mercoledì 28 dicembre 2005

OGGI... QUALCHE ANNO FA IN VALLE

CONGRESSO TURISTICO - Per i partecipanti al Congresso, questo è l'abbigliamento consigliato: Abito di panno pesante, scarpe comode e robuste. Calze, guanti, berretto di lana, un plaid per le esursioni in slitta. Quota partecipanti lire 240 che comprende: Colazione ad Aosta all'albergo Couronne il 4 gennaio; trasporto in auto da Aosta a Courmayeur, la Thuile e ritorno; escursione in slitta in Val Ferret; vitto completo (compreso vino e caffè) e pernottamento dal giorno 4 al 6 dicembre negli alberghi Centrale, Gay e Moderno di Courmayeur.
(Le Mont Blanc. dicembre 1929)


NATALE E' ALLE PORTE - Per l'occasione delle feste natalizie, i negozi resteranno aperti anche nel pomeriggio fino alle ore 17,30. Porgono gli auguri ai loro affezionatissimi clienti l'Albergo Alpino di Frola Angelo, corso Vittorio Emanuele 17, telefono n.107- Il Panificio Detragiache in via Sant'Anselmo, Godio 'Cappelli' per signora in via IX Maggio, Apostolo Vittorio Elettrauto e Sacco Antonio macelleria.
(La Provincia d'Aosta. dicembre 1940)


sabato 24 dicembre 2005

BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO

JOYEUX NOEL ET HEUREUSE NOUVELLE ANNEE

MERRY CHRISTMAS AND HAPPY NEW YEAR

FROHE WEIHNACHTEN UND GUTES NEUES JAHR

venerdì 23 dicembre 2005

La Notizia "CAROGNA"

"DIA A ME CHE L'AIUTO" E GLI FREGA LA SPESA -

E' successo a Verres, un piccolo centro della Valle d'Aosta. Vittima di questo squallido e odioso episodio è Gianni Mazzetti, un disabile di 44 anni che a causa di sclerosi multipla, da circa venti è immobilizzato su una sedia a rotelle. Con la difficoltà dei suoi movimenti, lunedì 5 dicembre il Mazzetti si è recato in un supermarket della zona e lì, una volta riempito due sacchi di provviste, all'uscita ha incontrato una donna: "Dia a me questi sacchi che glieli porto io fino alla sua macchina". Gianni Mazzetti con fiducia ha consegnato i suoi acquisti. Altre volte era successo infatti di incontrare persone gentili e premurose: "Grazie, la mia auto è quella là in mezzo al parcheggio" ha indicato il disabile. Nella ressa di questi giorni, Mazzetti lentamente ha raggiunto la sua vettura. Della donna non c'era più traccia ma questi non ci ha fatto molto caso, poichè come spesso succedeva, i sacchi venivano lasciati dentro al bagagliaio. Arrivato a casa, il Mazzetti purtroppo ha constatato che il bagagliaio era assolutamente vuoto. Dei suoi due sacchi nemmeno l'ombra, spariti assieme alla fantomatica 'samaritana'.

mercoledì 21 dicembre 2005

LEGGENDO QUA E LA'... (1952)

LA VALLE D'AOSTA NON E' ASSOLUTAMENTE COMUNISTA:
ONORE AI NOSTRI COMUNI RURALI -
Ecco dunque i risultati delle elezioni comunali: Fabio Savioz sindaco di Aosta, lista di sinistra, ottiene 3661 voti di preferenza, stupendo gli stessi comunisti. I primi nelle preferenze delle altre liste sono l'ingegner Levi per la Democrazia Cristiana con 494 voti. Per il MSI, professor De Gregori con 180 voti ed Ernesto Breuvè per l'U.V. con 78 voti di preferenza.

PREZZI E CAMBI -
Fontina di montagna £ 500 al kg.
Parmigiano reggiano £ 650
Patate nostrane £ 45
Prosciutto crudo £ 900
Gallina pulita e pronta £ 1000
Il dollaro statunitense si cambia a £ 655, il Franco francese a £ 155 e quello svizzero a 150 lire.

martedì 20 dicembre 2005

LEGGENDO QUA E LA'... (1938)

NUOVO TRAFORO PER LA SVIZZERA -
E' di nuovo d'attualità il progetto di un traforo attraverso il Col Ferret che allaccerebbe con un autostrada alpina l'Italia e la Svizzera. Tale progetto risponde ad una vecchia aspirazione della Valle d'Aosta, che vorrebbe aprirsi un varco automobilistico praticabile tutto l'anno attraverso le Alpi. E' un opera grandiosa: la nuova strada partirebbe da Courmayeur a monte del Villair e svolterebbe quindi verso la Val Ferret. Subito dopo la Gruetta imboccherebbe la galleria larga 8 metri e 60 per sbucare infine nel versante svizzero di Chalets de Ferret (1800 mt) da dove scenderebbe a Praz le Fort di Orsiere, allacciandosi così alla strada per Martigny.

BUON NATALE -
Natale lieto Natale. Lo scampanio festoso che ogni sera si diffonde nell'aria durante questa settimana soffusa di soavità, annunzia al mondo la Festa divina. Nei nostri sogni infantili, dicembre non ci è forse sempre apparso con tutte le sue seduzioni, un mago portentoso? Avevamo il cuore molto leggero in quei tempi felici, nulla era venuto ad oscurare i nostri sogni, le nostre gioie. Tutto sembrava facile, semplice, senza complicazioni. Non parlavamo allora di guerra, di politica, di difficoltà internazionali. Non conoscevamo l'ultimo avvenimento sensazionale, poichè i giornali non interessavano la nostra infanzia, e i nostri genitori ci tenevano all'oscuro di tutte le bruttezze del mondo...

LUIGI TENCO: UN ALTRO MISTERO? (5^ parte)

COSA DICE CHI LO CONOSCEVA?
Fiori a Sanremo per Luigi TencoSulla tragica morte di Luigi Tenco, qual è il punto di vista di amici e colleghi che quella sera per una ragione o l’altra si trovarono lì a Sanremo? Sandro Ciotti, oggi scomparso, era molto amico del cantautore ligure, e la versione del "suicidio" lo lascia alquanto perplesso. La sera fatidica -occupava una stanza proprio di fronte a quella di Tenco - Ciotti rientrò in camera quasi contemporaneamente a lui. Nel corridoio, un leggero suono di chitarra, quella del gruppo francese dei "Compagnons de la Chansons" che tra l’altro era bassissimo e non dava fastidio a nessuno. In questa atmosfera ovattata quindi, Ciotti non udì niente di insolito: «Al di fuori di quel suono lontano di chitarra - aggiunse allora - non ho sentito nient'altro. Uno sparo, anche se attutito dalla porta chiusa si sarebbe dovuto sentire». E questi dubbi li esternerà pure sul libro di Walter Veltroni, "Il sogno degli anni Sessanta" edito da Savelli, e precisamente alle pagine 78/83. Su queste pagine infatti, Sandro Ciotti contesta soprattutto i motivi per i quali si vuole che Tenco sia giunto al suicidio:
1. Impossibile togliersi la vita per la sua esclusione dal Festival. Tenco lo sapeva benissimo di non aver nessuna chance poiché era ben cosciente di non essere un cantante da "da Sanremo" «E’ dunque mai possibile suicidarsi perché superato da Orietta Berti?»
2. Altro punto sul biglietto d'addio: «Luigi non era il tipo da scrivere cose del genere. Non si aspettava minimamente di vincere quindi come può aver scritto una così assurda?»

