sabato 29 novembre 2008

TANTO BELLE DA FAR SVENIRE...

KAMPALA - Alte, bellissime e nere. Sono le più ricercate nel mercato del sesso a Kampala in Uganda, e i turisti, soprattutto bianchi e in cerca di esotico, non se le lasciano scappare. Anche loro, le ragazze, non è che si nascondono, anzi, fanno di tutto per farsi notare e poi, non lesinano certo complimenti o strizzatine d'occhio. Qualcosa però non quadra per la polizia del "Criminal Investigations Directorate", poiché ormai sono troppi i "clienti" che si recano nei loro uffici per sporgere denuncia di strane circostanze accadute prima di... consumare la notte insieme. Ma cosa accade di concreto? Che dopo i primi approcci, qualche abbraccio e qualche bacio un po' più 'spinto', il 'tapino' cade svenuto senza un motivo apparente e soprattutto, senza aver 'consumato'. E al suo risveglio, pure l'amara sorpresa di essere stato derubato di tutto ciò che aveva. Ma come si può spiegare tutto questo? La risposta la da Fred Enanga, portavoce della polizia, il quale afferma che sicuramente il motivo di questi "svenimenti improvvisi e inopportuni" dipende da particolari sedativi che queste "ragazze disponibili" si spalmano sul seno e sul resto del corpo e che di conseguenza vengono assimilati dall'ignaro turista attraverso lingua e labbra. Trentasette sono le prostitute sospettate per il momento dalla polizia, e tutte fanno parte di una gang di criminali, mentre i casi di "bianchi tarlupinati e fessi" sono circa una decina. L'unica cosa che per il momento può fare la polizia del posto è lanciare un avviso: Occhio alla seduzione troppo facile. E' una mazzata per i molti commenda nostrani, che nonostante l'età, calvizie e pancetta prominente, quello svenimento lo attribuivano ad un effetto collaterale del viagra. Ora, alla luce di un portafogli svuotato, sanno che non è così... (Gericus)

venerdì 28 novembre 2008

I MISTERI DI ERBA...

ERBA - Quale può essere il motivo delle parole pronunciate da Azouz Marzouk alla Corte, nell'udienza finale del processo per la strage di Erba? Quale significato dare al suo racconto portato in extremis in aula dove uno sconosciuto sarebbe andato a confessare ai suoi genitori che vivono in Tunisia, che "gli assassini di sua moglie e di suo figlio non sono Olindo e Rosa ma altri"? Perché quest'ammissione che di fatto -oltre ad aver gettato nuove ombre su tutta la vicenda- avrebbe potuto essere preda ghiotta per la difesa dei due imputati? "Anche se io sono convinto della loro colpevolezza -dice Azouz al giudice Alessandro Bianchi indicando i due imputati- questo è ciò che è successo. E ora sono preoccupato per i miei genitori." A dare maggiori delucidazioni su questa vicenda salta fuori il fratello, Salem Marzouk, 30 anni , il quale racconta che uno sconosciuto, un tunisino che ha lavorato per anni a Como, si sarebbe recato dai loro genitori per dire che la carneficina sarebbe stata opera di sicari, mossi da "gelosie e razzismo". Il motivo, dando credito a questa versione, sarebbe uno solo: colpire Azouz. E' indispettito il presidente della Corte Alessandro Bianchi, poiché ricorda al tunisino, che domande in merito gli furono poste all'inizio delle indagini, e cioè, se avesse avuto dei conti in sospeso con qualcuno, dato il mondo in cui si muoveva e per cui era già finito dietro le sbarre: "Non ho nessun conto in sospeso alle mie spalle" replica adesso come già fece allora. Per la Corte quindi, nessun intoppo procedurale per queste nuove affermazioni, bollate dall'accusa come "un vano tentativo di prolungare il processo dando così la possibilità a Marzouk di non essere espulso dall'Italia il primo gennaio prossimo". Ma al di là dell'esito del processo, conclusosi come sappiamo con tre ergastoli affibbiati a Olindo e Rosa, quali altri scenari si potrebbero ipotizzare? Un atroce vendetta tipo quelle perpetrate dalla mafia, dove non potendo uccidere il diretto interessato, si colpiscono i suoi affetti più cari? Potrebbe allora quadrare la ricostruzione dei fatti portata avanti dalla difesa, nella quale si ipotizza che "gli assassini, già entrati nella casa della strage, fossero in attesa delle vittime, che dovevano essere solo moglie e figlioletto". Inaspettatamente però quella sera con Raffaella e Youssef arrivò anche la madre, Paola Galli, e la mattanza prese il via. A questa versione dei fatti, corrisponderebbe poi anche la testimonianza dell'unico sopravvissuto, Mario Frigerio: "Chi mi ha colpito aveva la carnagione olivastra, occhi e capelli scuri, e nessuno ha pronunciato una parola". Olindo Romano e Rosa Bazzi due disperati dunque entrati per caso nell'ingranaggio della giustizia? Due mentecatti che a causa dei loro trascorsi con le vittime, sono rimasti stritolati dalle circostanze? A questo punto è logico chiederselo: E' tutto chiaro nella strage di Erba?... (Gericus)

