sapere. Protagonisti di questa...vicenda sono il tuo collega don Carmelo, parroco settantenne di un piccolo paese, la sua perpetua ed ex suora Silvia di anni 39 e una...devota fedele. Nel corso di quattro anni, tanti quanti la perpetua è stata al servizio di don Carmelo, tra i due era nato un certo...sentimento, sfociato -come spesso avviene- in ardente passione. Tutto procede nel migliore dei modi fino a quando don Carmelo, stufo -come si suol dire- "di mangiare sempre la stessa minestra", decide di trovarsi un altra...pecorella smarrita, abbandonando di fatto la prima. Potremmo scrivere qui la parola fine a tutta questa storia, se non fosse che Silvia, - come cantava il buon De Andrè- "gelosa di essersi fatta sottrarre...l'osso", sotto un impeto di rabbia incontrollata non avesse dato alle fiamme l'arredamento della canonica, dopo aver trovato -nientepopòdimeno!- il suo ex don Carmelo a letto con la devota fedele, in quel momento più pecorella che mai ma certamente un po' meno smarrita. Caro Don Camillo, conoscendo la tua sana rettitudine son sicuro che tu non l'avresti mai fatto, perchè tu eri un prete che faceva solo il prete, anche se ogni tanto la tua perpetua... Adesso su tutta questa vicenda saranno i carabinieri a mettere la parola "fine" poichè sono loro che dovranno stabilire se "amore c'era si o no" in questa godereccia "love story", e se il gaudente Carmelo abbia sedotto prima e abbandonato poi l'illibata perpetua -ed ex suora!- Silvia.
Hai capito che storia mio caro don Camillo? Già ti vedo di nuovo sudato, col fazzoletto in mano e con lo sguardo rivolto al crocifisso nell'atto di farti il segno di croce... (Gericus)

mercoledì 13 settembre 2006

ET DIEU CREA LA FEMME (2006)

"Well, my telephone rang it would not stop/ It's President Kennedy callin'me up/ He said: "My friend Bob, what do we need to make the country'll grow"?/ I said "My friend John, Brigitte Bardot, Anita Ekberg and Sophia Loren. Country'll grow". (Bob Dylan. "The Freewheelin". 1963)

Brigitte Bardot lasciò il mondo dorato della celluloide nel suo momento di massimo splendore. Era il 1973 e in quell'anno a settembre avrebbe festaggiato il suo 38esimo compleanno. Al suo attivo oltre 50 film. In lei c'era tutto, perchè Brigitte Bardot era la "bellezza", era la Francia, il beaujolais, la baguette. Con lei, Dio aveva creato veramente 'la donna'. Niente a che vedere con la Marylin Monroe, perchè in lei la femminilità era prepotentemente europea, latina, francese.
Tutto questo non ebbe alcun valore quando girando quello che sarebbe diventato il suo ultimo film si imbattè con una comparsa la quale teneva al laccio una capretta: "Appena girato il film questa capra sarà macellata per essere cucinata per il pranzo della prima Comunione di mio nipote." Scioccata e amareggiata per la sorte riservata a quella povera bestia, Brigitte comprò l'animale e se lo portò via con sè. Una trovata cinematografica? Una boutade? Allora la gente la pensò così, ma quando la diva lasciò il set e si ritirò a vita privata gettandosi nella causa dei diritti degli animali, tutti si ricredettero. Per prima cosa con i soldi raccolti dalla vendita della sua villa a Saint Tropez -La Madrague- istituì la "Fondazione benessere, protezione e rispetto degli animali" poi, negli anni più recenti, in un incontro televisivo col ministro Nicolas Sarkozy, Brigitte Bardot arrivò a chiedere di rendere obbligatoria l'elettronarcosi per gli animali uccisi con il rito halal, ma tutt'oggi, come recentemente ha detto l'attrice, "aspetto ancora la risposta".
In quell'occasione però ebbe tempo di lanciare il suo 'J'accuse' contro "la caccia e i trasporti infami, i macelli e la scienza che uccide gli animali in nome del progresso, gli innumerevol
i peccati dell'estate degli abbandoni e l'industriale mattanza delle foche, delle balene, degli elefanti, senza dimenticare il cruento Natale cristiano e l'insanguinata festa musulmana dell'aid-el-kebir." Come sono lontani i tempi delle folli feste al 'Corsaro' di Saint Tropez, dove lo champagne scorreva a fiumi e gli amori non duravano lo spazio di un estate. La Brigitte Bardot di allora vive solo nella nostra mente, nei nostri sogni giovanili, icona di una bellezza irraggiungibile. Oggi B.B. è quella che dice "Vorrei essere Dio per portare tutti gli animali che soffrono sull'Arca di Noè"... (Gericus)

www.fondationbrigittebardot.fr

PRIGIONI O LAGER? (1961)