DUBBI ANCHE SULLA CALLIGRAFIA.
Anche su questo punto infatti Sandro Ciotti non è per niente convinto. Pure lui notò il biglietto ma immediatamente lo sentì "estraneo" a tutta la vicenda: «avrei giurato che quella non era la sua calligrafia, che conosco a memoria perché mi scriveva spesso». Ma oltre a questo, Sandro Ciotti contestò tutto l'evolversi dei fatti che seguì il dramma. Tutto gli rimase tremendamente troppo semplicistico fin dalle prime conclusioni. «Perché il magistrato non ritenne opportuno trattenere almeno 24 ore "come testimoni importanti" coloro che scoprirono il cadavere? Dalida per esempio fu lasciata tranquillamente partire un ora dopo. La magistratura forse ha voluto chiudere il caso un po' troppo in fretta…».

LUCIO DALLA.
Anche lui aveva la camera vicina a quella di Tenco, la numero 215, come le altre situate nella "dépendance" dell'albergo, e anche lui quella notte - come Ciotti! - non sentì nessun colpo di pistola, bensì le urla di Dalida, la quale, scoperto il cadavere, dal corridoio sconvolta gridava aiuto. Lucio Dalla per prima cosa pensò ad un suo scherzo di cattivo gusto poi, mentre Dalida gli gridava qualcosa che lui non capì, come un automa entrò nella camera: «l'ho visto immobile, anche se non ho visto la sua faccia, nascosta tra il cassettone e il letto. Per questo motivo non ho visto neppure il sangue». Nel frattempo, ancora convinto di un semplice malore, Lucio Dalla usciva nella hall per dare l'allarme. Essendo un tipo emotivo, preferì non rientrare, e solo quando un attimo dopo vide arrivare la polizia, capì che qualcosa di brutto doveva essere accaduto al suo amico Luigi.

CONCLUSIONE .
Un primo piano di Luigi TencoUn morto "scomodo" nel tempio della musica italiana, ma soprattutto per il mondo del grande business canoro. Un morto da dimenticare velocemente quindi, e quello che avviene poche ore dopo sembra confermare questa teoria. Misteri, dubbi, intrighi di palazzo? Solo chiacchiere diranno in coro, perché troppe motivazioni portano a escludere qualsiasi altra soluzione all'infuori del suicidio, e gli elementi probatori sono evidenti: c'è il motivo scatenante, l'esclusione dalla gara, c'è una lettera d’addio, e la pistola che ha sparato il colpo appartiene alla vittima, perciò non vedo cos'altro potremmo cercare. E poi lo dice anche il rapporto giudiziario: "Emerge con chiarezza che il cantante Luigi Tenco si tolse deliberatamente la vita a seguito dell’avvenuta eliminazione della sua canzone ‘Ciao amore ciao’ dal Festival, e che deve escludersi ogni responsabilità a carico di terze persone".

ULTIME CONSIDERAZIONI.
Per molti però le cose non sono andate così, poiché a distanza di molti anni, il dubbio su questa vicenda ancora non si è dissipato. Pesante come un macigno, il dilemma come allora è - e sarà - sempre lo stesso: omicidio o suicidio?
Paolo Dossena: «per me Tenco è stato ammazzato».
Sandro Ciotti: «Luigi non avrebbe mai fatto una cosa del genere».
Piero Vivarelli: «uccidersi per una canzone? Non scherziamo».
Valentino Tenco: «Mio fratello non era il tipo da suicidarsi».

(fine)

LEGGENDO QUA E LA'... (1930)

UN NUOVO TRIONFO DEL GENIO ITALIANO - Guglielmo Marconi da 9700 miglia di distanza, accende tremila lampade nel municipio di Sidney. Con questo esperimento che coincide con l'apertura in Australia di una esposizione dedicata a radio ed elettricità, Marconi farà inoltre alcuni esperimenti di conversazione radiotelefonica, tentativi quest'ultimi perfezionati nel vasto campo della sua scoperta. Da bordo del suo bianco yacht Elettra ancorato nel porto di Genova, pochi minuti prima delle otto del mattino è stato tentato il collegamento: "Allò Australia? Siete pronti"? Più di una volta è stato lanciato il messaggio, poi finalmente è giunta una risposta: "Vi sento molto bene, e voi"? "Allò? Are you ready"? Un collegamento telefonico 'chiaro e forte' è stato così allacciato con il lontano continente mentre alle ore 11 e tre minuti, il commendator Marconi ha schiacciato per cinque volte a intervalli di tre secondi ciascuno il tasto che ha fatto accendere le luci. Con uno scoppio di applausi così il Municipio di Sidney si è illuminato di oltre tremila lampade.

INCEDIO DI GRANDI PROPORZIONI A VERRAYES - Il comune di Verrayes (Aosta) ha corso il rischio di una distruzione totale. Le fiamme che avevano avvolto numerosi fienili, erano alimentate da un forte vento, quando i bravi pompieri del capoluogo subito accorsi hanno aiutato gli abitanti nei loro sforzi. I 'verrayons' hanno dichiarato all'autorità che i loro sospetti si basano su alcuni agenti delle assicurazioni, furiosi dall'indifferenza degli abitanti per le società di assicurazione.

domenica 18 dicembre 2005

LEGGENDO QUA E LA'... (1933)

MORTO L'UOMO PIU' VECCHIO DEL MONDO - L'uomo, un cinese di 256 anni si chiamava Ly Chang Yun e viveva a Kai-Aien nella provincia di Zechònan. L'ultra vegliardo, che in passato era stato farmacista, ammise che la sua longevità la si doveva ad un elisir di lunga vita che lui era riuscito a scoprire mettendo assieme speciali erbe aromatiche. Ly Chang Yung ha perso una dopo le altre le sue 23 mogli, e la sua vedova attuale ha 63 anni.

IL TRAFORO DEL MONTE BIANCO - Questo ed altri progetti sono stati esaminati dal Rettorato Provinciale. Nella sala delle Adunanze del Palazzo Provinciale ad Aosta, si è riunito nei giorni scorsi sotto la presidenza del generale commendator Pellerino, il Rettorato della Provincia di Aosta. Traendo argomento dall'attualità e nell'interesse nazionale presentato dal traforo del Monte Bianco -di cui largamente ha parlato la stampa europea- il Rettore avvocato Manetti ha presentato una diffusa relazione sulla storia dei vari progetti di traforo del Monte Bianco, partendo da quello del 1836 ai progetti Bondet e Gavi. Il traforo, che con i suoi 12 chilometri di autostrada unirebbe Entreves a Chamonix ed a tutta l'Europa del nord, permetterebbe di giungere per esempio da Ginevra a Courmayeur in tre ore.

sabato 17 dicembre 2005

LUIGI TENCO: UN ALTRO MISTERO? (4^ parte)

CONFUSIONE POST MORTEM.
Franco Borelli è il medico che entrò nella camera di Tenco dopo il rinvenimento del cadavere, alle ore 3 del mattino. In base alle fotografie riprodotte, il dottor Borelli confermò che effettivamente il cadavere di Tenco durante la sua prima ispezione era posizionato proprio in quella maniera, quella cioè immortalata dalle foto effettuate nel "secondo momento".

I RILIEVI DELLA POLIZIA.
Ma che valore possono avere degli accertamenti di polizia quando sul luogo del crimine è avvenuto un rimescolamento simile? «Le foto non mutano nel tempo come i ricordi» dissero gli inquirenti. Un dubbio è d'obbligo: ma le foto della polizia sono state scattate prima o dopo la rimozione del cadavere? Su questo punto ci sono grossi interrogativi. Sul rapporto della squadra Scientifica si legge che i rilievi fotografici furono eseguiti alle ore 4.15. La tempistica a questo punto dà solamente un'imbarazzante risposta: «Giusto un attimo dopo che Giuseppe Bergadano e i suoi tre necrofori avevano risistemato il cadavere di Tenco nella stanza». E le inesattezze non tardano ad arrivare. Paolo Dossena assieme a Dalida e Mario Simone sono coloro che per primi, dopo la telefonata misteriosa, entrarono nella camera di Tenco scoprendo così la tragedia. Queste sono le sue parole a proposito di quei momenti: «Non ho afferrato subito che Tenco fosse morto. Era come... seduto per terra, con le spalle appoggiate al fianco del letto e la pistola mi ricordo che era ben lontana da lui. Lì per lì ho pensato ad un malore, che si fosse impasticcato, poi ho visto il sangue...»