giovedì 27 novembre 2008

ALESSIO E FLAMINIA: FU OMICIDIO VOLONTARIO

ROMA - Qualcosa è cambiato nel nostro ordinamento giuridico, e questa sentenza, la prima in Italia lo testimonia: Tagliare un semaforo con il rosso guidando sotto effetto di stupefacenti o alcool e uccidere qualcuno è omicidio volontario. A introdurre questa novità -che fa giurisprudenza- è il giudice delle indagini preliminari Marina Finiti che ieri, con rito abbreviato, ha condannato a dieci anni di galera Stefano Lucidi, 34 anni, il pirata della strada che il 22 maggio scorso a Roma, falciò e uccise con la sua Mercedes C220 Alessio Giuliani, 22 anni, e Flaminia Giordani stessa età, (foto) due fidanzatini che a bordo di uno scooter stavano regolarmente attraversando l'incrocio. L'incidente avvenne nella strada a scorrimento veloce di via Nomentana, luogo tristemente famoso per altri incidenti mortali accaduti, uno dei quali poco tempo fa. Stefano Lucidi, nonostante la patente sospesa dal 2001, era al volante sotto effetto di stupefacenti e dopo il micidiale impatto, proseguì la sua corsa senza prestare soccorso ai due giovani, premunendosi poi di portare la sua auto in una carrozzeria, davanti alla quale la lasciò. Dietro di se, due giovani lasciati senza vita sull'asfalto. Stefano Lucidi decise di costituirsi solo dietro ad una telefona inviatagli da un agente, e da quel giorno non è uscito più di galera. Angela Giuliani, la mamma di Alessio, ha accolto la sentenza tra le lacrime, aggiungendo che è stata una donna -il gup Marini Finiti n.d.r.- "a portare un pizzico di giustizia, una donna rispettosa delle leggi e degna di essere chiamata tale". E sulla stessa riga è stata anche la mamma di Flaminia, la signora Teresa, per questa "giustizia che ci è giunta proprio da una donna". Di diverso avviso l'avvocato della difesa Basilio Fiore, "una decisione che non resisterà al vaglio del giudice d'appello". Una sentenza ben accolta però dalla gente, scioccata dal ripetersi di casi simili, e che ora dice "è stata resa giustizia ad Alessio e Flaminia". (Gericus)

mercoledì 26 novembre 2008

STRAGE DI ERBA: ERGASTOLO PER ROSA E OLINDO

COMO - Dopo sette ore di Camera di consiglio, i giudici, rispettando appieno le richieste dell'accusa, hanno presentato il conto: "Ergastolo, oltre all'isolamento diurno per tre anni per Olindo Romano e sua moglie Rosa Bazzi, (foto) ritenuti gli autori della strage di Erba dell'11 dicembre del 2006. "Siamo innocenti, e vorrei esprimere con Rosa il nostro sincero dispiacere per le persone che sono morte e per i loro familiari". Lo aveva annunciato Olindo questa mattina in aula, facendo scoppiare la protesta dei parenti: "Assassini!" E' questo in pratica il punto forte dell'udienza di oggi, oltre ad un elemento nuovo, un fax, recapitato alla Corte, nel quale si specifica che in un colloquio tra Azouz Marzouk e la Polizia penitenziaria, il tunisino "avrebbe espresso alcuni dubbi su tutta la faccenda". Questo, dopo aver appreso della visita fatta in Tunisia ai suoi familiari da uno sconosciuto il quale, avrebbe detto loro, che gli autori della strage "non sarebbero Olindo e la moglie Rosa, ma altri". Subito sentito in aula, Marzouk avrebbe confermato il fax, aggiungendo "Io sono certo che gli autori della strage sono loro, ma qualcuno ha detto che non è così. Sono preoccupato per i miei genitori, e ho molta paura per loro". Un fulmine a ciel sereno che però non cambia le carte del pm Astori, il quale bolla tutto come "un espediente di Azouz Marzouk per ritardare la sua espulsione dall'Italia" che avverrà dopo la fine dei 13 mesi di galera che attualmente il tunisino sta scontando e che è prevista per il primo gennaio prossimo. Per la Corte invece, niente supplemento di indagini alla luce dei nuovi sviluppi come proposto dalla difesa dei coniugi Romano "perché assolutamente non necessarie". Ergastolo dunque: "Ora i miei cari possono riposare in pace" ha sussurrato Mazouk, mentre il figlio di Valeria Cherubini, una delle vittime, alla lettura della sentenza ha dichiarato "E' stata fatta giustizia, anche se la pace è ancora lontana". Per l'avvocato Enzo Pacia, capo del pool di difesa dei Romano, il verdetto arriva "secondo copione". Per il presidente del collegio giudicante Alessandro Bianchi infine non ci sono dubbi: "I due imputati sono gli autori dell'omicidio di Raffaella Castagna, di suo figlio Youssef Marzouk, di sua madre Paola Galli e della vicina di casa Valeria Cherubini, oltre al tentato omicidio di Mario Frigerio". (Gericus)