Sono indecorose le carceri di Aosta, poichè dopo secoli di storia oggi sono assolutamente inadeguate, buie e prive di riscaldamento. Pare che sia stata proposta adesso la sistemazione dei servizi igienici, ma per ragioni tecniche questi lavori non potranno essere realizzati. E intanto i detenuti sono posti in condizioni sfavorevolissime di vita. Le prigioni non debbono essere mai più luogo di sofferenza fisica e morale, ma luogo di riabilitazione. (Gazzetta del Popolo)

martedì 12 settembre 2006

ENTRO TRE ANNI SARA' TERMINATA LA DIGA DI PLACE MOULIN (1961)

Dopo la pausa invernale si torna a lavorare ed entro tre mesi sarà terminata la diga di Place Moulin. I lavori, iniziati nel 1959, si concluderanno secondo leprevisioni nel 1964. Tra qualche giorno quindi, oltre un migliaio di operai scaveranno nel monte per preparare gli ancoraggi di una delle più grandi dighe d'Europa, dalla capacità di 100 milioni di metri cubi d'acqua. Il serbatoio fornirà 500 milioni di kilowat, dei quali 300 milioni di produzione invernale. (Gazzetta del Popolo)

CINQUE VITTIME IN UN INCIDENTE ALLE PORTE DI AOSTA (1961)

Il fatto è accaduto nella mattinata di mercoledì 15 febbraio alle ore sette. Fra le vittime il vice sindaco di Brissogne e suo figlio undicenne. L'auto, una Fiat 1100, marciava in direzione di Aosta proveniente da Quart, quando improvvisamente si trovava di fronte una Fiat 600 in fase di sorpasso. Nel tentativo di evitare l'impatto, le due auto si strusciavano violentemente, una delle quali, la 1100 con a bordo i cinque occupanti, finiva sotto un pullman della Savda che giungeva dalla direzione opposta. Le vittime del tragico incidente sono Marcello Perruquet 39 anni che era alla guida, il figlio Fulvio di 11 anni e gli operai della Cogne Felice Deval, Giovan Battista Messelod e Bruno Nicolettaz, tutti residenti a Brissogne. Una severissima inchiesta è in corso per stabilire l'esatta dinamica dello spaventoso incidente. (Gazzetta del Popolo)

LA RICONOSCENZA DELL'UNION VALDOTAINE VERSO GLI IMMIGRATI HA SOLO UN NOME: DISPREZZO! (1961)

prologo... (L'articolo che segue è in risposta a ciò che era stato pubblicato sul 'Peuple', dove il direttore Proment si era scagliato contro la massa degli immigrati in Valle d'Aosta, accusandoli prima apertamente poi attenuando il tono, di "inquinare l'ambiente e di essere dei feroci avversari dell'Autonomia").
"Per dire ciò che evidentemente aveva in mente da tempo, il direttore del foglio unionista prende lo spunto dal film "Rocco e i suoi fratelli" recentemente proiettato in una sala cinematografica della nostra città. Il grande torto degli immigrati secondo noi, è quello di essersi affezionati a questa terra che li ha generosamente ospitati, tanto da abbandonare ogni idea di ritorno a casa loro. E il ringraziamento per simile accoglienza è stato quello più palese, appoggiando cioè in massa l'Union Valdotaine e dando ad essa i loro suffragi". (Monitore Valdostano)

ANNO NUOVO, PARTITO NUOVO (1961)

