lunedì 30 novembre 2009

TASSE NEL MONDO DORATO...

In America Al Capone venne incastrato per evasione fiscale, dato che l'FBI non fu mai capace di portar prove concrete dei suoi atti criminali. Per una semplice nota con su scritto il suo nome, il Fisco lo portò in tribunale e i giudici lo condannarono a 11 anni di galera per omessa denuncia dei redditi, una pena che scontò nella 'famigerata' prigione di Alcatraz e dove lì ci rimase fino alla morte, avvenuta in seguito ad un arresto cardiaco. Altri tempi, certo, ma tutt'oggi negli States non si scherza con il Fisco, e l'ombra delle sbarre è sempre lì pronta a tramutarsi in realtà anche per evasione di pochi dollari. Perché tutta questa introduzione? Perché qui da noi, non pagare le tasse è lo sport preferito, soprattutto, preferito da quelli che incassano milioni e milioni di euro all'anno. E' notizia di questa mattina infatti che Leonardo Del Vecchio, fondatore e maggior azionista di Luxottica, è stato multato di ben 300 milioni di euro dopo un lungo contenzioso con l'Agenzia delle Entrate. Per chiudere il tutto ed "evitare noiosi strascichi giudiziari" -come lui stesso ha detto ai giornalisti-, ha "staccato" un assegno da 300 milioni di euro e tutto è finito. Ma non è il solo ad aver "staccato" assegni riparatori con le Entrate, poiché nel recente passato anche Dolce & Gabbana sono stati trovati con le mani nella marmellata, che tradotto in situazione fiscale significa "aver sottratto a tassazione redditi per 260 milioni" attraverso società con sede all'estero. Valentino Rossi invece "patteggiò" con un assegno di 45 milioni il suo debito col Fisco, 33 li pagò lo stilista Valentino -quello vero e non il Ballantini di Striscia la Notizia-, 12 li 'sganciò' Loris Capirossi, 5 Alberto Tomba, poco più di 1 milione il ciclista Mario Cipollini e infine, un bel po' ne deve ancora al Fisco Diego Armando Maradona, "il pibe de oro", pizzicato qua e là nelle comparsate italiane e "privato" dalla Finanza di volta in volta di 2 orologi Rolex, un paio di orecchini e il compenso di una trasmissione televisiva, ben poca cosa in confronto ai 31 milioni che deve allo Stato italiano. Ora gli uomini delle Fiamme Gialle sono occupati a far chiarezza sulle 'beghe' interne della famiglia Agnelli, dopo che Margherita, figlia del defunto Gianni, ha parlato di un presunto 'tesoretto' di 2 miliardi di euro sottratti all'eredità e finiti in Svizzera. Se ciò risulterà veritiero, quella cifra non basterà a pagare multe, interessi di mora e spese legali. Per concludere? L'Italia sarebbe sicuramente più ricca, se il fisco, dalla A alla Zeta, passasse in rassegna il mondo dorato dello sport, del cinema e della moda, dove soggetti come abbiamo descritto prima, una volta scoperti, senza batter ciglio pagano ammende da capogiro come fossero noccioline. Chissà, forse il Fisco Usa saprebbe mettere le cose a posto in quest'Italia di... "furbacchioni"...

OCCHIO ALLE TRUFFE #14

Truffe online in aumento e come recentemente è successo, migliaia di ignari correntisti prosciugati dei loro soldi depositati appunto in banca. Anche al nostro indirizzo telematico continuano ad arrivare lettere truffa celate sotto mentite spoglie di banche, benefattori africani in cerca di un "pollo" cui donare milioni di dollari e poi, venditori di Viagra taroccato, macchinette per allungare il pene e donne in cerca di... amicizia. Oggi proporremo tre truffe bancarie che vengono attuate in nome di altrettanti noti istituti bancari, nominativi fino a poco tempo fa mai tirati in ballo dai truffatori. Che si tratta di fregature lo si capisce anche dal tono degli avvisi, scritti in un italiano pessimo, sinonimo di "truffatori stranieri" e che noi riprodurremo con errori di battuta e strafalcioni linguistici.

BANCA AGRICOLA POPOLARE di RAGUSA:
Caro cliente, a causa degli ultimi cambiamenti nel ultimo periodo ci hanno costretti a bloccare il tuo conto per motivi di sicurezza. Per attivare il tuo account la preghiamo di seguire un semplice metodo di attivazione, hanno per rispondere alle domande di sicurezza. Si prega di attivare il tuo account entro 24 ore dalla ricezione di questo messaggio. Saluti.
(segue indirizzo telematico da digitare n.d.r.)
NON ATTIVARE UN BEL NIENTE!!!!!

INTESA SANPAOLO:
La password de la sua carta Flash è stata inserita più di tre volte per proteggere la sua carta abbiamo sospenso il acceso. Per recuperare il acceso, prego di ENTRARE e completare la pagina di attivazione. I migliori saluti Intesa SanPaolo 2009
NON ENTRARE E COMPLETARE NIENTE!!!!

BANCA di CREDITO COOPERATIVO Online:
Gentile cliente. Un nuovo documento di rendicontazione e a sua disposizione. Potre consultarlo e salvarlo sul suo PC entro un anno da oggi, vistando l'area Estratto conto e documentazione dei suoi Servizi via internet. Per l'assistenza ai Servizi via internet puo contattare il numero verde 800###.###, gratuito anche da cellulare.
Cordiali saluti Banca di Credito Cooperativo Online.
Questo e un messaggio automatico. Per disabilitare il servizio puo utilizzare la funzione Modifica abilitazioni. Copyright Banca di Credito Cooperativo S.p.A.
NON CONSULTARE NULLA!!!!
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Ecco qua i tre tipi di truffa portati alla luce. Il consiglio è sempre quello di non cadere nel tranello, perché le banche comunicano sempre con i loro clienti via posta ordinaria. Diffidare sempre dunque di queste mail e soprattutto, ricordatevi che sono sistemi per alleggerire (o prosciugare!) i vostri risparmi. Quindi?

CESTINARE! SONO TRUFFE!
NON RISPONDERE E NON DIGITARE NIENTE!
E MAGARI RIVOLGERSI ALLA POLIZIA POSTALE!!!!

domenica 29 novembre 2009

GEORGE HARRISON, 8 ANNI DOPO...