martedì 25 novembre 2008

ARANCIA MECCANICA E PIADINA

RIMINI - Volevano farsi una risata i quattro balordi che due settimane fa hanno dato fuoco ad Andrea Severi, 44 anni, un clochard che nel freddo della notte stava dormendo su una panchina. E per "ridere" di cuore, i quattro, Matteo Pagliarani 19 anni, Fabio Volanti 20, Alessandro Bruschi 20, e Enrico Giovanardi 19, (foto: in ordine orario in alto da sinistra) hanno cosparso di benzina il poveretto dandogli fuoco, così, per scacciare la noia e farsi due risate. Ma se il gesto ha già di per sé una crudeltà infinita, le confessioni sono ancora più scioccanti: "Volevamo solo divertirci un po'", diranno a degli sbigottiti magistrati. I quattro "dell'arancia meccanica" erano convinti di averla fatta franca "dopo le risate del momento" scatenate dalla vista di un uomo-torcia, pertanto erano rientrati nella vita di tutti i giorni in quella Rimini fino a pochi mesi fa godereccia ma ora piombata nel deserto dell'inverno. Ma si sa, è proprio in questi momenti di "calma piatta" che le cose "buffe" ritornano a mente, specialmente quando le bionde e disponibili turiste se ne sono andate, tanto che il quartetto, parlando al telefono, ricordava la serata "spiritosa" scambiandosi battute tipo "Hai visto come ha preso fuoco... e come si stava scaldando", e giù risate. Ma non finiva lì: "E che fiammata! Stava dormendo, ma hai visto che salto"? è giù a tenersi la pancia dalle risate. Idioti e fessi, perché non sapevano che i loro telefoni erano sotto controllo, poiché grazie ad un testimone trovatosi quella sera per caso nei paraggi, si era ricordato di un auto partita sgommando, e oltre al modello, anche di una G letta di sfuggita sulla targa. Elementi sufficienti alla polizia per arrivare ai quattro "burloni" e stringer loro le manette ai polsi. Ora sono accusati di tentato omicidio, mentre Andrea Severi, con ustioni di secondo e terzo grado su metà del corpo, dovrà sopportare a costo di atroci dolori una lunga serie di operazioni per ricostruirgli la pelle. Ora bisognerebbe appurare se imbecilli si nasce o se lo si diventa crescendo. Nel primo caso, con un "poveretti, mi dispiace per loro perché non sanno quello che fanno" -di cristiana memoria- si potrebbero internare in una clinica per disastrati mentali e attendere un segnale di miglioramento, mentre nella seconda ipotesi, anni di galera chissà se basteranno a farli rinsavire dal profondo abisso dell'imbecillità umana in cui sono caduti. (Gericus)

lunedì 24 novembre 2008

IL CREPUSCOLO DEI CRITICI...