E' l"Union Démocratique" che nasce all'insegna dello stambecco e vuole raggruppare tutti i valdostani di nascita e d'adozione nella Valle, e si propone il potenziamento del turismo, dell'agricoltura e delle risorse alpestri. Tra i soci fondatori c'è Livio Bredy, Giuseppe Caregaro, Maria Stevenin e la signorina Odilia Lucat. Il nuovo raggruppamento si proclama apertamente anticomunista, e tutte le sue attività intende rivolgerle alla radicale trasformazione dell'economia valdostana e del turismo. Tra l'altro, l'Union Démocratique Valdotaine intende promuovere un azione in favore delle Comunità valdostane che risiedono all'estero e che manovrano con tutte le loro forze per far conoscere la loro Patria e la cui fedeltà è nota. Come punto focale poi di questo Movimento, il mantenimento della lingua francese, base della stessa Autonomia.(Gazzetta del Popolo / Monitore Valdostano)

MUORE CLARK GABLE (1960)

Un altro grande attore che se ne va. All'età di 59 anni, il 17 novembre è morto Clark Gable. Il decesso è avvenuto undici giorni dopo un attacco di trombosi coronaria. Da 30 anni era il re di Hollywood ed al suo attivo contava circa 90 films di successo ed alcuni capolavori come "Via col Vento" e "Accadde una Notte". Dalle sue biografie si legge che "da grande amatore, Clark faceva innamorare di sè le donne trattandole come 'puledre selvagge'". Con la sua morte, si è spenta una delle più grandi stelle del firmamento cinematografico internazionale.
(Gazzetta del Popolo)

TRASPORTI PUBBLICI? OTTIMI... (1960)

Quando la corriera non arriva in orario, bisognerebbe ricordare la pazienza dei nostri avi che avevano a disposizione soltanto la diligenza settimanale. A quei tempi, la corriera a cavalli impegnava due giornate per compiere il tragitto che attualmente un autocorriera percorre in poco più di due ore. E vediamo un po' co'sera e come funzionava questa diligenza, comunemente chiamata "velocifero". Era una carrozza a due piani trainata da cinque cavalli che ogni martedì e venerdì partiva da Torino diretta ad Aosta. Si fermava ad ogni paese per consegnare e prendere la posta e per fare il cambio dei cavalli. Sulla Mongioveta poi, in prossimità della salita, l'attacco dei cavalli veniva rinforzato con altri cavalli a causa del dislivello che saliva per più di due chilometri. Ed ogni volta che la diligenza -anche di notte- entrava in un paese, il postiglione annunciava il suo arrivo col suono del corno. Ma le peripezie del viaggio in diligenza andavano oltre. Siccome le strade erano poco sicure a causa dei fuorilegge che si nascondevano nei boschi, i proprietari dei terreni laterali alla strada dovevano tagliare tutte le piante alla distanza minima di 50 metri dal ciglio della strada onde impedire assalti improvvisi da parte dei banditi. Così si viaggiò in Valle d'Aosta per molto tempo, poi le cose cambiarono con la costruzione della ferrovia inaugurata nel 1886. Quando oggi la corriera non arriva in orario dunque, ricordiamoci di tutto questo. (Gazzetta del Popolo)

E' MORTO FEDERICO CHABOD (1960)

Il professor Federico Chabod, primo Presidente del Consiglio della Regione Autonoma Valle d'Aosta, è improvvisamente deceduto a Roma nella sera del 14 luglio. Il triste annuncio della sua prematura scomparsa ha percorso fulmineamente la nostra Valle suscitando ovunque costernazione e cordoglio. Nato ad Aosta il 23 febbraio del 1901, il professor Chabod proveniva da una famiglia di montanari originari di Valsavarenche. Federico Chabod aveva fatto parte della "Lega Valdostana" del dottor Réan e aveva lui stesso sottoscritto la petizione per la lingua francese presentata nel 1923 a Mussolini. (Monitore Valdostano)