George Harrison (foto) avrebbe avuto 66 anni, se una brutta malattia non lo avesse portato via il 29 novembre 2001 all'età di 58 anni. Malato da tempo di una grave forma tumorale, il mitico chitarrista dei Beatles si spense otto fa a Los Angeles in casa di amici. Terzo elemento ad entrare nella band, George Harrison fu sempre considerato dai fan infatti "il terzo Beatles", una cosa che però non lo turbò affatto. Di carattere schivo, la ribalta non lo ossessionava, pertanto quella posizione "defilata" gli calzava a pennello, lasciando di buon grado ai compagni d'avventura Lennon e McCartney gli onori della scena. Ma ironia della sorte invece, in un certo modo fu proprio lui a prendere in mano il timone della band per portarla verso sonorità più "roccheggianti" considerato il limite ritmico dello "skiffle", una svolta sicuramente fondamentale per l'evoluzione musicale della band. George Harrison comunque non fu solo un abile chitarrista -uno tra i migliori dell'epoca- , poiché nonostante la vicinanza di due mostri creativi come Lennon/McCartney, anche lui portò "acqua al mulino" del successo, con brani di notevole levatura, tra i quali è facile ricordare "While my guitar gently weeps" (1968), "Something" e "Here comes the sun" entrambe del 1969. Da grande conoscitore di sonorità poi, lo si deve ancora a lui l'introduzione nel gruppo di suoni "orientaleggianti", affascinato da strumenti come il "sitar" -scoperto nel 1965 ascoltando un disco dell'artista indiano Ravi Shankar, e in seguito perfezionato durante il viaggio del gruppo in India nel 1968-, e che si ritrova infatti in "Norwegian Wood" (1965) ed in altri brani, tutti incisi tra l'altro a Bombay con musicisti del luogo. Nel 1998 un primo allarme sulla sua salute, quando egli stesso ammise di aver sofferto "recentemente" di un tumore alla gola, dichiarandosi però "completamente guarito". Un anno dopo un folle quasi lo uccide nel sonno a coltellate e infine, nell'estate del 2001, quando si pensava che il peggio fosse passato, la terribile notizia -confermata dallo stesso Harrison- di un tumore al cervello ormai in stato avanzato, tanto da rendere vano qualsiasi tipo di intervento chirurgico. Non aveva paura della morte Harrison, fervido credente fin dai tempi della dolcissima "My sweet Lord", tanto che il suo avvicinamento al mistero della vita e della morte era sottolineato -come dirà in seguito la moglie, Olivia Trinidad Arias- da una frase che George citava spesso: "Tutto può attendere, non la ricerca di Dio..." In un intervista rilasciata prima della morte, George Harrison disse: "Spesso mi soffermo a pensare che tutti i vecchi fans dei Beatles, oggi cresciuti, si sono sposati, hanno avuto bambini e quindi sono tutti responsabili. Nello stesso tempo, spero che tutti abbiano ancora uno spazio nel cuore per noi..."

sabato 28 novembre 2009

21 DICEMBRE 2012: LA FINE DEL MONDO...

"Tu ci creda o no, il 2012 sta arrivando" recita il sito "Survive " di Robert Bast, e lo scandire del conto alla rovescia "verso la fine" ti fa capire che... siamo alla frutta. Lo ha previsto anche Nostradamus, e se lo dice anche lui, non c'è tanto da scherzare... Quindi, prepariamo le valige e partiamo, anche se non si sa per dove e come. Mannaggia a questi pianeti, che proprio in quel giorno fatidico, si allineeranno come i sette nani, ma se nel caso dei nanetti tutto finiva a coccole con Biancaneve, qui no, qui c'è la catastrofe. Ma anche i Maya arrivano poi a portar sfiga, poiché il loro calendario, guarda un po', finisce proprio alla mezzanotte del 21 dicembre 2012. Come mai? L'estensore di detto calendario si era stancato di ripetere giorni mesi e anni e quindi, aveva cambiato mestiere? E chi lo sa, comunque insigni studiosi del caso, hanno anche spiegato come la vita sulla Terra verrà spazzata via. In che maniera? Semplice: la corsa del nostro pianeta sul proprio asse rallenterà drasticamente per fermarsi totalmente per 72 ore, per poi riprendere il movimento in senso inverso. Come un treno che arriva alla stazione di Milano dunque, che si ferma e riparte nella direzione opposta. Ma in questo caso, come la mettiamo con l'inversione dei poli magnetici? dicono i nostri "porta-sfiga". E' già, perché questa sosta porterà scompensi climatici di portata catastrofica, quindi, milioni e milioni di persone moriranno tra atroci sofferenze. Ma secondo altri studiosi -grazie a loro!-, il 2012 è visto diversamente, vale a dire non in maniera catastrofica, bensì come l'inizio di una nuova era, quella "dell'Acquario", ovvero un "periodo di pace globale e profonda evoluzione spirituale". Finisce dunque tutto il brutto di questo mondo -che bel colpo sarebbe!- a tutto vantaggio di una nuova civiltà. Prepariamoci dunque, nel bene o nel male, e non prendiamo troppo sottogamba "profeti o studiosi". Ci resta poco tempo e, hai voglia a chiedere a Nostradamus di "rivedere" la sua lugubre previsione, perché il tempo.. "stringe". In questo momento infatti, il "count down" verso la fine segna esattamente "1118 giorni, 05 ore, 14 minuti e 20 secondi". Porca miseria! Non faremo nemmeno a tempo a mangiare -come si suol dire- il panettone nel 2012! La mia valigia è pronta, poche cose: due 33 giri, un libro, una confezione di Nutella e lo spazzolino da denti... La destinazione, per il momento è ignota...

mercoledì 25 novembre 2009

MARRAZZO E LA GOGNA MEDIATICA

Se c'è una cosa che mi colpisce, non è tanto saper che uno preferisca andare a trans e non invece a qualcosa di più genuino, ma è la ripetizione ossessiva del fatto stesso. Ieri sera, la "notte brava" di Piero Marrazzo è stata sviscerata in tutti i suoi particolari nella trasmissione televisiva "Porta a Porta" di Bruno Vespa. Bocca della verità per l'occasione, il trans brasiliano Natalie, (foto). In una conversazioni direi quasi 'morbosa', il nostro "maschio in baby doll" ha raccontato dei suoi incontri con l'ex governatore del Lazio, della sua particolare amicizia iniziata nel 2001 e soprattutto, della notte fatidica quando Marrazzo è stato beccato con le mani "nella marmellata". Parole, fatti veri o presunti sentiti in altre trasmissioni, raccontati di volta in volta da trans, Michelle prima e Brenda poi, quest'ultima trovata morta in circostanze ancora tutte da chiarire. E' il momento magico dunque di questo universo umano, diventato argomento trainante di qualsiasi "talk show" o programma televisivo, e il tutto, per alimentare la morbosa attenzione del pubblico col conseguente aumento dello share televisivo. E' giornalismo di basso rango questo, perché si sa che più si rimesta, più si trova sterco, a tutto discapito di colui che per un avventura al "fulmicotone" si è giocato faccia, carriera e dignità. Visto poi la piega che ha preso questo scandalo, quanti in questo momento, uomini di spettacolo, calciatori, politici e professionisti di spicco, saranno "sulla graticola"? Pertanto, chiudiamola questa storia, perché come ho già detto in un altro post, uno, sia questi presidente della repubblica, stimato professionista o cassaintegrato, sarà pur libero nel privato, di vivere la sua sessualità come meglio crede, secondo "madre natura" -grazie a dio ancora la più richiesta!-, o attraverso surrogati con però tutto il pericolo che ciò che comporta? E' una libera scelta dunque, una scelta che soprattutto non ha bisogno dell'onore della ribalta né dei "pruriti" dei commentatori. Un'ultima considerazione: "è possibile che oggi tiri più un trans di un pelo di"...?

martedì 24 novembre 2009

CHI DI MUCCA FERISCE, DI MUCCA...