Lo abbiamo sempre sostenuto: che ben venga la critica quando è costruttiva. "Critica: Facoltà di giudicare e valutare, così da poter prendere una posizione intellettuale o morale selettiva in relazione a un determinato oggetto" recita il dizionario . Orbene, nell'articolo a firma di Alessandra Comazzi uscito sulla Stampa di oggi, lunedì 22 novembre, non mi sembra che la critica abbia apportato grande beneficio all'utente televisivo né l'abbia esortato ad una scelta culturalmente e qualitativamente migliore. E mi spiego: "Crepuscolo dei pippisauri". Con questo titolo si porta a conoscenza la gente che l'epoca delle trasmissioni tipo quelle condotte da Pippo Baudo è finita. E' finita perché un Baudo -secondo la Comazzi roba da Giurassico- è studio per paleontologi, quindi lontano nel tempo e dai gusti televisivi della popolazione del Terzo Millennio. Tutto ciò potrebbe -magari con altre parole-, essere utile per far capire al telespettatore che è giunto il momento di cambiare gusti, ovvero orientarci su canali che offrono programmi più... intelligenti. Ma il bello -in questo caso forse è meglio dire "il brutto"- arriva quando, dopo aver affossato Pippo Baudo attraverso "una disfatta subita", chi mi porta a paragone con toni trionfalistici la 'nostra' Comazzi? Nientemeno che una delle trasmissioni più "trash" di tutti i palinsesti: "C'è posta per te" della Maria De Filippi. Va bene che "se deve pure magnà", ma esultare per questa vittoria -che poi è come quella di Pirro...- vuol dire consegnare il "trash" agli onori della cronaca, all'Olimpo dei programmi, e allora tutto ciò non quadra. Da anni schiavi dell'Auditel, ovvero di quel sistema di rilevamento televisivo del gradimento popolare di un programma e guarda un po', inventato dai pubblicitari per piazzare i loro 'commercial', oggi dunque esaltiamo un programma proprio per quei dati. Ma partendo dal presupposto che "cultura e intrattenimento di massa" non saranno mai compatibili, è logico che la prima soccombe, proprio grazie all'Auditel. "12% lo share di 'Serata d'Onore' di Pippo Baudo e 31% quello della De Filippi con 'C'è Posta per Te'" esulta la 'nostra' Alessandra Comazzi, rimarcando poi che "non v'è chi non veda l'enormità del divario". Certo che lo notiamo questo divario, ed è deprimente, culturalmente inaccettabile e offensivo per la nostra società, perché programmi come "C'è posta per te", "Amici", Isole, Talpe, Case, Fattorie ed affini, andrebbero banditi dalla televisione, altro che esaltarli per lo share più alto. Troppo facile ipnotizzare la gente col trash, col gossip, col sapere se Belen Rodriguez ha fatto cornuto si o no Marco Borriello e per sciogliersi poi in lacrime davanti a qualcuno che dopo anni ritrova un parente lontano. E' televisione tutto ciò? E' televisione creare "tronisti" e migliaia di starlette che vivacchiano il primo su un trono -di che cosa?- e le seconde nelle alcove dei calciatori? Mah, a questo punto non so se tra 'Giurassico' e Terzo MIllennio, il 'Pippisauro' sia il male maggiore... (Gericus)
[foto tratta da La Stampa: Pippo Baudo e Maria De Filippi]

COSI' PER RIDERE UN PO'...

Pubblicità:
"Funerali a costi ridotti. Cinquantasei rate a prezzi bloccati. Affrettatevi!

Frasi celebri:
"Noi farfalle si vive un giorno solo, e quando son le sei di sera si han già le palle piene... (Altan)
"Preferirei essere nero piuttosto che gay, perché se sei negro non lo devi dire a tua madre"! (Charles Pierce).

Giornalismo di periferia:
"I tre erano entrambi pregiudicati".
"Il cadavere al piede destro aveva solo una scarpa".
"Nella notte ignoti ladri sollevavagli l'auto sopra indicata su due mattoni asportandole quadrambe le ruote marca Pirelli".

Da verbali di servizio:
"Il pregiudicato dichiara che al bar aveva consumato solo alcuni salatini e un Wiskey di marca Black and Decker".
"Notavamo autovettura BMW sospetta di grossa cilindrata e ci ponevamo all'inseguimento con la vettura (Fiat Panda) di servizio, ma nonostante l'impegno profuso, l'autovettura sospetta si dileguava".
"Entravamo nella stalla e rinvenivamo sette mucche di cui una toro".

Storia:
Guerra epica tra greci e siculi. Il capo dei greci esorta i suoi: "Avanti figli di Troia"! e il capo dei siculi, per non essere da meno risponde: "Ammuninni figghi i bottana"!

Aforisma:
"Il segreto di un candidato politico? E' di sembrare stupido come chi lo ascolta, così che gli ascoltatori si sentano intelligenti come lui..." (Fred Barnes)

E per finire:
"La fine dell'umanità sarà dovuta all'indifferenza della gente. Ma chi se ne frega"...