lunedì 11 settembre 2006

NEVER FORGET 11 SETTEMBRE 2001

Un martedì come tanti. John che saluta la moglie per andare in ufficio, Jean che porta a scuola il figlioletto e scappa a lavorare. Jason il pompiere che quella mattina è influenzato ma decide ugualmente di prendere servizio; Mike, il poliziotto che sale in macchina e comincia il suo giro di ronda; Stephany che saluta la madre nel suo primo giorno di lavoro... Un martedì come tanti di un settembre ancora mite, e quella mattina poi il cielo non ha una nube, azzurro come non mai...
Dall'aeroporto Logan di Boston, quasi contemporaneamente, verso le ore 8.00 due aerei rullano sulla pista. Sono il volo 11 dell'American Airlines e il 175 dell'United Airlines. Anche dall'aeroporto di Newark nel vicino New Jersey nella stessa ora si stacca dalla pista il volo 93 della United Airlines e poi, circa un ora dopo, è la volta del volo 77 che lascia la pista dell'aeroporto Dulles di Washington. Un martedì come tanti dunque, in una New York che corre, che lavora, che sogna. Nessuno sa che l'inferno invece sta per scatenarsi, violento come non mai. Dalle finestre di uno dei due grattacieli del World Trade Center diventati il simbolo della Grande Mela, ovvero quelle splendide colonne in vetro e acciaio alte 415 metri, Brian seduto davanti al computer nel suo ufficio al 105esimo piano ha un attimo di incertezza a causa di quell'aereo che prima, come un puntino lontano ma ora sempre più vicino punta verso le Torri. Non fa a tempo a provare la paura perchè la morte lo polverizza in un attimo alle ore 8,45 assieme ai suoi sogni. Betty nel suo ufficio della Torre sud ha visto l'impatto di quell'aereo e la nuvola di fuoco e fumo che si è sprigionata. Urla nel suo ufficio al 97esimo piano e fa appena in tempo a scorgere la sagoma di un altro aereo che dopo una virata si dirige verso di lei. Lo schianto inevitabile e la fine di tutto avviene alle ore 9.00. Quaranta minuti dopo un altro aereo si schianta sul Pentagono ed infine, poco dopo le ore 10.00 un altro velivolo precipita pochi chilometri a sud est di Pittsburgh. No, non è più un martedì normale, ma è un martedì di lutto, di tragedia, di dolore. Colpite a morte, le due Torri infine crolleranno al suolo nel giro di mezz'ora. (Gericus)

Per le circa 3000 vittime: NEVER FORGET!

venerdì 8 settembre 2006

FINALMENTE ARRIVANO LE MOTOCICLETTE! (1960)

E' questo infatti il momento tanto atteso, perchè le motociclette in questione non sono altro che quelle destinate al Corpo della Polizia Municipale di Aosta, dal momento che fino ad oggi ne era sprovvisto. La decisione di mettere a disposizione della nostra polizia quattro motociclette è stata presa in consiglio comunale, nel corso del quale è emerso poi che l'organico dei nostri vigili è aldisotto dello standard ideale. Secondo alcuni studi sul settore infatti, l'ottimizzazione si raggiunge con un vigile per ogni mille abitanti. Conti alla mano quindi, Aosta ne avrebbe bisogno di almeno 30, cifra ancora lontana dall'essere raggiunta. A questo punto quindi, si impone un provvedimento a breve scadenza per sanare anche questa lacuna. Gazzetta del Popolo)

giovedì 7 settembre 2006

"OGNUNO DEVE LASCIARSI QUALCOSA DIETRO, QUANDO MUORE" by Ray Bradbury

"Ognuno deve lasciarsi qualcosa dietro, quando muore, diceva sempre mio nonno: un bimbo o un libro o un quadro, o una casa o un muro eretto con le proprie mani o un paio di scarpe cucite da noi stessi. O un giardino piantato col nostro sudore. Qualche cosa insomma che la nostra mano abbia toccato in modo che la nostra anima abbia dove andare quando moriamo, e quando la gente guarderà l'albero o il fiore che abbiamo piantato noi saremo là. Non ha importanza quello che si fa, diceva mio nonno, purchè si cambi qualcosa da ciò che era prima in qualcos'altro che porti la nostra impronta. La differenza tra l'uomo che si limita a tosare un prato e un vero giardiniere sta nel tocco, diceva. Quello che sega il fieno poteva anche non esserci stato, su quel prato; ma il vero giardiniere vi resterà per tutta la vita".

Testo letto da Gianfelice Facchetti durante la messa del padre Giacinto.
Brano tratto da "Fahrenheit 451" di Ray Bradbury e pubblicato per la prima volta nel 1953.
(Foto tratta dalla Gazzetta dello Sport)

PENSIERINO DELLA GIORNATA / 65

Ciò che è dannoso nel mondo,
non sono gli uomini cattivi,
ma il silenzio di quelli buoni.