AOSTA - Non so se tutto il marcio che è uscito da un po' di giorni sia vero, o almeno, quanto ci sia di vero. Quello che so è che questa brutta storia avrà sicuramente ripercussioni a livello turistico. E parlo del colpo assestato dal Corpo Forestale della Valle d'Aosta e dai Nas al settore dell'allevamento bovino e quindi, a traino, del comparto caseario, regno della Fontina doc, la "regina" dei formaggi. Secondo le indagini che hanno portato due importanti allevatori in carcere e altri 11 agli arresti domiciliari -nel totale, sono 69 gli indagati per reati che vanno dall'associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni della Regione Valle d'Aosta-, mucche malate di Tbc avrebbero continuato a dare il loro latte per produrre Fontina dop e inoltre, macellate, sarebbero finite sui banchi di supermarket. Per uno degli arrestati, è emerso che pur avendo l'azienda agricola bloccata in quanto alcune bovine erano risultate malate, questi ha continuato imperterrito a produrre Fontina poi, non potendola più produrre direttamente, per non perdere gli introiti che derivano dalla vendita, ha ceduto il latte ad un altro caseificio, dove qui, miscelato con altri , veniva usato ancora per la produzione del tipico formaggio, Fontina che veniva quindi immessa sul mercato. Un brutto colpo dunque a quell'immagine, pagata a suon di milioni di euro dalla collettività, di una Valle d'Aosta "dal cielo blu, dal bianco immacolato delle montagne e dal verde intenso dei prati dove pascolano bovini", paradiso in terra di sciatori e amanti della natura. Varrà qualcosa tutto questo quando in una "calda e caratteristica baita di montagna", il turista si troverà nel piatto una bistecca proveniente forse da "mucca infetta"? E tornando a casa, si fermerà per comprare una bella fetta di Fontina e burro "d.o.p." da mostrare orgoglioso agli amici come segno tangibile della sua venuta in Valle? "Aosta Valley: What else"?

lunedì 23 novembre 2009

QUEL LINCIAGGIO CHE ARRIVERA'

La notte dell'orrore. E non è il titolo di un film, ma l'avventura vissuta da una giovane donna, che assieme al suo ragazzo si era appartata in auto per un attimo di intimità. L'ennesima violenza e l'ennesimo violentatore 'venuto da lontano'. Ma partiamo dall'inizio. Sono le 1,45 della notte tra venerdì e sabato scorso in quel di Rovato (Bs). Lei -che noi chiameremo Maria-, 28 anni, non pensa minimamente il calvario che tra poco vivrà, e altrettanto non lo pensa lui -che noi chiameremo Maurizio, 19 anni-, fermi, nel tepore della vettura a scambiarsi tenerezze in uno spiazzo nelle vicinanze del campo da rugby del paese. Baci, carezze, promesse interrotte bruscamente da un vetro della vettura che va in frantumi. Il "Mostro" questa volta -ancora una volta!- non è "di Firenze", ma viene dal Marocco e non si sa neppure perché questo delinquente possa girare indisturbato in Italia nonostante i suoi precedenti per spaccio e uso di droga. Lo straniero, Ben Karim Cherkaoui, 24 anni, ha le idee chiare: rapinare la coppia e violentare la donna. Dopo lo spavento iniziale, Maurizio scende dall'auto per affrontare lo straniero, ma come risposta si prende due coltellate nello stomaco e cade a terra. Maria, scesa dall'auto e implorando aiuto, scappa via in cerca di salvezza. Il marocchino però non si perde d'animo, sale in auto e rincorre la donna investendola. Sanguinate, Maria viene caricata a bordo, quindi l'auto si allontana. Saranno per questa giovane donna le 5 ore più brutte della sua vita, violentata a ripetizione dall'energumeno. E' l'alba quando lo straniero, saziate le sue voglie, abbandona Maria e se ne va. I carabinieri però hanno già raggiunto -e trovato il fidanzato- il luogo dell'aggressione, allertati da una chiamata fatta di nascosto da Maria durante il tentativo di fuga, quindi partono immediatamente le ricerche, cui prenderanno parte oltre 50 uomini dell'Arma. Maria invece sarà ritrovata ancora in macchina e allo stremo delle forze nelle prime ore della mattina da un uomo che sta facendo joggin, e quindi immediatamente soccorsa. Lui, Ben Karim Cherkaoui, il "mostro del Marocco" verrà agguantato dai carabinieri nel pomeriggio presso il supermercato "La Girandola", mentre assieme a dei connazionali sta bighellonando in giro. Per Maurizio, 100 punti di sutura e 50 giorni di prognosi, mentre a Maria, ricoverata anche lei in ospedale, gli verranno riscontrate fratture plurime al bacino e alle costole e un trauma che chissà se riuscirà a superare. Portato in caserma con le manette ai polsi, il "mostro" ha corso il rischio di essere linciato da amici e abitanti della zona, tentativo evitato miracolosamente dalle forze dell'ordine. Commenti sentiti in giro? "Prima o poi i carabinieri non riusciranno ad evitare che la folla si faccia giustizia con le sue mani"...
(foto: Ben Karim Cerkaoui all'uscita dalla caserma)

venerdì 20 novembre 2009

MUSSOLINI: MACABRO MERCATO DEI SUOI RESTI?

Lo ha denunciato la nipote Alessandra Mussolini ai carabinieri, precisando che sangue e cervello del Duce sono apparsi in vendita su eBay. Subito la smentita: "L'inserzione -precisano gli amministratori del sito- è stata prontamente rimossa dopo un paio d'ore dalla sua apparizione online e prima che chiunque abbia fatto alcuna offerta". La notizia poi, è stata smentita anche dal Policlinico di Milano, dove dopo lo scempio di piazzale Loreto, il cadavere di Benito Mussolini fu portato per l'autopsia i cui reperti biologici, come precisa appunto il Policlinico, "furono distrutti nei due anni successivi". In vendita, si dice, c'era anche il verbale originale redatto il giorno della consegna dei resti mortali del Duce alla moglie , documento che qui riportiamo integralmente:

L'anno 1957 addi trenta del mese di agosto nel Cimitero di S. Cassiano di Predappio sono presenti:
1) Sig.ra GUIDI Rachele ved. Mussolini di anni 65;
2) MOSCHI Romana fu Germano di anni 30 nipote della signora Guidi Rachele;
3) Padre Carlo da Milano, Cappuccino, al secolo Domenico VARISCHI
4) Prof. CATTABENI Caio Mario fu Guido di anni 46, ordinario di medicina legale;
5) Prof. CAZZANIGA Antonio fu Fulvio di anni 72 f.r. di medicina legale
6) Dott. AGNESINA Vincenzo, di anni 49 Ispettore Capo di P.S.
7) MESSINA Michele di anni 49, Maresciallo dei Carabinieri