MA LE FOTO DELLA SCIENTIFICA INVECE COSA MOSTRANO?
Un particolare incongruente: come sono finite le gambe di Tenco sotto al cassettone?Mostrano un corpo riverso per terra in posizione supina, con indosso ancora l'abito scuro con il quale Tenco si era presentato sul palco di Sanremo poche ore prima. La camicia bianca è interamente aperta sul petto e la mano sinistra è appoggiata sul fianco dei pantaloni. Tutti e due i piedi poi sono inspiegabilmente incastrati sotto un cassettone e le gambe sono divaricate. Da sotto il bacino - proprio all'attaccatura delle gambe - spunta una pistola, mentre il caricatore - altro mistero - si intravede da sotto il ginocchio sinistro. Com'è possibile che pistola e caricatore siano finiti sotto il corpo del suicida?

ALTRE DISCORDANZE MOLTO RILEVANTI FORNITE DA DALIDA.
Dopo aver scoperto il cadavere, Dalida notò sul tavolino della camera il tristemente famoso biglietto d'addio attribuito al cantante. «Questo biglietto - precisò la cantante francese - era scritto su un foglio di carta con l'intestazione dell'albergo». Ma questa precisazione stranamente non corrisponde a verità, poiché quel biglietto d'addio risulterà scritto su di un foglio di carta con nessuna intestazione, come dimostra la fotocopia allegata agli atti e sulla quale si legge: "Copia fotostatica eseguita oggi 25-1-68 dalla squadra di Polizia giudiziaria del tribunale di Sanremo. Il cancelliere".

UNA VALANGA DI CONTRADDIZIONI, NE ARRIVANO ANCORA.
Luigi Tenco a SanremoMolte lacune si riscontrano nella ricostruzione dei fatti, ma soprattutto nella tempistica. Dalida dice infatti: «Ho dato l'allarme appena fatta la macabra scoperta, cioè alle 2.10». Come mai allora si legge sul rapporto di polizia, che la prima segnalazione dall'hotel Savoy è giunta alle ore 2.45? Perché questo buco di 35 minuti? Ma anche un'altra discordanza viene ad agitare il mare dei sospetti e questa volta la fa notare Giuseppe Bergadano, il necroforo: «Sono certo che quando entrai per la prima volta in quella camera, la pistola si trovava sul comodino e non per terra sotto il corpo di Tenco». Ma la situazione diventa a questo punto grottesca, quando ci inoltriamo in dettagli specifici e allora ci accorgiamo con quanta macroscopica leggerezza è stata affrontata tutta la vicenda.

PERCHE' NON VENNE ESEGUITA L'AUTOPSIA?
Secondo un intervista rilasciata a vari organi di stampa, l'allora commissario e dirigente della squadra di polizia giudiziaria Arrigo Molinari, ammise che «le indagini sulla morte del cantautore non furono complete per problemi di soldi». Fantascienza? No, realtà, e la spiegazione la dà ancora Molinari, sempre secondo le sue dichiarazioni rilasciate in questo caso al settimanale "Oggi": «Le spese dei medici legali venivano affrontate allora con il fondo speciale della Procura, dove però il bilancio era stato sforato, quindi c'era l'esigenza di "rientrare". In poche parole si doveva risparmiare. Anche per questo motivo perciò non venne fatta neppure la prova del guanto di paraffina».

CERTIFICATO DI MORTE.
Fu il dottor Franco Borelli a stilare il certificato di morte, dopo che entrato nella camera 219 dell'hotel Savoy non poté far altro che constatare l'avvenuta morte di Luigi Tenco. Sul referto, il dottor Borelli vergò queste parole: "Foro d'entrata d'arma da fuoco alla regione parietale destra con fuoriuscita di materia cerebrale". Un referto fatto troppo precipitosamente - come scrive Franco Fegatelli autore del libro "Tenco" - e che non rispettò molto la vera natura e soprattutto la dinamica di quella ferita provocata da quel colpo di pistola. Un referto quindi che Fegatelli mette in discussione, poiché alla pagina 40 del suo libro scrive: "Se si fosse fatta una regolare autopsia, ci si sarebbe accorti che il foro d'entrata era posto non nella tempia, ma dietro il mastoide destro leggermente sopra il padiglione auricolare, e quello d'uscita nella regione frontale sinistra; una posizione anomala per un suicida, come asserisce più di un criminologo".

(4 - continua)

LEGGENDO QUA E LA'... (1928)

LA CONQUISTA DEL GENIO UMANO - Da New York veniamo a sapere del progresso meraviglioso che si sta ottenendo dalla Radiotelevisione. Il nuovo apparecchio rappresenta un perfezionamento prodigioso della radio. Non solamente riproduce la voce e il suono, ma la stessa macchina riproduce su uno schermo le gesta e i movimenti delle persone. L'inventore, il signor Alexanderson, ha fatto costruire sotto la sua direzione, un apparecchio che permetterà di vedere a distanza di più miglia, la persona che parla o canta con tutti i suoi movimenti!

PER IL PANE - I giorni 14 e 15 aprile sono dedicati alla Celebrazione del Pane. Amate il pane, cuore della casa, profumo della mensa, gioia dei focolari. Rispettate il pane, sudore della fronte, orgoglio del lavoro, poema di sacrificio. Onorate il pane, gloria dei campi, fragranza della terra, festa della vita. Non sciupate il pane, ricchezza della Patria, il più sacro dono di Dio, il più santo premio alla fatica umana.

PUBBLICITA' - Grammofoni Columbia! Nuovi modelli 1929 portatili. La macchina parlante più ingegnosa fino ad ora costruita e la meglio riuscita per estetica. Questi i prezzi: Modello 109 a lire 550, modello 112 a lire 800, modello 113 a lire 1250. Sono una meraviglia!

LEGGENDO QUA E LA'... (1927)

PUBBLICITA' - Visitate la Libia. Viaggi collettivi a Tripoli: Siracusa, Malta, Tripoli e ritorno, viaggio di sette giorni £ 1000 in prima classe, £ 750 in seconda. La tariffa comprende: passaggio marittimo, vitto, alloggio ed escursioni in auto nei dintorni di Tripoli.

SACCO E VANZETTI SONO STATI GIUSTIZIATI - L'esecuzione è avvenuta il 23 agosto nella prigione di Boston dopo sette anni di imprigionamento. Dimostrazioni ostili contro questa duplice esecuzione si sono svolte in molte città d'Europa e degli Stati Uniti. La stampa mondiale disapprova questa sentenza che è stata eseguita contro due innocenti.

NUOVE DISPOSIZIONI SULLE TARGHE DEGLI AUTOVEICOLI - Con decreto del 13 marzo di quest'anno, sono state fissate le nuove caratteristiche delle targhe di riconoscimento degli autoveicoli. Detto decreto, ha pure prescritto che un sistema di illuminazione sia posto sulla targa stessa. La luminosità, come recita la nuova legge, deve essere tale da poter rendere leggibili tutte le lettere e i numeri a distanza non minore di 50 metri.

venerdì 16 dicembre 2005

LUIGI TENCO: ANCORA UN MISTERO? (3^ parte)

UNA SCONCERTANTE IPOTESI.
«E' opinione frequente che Dalida possa aver assistito, inconsapevole al dramma». Lo scrive Aldo Fegatelli, autore di una minuziosa ricerca sfociata in un libro dal titolo "Tenco" edito da Franco Muzio. E' una verità taciuta dunque? E se fosse così, per quale motivo cambiare le carte in tavola? Ma c'è un altra contraddizione a proposito delle ultime ore di vita di Tenco, una contraddizione che apre nuovi inquietanti interrogativi su tutta la vicenda. A farla è un parente stretto del cantautore, il quale riapre il capitolo delle telefonate fatte o non fatte dall'albergo Savoy: «Quella sera mio fratello almeno una la fece» dichiara Valentino Tenco. «Chiamò Valeria, il suo amore segreto». Come mai questa certezza? «Me lo ha detto lei stessa».