Martin Luter King

mercoledì 6 settembre 2006

BALLETTI VERDI...(1960)

Si chiamano così, con due parole addomesticate, certe riunioni di uomini e giovanetti soli, i quali si abbandonano alle forme più turpi del vizio contro natura. In questi giorni, la sede di un tale lurido mercato è stata scoperta a Brescia. Vi è solo da augurarsi che giustizia venga fatta e che i colpevoli vengano puniti in modo tale da togliere loro la voglia e la possibilità di ricominciare daccapo. Quella degli 'anormali' è una piaga che si va estendendo anche in un Paese sano come l'Italia purtroppo, perchè non vi è una repressione sufficientemente severa. Certi mali non si guariscono con dei pannicelli caldi ma col bisturi. E qui c'è anche la politica. Una certa stampa, rispondendo ad una madre desiderosa di aiutare suo figlio quindicenne a non diventare 'anormale', non sa far di meglio che consigliarle di proibire al ragazo di frequentare i circoli ricreativi religiosi. E come aggiunta, le indica quale medicina efficace ad ogni tentativo di 'balletti verdi', le precoci avventure con una giovane domestica sana e allegra. (Corriere della Valle)

DONNE IN COSTUME? MA CHE SCHIFO... (1960)

"Bagni, Nuoto e Spiaggia". E' questo il titolo di un articolo a firma di Carlo C.
nel quale si critica il 'nuovo che avanza', ovvero quel pudore che ogni giorno di più viene attaccato dalle nuove usanze. Gli anni Sessanta sono infatti lo spartiacque tra il vecchio ormai consolidato e il nuovo che arriva con tutte le sue forme esteriori. 'Scioccato' evidentemente da questi cambiamenti epocali, il redattore in questione porta a conoscenza dei lettori tutta la sua indignazione.

"In nessun luogo cessano le norme del pudore. La moda di...bagnarsi in estate non ha una storia molto remota. I nostri nonni infatti non ne sentivano grande necessità ai loro tempi, e la zona litoranea era soltanto battuta da rare barche e da reti di pescatori. Oggi, purtroppo, grande vittima di queste spiagge è il pudore, poichè gli abbigliamenti balneari si sono fatti da qualche tempo sempre più scandalosi e indecenti. Essi infirmano i limiti della nostra moralità, provocano le più malsane passioni, acutizzate dalla inverosimile promiscuità di certe spiagge, ridotte ad autentiche orgie di carne, disgustose e ributtanti" . (Corriere della Valle)

IN DUE SI CONTENDONO UN "TREDICI" AL TOTOCALCIO (1960)

E' un intricata vicenda quella che vede due persone contendersi una fortuna vinta al totocalcio, anche perchè in questi giorni il tagliando che ha azzeccato un tredici da 58 milioni di lire è stato depositato al notaio Colombo di Aosta. Ma se facciamo un passo indietro, ci ricorderemo che un disoccupato aveva denunciato tre mesi fa alla Questura della nostra città lo smarrimento della suddetta schedina. Chi è dunque il legittimo proprietario di tutti quei soldi? Del caso a questo punto se ne sta interessando il capo della Mobile il quale mantiene il più stretto riserbo. La battaglia della carta bollata dunque è appena iniziata. I due contendenti al 'gruzzolo' -uno dei quali è padre di dieci figli ed abita in regione Roppoz, mentre l'altro abita in Saint Martin de Corleans- sono decisi ad andare fino in fondo alla vicenda. Per ora di più non è dato a conoscere dai diretti interessati, poichè il presunto vincitore in questo momento è in viaggio con la moglie. (Gazzetta del Popolo)

COSA STA SUCCEDENDO A CERVINIA? (1960)

La mancanza di un piano regolatore ha trasformato la frazione 'cara ai poeti' in una moderna Babele. Il dozzinale, l'impersonale, il brutto, fanno a gara per togliere il carattere al Breuil, di cui la particolarità più famosa sta diventando "le code alle funivie". Quel Breuil che avrebbe potuto attirare in Valle d'Aosta una quantificata e danarosa corrente turistica come Zermatt o Kitzbuhel, si è trasformata invece nella dopolavoristica succursale delle città della nostra pianura. Perchè al Breuil nascono dunque questi mastodontici alveari senza che si levi una sola voce di protesta? Perchè questa sfrenata cementificazione in una delle più belle vallate della nostra regione? (Gazzetta del Popolo)

martedì 5 settembre 2006

E' MORTO GIACINTO FACCHETTI, IL POETA DEL CALCIO (2006)