domenica 23 novembre 2008

MORIRE A SCUOLA

RIVOLI (TO) - Un boato improvviso, poi la fine. Vito Scafidi, 17 anni, (foto) studente modello della quarta scientifico al liceo Charles Darwin, sedeva al penultimo banco a sinistra di quell'aula, ed è lì che alle 10,45 precise è crollato il soffitto seppellendolo. Morto all'istante, colpito al cranio da pesanti strutture. Si muore anche così, in un giorno di scuola come tanti altri, e ora tutti lì a chiedersi come sia stato possibile. C'è chi parla di fatalità, perché l'intervallo era finito da poco, tanto che alcuni studenti erano ancora in corridoio per l'ultima parola prima di riprendere gli studi, mentre fuori l'inverno aveva già ricoperto di neve le vette più alte della Val di Susa e folate di vento rabbiose scuotevano la scuola. Ed è proprio sulla struttura dell'edificio, vecchia di anni e con diverse ristrutturazioni messe in atto nel tempo che ora si puntano gli occhi dei magistrati che subito hanno aperto un inchiesta. Un incongruenza però è già spuntata, ed è un pesante e vecchio tubo di ghisa del canale di scolo delle acque nere inattivo da anni e che una volta era fissato da parte a parte delle pareti. Nei vari interventi sull'edificio svolti negli anni, -pur non interessando l'aula in questione- forse per difficoltà o per perdita di tempo -e soldi- non era stato mai asportato quell'inutile e pericoloso manufatto, lasciandolo così "pericolosamente" sospeso al soffitto con una serie di agganci. Una spada di Damocle dunque che per anni è rimasta in sospeso sulla testa degli studenti della IV G, ed è bastato una giornata di vento, lo sbattere di una pesante porta di sicurezza in acciaio a causare lo sgancio dei tiranti e la caduta del tubo, trascinando con sé l'intero soffitto. Si muore anche così dunque, in questa nostra Italia proiettata tra le "grandi" del mondo ma con strutture scolastiche rimaste, come nel caso specifico, al 1934, ultimo anno appunto in cui l'aula fu sottoposta a restauri. E la mappa del "pericolo scuola" -fonte Ecosistema 2008 di Legambiente- segnala che su 42.000 edifici scolastici, solo Valle d'Aosta, Sardegna, Molise, Campania e Basilicata possono permettersi il 100% dell'agibilità statica delle loro scuole, in una classifica dove all'ultimo posto si trova l'Abruzzo, con un punteggio da brivido dell'8,51%. Roba da Terzo mondo. Ora sarà la magistratura a dare una risposta a questa tragedia, che come sempre arriva sulle lacrime di qualcuno, oggi sulla pelle di Vito Scafidi, uno studente modello di 17 anni che amava la vita, il calcio e la sua Juve... (Gericus)

lunedì 17 novembre 2008

STRAGE DI ERBA: UN VIAGGIO NELL'ORRORE

COMO - "Vi prenderò per mano per condurvi in questo viaggio dell'orrore". Ha detto così il pm Massimo Astori iniziando la sua requisitoria nel dibattimento per la strage di Erba che vede alla sbarra Olindo Romano e sua moglie Rosa Bazzi, accusati dell'omicidio di Raffaella Castagna, di suo figlio di due anni Youssef, della madre della donna Paola Galli e di una loro vicina di casa, Valeria Cherubini. Il marito di quest'ultima, Mario Frigerio, scampò alla carneficina diventando il principale teste d'accusa. Per il magistrato, questo è un delitto che nasce da lontano, da quell'odio verso Raffaella Castagna covato fin dal 2001, quando ancora all'orizzonte non c'era traccia di Azouz Marzouk, il tunisino che in seguito avrebbe sposato la donna. Per i coniugi Romano, che già mal sopportavano la "ricca" Raffaella, la follia esplose poco dopo il matrimonio di quest'ultima, per quei rumori provenienti dal piano superiore e da quel continuo via vai di extracomunitari che da un po' di tempo si era instaurato nel piccolo condominio. Ad accendere la miccia infine, fu un atto di citazione giunto ai Romano a seguito di una furibonda lite avvenuta tra i due nuclei familiari. Un affronto per Olindo e Rosa e la decisione di chiudere la faccenda con una strage. E nella fredda descrizione di quell'esplosione di follia dell'11 dicembre 2006, la cruda realtà dello svolgersi dei fatti: "76 colpi inferti, di cui 24 sprangate e 52 coltellate, l'ultima delle quali riservata al piccolo Youssef, vibrata senza pietà alla gola". Una carneficina dunque, mentre per le strade di Erba già brillavano le luci del vicino Natale. Nella loro gabbia, come due bestie ammansite, Rosa e Olindo ascoltano le parole del pubblico ministero senza un cenno di pentimento, lontani, quasi apatici. Per loro, l'unica cosa che conta è poter stare vicini, e il processo è una delle rare occasioni, al di là di tutto, per farli incontrare. "Ho ripercorso tutte le tappe della vicenda affinché voi, giudici, possiate scrivere la parola 'ergastolo', e che è l'unica parola possibile per questo bagno di sangue". Presenti in aula Carlo Castagna, padre di Raffaella, e i due figli rimasti. In disparte, quasi lontani, Azouz Marzouk, nel momento detenuto nelle carceri di Vigevano per scontare una pena di 13 mesi per spaccio di droga, e in attesa di essere espulso dall'Italia alla data del 1° gennaio 2009. Farà però a tempo ad ascoltare la sentenza di questo processo, attesa per il 26 novembre prossimo. (Gericus) [foto: Olindo Romano e Rosa Bazzi]

domenica 16 novembre 2008

GUSTIBUS NON DISPUTANDUM EST...