CHI E' DUNQUE QUESTA MISTERIOSA VALERIA?
E' una signora romana, oggi sui sessanta, sposata e separata. Di lei non si sapeva niente fino a quando Valentino Tenco - che si è sempre battuto per conoscere la verità - recuperò tre lettere che Luigi scrisse allora a questa donna. Nella prima lettera, Tenco gli parla del suo passaggio alla RCA, nella seconda gli esprime i suoi progetti per il futuro e nella terza infine, dà giudizi e apprezzamenti alquanto pesanti su Dalida, concludendo che la sua "storia d'amore" con la cantante francese pubblicizzata in quei giorni, non è altro che una finzione per "bassi fini commerciali". Quindi? Da questi scritti si deduce che Tenco non mostrava nessun segno suicida ed oltre a ciò che non era per niente innamorato della cantante francese. Ma proprio su quest'ultimo punto, l'entourage di Tenco non è per niente d'accordo. «Non è vero» assicura Paolo Dossena, produttore del cantante. «Luigi e Dalida si amavano veramente, e che questa è una relazione importante sta nel fatto che proprio la mattina prima di morire, Luigi chiamò me e Simone - quest'ultimo produttore della cantante francese - in camera sua per annunciarci l'intenzione di sposarsi con Dalida. Mi ricordo che in camera c'era anche lei».

LA PISTOLA.
L'arma, una Walter PPK 7,65 Tenco l'aveva comprata pochi mesi prima, esattamente il 24 novembre del 1966 all'armeria Moderna di Roma, perchè, come disse, aveva paura. Qualche tempo prima infatti, qualcuno rimasto per sempre sconosciuto aveva cercato di buttarlo fuori strada mentre si trovava alla guida della sua vettura. Ma chi poteva avercela con lui? Nemmeno Tenco lo sapeva.

LA SERA DEL RITROVAMENTO DEL CADAVERE.
Il cadavere di Luigi Tenco, nella camera 219 dell'Hotel SavoyArrigo Molinari (morto assassinato pochi mesi fa) era all'epoca commissario dirigente della squadra di Polizia Giudiziaria a Sanremo. Assieme ai due agenti Eliseo Cadelano e Raffaele De Michele arrivò per primo all'hotel Savoy. Nella camera 219, Tenco era ormai cadavere. Nell'albergo grande ressa di giornalisti che premevano per avere ragguagli. «Per fare i miei accertamenti avevo bisogno di tranquillità» disse in seguito il commissario, «così, per tenerli buoni, promisi che in seguito avrei permesso loro di vedere il cadavere e fotografarlo». Ma quali accertamenti vennero subito eseguiti? Pochi e superficiali. Il dirigente Molinari si assicurò che la pistola fosse effettivamente della vittima, verificò che il biglietto lasciato da Tenco fosse stato scritto di suo pugno, e infine raccolse le testimonianze di Dalida, (che fu la prima ad entrare nella stanza dopo il fatto) e dei vicini di camera.

L'INCREDIBILE BALLETTO DELLA SALMA.
A quel punto, espletate le prime formalità, il commissario Arrigo Molinari dà il permesso a giornalisti e fotografi di visionare il cadavere di Tenco. Questi non sa però che nel frattempo gli agenti Cadelano e De Michele hanno già fatto portare via la salma e che in quel momento il corpo di Tenco è già stato indirizzato all'obitorio cittadino. Rincrescimento del commissario poi la soluzione, insolita e macabra, arriva per bocca degli agenti stessi: «Ci dia quindici minuti di tempo e lo riportiamo in albergo». Un cadavere dunque va e viene ad esclusivo vantaggio di un informazione assetata. «Non si trattava certamente di una procedura normale - dirà in seguito il commissario - però questo fatto non lo tenni segreto, perchè informai il sostituto procuratore Manfredi sia il procuratore Mele».

UN CADAVERE 'IN VIAGGIO'.
Giuseppe Bergadano è il necroforo che entrò in camera per portare via la salma e che la riportò in un secondo tempo. Per lui fu una cosa molto strana fare quel 'dietro front' e riportare il cadavere di Tenco dove l'aveva prelevato. In molti anni di lavoro nel settore funerario infatti, mai gli era capitato un fatto simile, però tutto quello gli fu ordinato dalla polizia, così lui si limitò ad ubbidire, seppure scuotendo la testa. Ma perchè quest'insolito e macabro balletto non lo resa mai pubblico? «Perchè nessuno me lo chiese mai» disse Bergadano anni dopo. Si ricorda però che era già a casa quando con le sirene accese arrivò la pantera della polizia con l'insolita richiesta. E così, con la bara e dentro il corpo di Tenco, i necrofori ritornarono al Savoy, e da una porta di servizio raggiunsero velocemente la camera 219, nella quale riposizionarono il cadavere secondo come si ricordavano d'averlo trovato poco tempo prima. Una cosa però colpì il necroforo in quel suo secondo viaggio: nella stanza la pistola non era più sul comodino come invece lo era quando vi era entrato la prima volta. Con il 'cadavere posizionato', tutti uscirono dalla camera, mentre il commissario Molinari dava libero accesso a giornalisti e fotografi. Ma siamo certi che la posizione fosse proprio quella? Anche su questo punto ci sono molte discordanze.

(3 - continua)

giovedì 15 dicembre 2005

LUIGI TENCO: ANCORA UN MISTERO? (2^ parte)

SANREMO A TUTTI I COSTI.
E' un Tenco convinto quello che parte per Sanremo e la fiducia in "Ciao amore ciao" è senza limiti, se diamo credito ai giornali dell'immediata vigilia della manifestazione, dove si dice che Tenco abbia passato ore ed ore con gli amici facendogli ascoltare il brano. Cercava di saggiare le loro impressioni e nello stesso tempo, convincersi definitivamente della bontà del pezzo. Desiderava che "Ciao amore ciao" piacesse anzi, ad un gruppo ristretto di amici promise una "grande cena" se la canzone avesse avuto successo. Ma nel caso contrario, visto come sono andate le cose, aveva già in mente propositi suicidi? Sembra di no, poiché non era partito portando con sé una pistola, è questo particolare molto importante se si vuole sostenere l'ipotesi del suicidio. Su la certezza di un Tenco senza pistola, Gianni Borgna, musicologo e scrittore di libri sull'argomento, ne ha testimonianze dirette: «La testimonianza da me raccolta oralmente è di Mimma Gasparri, allora capoufficio promozioni della RCA, la quale mi disse che "la pistola Tenco l'aveva lasciata da qualche parte, e che gli venne riconsegnata proprio a Sanremo da qualcuno della sua casa discografica"». Cosa significa dunque tutto questo? Che Luigi Tenco non era partito avendo programmato - in caso di sconfitta - il suo suicidio. Ma anche questa ipotesi, pur essendo in sintonia con un non suicidio, non trova per niente d'accordo Valentino, il fratello maggiore del cantautore, il quale conoscendo bene la "precisione" del congiunto, nega questa possibilità, poiché «Luigi era troppo pignolo e mai avrebbe lasciato un arma in giro».