Caro Cipe, non sono riuscito a dirti quello che volevo, per paura di farti capire che il tempo era inesorabile e la malattia terribile. Scusami, ma credo che ti debba ringraziare soprattutto per la pazienza che hai sempre avuto con me. Per i tuoi occhi che sorridevano, fino alla fine, ai miei entusiasmi o all'ironia con cui cercavo di superare insieme a te momenti difficili. Pochi giorni fa, pochissimi, mi parlavi con un filo di voce -e con l'espressione di chi ti vuole bene- dell'Inter, proiettando il tuo pensiero in un futuro che andava oltre le nostre povere, ignoranti, possibilità umane. Qualche mese fa ti chiedevo un po' scherzando un po' sul serio come mai non riuscivamo ad avere un arbitro amico, tanto da sentirci almeno una volta protetti, e tu, con uno sguardo fra il dolce e il severo, mi rispondeste che questa cosa non potevo chiedertela, non ne eri capace. Fantastico. Non ne era capace la tua grande dignità, non ne era capace la tua naturale onestà, la sportività intatta dal primo giorno che entrasti nell'Inter, con Herrera che ti chiamò Cipelletti, sbagliandosi e da allora, tutti noi ti chiamiamo Cipe. Dolce, intelligente, coraggioso, riservato, lontano da ogni reazione volgare. Grazie ancora di aver onorato l'Inter, e con lei tutti noi. Massimo Moratti

(Corriere dello Sport 02.09.06) (Foto tratta dal sito dell'Inter Club)


lunedì 4 settembre 2006

UN ALTRO INFANTICIDIO IN VALLE (1960)

Accusata dell'omicidio del proprio bambino appena nato è una domestica di La Salle che adesso si trova piantonata in una camera del nostro ospedale cittadino. Il cadaverino, come tutti ricorderemo, fu trovato alcuni giorni fa sul greto della Dora da alcuni gitanti. I sospetti degli inquirenti però ben presto si sono addensati su una giovane valdostana di 24 anni in quanto la donna aveva manifestato ben evidenti segni della sua maternità. Al momento non è stato ancora reso noto il nome della giovane nè tantomeno se questa abbia confessato il tragico gesto. (Gazzetta del Popolo)

LA STAGIONE ESTIVA E' ALLE PORTE (1960)

Con la primavera che stà finendo già si pensa alla stagione turistica in arrivo. Quali saranno i prezzi che quest'anno verranno applicati dagli alberghi della nostra regione? Secondo i dati forniti dall'Ufficio Regionale del Turismo, questo è ciò che si spenderà per soggiornare in Valle: Pensione completa in albergo di seconda categoria ad Aosta, dalle 3000 alle 4800 lire al giorno. A Cervinia, sempre con lo stesso trattamento e categoria il prezzo varia -e sale- dalle 3800 alle 6200 lire. A Courmayeur, in albergo di lusso e per il solo pernottamento si spenderà dalle 5000 alle 7000 lire. A Saint Vincent spetta la palma della località più cara: una camera con bagno in un albergo di lusso e per il solo pernottamento costa dalle 6400 fino all'impossibile cifra di 8300 lire a notte. Nonostante questi prezzi, ricordiamoci però che in Valle d'Aosta c'è modo di villeggiare per tutti.
(Gazzetta del Popolo)

sabato 2 settembre 2006

TRAGICA FINE DELLA GUIDA CARREL (1960)

Di una tragica fatalità è rimasto vittima una guida di Valtournanche, Luigi Carrel di 56 anni. Una fuga di gas verificatasi nella sua abitazione del Breuil, ha ucciso Carrel e sua cognata che abitava con lui. La tragedia è stata fulminea e improvvisa e ha potuto verificarsi anche perchè l'abitazione-rifugio di Carrel è in parte isolata dalla neve durante la stagione invernale. I due corpi ormai privi di vita, sono stati scoperti dalla nuora che era andata a var visita a Carrel ed alla cognata Maria Pession. Al medico Giuseppe Carena non restava altro che accertare la morte dei due poveretti. (Monitore Valdostano)

AULE DA TERZO MONDO AD AOSTA (1960)