L'Ispettore Generale Capo, dr. Agnesina -per mandato conferitogli dal Capo della Polizia in nome e per conto del Governo Italiano- consegna alla vedova Mussolini i resti della spoglia mortale del defunto suo marito Benito Mussolini racchiusi in una cassa di legno ed una di zingo.
Padre Carlo da Milano dichiara di essere stato richiesto nell'agosto 1946 dal defunto Cardinale Shuster che il suo ordine prendesse in consegna dall'allora Questore di Milano dr. Agnesina qui presente, i resti della spoglia mortale di Benito Mussolini e li custodisse in uno dei propri conventi in luogo sacro: che a seguito di esplicito consenso del Padre Provinciale dell'epoca fu dato mandato a Padre Mauro di Cornata d'Adda di provvedere in conformità alla richiesta dell'Eminentissimo Cardinale: per cui la cassa contenente tali resti, come risulta dai documenti in possesso dell'ordine, fu ricevuta e custodita, in data 25 agosto 1946, nella cappella del Convento di Cerro Maggiore, e quivi è rimasta fino alle ore 17 di ieri in quanto a tale ora -a seguito dell'ordine ricevuto dal Capo della Polizia- i predetti resti mortali furono prelevati dal dr. Agnesina e trasportati, scortati dallo stesso Padre Provinciale da Milano nel Convento di Musocco donde stamane, alle ore 6 sono stati nuovamente prelevati e trasportati dallo stesso Padre Carlo da Milano, in questo cimitero di S. Cassiano di Predappio, per la consegna ai familiari e conseguente definitiva tumulazione. A richiesta della vedova Mussolini vengono aperte le casse conteneti i resti mortali di cui trattasi per procedere al loro riconoscimento ad opera del pro. Cattabeni e del prof. Cazzaniga.
Il prof. Cattabeni -che procedette nel 1945 alla prima autopsia della salma di Benito Mussolini ed il prof. Cazzaniga che procedette nell'agosto 1946 al riconoscimento dei resti di tale salma (quando questa fu reperita dall'allora Questore di Milano nella Certosa di Pavia dove era stata occultata dopo il noto trafugamento dal Cimitero Musocco di Milano), -sulla base dei verbali originali di necroscopia esistenti presso l'Istituto di Medicina Legale dell'Università di Milano n.7241 e n. 8357, procedono all'esame di Benito Mussolini per i seguenti caratteri di identificazione:

1) depressione fratturativa dell'intera regione parieto occipitale di sinistra;
2) frattura comminuta della regione orbitale di sinistra;
3) presenza nella cavità cranica di frammenti di tessuto e di tela a maglia già a suo tempo riconosciuti dall'aiutante necroscopo Sig. Losa (vedi verbale n.8357);
4) frattura della branca orizzontale destra della mandibola;
5) frattura comminuta della base del cranio;
6) completo distacco del piede sinistro;
7) distacco sub totale della mano destra;
8) zona iperostosica sulla faccia anteriore della tibia destra della lunghezza di 20 cm. (tibia sinistra indenne);
9) perdita di sostanza in forma di foro all'ala iliaca sinistra
(v.verbale n.8537)

Il prof. Cattabeni e Cazzaniga, concordemente, giudicano i sopradescritti reperti probativi della identità dei resti cadaverici di cui trattasi.
Il prof. Cattabeni consegna temporaneamente alla vedova Mussolini l'intero encefalo così come prelevato all'atto della necroscopia compiuta il 30 aprile 1945 e conservato in vaso di vetro presso l'Istituto di Medicina legale di Milano fino alla data odierna.
La vedova Mussolini prende atto ad ogni effetto delle dichiarazioni innanzi estese, ringrazia il Governo italiano per la determinazione adottata e prende in consegna per sé e per i suoi la spoglia mortale ed il cervello del suo defunto marito per dare essa regolare sepoltura nell'apposito sarcofago disposto in questo Cimitero di S. Cassiano di Predappio.
Dopo di che tutti gli intervenuti procedono alla sottoscrizione del presente verbale redatto in tre esemplari di cui uno viene consegnato alla vedova Mussolini, uno al prof. Cattabeni perché sia custodito negli atti dell'Istituto di Medicina Legale dell'Università di Milano, ed il terzo al dr. Agnesina per essere rimesso al Capo della Polizia in carica dott.
G. Carcaterra.
Perché consti ad ogni effetto:
(seguono le firme degli intervenuti prima descritti).
(foto: piazzale Loreto)

ANGELO IZZO E DONATELLA PAPI: UN MATRIMONIO CHE S'HA DA FARE?

Altri tempi quando la giovane giornalista di origine francese Jacqueline Lee Bouvier, dopo averlo conosciuto a seguito di un intervista, sposò l'allora giovane, ricco e nastro nascente della politica americana John Fitzgerald Kennedy, diventando poco dopo "First Lady" del 35° Presidente degli Stati Uniti. Oggi, con i tempi che corrono, le giornaliste si accontentano di molto meno, come Donatella Papi, 52 anni, (foto) che raggiante ha annunciato il suo matrimonio "prossimo futuro" con Angelo Izzo, 56, pluriomicida e stupratore di donne, due ergastoli sulle spalle e conosciuto meglio come il "mostro del Circeo". Materiale per psicologi e psichiatri dunque, poiché rimane difficile capire cosa possa spingere una donna a dividere -innamorarsi per il momento lo accamperei- la vita con un assassino, macchiatosi per di più di delitti di una ferocia inaudita. Sindrome della crocerossina? Voglia di uscire da una vita grigia e senza emozioni? Piacere di giocare con il fuoco? Gusto dell'orrido? Chissà, anche se qualcuno sospetta invece cose più materiali che niente hanno a che vedere con affari di cuore o della psiche: business e notorietà. Eh già, una vicinanza -se non fisica, poiché gli ergastoli.... sono lunghi da scontare- potrebbe portare ad una esclusiva conoscenza del personaggio e di tutti i suoi risvolti, furia omicida compresa, e sicuramente un bel libro potrebbe venirne fuori, magari con contratto già stipulato con qualche editore. Quindi, non sentimenti, dardi lanciati da Cupido e penetrati nel cuore, ma interessi di "vil denaro" con programmi stabiliti, -come elenca "Il Giornale" di Feltri- : "annuncio di matrimonio, interviste -queste infatti sono già cominciate su carta e tv-, apparizioni televisive -Vespa e Vinci se la mangiano!- e poi un libro, magari seguito da un film o da una serie televisiva". Risultato? Soldi. Ma per Donatella Papi tutto ciò suonerà blasfemo, poiché si dice che il tenero germoglio dell'amore sia nato dai tempi passati, quando lei e Izzo da giovani frequentavano gli stessi ambienti e sembra, coltivassero pure le stesse ideologie politiche. La notizia di questo "sentimento" a sfondo matrimoniale è giunta al direttore del carcere di Velletri (Ro) tramite una lettera inviata da Donatella Papi, la quale precisa che "recentemente, tra noi è nato un rapporto epistolare, dove abbiamo scoperto di avere tante affinità". La conferma è stata poi data dallo stesso Izzo al cronista di un quotidiano: "Può darsi che ci sposeremo -ha detto-, perché il matrimonio è in progetto. Per il momento però non so quando, ma non escludo che sia imminente". E come dono di nozze, Donatella Papi -come ha già annunciato in diretta televisiva nella trasmissione "Italia sul due" andata in onda oggi pomeriggio scatenando violente contestazioni, porterà niente meno che... "le prove dell'innocenza di Angelo Izzo", si "innocenza", poiché -secondo indagini personali sia sul caso del Circeo che su quello di Ferrazzano-, il promesso sposo "sta pagando per qualcosa che non ha commesso". "Ah l'amore, questo folle sentimento che..." come cantava una volta qualcuno...

EMANUELA ORLANDI: LA SVOLTA?