Un primo piano di Luigi TencoLA SERA DEL DRAMMA.
Il 26 gennaio del 1967 è la data del fatidico appuntamento di Tenco con il pubblico di Sanremo. Nel pomeriggio lunghe sedute fotografiche e poi le prove. Tenco sembra di buon umore, anche se qualche giornalista gli dice chiaro e tondo che l'interpretazione di "Ciao amore ciao" fatta da Dalida è molto meglio della sua. Non si saprà mai se questa critica ne sarà la causa, fatto sta che più ci avviciniamo all'ora d’inizio della gara, più l'angoscia si impadronisce di Tenco. Per vincere questo "terrore" Luigi ricorrerà a del "Pronox" e al trangugiamento di mezza bottiglia di grappa alle pere. In questo stato se lo ricorda perfettamente bene Mike Bongiorno, presentatore di quella edizione sanremese: «Ho cercato di rincuorarlo dicendogli di mettercela tutta, poi, visto che non si muoveva, ho dovuto letteralmente spingerlo sul palco verso il microfono».

L’ESECUZIONE DEL BRANO.
La sua interpretazione di "Ciao amore ciao" non è delle più felici. Si vede lontano un miglio che Tenco è assente. La sicurezza che mostrava nei giorni addietro è sparita totalmente, lasciando il posto ad un terrore incontrollato e l'espressione del volto lo conferma. Anche l'interpretazione lascia a desiderare e l'andare è sconnesso, impreciso, tanto che anche il direttore d'orchestra Giampiero Reverberi fa molta fatica a seguirlo. Tre minuti - il tempo che normalmente dura una canzone - passano veloci ma per Tenco saranno lunghi un eternità. Alla fine, quasi non sente gli applausi e come un automa se ne va. "Ciao amore ciao" racimola 38 voti su 900 disponibili. La canzone quindi è esclusa dalla gara e non rientrerà neppure nei "ripescaggi" effettuati dalla giuria della sala. Su quindici brani eseguiti quella sera, "Ciao amore ciao" si piazza al dodicesimo posto. Come si vivono i primi momenti della sconfitta? Luigi Tenco è madido di sudore e Dalida è visibilmente delusa. Ma per la cantante francese è solo un attimo di sbandamento e subito si riprende: «Brindiamo ugualmente». Dopo il cin cin di rito, Tenco si inchina in un formale baciamano per la gioia dei fotografi presenti che mitragliano la coppia di flash. Saranno le ultime foto da vivo di Tenco. Le ultimissime infatti lo ritraggono steso sul pavimento della camera dell'hotel Savoy, la numero 219, occhi socchiusi e un rivolo di sangue che gli esce dall'angolo destro della bocca, che va a formare una macchia scura sul tappeto a fiori della stanza. Su di un comodino, un assurdo biglietto d’addio: «Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente 5 anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt'altro), ma come atto di protesta contro un pubblico che manda "Io tu e le rose" in finale e una commissione che seleziona "La rivoluzione". Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao Luigi».

AL RISTORANTE.
Lia e Marcello Romagnone, proprietari del ristorante "Nostromo" sito a Grimaldi di Ventimiglia a pochi chilometri dal confine francese, videro entrare verso mezzanotte e trenta una piccola comitiva della RCA, la casa discografica sia di Tenco che di Dalida. Un'ora prima la canzone "Ciao amore ciao" era stata esclusa dalla manifestazione canora. Nella comitiva che si presentò al "Nostromo" c'erano anche i due artisti. Luigi Tenco però non si fermò a lungo, anzi, non entrò neppure: «Me ne torno in albergo, scusatemi...». Mezz'ora dopo il telefono all'interno del ristorante squillò. Una voce maschile avvisò che Tenco «non si sentiva bene». A questo punto Dalida e due responsabili della RCA frettolosamente lasciarono il ristorante, dirigendosi all'hotel Savoy. Uno di questi era Paolo Dossena, produttore discografico di Tenco: «Non fu però una telefonata allarmante» disse in seguito, «tanto che una volta giunti in albergo rimanemmo tutti scioccati nel trovare Tenco morto suicida». Ma chi fu dunque a fare quella telefonata? Pur non essendo in servizio, Edgardo Boveri, maitre allora dell'hotel, ammise di aver discusso del caso con i portieri in servizio in quella notte fatidica (ambedue oggi deceduti) i quali lo assicurarono che «Tenco quella notte non aveva mai chiesto la linea per telefonare». A quei tempi infatti ogni chiamata sia in entrata che in uscita doveva per forza passare attraverso il centralino dell'albergo.

I PRIMI INTERROGATIVI.
Chi era dunque l'uomo che telefonò al ristorante? Da dove chiamò se dall'hotel Savoy non partì nessuna telefonata? E ancora: Perché nessuno mai ammise di essere l'autore di quella chiamata? Fu lo stesso Tenco a telefonare magari da un telefono esterno trovato lungo la strada durante il suo rientro in albergo? Ma colui che la ricevette, perché non riconobbe la voce di Tenco? Misteri che si accavallano, mentre qualcuno prospettò un'altra ipotesi, ancora più allarmante. Alcuni dipendenti dell'albergo infatti assicurarono i giornalisti di aver sentito nella notte un violento alterco tra Dalida e Tenco a proposito dell'esclusione della canzone. Ognuno accusava l'altro della cattiva esecuzione del brano e della conseguente bocciatura. Se così fosse allora, bisogna dedurre che una volta arrivati in albergo, Dalida e i due dirigenti della casa discografica trovarono Tenco che era ancora vivo?
(2 - continua)

LEGGENDO QUA E LA'...

OCCORRONO 60 MILIONI DI ITALIANI - Esistono nel Paese 5700 istituzioni che si occupano della maternità e dell'infanzia, ma non hanno denaro per operare. Da qui la tassa sui celibi, alla quale forse un domani non troppo lontano, potrebbe far seguito quella sui matrimoni infecondi. Parliamoci chiaro: che cosa sono 40 milioni di italiani di fronte a 90 milioni di tedeschi? E di fronte ai 200 milioni di slavi? (3 giugno 1927)

ANNUNCI ECONOMICI
- Avete speso 20 mila lire e più per acquistare la vostra utilitaria, con la quale sbrigate e moltiplicate i vostri affari. Ma vi conviene poi di saper conservare questo capitale redditizio. Vi conviene saperlo usare con intelligente economia. Come? Curando e guidando da voi stessi la vostra automobile avrete a fine anno risparmiato una cifra ingente. Per ottenere questo vantaggio, basta la conoscenza richiesta per ottenere il certificato di idoneità. Bisogna conoscere meglio l'intima struttura della mirabile macchina, scoprirne i difetti e sapervi rimediare facendo da sè. Per tutto questo, leggete e consultate il "Libro Dell'Automobile Moderna". Il volume, che ha 987 pagine, costa solo £ 60. Automobilisti di oggi e di domani! Ricordate che queste 60 lire potrebbero domani farvene risparmiare parecchie migliaia! (1 luglio 1927)

mercoledì 14 dicembre 2005

PROFUMO DEL PASSATO/142

UNA TRUFFA LEGALIZZATA -
Istituto Sociale/Aosta 2 a 1. Forse in altoloco, e per questo intendiamo in via Volta a Torino, il risultato di questo confronto era stato disposto in partenza e a legalizzarlo, è stato inviato un arbitro che raccomandiamo ai responsabili del settore per una repentina promozione in serie A. Non condividiamo però quel grido di "ladri, ladri" che numerosi 'aficionados' aostani hanno lanciato all'indirizzo della squadra di casa, poichè il Sociale non ha rubato nulla. Si è trovata un risultato positivo che l'arbitro gli ha regalato, quindi ha ringraziato e proseguito il suo cammino.
(Sport Valdotains. Aprile 1972)
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BRUTALE AGGRESSIONE IN BASSA VALLE -
Tre malviventi armati e mascherati hanno aggredito e percosso in casa due anziani coniugi. Il fatto è accaduto a Balmas la vigilia di Natale. Dopo aver fatto razzia in casa, i malviventi sono fuggiti. La Polizia indaga.
(La Gazzetta del Popolo. Dicembre 1972)
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martedì 13 dicembre 2005

LUIGI TENCO: ANCORA UN MISTERO? (1^ parte)

Immancabilmente come l’influenza, ogni anno il "caso Tenco" ritorna d’attualità con i suoi interrogativi mai risolti: suicidio o omicidio? Ed anche quest'anno, (e guarda caso a pochi mesi dal nuovo Festival di Sanremo...) è successo. Questa volta è la Procura di Sanremo che ha riaperto il fascicolo sulla morte del cantautore ligure per un ulteriore approfondimento del caso: «Per noi è un suicidio» dice infatti il procuratore capo Mariano Gagliano, «ma nonostante ciò vogliamo svolgere ulteriori accertamenti che all'epoca non furono svolti, e tutto questo nell'ottica di mettere una volta per tutte la parola fine al caso Tenco».