Sciopero degli studenti messo in atto per protestare contro l'indecenza delle aule della scuola De Tillier. I nostri ragazzi, i ragazzi di un Comune dove da anni opera un Amministrazione che si ammanta dell'aggettivo "popolare", sono purtroppo costretti a frequentare le lezioni in seminterrati ed in baracche antigieniche, dove quel che maggiormente è grave, lasciano a desiderare i servizi igienici. Ai loro genitori rammentiamo che i loro figli, ragazzotti e adolescenti che non superano il tredicesimo anno di età, hanno protestato nell'unico modo democratico a loro disposizione, perchè avendo il Comune disponibilità di aule in altro edificio, non le ha arredate, costringendoli ancora chissà fino a quando a frequentare le lezioni in locali non rispondenti alle elementari esigenze della scuola. (Monitore Valdostano)

AOSTA E' INVASA DALLE AUTO (1960)

Ad Aosta come del resto in tutt'Italia, l'aumento delle auto è veramente massiccio e le strade cittadine cominciano a rigurgitare un traffico impressionante. Gli uffici statistici dell'Amministrazione regionale hanno registrato in Valle per il quadriennio 1956/59 un notevole incremento di auto-motoveicoli funzionanti a benzina. Difatti questo incremento è stato di 1400 unità nel '55 e aumentando di anno in anno è arrivato alle 2200 unità nel 1959. Ma nonostante un aumento del 103% sul numero di veicoli circolanti, è rimasta invariata la tariffa delle assegnazioni di carburante e i nuovi amministratori si sono così ritrovati davanti ad un deficit di 15.000 quintali, per cui hanno dovuto ridurre con urgenza le assegnazioni di benzina. Pertanto nel corrente anno, per le vetture private fino a 750 cc, le quote saranno di 35 litri mensili mentre per le cilindrate superiori, 45 litri. (Monitore Valdostano)

MUORE FRED BUSCAGLIONE (1960)

Lo chiamavano "il cantante dal whiskey facile" e le sue canzoni erano diventate dei veri successi. Fred Buscaglione (foto) però non potrà assaporare questa sua grande popolarità. In una strada deserta della zona dei Parioli di una Roma che sta per svegliarsi, la sua auto va ad infilarsi sotto un pesante camion carico di pietrisco. Per essere in tema col suo personaggio, Buscaglione era alla guida di una mastodontica Ford Thunderbird color rosa. Morirà a bordo di un autobus cittadino che disperatamente corre verso l'ospedale. Dei suoi successi discografici, "Eri Piccola Così" è quello che sicuramente lo aveva fatto balzare alla popolarità. Baffetti alla Clark Cable, capelli imbrillantinati e sigaretta perennemente incollata tra le labbra, con un bicchiere di whiskey in mano Buscaglione metteva a macchietta i luoghi comuni del 'duro all'americana', nel suo caso però un 'duro' dal cuore tenero come nell'implorante innamorato in "Teresa non sparare". Ai suoi funerali svoltisi a Torino, sua città natale, una folla immensa lo ha accompagnato al cimitero.

DUE GRATTACIELI IN PIAZZA CHANOUX (1960)

Interessante e ambizioso progetto dell'ingegner Franco Binel in relazione al prossimo bimillenario di Aosta che verrà a cadere nel 1973. Può l'architettura moderna distruggere o annullare il valore dell'antichità e delle pregevoli opere d'arte? No, non può, ma nonostante questo parere contrario, questo avveniristico progetto sembra trovare larghi consensi. Pertanto in via De Tillier, proprio sull'angolo di Piazza Chanoux, dovrebbero sorgere due grattacieli di 15 piani ciascuno. Dal plastico fatto, si può osservare che i progettati grattacieli non disturbano affatto l'antica linea architettonica del Civico Palazzo anzi, la rafforzano. I due grattacieli risolverebbero lo spinoso problema dello spazio. La soluzione proposta dall'ingegnere Franco Binel si riferisce ad un solo isolato, ma potrebbe moltiplicarsi per un numero indefinito, interessando tutta la zona centrale. (Gazzetta del Popolo)

venerdì 1 settembre 2006

AMICI (5)