Il mistero di Emanuela Orlandi, 15 anni, (foto) inizia alle ore 19 di un lontano 22 giugno 1983. Il suo volto è quello conosciuto sui manifesti di allora affissi per le vie di Roma, che la ritraggono sorridente, capelli neri e una fascetta scura per tenerli al suo posto. Quel pomeriggio caldo, Manuela Orlandi non rientrerà a casa, sparita nel nulla dopo una lezione di violino. Un mistero che ormai dura da 26 anni, tra scoop giornalistici e rivelazioni degli inquirenti, che nel corso di tutti questi anni hanno cercato di dare un volto ai rapitori della ragazza. Nel caso Orlandi finì un po' di tutto, da Alì Akgià, il turco attentatore di Papa Woytjla, alla banda della Magliana, gruppi di terroristi quali i "Lupi Grigi", ma anche lo Ior (Banca vaticana), il Banco Ambrosiano e i servizi segreti di diversi Stati) storie e misteri ben presto accantonati per inconsistenza o -più presumibilmente- per "pressioni". Oggi il caso si riapre, perché Sabrina Minardi, ex compagna del capo della citata "banda della Magliana", avrebbe riconosciuto dalla voce il telefonista che chiamò casa Orlandi sei giorni dopo la sparizione della ragazza. Sarebbe un pregiudicato romano, ancora in vita e quindi in procinto di essere raggiunto da un provvedimento cautelare per essere ascoltato dai magistrati. Siamo ad una svolta dunque? La Procura non ha dubbi: "Non siamo di fronte ad una mitomane" hanno commentato riferendosi a Sabrina Minardi, la quale avrebbe spento qualsiasi speranza per i genitori di poter riabbracciare la figlia: "Emanuela è morta, uccisa pochi mesi dopo il rapimento e gettata dentro ad una betoniera assieme al corpo di un altra persona". Ventisei anni dunque per tentare di chiarire un mistero, in un Paese eternamente inseguito dai fantasmi del passato: Ustica; Ilaria Alpi; piazza Fontana; delitto dell'Olgiata: Unabomber; Mostro di Firenze; Simonetta Cesaroni. Per Emanuela Orlandi sarà diverso?

giovedì 19 novembre 2009

VOGLIO ESSERE BELEN!

Gioventù bruciata? Macché, assuefatta. Dalla televisione. E' questa -purtroppo- l'immagine che viene da un indagine svolta da Eurispes tra le giovani leve della Penisola, e i risultati lasciano basiti: matti per i Cesaroni e i Simpson e poi, da grandi, sognano di essere Belen Rodriguez (foto). Sono questi dunque i modelli di riferimento per i giovanissimi di età compresa tra i 7 e gli 11 anni. Valentino Rossi raccoglie il 16% delle risposte (28,8 fra i maschi) e Belen Rodriguez l'8,2%. In cima alle aspirazioni c'è Michelle Hunzicker e Mike Bongiorno (31%) e addirittura Fabrizio Corona, pur con la percentuale minima dell'1,2%. La domanda posta era: " "Chi sarò da grande?", pertanto i desideri sono piovuti su personaggi 'catodici', quelli che nel bene o nel male imperversano -ma perché non vanno a lavorare?!- in televisione, allontanando di fatto personaggi di grosso nome e socialmente impegnati come il Premio Nobel Rita Levi Montalcini (scelta solo dall'1,1%, quindi ambita meno di Corona!) o Roberto Saviano, indicato solo dallo 0,4 dei ragazzi intervistati. Fortunatamente c'è anche chi da grande non vuole assomigliare a nessuno, ma vuole "essere sé stesso", con le sue iniziative e i suoi sogni da realizzare, e in questa fascia si collocano in misura maggiore le femmine (32,3%) e per il 21,7% i maschi. Nella lista dei programmi televisivi poi, le preferenze vanno -come detto- ai Cesaroni (17,7%); i Simpson (15,3%); e poi "Paperissima" (9,6%); "Amici (9,3%) e "Dragonball" (8,3%). Seguono poi "Zelig", "Grande Fratello" (con un misero 2,9%), e infondo alla classifica, "C'è posta per te" e "Affari tuoi" (1,4%). Questa dunque è la fotografia delle nuove generazioni, allevate a pane e tivù, una televisione che di questi tempi, ad essere onesti, sta mostrando il peggio del peggio, con punti di riferimento -come abbiamo visto- veramente di basso rango. Due le novità in queste risposte, una è buona e l'altra, un po' meno. Partendo dalla prima, -positiva- è che in cima ai desideri dei ragazzi sono spariti i calciatori, mentre la seconda, -qui mi cascò l'asino!- è che è subentrata la categoria delle "Veline". Quali le reazioni a queste "verità"? Una per tutte è la lettera giunta ad un quotidiano nazionale: "Crollo demografico, modelli sociali deviati, perversione dilagante... una società i cui figli hanno come 'miti' Belen, non può che sparire dalla storia"...

mercoledì 18 novembre 2009

MORIRE PER LAPIDAZIONE NEL XXIesimo SECOLO

Il nome non è stato divulgato, l'età si: 20 anni. Noi la chiameremo... Samira, per ridarle dignità. Samira era madre di un bambino nato da pochi mesi. Samira non c'è più, uccisa tramite lapidazione a Wajid, un piccolo centro della Somalia confinante con l'Etiopia, e controllato dagli shebab, gli estremisti islamici. La sua colpa? Adulterio. La notizia di questo barbaro assassinio "legalizzato" è stato diffuso da Ibrahim Abdirahman, uno dei giudici che ha emesso la sentenza di morte della giovane. La meticolosità del barbaro rito è sorprendente. Il giorno prima dell'esecuzione, in uno spiazzo terroso è stata scavata una buca profonda circa un metro, ed è qui che Samira, mani e piedi legati, è stata calata. Per non farla muovere poi, la buca è stata riempita nuovamente di terra, tanto da lasciare scoperta la giovane dal petto in su. Per il paese era festa, perché oltre 200 persone urlanti e acclamanti hanno assistito all'evento. Le lacrime di Samira non hanno impietosito giudici né carnefici, ovvero tutti coloro che all'ordine impartito hanno cominciato a lanciare sassi sulla giovane, pietre che una dopo l'altra hanno maciullato la testa della giovane, morta dopo una lunga e atroce agonia. "Gridava, mentre il sangue le schizzava dalla testa ad ogni colpo di pietra, poi, dopo una decina di minuti non si è più mossa" ha raccontato con fredda dovizia di particolari un testimone ai giornalisti della Bbc. Unico gesto di... pietà, concesso a Samira, farle partorire il bambino che aveva in grembo, frutto dell'adulterio. Per l'uomo, 29 anni, scapolo e padre dunque del neonato, 100 frustate. La Corte islamica del resto non va tanto per il sottile. Lo scorso anno infatti, una ragazzina di appena 13 anni, condannata a morte anche lei per adulterio -quindi già sposata...- è stata massacrata a colpi di pietra nella cittadina della Somalia meridionale di Kismayo, anche se la difesa, portata avanti da Associazioni dei Diritti umani, sostenne fin dall'inizio che la giovane fu invece vittima di una violenza sessuale. Anche per lei, però, non ci fu niente da fare. Il Medioevo non è ancora terminato a certe latitudini... (foto di repertorio: lapidazione di una giovane in Iran)