Dalida e Luigi Tenco a SanremoCHI ERA LUIGI TENCO.
Quando nel 1967 si presentò al Festival di Sanremo, Luigi Tenco era un giovane di 29 anni, essendo nato il 21 marzo del 1938 in quel di Cassine, un borgo in provincia di Alessandria. Nel 1948 i genitori si trasferiscono a Genova per impiantare un attività commerciale - vendita di vini tipici piemontesi - ed è nel 1953, all'età di 15 anni dunque, che Tenco mette in piedi il suo primo gruppo musicale, che chiamerà con il lunghissimo nome di "Jelly Morton Boys Jazz Band". In questa formazione al banjo c'è Bruno Lauzi, e la musica che si suona è quella di Nat King Cole e Kid Ory. In seguito all'allargamento della band, arriveranno tra gli altri i fratelli Reverberi, Gino Paoli, Umberto Bindi e in seguito anche Fabrizio De André. Praticamente sta prendendo forma quella che negli anni a venire sarà etichettata come "la scuola genovese" del nuovo corso musicale. Nel 1961 esce il suo primo disco, ma la critica non è molto lusinghiera, anzi. La sua vena creativa intanto lo porta a comporre brani che col tempo diventeranno "piccoli capolavori" quali "Angela", "Mi sono innamorato di te", "La ballata dell'eroe", "Vedrai vedrai", "Un giorno dopo l’altro" e "Lontano Lontano". Canzoni belle, ma senz'altro controcorrente, poiché a differenza di altri brani che cominciano a indicare nuovi percorsi e nuove tendenze, quelle di Tenco parlano di sconfitte, di rinunce, di cocenti delusioni, canzoni tristi dunque, pertanto difficili e per quei tempi, addirittura difficilissime.

LA CARRIERA.
La sua canzone più venduta allora (negli anni '60) è "Lontano Lontano" con 30mila copie, quando in genere i dischi di un certo successo arrivano a centomila. Ma Luigi Tenco difende le sue scelte musicali, poiché si considera più che un artista inquadrato nella cosiddetta "musica leggera", un cantante di "musica popolare", quello cioè che in barba ad una ricerca spasmodica del successo - inteso come forma commerciale - porta avanti temi scomodi e difficili dall'essere recepiti dalla massa. Nel 1966 Tenco passa alla RCA, ma nonostante il grande battage pubblicitario della multinazionale americana le cose non cambiano. Ancora una volta il momento - ma soprattutto la moda - gli è contrario. Dall'Inghilterra i Beatles hanno portato nel mondo aria nuova, gioia e voglia di vivere, e i giovani in massa subito li hanno seguiti. Cosa potrebbe dunque dare loro la profonda infelicità che scaturisce dalla musica di Tenco? A questo punto il grande palcoscenico di Sanremo potrebbe rappresentare la sua ultima chance. Ma un artista sensibile come Tenco, può decidere di mettersi in discussione davanti ad una platea così vasta? Sanremo consacra o annienta e questo lui lo sa, quindi?

FESTIVAL DI SANREMO 1967.
La sua partecipazione alla manifestazione canora nacque un po' alla volta e forse per caso. Sembra che sia stata proprio la cantante francese Dalida, una volta ascoltata "Ciao amore ciao" a proporre a Tenco l'idea di una loro partecipazione in coppia a quell'edizione del Festival. Un idea che lo trovò d'accordo, tanto da proporre questa sua intenzione ai vertici della sua casa discografica, la RCA. Ma come fu presa a questo punto la proposta? «Quando Tenco venne a prospettarmi la sua intenzione di andare a Sanremo» commentò Ennio Melis, direttore a quei tempi di RCA Roma, «rimasi sostanzialmente perplesso. I tempi non mi sembravano maturi per una mossa del genere, però non volli freddare il suo entusiasmo, non dissi niente, non lo dissuasi né lo frenai». A questo punto cade l'ipotesi di una partecipazione imposta dalla sua casa discografica contro la sua volontà e soprattutto è strano quel suo cambiamento di tendenza, ovvero il superamento di quella "repulsione" che Tenco nutriva verso questa manifestazione musicale e che pochi anni prima gli aveva fatto dire «Non andrò mai al Festival di Sanremo, perché è una manifestazione che non mi interessa e che considero negativamente». E' un cambiamento radicale dunque, poiché nel 1967 dirà senza tentennamenti che «Il pubblico oggi è cambiato, mostrando un interesse nuovo per quella linea melodica che si riallaccia al folclore...». Un Tenco sicuro di sé, convinto che sia arrivato - finalmente! - il suo momento. Ma è un cambiamento troppo veloce e sospetto, tanto sospetto da non sembrare vero. Di certo c'è che qualcosa però era cambiato in lui, almeno a livello caratteriale, poiché i suoi discorsi ora andavano molto al di là degli orizzonti "ristretti" nei quali fino a poco tempo prima amava cimentarsi. Ora il suo obiettivo era su grande scala, quello cioè di sedersi sul gradino più alto, magari criticando chi già aveva raggiunto la cima, come si deduce da una sua dichiarazione rilasciata ad una rivista: «Ho preso una decisione che a me sembra valida. Mi sembra anzi tanto buona che vorrei avere un pubblico sempre più numeroso, e il giorno che riuscissi a farcela o avere questo pubblico dalla mia, state pur certi che non lo inviterò a volare "nel blu dipinto di blu"...» (chiaro riferimento a Domenico Modugno e al suo celebre motivo).

(1 - continua)

lunedì 12 dicembre 2005

PENSIERINO DELLA GIORNATA/64

We are not satisfied to be right,
unless we can prove others to be quite wrong...
W. Hazlit (scrittore inglese, 1778-1830)

(Non ci basta avere ragione: vogliamo dimostrare che gli altri
hanno assolutamente torto...)