Giovanni Barontini da Livorno non ebbe indugi: "Vorrei entrare a far parte del vostro gruppo" disse con tono sicuro. Bene, che strumento suoni? "Nessuno" disse con altrettanta naturalezza. Iniziò da queste parole, in una calda serata d'estate tra una corsa in moto e una partita di biliardo la sua avventura di bassista nel gruppo dei Satelliti. Di lì a pochi giorni, tra lo sconcerto dei suoi genitori che di punto in bianco lo videro lasciare un lavoro sicuro, Giovanni sentenziò: "Se devo fare qualcosa di concreto in questo settore, la musica deve essere al primo posto". E non si sbagliò, poichè da buon lungimirante capì le potenzialità di quel gruppo di amici che invece di andare a divertirsi in giro come tutti i giovani della stessa età, passava intere giornate a provare e ripprovare fino alla nausea pezzi rubati nella notte a Radio Luxebourg per inserirli nel proprio repertorio. Jet Harris come modello, Giovanni Barontini diventò, -grazie alla sua tenacia- uno dei migliori bassisti in circolazione, dando così corpo a quel sogno di avventura nato in una sera d'estate. Chissà se oggi Giovanni si ricorderà dei primi tempi passati a studiare 'scale' dal 'maestro' di via Garibaldi, degli occhiali che questi portava con lenti spesse come culi di bicchieri e di sua moglie che gli serviva la pastasciutta tra un "giro in Do ed un accordo in Mi7". I sogni a volte passano anche da qui. Ciao Giuanin, e come ho detto sempre, "Lunga vita al rock'n'roll".

STESSA SPIAGGIA STESSO MARE? (2006)

Non sarà più così, poichè Roberto Angelucci, sindaco di Francavilla al Mare (Chieti) in uno slancio di "buonismo" verso le comunità islamiche, vuole promuovere " spiagge esclusivamente femminili", affinchè le donne islamiche possano nuotare -secondo la loro cultura- lontane da occhi maschili. Un buonismo che riporta indietro la nostra società, quella che dopo la rivolta femminile del '68 sancì la piena libertà della donna in ogni sua forma. Ma perchè questo 'scivolone'? Il sindaco in questione dice che " i lidi separati possono rendere più confortevole la vacanza ai turisti e residenti di altre religioni..." anche se il suo vicesindaco Giuseppe Pellegrini controbatte che "anche le religioni hanno una loro evoluzione e non credo che le donne possano essere discriminate in questo modo". Un 'politicamente corretto' quindi che continua ad arrecare danni al 'modus vivendi' di una società. A questo punto quand'è che si licenzieranno le donne dal corpo delle Forze dell'Ordine poichè i musulmani non prendono ordini dal gentil sesso? A quando medici donne solo per donne? A quando classi scolastiche solo per femminucce? Per una errata interpretazione dell'integrazione a tutti i costi, la 'separazione' è un segno di tolleranza... Dove sono le femministe che sfilando a Milano al grido "Col dito, col dito, l'orgasmo è garantito!" sancirono l'eguaglianza della donna con l'uomo? Tempi passati, comunque "se ci siete battete un colpo"... (Gericus)

MY LIBRARY

"CONVERSATION WITH KENNEDY"
by Benjamin C. Bradlee

This is a record of conversations I had with John F. Kennedy during the five years that I knew him, between 1959, when he was a senator running for president, and 1963, when he died on the 1007th day of his presidency. From the day I met him -I think it was in a Senate corridor after President Eisenhower's state of the union message in January, 1959- through the first year of his presidency, I kept no formal notes of these conversations. During that time I was first a political reporter in the Washington bureau of Newsweek magazine, and later its bureau chief. In those capacities, I wrote hundreds of thousands of words, many of them about Kennedy, many of them about conversations with Kennedy, many on the record, and many off the record. I have used these files to refresh my memory, in writing about conversations during this period.
(B.C. Bradlee)

...For the first time, all the conflicting elements that created JFK personality are seen at the closet possible range. His conversations were salty, to say the least, yet without malice. The navy was in his language, but it was mental and physical energy being released and somehow never vulgar. We see President Kennedy as a family man, worried about his wife's charge accounts while wrestling the giants of the steel industry, taking time out to relax at shoot-'em-up movie while dealing with Russia and ballistic missiles...
Konecky & Konecky
150 Fifth Ave.
New York, NY 10011

Copyright 1975 by Benjamin C. Bradlee
All rights reserved.

This edition published by special arrangement with
W.W. Norton & Company
Printed and bound in the USA

Jacket Design by Edward P. Diehl
Photograph on front of Jacket by
Cecil Stoughton
Photograph on back of Jacket by
Mark Shaw