lunedì 16 novembre 2009

LA TRISTE STORIA DI OREO

NEW YORK - Oreo, una splendida femmina di Pit bull, (foto) potremmo definirla una "martire a quattro zampe" della cattiveria umana. Purtroppo non è l'unica, ma se non altro è -per il momento- l'ultima, e per di più il suo caso, giunto a livello internazionale, è stato definito dalla stampa Usa come "estremo abuso contro un animale". Ma partiamo da capo. Oreo, nato da una cucciolata di quattro esemplari, all'età di quattro mesi viene affidata -non si sa come né perché- a tale Fabian Henderson, 19 anni. Forse un capriccio "del momento", quei casi in cui si acquista qualcosa senza riflettere che "l'acquisto" è un essere vivente e non un giocattolo di peluche, quindi con le sue esigenze. Fatto sta che con il tempo, i rapporti padrone/cane diventano sempre più problematici, e non per colpa del secondo. Il culmine della follia scatta il 18 giugno scorso. Fabian Henderson porta Oreo in cima al palazzo dove abita, quindi dal terrazzo panoramico al sesto piano che dà su Brooklyn, prende il cane e lo lascia cadere nel vuoto. Non muore Oreo, ma è ridotto male: una costola e due zampe anteriori fratturate. Qualcuno telefona all'ASPCA -American Society for Prevention of Cruelty to Animals, un qualcosa come la nostra Protezione Animali, ma molto più autoritaria-, pertanto, in pochi minuti, un ambulanza raccoglie Oreo e la porta al più vicino ospedale veterinario. Con una serie di complicati interventi operatori, Oreo si salva, mentre il suo padrone, rintracciato dagli agenti di polizia, viene arrestato. Dalle indagini, si viene così a sapere che alcuni vicini di casa del ragazzo, quella mattina prima del lancio di Oreo dal terrazzo avevano sentito per circa mezz'ora i guaiti del cane bastonato dal giovane, poi, improvvisamente il silenzio, seguito da un tonfo sulla strada. Ma la storia purtroppo non ha un lieto fine. Sebben curato e rimesso in sesto, alcuni giorni fa Oreo è stato soppresso con una iniezione letale dalla stessa ASPCA. Prima dell'affidamento, ogni cane deve passare un test di "non aggressività", e questo esame, purtroppo, non lo ha superato. E vorrei vedere come sarebbe stato altrimenti, dopo le sofferenze inferte a Oreo, le legnate e il getto da 6 piani. Si poteva prospettare che Oreo scodinzolasse di fronte all'uomo dopo tutto ciò? Ora la gente è indignata per l'epilogo, poiché tantissimi americani avevano chiamato da tutti gli Stati per adottare Oreo, e ora, si chiedono se proprio la "Protezione Animali", in barba al nome che porta, doveva arrivare a tanto. Per calmare gli animi, Ed Sayres, presidente dell'ASPCA ha fatto sapere che a Oreo sono stati fatti tutti i test di affidabilità. "We make this decision with a heavy heart and complete understanding that had she been treated with love and respect, Oreo's fate would be much different". (Duramente abbiamo preso questa decisione, consapevoli che se fosse stata trattata con amore e rispetto, il destino di Oreo sarebbe stato molto differente). Fabian Henderson, il proprietario del cane dovrà apparire il primo dicembre davanti alla Suprema Corte dello Stato di New York per rispondere di "Crudeltà verso gli animali", dove oltre ad una cospicua ammenda, "l'animale a due gambe" correrà il rischio di restare in galera per un po' di tempo.

sabato 14 novembre 2009

STIPENDI GIOCATORI: SCHIAFFO ALLA MISERIA

Lo sport è nobiltà dell'Uomo, che attraverso sudore e sacrifici proietta lo sportivo nell'Olimpo degli dei. Ma anche nella lista dei ricchi "Paperoni". Un tasto questo che non dovremmo mai toccare, perché noi, poveri mortali, che soffriamo come non pochi quando la nostra squadra perde a raffica e i punti in classifica rappresentano la sconfitta di qualsiasi velleità sportiva, noi che celebriamo "tunnel e contropiede", beh, sarebbe salutare per le nostre coronarie, ogni tanto, dare uno sguardo all'elenco degli stipendi di questi "eroi della pedata" e di conseguenza, soffrire un po' meno o forse, per niente. Ebbene, da ciò che riporta la 'Bibbia' del calcio, ovvero la "Gazzetta dello Sport", queste sono le "buste paga" dei nostri "idoli": Eto'o si prende mensilmente 10 milioni e 500 mila euro (e così fino al 2014!), mentre Marco Materazzi -pur restando ormai fisso in panchina-, si porta a casa nientemeno che 2.500.000 euro al mese. Il più povero della squadra -si fa per dire- è René Khriz con 400.000 euro al mese nella busta. Per pagare gli stipendi solo ai giocatori, mensilmente escono 81 milioni di euro, che schizzano a 150 per tutto lo staff, allenatore compreso. Se L'Inter dunque è la squadra più costosa del campionato, il Milan arriva subito dopo: 7,5 milioni di euro al mese se li prende Ronaldinho e 4 Dida, nonostante papere e panchina. Lo stipendio più basso -chissà se potrà arrivare a fine mese...- è quello che prende Ignazio Abate, 700 mila euro. Per mantenere quest'andazzo, mensilmente partono 61 milioni di euro per stipendi, che con tutto lo staff si arriva a 125. Terzo posto per la Juventus: Gigi Buffon è un uomo da 5,5 milioni al mese, mentre Alessandro Del Piero si ferma a 4,5. Alexander Manninger e Lorenzo Ariaudo invece si "accontentano" di 500 mila euro mensili. Totale stipendi 56 milioni che arrivano a 115 per l'intera staff. La Roma si colloca al quarto posto, con il "pupone" Francesco Totti che ogni mese ritira uno stipendio di 5,460 milioni, mentre tale Alessio Cerci si mette in tasca 150 mila euro. La spesa mensile per gli stipendi dunque è di 35 milioni che con il resto della squadra lievita a 70. E io che mi mangio il fegato perché la mia squadra, il Livorno, è perennemente in bilico tra retrocessione e pernacchie, ora, grazie ai raffronti di "busta" gli sono invece molto più... vicino: Cristiano Lucarelli, il bomber e simbolo della squadra labronica, si prende 850 mila euro e Plinio Diniz si accontenta di 'sole' 100 mila. Per gli stipendi quindi, 8 milioni sono le uscite mensili, che al completo di staff arrivano a 14. Alcune considerazioni? Il Livorno intero costa mensilmente meno dello stipendio di un solo giocatore dell'Inter, Eto'o, un fatto questo che dà ragione alla classifica. L'Inter è prima e il Livorno è ultimo.
I conti tornano...