PROFUMO DEL PASSATO/141

TRE PAESI VALDOSTANI IN GUERRA DA 700 ANNI PER UNA SORGENTE D'ACQUA -
Sono Torgnon, Verrayes e Saint Denis. Oggetto della discordia una sorgente che sgorga a 3000 metri d'altitudine su cui le frazioni rivendicano sacrosanti diritti. Questa guerra vera e propria, perchè ci fu anche un morto, soltanto nell'800 si tramutò in un conflitto giudiziario. Ora si profila un 'trattato di pace', poichè l'acqua sarà equamente divisa grazie ad una canalizzazione del costo di 500 milioni. Armando Mattamel, 71 anni sindaco di Verrayes, sta per riunire la Giunta comunale e discutere il 'trattato di pace'. "Speriamo che sia la volta buona" ha detto prima di iniziare i lavori.
(La Gazzetta del Popolo. Novembre 1972)
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NELLA NOSTRA REGIONE C'E' IL MAGGIOR NUMERO DI BOCCIATI -
Lo dice una statistica dell'Istat: "La situazione è precipitata" dice l'Assessore alla pubblica istruzione, "con l'afflusso degli immigrati, perchè molti genitori non sono in grado di assistere i propri figli. Bisogna correre ai ripari. Entro gennaio del 1973, si cercherà di istituire dei centri di doposcuola per il recupero e l'assistenza degli studenti stessi. Questo record non ci fa di certo onore".
(La Gazzetta del Popolo. Dicembre 1972)
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PENSIERINO DELLA GIORNATA/63

Per la libertà, così come per l'onore, si può
e si deve mettere in gioco la vita.
M. de Cervantes (scrittore spagnolo 1547-1616)

PROFUMO DEL PASSATO/140

NUMERI E DATI DELL'ULTIMO CENSIMENTO -
Nei 74 Comuni i valdostani sono aumentati poco più di 8000 unità in dieci anni. Solo il capoluogo fa registrare un incremento di 6300 residenti. Con l'ultimo censimento dell'ottobre 1971, i valdostani quindi ammontano a 109.252 (54.717 maschi e 54.535 femmine, mentre nel 1961 erano 100.999). La popolazione attiva oggi è di 41.000 unità di cui 5.600 nell'agricoltura e il resto in altre attività. In Valle d'Aosta esistono poi 40.167 case di cui solo 25.000 occupate. Questo significa che in Valle si è molto costruito in questi ultimi anni.
(La Gazzetta del Popolo. Agosto 1972)
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UNA SOPRAELEVATA AD AOSTA DALLA COLLINA ALL'AUTOPORTO -
Una senzazionale proposta dell'architetto Berlanda in commissione urbanistica per la nostra città in corsa verso gli anni '80, poichè il capoluogo rimarrà soffocato se non si provvederà presto a creare un nuovo nodo di traffico a sud. Dal momento che l'apertura dei due trafori ha creato una corrente di traffico immaginabile attraverso la nostra regione, si deve correre ai ripari. Un avveniristica strada sopraelevata dovrebbe dunque attraversare la statale 26 'a croce' dalla collina di Saint Christophe fino all'autoporto. Il progetto che per ora è solo una proposta, appare abbastanza allettante, anche se non mancheranno considerazioni contrastanti.
(La Gazzetta del Popolo. Settembre 1972)
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giovedì 8 dicembre 2005

JOHN LENNON 1940 - 1980


John Lennon 1940 - 1980«Sai quello che hai fatto?» gli urlò choccato il portiere del Dakota Building. «Certo. Ho appena ucciso John Lennon» rispose il giovane omicida. Erano esattamente le 10.50 di sera dell’8 dicembre 1980. Finiva lì, nel freddo androne di un edificio di New York la vita di uno tra i più osannati artisti del secolo, anima e voce dei Beatles, il gruppo che nel corso degli anni '60 aveva rivoluzionato il mondo della musica pop. «All the lonely people, where do they all come from, All the lonely people, where do they all belong». Così recitava "Eleanor Rigby" nel 1966, e mai parole furono più azzeccate.
Mark David Chapman, il suo assassino, era infatti un solitario con un paranoico amore/odio nei confronti di Lennon. Grande ammiratore dell’artista, Chapman lo aveva imitato in tutto: suonava la chitarra, portava lo stesso taglio di capelli e infine, per dare un tocco finale alla sua follia, come Lennon aveva sposato un asiatica. A quel punto - così prospettò Robert Marvit, psichiatra tra i più dotati nel mondo - Chapman potrebbe aver detto: «Lennon adesso sa che ci sono due di noi, pertanto devo toglierne uno». Il 6 dicembre, un sabato, Mark David Chapman, 25 anni, con 16 dollari e 50 si prese una camera al YMCA, un ostello per giovani appena nove "blocks" distante dal Dakota, l'elegante ed esclusivo edificio "old style" dove Lennon vi viveva con la famiglia. Il lunedì successivo Chapman si presentò davanti al Dakota in attesa di veder Lennon. Fu una lunga attesa, premiata infine verso le cinque del pomeriggio, quando John e sua moglie Yoko Ono uscirono di casa. «Può farmi l’autografo su questo disco?» chiese timidamente Chapman porgendo una copia di "Double fantasy", l'ultimo album di John e Yoko. Ben volentieri l'artista si prestò al rito ponendo la sua firma sulla copertina del 33 giri. A quel punto Chapman andò letteralmente in delirio: «Nessuno a casa mia ci crederà!»
Lennon rilascia un autografo al suo futuro assassinoJohn Lennon quel giorno lavorò negli studi della Record Plant fino alle 10.30 di sera al missaggio di un nuovo singolo dal titolo provvisorio - allora - "Walking on the tin ice". A conclusione dei lavori aveva in programma un salto al ristorante, un'idea che invece abbandonò all'ultimo minuto. La nera limousine con autista presa in affitto e che usualmente li scaricava al di là del cancello di casa, quella sera invece lasciò Lennon e Yoko sul marciapiede dell'ingresso che dà sulla 72esima strada. Uscita per prima dall’auto, Yoko si incamminò verso il portone seguita a pochi passi da John. Come questi varcò gli ornamentali archi dell’ingresso, una voce risuonò alle sue spalle: «Signor Lennon». L'artista si girò. Mark David Chapaman era a non più di due metri di distanza e tra le mani stringeva una "38 special". Prima che Lennon potesse intuire il pericolo, l'omicida fece fuoco centrandolo con quattro colpi. Lasciando una scia di sangue dietro di sé, Lennon salì a fatica sei scalini crollando di fronte al gabbiotto del custode dell’edificio. «Questa persona sta morendo» disse Antony Palma al suo collega James Moran, ambedue agenti della Polizia di New York giunti in un attimo nella zona. Pertanto, visto la gravità della situazione, decisero su due piedi di portarlo subito via. Sistemato sul sedile posteriore, la vettura a sirene spiegate si diresse verso il Roosvelt Hospital situato a cinque "blocchi" di distanza, mentre altri agenti prendevano in consegna l’omicida. Durante il breve percorso, uno dei poliziotti chiese a Lennon: «Sai chi sei?»
Lennon ai tempi dei BeatlesImpossibilitato a parlare, l'artista mosse la testa come per dire si. Subito portato in sala operatoria, per oltre mezz'ora i medici cercarono disperatamente di strappare Lennon alla morte, un impresa che però risultò vana. «L’artista è giunto in ospedale con l’80 per cento in meno del volume del suo sangue» sentenziò il dottor Stephen Lynn. Moriva così John Lennon, icona degli anni Sessanta, autore e interprete di melodie che tutt’oggi sono tra le più ascoltate di tutto il pianeta. In una di queste, dal titolo “When I'm 64” (scritta e cantata da Paul McCartney ma con l'aggiunta di alcuni versi apportati da Lennon), John volle immaginare la sua vita -appunto - da sessantaquattrenne. Non ci arrivò. Il suo assassino infatti gliela chiuse ventiquattro anni prima.