Dietrofront! I panini di Mc Donald's non sono dannosi per la salute, anzi, sono buoni e fanno bene. E questo annuncio, che va contro le indicazioni di medici nutrizionisti e dietologi, deriva -a sentite quello che si scrive sul Giornale- nientemeno che dal celebre gourmet Ferran Adrià, un consiglio che preso così potrebbe essere paragonato ad un Montezemolo che spinge gli automobilisti a comprare una Trabant. Del resto il paradosso è sempre stato un po' la prerogativa di certi "creatori del gusto", basta guardare il cibo della cosiddetta "nouvelle cuisine" che si metteva -e come- nel piatto, che più di farti venire l'acquolina in bocca ti faceva dire "caspita che bello! ma cos'è"? Ecco, ritornando al punto dunque, le camionate di grassi saturi, salumi, carne, fritture, dolci e bevande zuccherate, oggi scopriamo che "possono andare", e che i ragazzi, maggiori clienti di queste catene di fast food, non devono temere l'anatema di medici e genitori. Ma come siamo arrivati a 'cotanta' temeraria verità? Il tutto partirebbe dalla rivista britannica "The Indipendent", dove in un articolo, parlando di alta cucina, si esaltano ricette che per noi italiani sono un pugno nello stomaco: trota alla griglia con flan di Nutella, tagliolini in brodo con gelatina di fragole e salumi misti al laim dei Caraibi. Cibo spazzatura -si scrive dunque nell'articolo a firma di Nino Materi-, con tanto di riabilitazione per patatine fritte, cioccolata e hot dog, arachidi e surgelati. "Niente di meglio quindi di un hamburger col ketchup e maionese" aggiunge a questo punto Ferran Adrià, il cuoco spagnolo considerato internazionalmente il "numero uno della Gastronomia molecolare". 'Gustibus non disputandum est' sentenziava il grande Giulio Cesare, anche se lui tutto ciò lo disse davanti ad un piatto di asparagi al burro servito nella magione di un certo Valerio Leonte. Chissà però quale frase avrebbe lasciato ai posteri se gli avessero messo davanti un super Mc a quattro strati gocciolante ketchup e maionese... (Gericus)

sabato 15 novembre 2008

ELUANA, IL DIRITTO DI VIVERE O MORIRE

LECCO - Eluana Englaro (foto) può morire. Lo ha detto una sentenza della Cassazione. Può morire perché non è vita quella che lei trascorre ormai da 16 anni. Non è vita lo stato vegetativo "senza ritorno" in cui è caduta Eluana in quella sciagurata notte del 18 gennaio 1992 quando la sua auto si schiantò contro un albero. Sedici anni tra speranza e disperazione per una famiglia in attesa di un miracolo che non c'è stato, di un segno indicativo di un possibile risveglio. Eluana dunque "può morire". Può lasciare quindi questa vita "che vita non è", ma che pure "morte non è". Dov'è Eluana Englaro dunque? In quale dimensione si trova da sedici anni? Il dilemma che assilla tutti sta proprio qui, ovvero collocarla tra le anime andate o tra quelle che tuttora appartengono alla vita, a quella vita che in ogni caso si deve salvare a tutti i costi. Lo scontro sul piano etico è arduo, perché la decisione della Cassazione suggerisce quasi l'idea che "la vita di ogni malato sia priva di dignità", di un diritto proprio di vivere o di morire. Per Eluana Englaro nel frattempo è iniziato il conto alla rovescia, quel conto che in una maniera o l'altra è iniziato tanto tempo fa, un conto però partito da troppo lontano. Lo stop non lo ha dato né tanto meno lo darà il destino. Saranno le macchine che le permettono di non abbandonare il contesto degli uomini a darle l'ultima spinta verso il nulla, una spinta che i medici assicurano "indolore". E noi qui a macerarsi l'anima nel chiederci se quella spinta non sia stata poi un delitto collettivo... (Gericus)