venerdì 13 novembre 2009

I MISTERI DEL MOSTRO DI FIRENZE

LIVORNO - Mi ricordo che al secondo duplice omicidio del "mostro di Firenze", quello di Pasquale Gentilcore 19 anni e Stefania Pettini, 18, avvenuto il 15 settembre del 1974, anch'io mi sentii "toccato". La mia età infatti era quella delle fughe in macchina in mezzo ai campi sul calar della sera e inoltre, la mia città, Livorno, non era poi così lontanissima dai luoghi dei delitti. Anche se però non contagiato dall'incubo del mostro, qualcosa comunque cambiò nelle mie abitudini in quanto a "soste galeotte", tanto che tra amici si decise di frequentare stessi luoghi e stessi orari e soprattutto, auto a distanza di sicurezza. I posti, ritenuti sicuri poi erano sempre gli stessi: Banditella, uno spiazzo di alberi e cespugli posto tra la Statale Aurelia e il viale Italia che costeggia il mare, e il cosiddetto "Monumento di Ciano", situato poco sopra le colline che dominano la città. Oggi questi posti sarebbero chiamati -in forma politicamente corretta- i "Campi dell'Amore", poiché al primo imbrunire si riempivano sempre delle stesse auto con a bordo giovani coppiette. C'era la Fiat coupé 850 color blu, la Fiat 125 color giallo e il Maggiolino VW 1300 bianco, l'Opel Rekord grigia e l'Alfa Romeo Giulia 1600 Gt blu con i 'baffi' bianchi. Era la mia. A dir la verità ci sentivamo sicuri, e Vicchio o il Mugello con tutti i loro orrori erano così lontani dalle nostre menti, sebbene qualche "Guardone" -che noi livornesi chiamavamo "Penna Bianca" a ricordo degli indiani che apparivano e sparivano in un attimo-, ogni tanto facesse la sua comparsa appiccicato al vetro dell'auto. Se era furbo a tagliar la corda era fortunato, altrimenti erano botte da parte di tutta la combriccola. Perché questi ricordi? Me li ha rinverditi la trasmissione "Il Mostro di Firenze" andata in onda ieri sera su Fox Crime alle ore 21, prima di una serie di puntate. Ricordi che hanno riportato alla memoria quelle povere 16 vittime, l'orrore durato ben 17 anni -se contiamo anche il primo omicidio, quello di Barbara Locci e Antonio Lo Bianco avvenuto il 21 agosto del '68- e infine, il lungo e tortuoso processo contro coloro che i giudici hanno ritenuto colpevoli di tanto sangue: Pietro Pacciani detto 'Svampa', ex contadino, morto nel 1998 all'età di 73 anni; Giancarlo Lotti detto 'Katanga', operaio disoccupato, morto nel 2002 all'età di 62 anni; e Mario Vanni detto 'Torsolo', ex postino, morto nel 2009 all'età di 82 anni. Tre "compagni di merende" -come Pacciani definì questo sgangherato trio nel corso di un processo- andati via portandosi dietro la verità su questa lunga scia di sangue, una sequela di morti che tutt'oggi, a distanza di 41 anni, alimenta ancora misteri irrisolti, due dei quali fondamentali: che fine ha fatto la tristemente nota Beretta calibro 22 mai rinvenuta? E infine, chi c'era dietro Svampa, Torsolo e Katanga? (Foto: Delitto Gentilcore/Pettini)

giovedì 12 novembre 2009

COSI' SI MUORE AD ALBA ADRIATICA...

TERAMO - Rimane difficile comprendere una morte simile, ucciso selvaggiamente a pugni senza un motivo plausibile, sempre che ce ne sia uno a giustificare una morte. E' successo ad Alba Adriatica (Te) ieri notte, ed a lasciare la vita in mezzo alla strada è stato questa volta Emanuele Fadani, (foto) 37 anni, sposato e padre di una bambina di 3. Il "momento giusto nel luogo sbagliato" è stato il marciapiede di un bar, dove alle ore 2,30 della notte, la vittima si era recata per incontrarsi con un collaboratore. Con lui infatti, doveva recarsi ad Imola per ritirare alcuni macchinari inerenti al suo lavoro. Uscendo, l'incontro con il destino. Tre zingari, alticci e su di giri, lo attaccano prima a parole passando subito ai fatti. Tre belve che armati di tirapugni lo pestano senza pietà, massacrandolo e lasciandolo a terra in una pozza di sangue. Poco può anche l'amico, subito intervenuto e pure lui pestato, e meno ancora la gente che esce dal pub richiamata dalle urla, poiché alla vista dei nuovi arrivati, i tre zingari assassini fuggono velocemente. Emanuele Fadani muore poco dopo a bordo dell'ambulanza, che a sirene spiegate corre verso l'ospedale di Giulianova. Secondo omicidio per mano di zingari nella zona. Era il 9 agosto di quest'anno infatti, quando a morire di botte fu allora Antonio De Meo, 23 anni di Villa Rosa, paese confinante con Alba Adriatica. Due degli assassini di Emanuele Fadani, Danilo Levakovich e Sante Spinelli, entrambi 22enni, sono già stati assicurati alla giustizia, mentre il terzo, Elvis Levocovich, cugino di Danilo, per il momento non è stato agguantato, anche se la polizia lo sta braccando. Che la furia omicida faccia parte di questo gruppetto di zingari, è il fatto che uno dei due arrestati è lo zio di un altro delinquente accusato dell'assassinio di De Meo, un appunto in più che ha a scatenato la rabbia della gente del paese. C'è aria di resa dei conti oggi ad Alba Adriatica, e le scritte che si vedono in giro lo fanno intuire: "Adesso Basta!" e "Il prossimo sarai tu!". Emanuele e Antonio, ultimi due assassinati in nome di quest'assurda e forzata integrazione...

mercoledì 11 novembre 2009

VADEMECUM PER LE FORZE DELL'ORDINE

AOSTA - Secondo il presidente dell'Associazione Donne Straniere "Rayons du Soleil" signora Rachida Adlani, (foto) le Forze dell'Ordine in Valle d'Aosta dovrebbero operare in due maniere ben distinte: una per gli italiani -ma diciamo pure per tutti gli occidentali- e l'altra per gli stranieri di cultura "arabo-musulmana". Tutto ciò è venuto alla luce da un seminario svoltosi martedì 10 novembre nell'Aula Magna dell'Istituto Tecnico per Geometri ad Aosta, sul tema "Le Forze dell'Ordine e la cultura Arabo-Musulmana". Presenti in sala agenti dei vari corpi di polizia oltre al questore del capoluogo valdostano Maurizio Celia. Perché dunque queste due diversità da mettere in atto dalla polizia? Per le diversità culturali che hanno le due etnie, ragion per cui la signora Rachida Adlani ha lanciato il 'vademecum' dal titolo "Accortezze da tenere in considerazione da parte delle forze dell'ordine". Ma prima di elencare le "accortezze" (11 con vari distinguo), queste arrivano nonostante molti stranieri intervistati abbiano espresso un giudizio molto positivo per quanto riguarda l'atteggiamento delle forze dell'ordine nei loro confronti. Potrebbe bastare dunque, se però non ci fosse qualcosa ancora da... "aggiustare". Ecco quindi "le accortezze" che vengono consigliate agli uomini in divisa quando hanno a che fare con cittadini arabo-musulmani, soprattutto con donne:
1)"Non far togliere il velo alle musulmane per foto da opporre su documenti".
2) "Non rimanere soli -negli uffici?- con una donna musulmana velata se siete un agente maschio, soprattutto se questa è accompagnata dal marito".
3) "Per le impronte, fare tenere le dita della donna solo da un agente donna".
4) "Quando si presentano -in Questura?- marito e moglie, l'agente deve rivolgersi sempre all'uomo anche se la pratica è della donna".
5) "Quando c'è una coppia, non è educato -per l'agente?- guardare la donna in faccia se non per l'identificazione e la corrispondenza alla foto, e comunque, mai negli occhi".
6) "Se c'è il marito, non bisogna stupirsi se la donna non risponde alle domande -dell'agente?- ed è l'uomo che l'accompagna a dare le informazioni".
7) "Non fare passare una donna velata prima di voi se siete agenti uomini".
8) "Durante il mese del ramadan, viene presa come un offesa se si offre cibo o da bere durante il giorno."
Ma il punto che fa scaldare la platea e il numero successivo.
9): "Quando vengono effettuati dei controlli a domicilio, se non per reati gravi e o contro la sicurezza che richiedono l'irruzione, evitare di entrare in casa di una famiglia musulmana se ad aprire la porta è una donna velata in assenza del marito".
Altro consiglio è nel saluto: "non porgere mai la mano ad una donna musulmana" -perché la può toccare solo il marito- e infine, le differenze nel linguaggio non verbale, dove il primo dei gesti elencati, quello cioè di accarezzarsi il mento che nel gergo italiano significa "che noia", nel mondo arabo invece vuol dire "mi vendicherò". Integrazione dunque, che secondo la presidente dell'Associazione Donne Straniere dovrebbe avvenire "secondo la loro cultura" e non attraverso quella del Paese ospitante. Nel frattempo, i delinquenti italiani in fase d'arresto si stanno attrezzando: ogni volta che suona il campanello di casa, mandano sempre la moglie ad aprire la porta, dopo averle fatto mettere velocemente un velo sul viso...

lunedì 9 novembre 2009

CHI HA UCCISO SIMONETTA CESARONI?