PENSIERINO DELLA GIORNATA/62

Padre nostro che sei nei Cieli/restaci/E noi resteremo sulla terra/
che a volte è così bella.
J. Prévert (poeta francese, 1900-1977)

PROFUMO DEL PASSATO/139

COMMESSA IDEALE 1972 -
Attraverso le preferenze dei lettori, sarà eletta anche quest'anno la più bella commessa della nostra regione. Nel 1971 la prima classificata è stata Elsa Barmasse del Drop di Aosta con oltre 16.000 preferenze. Seconda si classificò Rita Brillo della Standa e terza Francesca Marola della Vegé. E' probabile che quest'anno nuove reclute verranno alla ribalta per rubare il titolo di reginetta alla commessa in carica.
(La Gazzetta del Popolo. Aprile 1972)
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OLLIETTI E MARCOZ MORTI IN UN INCIDENTE STRADALE -
Sgomento nel mondo politico valdostano e tra la popolazione. Ollietti e Marcoz erano in lista per le elezioni alla Camera e al Senato. La sciagura è avvenuta nella notte al ritorno da un comizio a Champoluc. Ferite due attiviste del Psdi. Il grave incidente si è verificato poco dopo le una della notte del 24 aprile a pochi chilometri da Verres dove l'auto, una Citroen 21 DS guidata da Ollietti è uscita di strada. "Non riesco più a controllarla!" sono state le sue ultime parole. Germano Ollietti 56 anni moriva poco dopo, mentre l'avvocato Oreste Marcoz cessava di vivere all'ospedale di Aosta.
(La Gazzetta del Popolo. Aprile 1972)
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lunedì 5 dicembre 2005

PROFUMO DEL PASSATO/138

CENTRO STORICO DI AOSTA: GHETTO O MUSEO? -
Tutti sanno che il centro storico di Aosta si è formato durante un periodo di tempo lungo ben 5 secoli. Ora però le condizioni di vita in questo centro sono deplorevoli e inumane: case indecenti, umide e malsane, dalle stanze basse e prive di luce. Alloggi sovraffollati, carenza di servizi elementari -riscaldamento e servizi igienici- penuria di aree verdi per bambini, condizioni ambientali antigieniche, fitti esosi eccetera. E' purtroppo una realtà degradante e abbietta che soffoca e comprime nel fisico ancor prima che nello spirito. Bisogna cambiare. E' un obiettivo che Aosta, città europea non può disattendere.
(Il Corriere della Valle. Gennaio 1972)
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NESSUN TEST A SCUOLA SUI PROBLEMI DEL SESSO -
Lo ha detto l'assessore Lustrissy: "Si trata di una proposta che abbiamo respinto". Severino Caveri nel frattempo ha presentato un istanza al Sovrintendente della Pubblica istruzione, chiedendo che venga condotta un inchiesta per accertare se sia vero che due insegnanti della scuola media di Verres avrebbero proposto agli allievi un test sessuologico di questo tipo: 'Hai intenzione di giungere vergine al matrimonio? Perchè? Se fossi un ragazzo andresti a letto con una ragazza? Perchè? Ti attraggono le esperienze sessuali? Perchè?' E' uno scandalo dunque, anche se Lustrissy getta acqua sul fuoco: "Chi ha proposto tutto questo ha dovuto rinunciare, quindi non c'è motivo alcuno di preoccuparsci per una questione che non esiste". Da una prima indagine, sembra che siano state due studentesse a formulare i test e distribuirli a scuola.
(La Gazzetta del Popolo. Aprile 1972)
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sabato 3 dicembre 2005

PENSIERINO DELLA GIORNATA/61

La vita dell'uomo è un filo di seta sospeso in un gioco di rasoi.
E. Cecchi (scrittore italiano, 1884-1966)

PROFUMO DEL PASSATO/137

AD AOSTA SI RISCHIA DI BERE ACQUA FILTRATA DAL CIMITERO? -
Popolazione preoccupata e sindaco fiducioso, mentre un geologo lo dice a chiare lettere: "Avevo segnalato i rischi del pozzo di Mont Fleury". Il problema di un possibile rischio di 'inquinamento' dato la vicinanza del camposanto è così finito anche sul tavolo del presidente della Giunta. Di parere opposto invece è l'ufficiale sanitario De Marchi, fiducioso di quell'acqua che pompata a 200 metri dal cimitero sgorga dai rubinetti delle case. Dove sta la verità? Nel frattempo salgono i consumi di acqua minerale, usata oltre che per bere e cucinare, anche per lavarsi faccia e denti.
(La Gazzetta del Popolo. Dicembre 1971)
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RENATO RASCEL HA LASCIATO ARRABBIATISSIMO CERVINIA -
Al noto attore cantante, presentatosi senza il 'pass' allo ski-lift perchè dimenticato a casa, gli è stato chiesto gentilmente di procurarsene un altro altrimenti no navrebbe potuto salire. Indignato per l'affronto subìto, questi ha girato i tacchi e se ne è andato a bordo della sua fiammante Ferrari. "Non mi vedrete mai più in Valle d'Aosta"!
(La Gazzetta del Popolo. Dicembre 1971)
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venerdì 2 dicembre 2005

PENSIERINO DELLA GIORNATA/60

Rien n'est plus dangereux qu'une idée quand on n'a qu'une idée...
Alain (filosofo francese, 1868-1951)

PROFUMO DEL PASSATO/136

CONSEGNATA LA TARGA AUTOMOBILISTICA AO-50000
La consegna è avvenuta venerdì 8 aprile presso la sede dell'Ispettorato in via Paravera. Erano presenti l'assessore Giuseppe Arbaney, il presidente dell'Automobil Club della Valle Sergio Ramella, il maggiore Carlini comandante della Polizia Stradale e il comandante dei Carabinieri di Aosta maggiore D'Ambrosio. La targa AO 50000 è stata consegnata alla signora Maria Ida Lanese abitante ad Aosta, e fissata su di una Simca 1300.
(La Gazzettadel Popolo. Aprile 1971)
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RALLY DELLA VALLE: BUONA PRESTAZIONE DEI PILOTI VALDOSTANI -
Notevole è stato il successo del primo giro automobilistico di regolarità "Trofeo Valle d'Aosta" alla memoria dell'aostano Carlo Baselli, svoltosi domenica su un percorso di 236 chilometri. Incoraggiati dal successo ottenuto, gli organizzatori dell'Automobil Club della Valle d'Aosta col patrocinio dell'Assessorato regionale al turismo, già pensano alla seconda edizione. Al primo posto in assoluto si è classificato Claudio Haupt su Porsche 911 S. Bene anche i nostri piloti e questo è il loro ordine d'arrivo: 1° Remo e Italo Celesia su Alfa Romeo 1750; 2° Luigi Ocleppo e Aldo Bessero, e 3° Lamberto Zoso e Giovanni Rean.
(La Gazzetta del Popolo. Settembre 1971)
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giovedì 1 dicembre 2005

PENSIERINO DELLA GIORNATA/59

Come è terribile conoscere, quando la conoscenza
non giova a chi la possiede!
Sofocle (tragico greco, 496-406 a.C.)

PROFUMO DEL PASSATO/135

I LADRI IN VALLE D'AOSTA NON SI CONCEDONO PAUSE -
In un anno i colpi messi a segno sono stati 2000. Praticamente non passa notte che non venga commesso un furto e le auto in sosta sono prese di mira in continuazione. L'audacia dei ladri va assumendo proporzioni allarmanti. In media si calcola che un auto al giorno venga visitata dai ladri, vale a dire 350 auto all'anno. Di questi furti almeno 200 sono compiuti ad Aosta. La delinquenza dunque minaccia turisticamente anche la regione, in quanto numerosi sono gli ospiti che vengono derubati.
(La Gazzetta del Popolo. Febbraio 1971)
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TROPPO CARI GLI AFFITTI AD AOSTA -
Il problema interessa centinaia di operai che non sono in grado di pagare gli alti prezzi imposti dai proprietari di case. Ad Aosta, l'affitto di un alloggio di quattro vani costa dalle 35 alle 40 mila lire al mese quando non si tratta di alloggi classificati 'di lusso', altrimenti i prezzi subiscono balzi vertiginosi fino a raggiungere la cifra di 50/60 mila lire. Nella sola città di Aosta mancano ancora circa 500 alloggi per risolvere il problema della casa.
(La Gazzetta del Popolo. Febbraio 1971)
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