martedì 11 novembre 2008

IL RIMORSO CHE UCCIDE

TORINO - Un rimorso troppo pesante da sopportare, fantasmi e ricordi impossibili da cancellare. E proprio per questo, Corrado Avaro, 31 anni, ha deciso di farla finita, impiccandosi nella casa dove viveva col padre. Una morte che merita tutto il nostro rispetto, e che purtroppo "arriva annunciata". Era il 15 luglio dello scorso anno quando Corrado Avaro, dopo una serata di bagordi trascorsa tra amici, si mise al volante della sua vettura per ritornare a casa. Il destino infame volle che alle quattro della notte, percorrendo la provinciale 161 in località di San Secondo di Pinerolo, Corrado Avaro incrociasse la sua vita con quella di Claudia Muro, 16 anni, appena uscita da una discoteca in compagnia di amici. Le strisce pedonali sulle quali attraversava la giovane non bastarono a fermare la corsa di Avaro, che a bordo della sua Rover 200 falciò la ragazza uccidendola sul colpo. Subito arrestato, dopo un periodo di detenzione trascorso nel penitenziario di Saluzzo (Cn), Avaro ottenne gli arresti domiciliari poi, l'8 maggio, il tribunale di Pinerolo, derubricando l'accusa da "omicidio volontario" a quello "colposo", con rito abbreviato lo condannò a 3 anni di reclusione e lo affidò alla comunità di don Ilario Rolle, parroco della Santa Gianna di Venaria. Quell'ultimo incidente però arrivava dopo inquietanti segni premonitori, dato che per ben tre volte , al giovane, gli era stata ritirata la patente poiché sorpreso al volante in stato di ebbrezza. La morte della ragazza lo aveva profondamente e intimamente colpito: "Continuo a sognare l'incidente, con Claudia che sbatte sul parabrezza della mia macchina....giuro, non la vidi proprio...". Un incubo ricorrente da farlo piombare nella più cupa depressione, con un angosciante proposito: "Devo farla finita...". A trovarlo appeso ad una corda con accanto una lettera di perdono per i genitori, è stato il padre Giuseppe, un agricoltore di 69 anni: "Ad ucciderlo sono stati giornali e televisione che lo hanno dipinto come un mostro" ripete l'uomo sconvolto dal dolore. Una vita che se ne va dopo l'altra, un epilogo che con compostezza e sincera umanità commentano i genitori di Claudia Muro: "Anche per noi oggi è un giorno triste" annunciano dopo aver appreso del suicidio del giovane. "Non volevamo che finisse così, e siamo certi che neppure nostra figlia lo avrebbe voluto. Oggi Claudia muore di nuovo"... (Gericus)
[foto: Corrado Avaro e nel riquadro, Claudia Muro]

lunedì 10 novembre 2008

CARLA BRUNI: CONTENTA LEI...

E' contenta di non essere più italiana la 'nostra' Carlà Brunì, con gli accenti -s'il vous plait- al posto giusto. Lo ha detto lei, finalmente "staccatasi" dall'ormai trito cliché di "mandolino, spaghetti e pizza" tanto di moda all'estero, lei, che ora, oltre ad essere la signora Sarkozy, nonchè "first lady", è diventata cittadina francese. Motivo di tanto ardore (?!), la battuta di Silvio Berlusconi su Barack Obama -giovane, bello e abbronzato- pronunciata mentre si trovava in Russia. La mortificazione per tale uscita deve averla traumatizzata, cose che capitano del resto solo a "personaggi sensibili e di spicco". Finalmente dunque non è più italiana, pertanto non dovrà più vergognarsi né sentirsi in imbarazzo a causa del suo passato, delle sue radici. In Italia, apprese queste parole, sono iniziati i suicidi in massa non sapendola più "de noantri", tanto che le prime parole di sgomento le ha pronunciate proprio Francesco Cossiga: "Anche noi italiani siamo ben lieti che Carla Bruni (foto) non sia più italiana, anzi, siamo addirittura felici" ha sostenuto il noto 'picconatore', aggiungendo "chissà, che un giorno Carla Bruni non sia costretta dalla sua burrascosa vita, a richiedere la cittadinanza italiana". Una 'picconatina' però non poteva mancare: "La signora Carla Bruni è libera di dire e pensare quello che vuole, mentre la signora Carla Sarkozy farebbe bene a ispirarsi ad una maggiore cautela. Felice di non essere italiana, ma abbiamo potuto apprezzare quanto sia felice di guidare italiano e di parlare con i terroristi". Nel sondaggio invece svolto tra la popolazione italiana, alla domanda "ha sentito cosa ha detto Carla Bruni", il 99,9% ha risposto: "Carla chi"?... (Gericus)

sabato 8 novembre 2008

UNA RISATA CI SOMMERGERA'...