ROMA - Simonetta Cesaroni (foto) aveva 20 anni e sei mesi quando fu assassinata. Il corpo senza vita della ragazza fu rinvenuto sul pavimento dell'ufficio di via Poma 2 dove la ragazza vi lavorava. 29 le coltellate che l'avevano uccisa, 6 delle quali sul viso, 9 lungo il corpo e 14 dal basso ventre al pube. La vittima era nuda, se escludiamo il reggiseno abbassato e le calze bianche che ancora aveva ai piedi. A trovarla così, alle 11,30 di sera di un afoso 7 agosto 1990, la sorella Paola assieme al suo fidanzato Antonello Baroni, allarmata per non aver visto ritornare a casa la congiunta. Un delitto "quasi perfetto", perché nel corso di 19 anni nessuno ha mai pagato per questa morte violenta. Indagini del resto partite male, tanto che un povero cristo, tale Pietrino Vanacore, portiere dello stabile, si fece 26 giorni di carcere con l'accusa di essere l'autore dell'omicidio. Dopo di lui, i sospetti caddero su Federico Valle, giovane nipote di Cesare Valle, noto architetto residente nello stabile maledetto, ma anche lui, come Vanacore, uscì definitivamente di scena nel 1995 grazie ad una sentenza della Corte d'Appello, che avallata dalla Cassazione, ritenne di non rinviare a giudizio i due indiziati. Ora un'analisi del Ris di Parma riapre il caso, chiamando in causa questa volta Raniero Busco, 44 anni, all'epoca fidanzato della vittima. A incastrarlo potrebbero essere tracce di saliva rinvenute sul reggiseno di Simonetta Cesaroni e compatibili con il suo profilo genetico. Il 3 febbraio del 2010 dunque, Raniero Busco, oggi sposato e padre di un figlio, dovrà rispondere davanti ai giudici della Corte d'Assise di Roma di "omicidio volontario", e sarà il terzo indagato finito nel mirino degli inquirenti per questo delitto "in cerca d'autore". Tre indiziati per un crimine. Un po' troppi, come troppi sono i 19 anni intercorsi per sbattere in galera l'autore di questo orrendo delitto, che quale sia il verdetto, solo in minima parte renderà giustizia alla povera Simonetta Cesaroni.

giovedì 5 novembre 2009

CHI HA PAURA DEL CROCIFISSO?

La Corte europea dei diritti per l'uomo lo ha sancito: via i crocifissi dalle aule scolastiche. A smuovere le acque, fino allora calme su questo argomento, tale Soile Lautsi, una finlandese italianizzata. Con questo strano nome, -che mi ricorda tanto i bastoncini Findus- la signora in questione fece un esposto appunto alla magistratura, asserendo che i suoi due figli, uno di 11 e l'altro di 13 anni -non credenti-, non sopportavano quel "triste figurino" appeso ai muri della loro aula, pertanto, in base ad una sentenza della Cassazione che nel 2000 aveva sancito di rimuovere i crocifissi dalle aule elettorali, la Soile pretendeva che fosse dato seguito alla disposizione. Negli anni seguenti invece, sia il Tar che il Consiglio di Stato in due differenti giudizi le avevano dato torto, da qui la presentazione dell'esposto alla Corte europea, con sentenza arrivata in questi giorni che le da ragione. Dunque, al di là di ogni pretesto, sia laico che religioso, vanno fatte alcune considerazioni, la prima delle quali è che mi sembra strano, se non impossibile, che i due figli della donna, all'età di 11 e 13 anni, invece di pensare alle Play Station come fanno tutti i bambini di quell'età, si fossero già immersi nei misteri della Fede ed essere arrivati -se non attraverso un plagio!- alla conclusione che "siamo solo molecole e niente più", quindi "quale Dio o quale Aldilà". Un altra considerazione poi da fare, -partendo questa volta dalla presupposizione che sia giusto togliere di mezzo il simbolo della Cristianità per non offendere l'ateo- è giusto però privare del simbolo chi invece ci crede? Non è anticostituzionale avvantaggiare uno a discapito dell'altro? Andando avanti di questo passo, arriveremo ad abbattere le chiese? Le cappelle votive? A nascondere -o bruciare!- pitture che rappresentano Crocifissione, Resurrezione, Natività? E volendo andare per assurdo, cambieremo anche il logo della Croce rossa? E infine: perché sottostare ai voleri di una Corte europea che nel suo intento c'è la livellazione e l'annientamento di ogni specificità nazionale? Sulla decisione della Corte, il nostro governo è stato specifico: "Per noi è una sentenza assolutamente inaccettabile". Umberto Bossi invece è stato molto più esplicito: "Dalla Corte di Strasburgo è giunta una stronzata". Per concludere? L'Europa rinnega la sua identità, e il brutto è che pretende che anche gli altri lo facciano. Ma siamo proprio sicuri che volevamo questa Europa?...

lunedì 2 novembre 2009

UNA CITTA' ABUSIVA DA ABBATTERE...

NAPOLI - Trentamila edifici da abbattere! Calcolando una media di quattro abitanti per edificio, si cancellerà dalle mappe geografiche un insieme di abitazioni pari ad alloggiare tutta la popolazione della Valle d'Aosta. Motivo di questo "tsunami" legale, l'abusivismo in Campania, il grande business della camorra, costruzioni indicate in sentenze passate in giudicato e ormai inappellabili. Lo ha deciso la magistratura passando l'incarico ad una ditta di demolizioni, che dai primi di novembre -scortata da forze dell'ordine- , ha cominciato a muovere le sue ruspe per riportare la legalità. Costruzioni abitative e commerciali, diecimila delle quali individuate nell'agro Aversano, mentre il record spetta al comune di San Cipriano d'Aversa, dove su poco più di tredicimila abitanti, le case da abbattere sono la bellezza di 1.380, molte più di quelle -per dare un esempio- individuate in tutta la Francia. Il problema ora è che ci andranno di mezzo anche onesti cittadini che hanno comprato su carta ciò che credevano legale e oggi, nonostante i pagamenti effettuati, si vedranno le ruspe in casa. Una domanda è lecita: ma i Comuni, perché hanno chiuso gli occhi davanti a tanto scempio? Come è possibile il proliferare di edifici abusivi -praticamente, la nascita di una città!- senza l'intervento delle Amministrazioni locali interessate, a bloccare lo scempio? Amministratori collusi o camorra padrona incontrastata di certe zone del Sud con il beneplacito dello Stato? Lo scandalo è tutto qui, in quest'Italia dove si lascia nascere una città abusiva, per abbatterla dopo "in nome della Legge". Ma di quale legge?
(foto: abbattimento casa abusiva a Afragola nell'ottobre scorso)