E' di oggi la notizia che la commissione Giustizia di Palazzo Madama ha approvato un emendamento che prevede per lo straniero irregolare né l'arresto obbligatorio, né il processo per direttissima. Non è più un reato dunque (?) entrare illegalmente in Italia, bensì un infrazione amministrativa e come tale, sanabile con un ammenda. Nel Paese di Pulcinella, i cambi di battuta fanno parte della commedia. Servono a tenere sveglio l'interesse del pubblico e preparano all'applauso. Solo che qui non si tratta di un teatrino di periferia né di uno spettacolo rivolto a 'pensionati, ragazzi e militari', come urlava una volta l'imbonitore. Qui si tratta di leggi dello Stato che vanno e vengono in un altalena tra bastone e carota, e dove la carota, in questo caso, è rappresentata da una semplice multa da pagare. E già mi immagino le risate che si faranno coloro, che senza fissa dimora, né lavoro e nullatenenti, una volta pizzicati si vedranno consegnare dalla polizia un tagliando verde e un ammonimento: "multa da 10.000 euro da pagare entro 30 giorni"... E per quelle centinaia di clandestini che quotidianamente la nostra Guardia costiera va a salvare in mezzo al mare giù dalle parti della Libia, come la mettiamo? Una volta tratti in salvo, si vedranno immediatamente notificare l'ammenda? La Commissione Giustizia di Palazzo Madama ha detto che così facendo, non si ingolferanno maggiormente (38% dei detenuti sono stranieri, fonte Ministero dell'Interno) le nostre galere. Se allora il punto base è questo, chiudiamo le carceri e mettiamo un tariffario al crimine, con un omicidio che al pari di un divieto di sosta viene multato a tot euro, e altrettanto costerà commettere altri reati. Praticità dunque, perché al Ministero, avevano previsto che con la legge della reclusione, i nostri istituti penitenziari avrebbero dovuto farsi carico di circa 50.000 clandestini in più, e tutti da "sistemare" a vitto e alloggio, quindi? Hanno fatto due conti: 10.000 euro moltiplicato 50 mila... un bel gruzzolo... Soldi ipotetici, mentre le risate "a milioni", quelle si che saranno reali... (Gericus)

venerdì 7 novembre 2008

BARACK OBAMA'S SPEECH

"Se c'è qualcuno là fuori che ancora dubita che gli Stati Uniti siano un posto in cui tutto è possibile, che dubita che il sogno dei nostri padri fondatori sia ancora vivo, che si interroga sul potere della nostra democrazia, questa notte ha avuto una risposta. E' la risposta di giovani e vecchi, ricchi e poveri, democratici o repubblicani, bianchi e neri, ispanici e asiatici, gay e etero, disabili e non. Gli americani hanno lanciato un messaggio al mondo: non siamo mai stati un insieme qualunque di individui o un insieme di Stati blu o rossi. Siamo e saremo per sempre gli Stati Uniti d'America.
Yes we can. America siamo arrivati fin qui. Abbiamo visto così tanto ma c'è ancora molto da fare. Questa notte dobbiamo chiederci, se i nostri bambini vivranno abbastanza per vedere il prossimo secolo, se le mie figlie saranno così fortunate da vivere più di 100 anni, quali cambiamenti vedranno? Quali progressi avremo fatto? Adesso possiamo rispondere a questa domanda. E' il nostro momento. E' il nostro tempo. E' ora di ridare un lavoro alla gente, dare opportunità ai nostri ragazzi, ristabilire prosperità, promuovere la pace, riaffermare il sogno americano e una grande verità, che tra tanti siamo uno solo, che mentre respiriamo speriamo, e quando incontriamo scetticismo o dubbio, o incontriamo qualcuno che dice che non possiamo, noi risponderemo "Yes we can". Grazie. Che Iddio vi protegga, e che Iddio protegga gli Stati Uniti d'America".

giovedì 6 novembre 2008

L'ISOLA DEI PENOSI...

L'unica arma che il telespettatore ha contro i programmi "super trash", è il telecomando. Con quello possiamo lasciare al loro destino "talpe", "fattorie", " grandi fratelli" e, dulcis in fundo, naufraghi su isole lontane. Raidue, -e la "si-Mona-Ventura"- di questi ultimi ne ha fatto dei "maitre à penser", ovvero, volto e specchio della nostra società. Niente male come paragone dunque. A parte l'idiozia di partecipare a trasmissioni simili che trovo umilianti e poco dignitose, qual'è il punto di forza che tiene incollato al video una certa quantità di persone? Non è né arte né personalità. E' lo scandalo e quel senso di voyerismo che alberga nell'animo umano, gente attratta da movimenti sospetti tra due concorrenti sotto le coperte -per sfuggire agli occhi delle telecamere- e da corna che stanno per spuntare sulla fronte di mariti/fidanzati o mogli/fidanzate rimasti a casa. In quest'ultima edizione, che la Ventura pomposamente dichiara "straordinaria" (sic!), il pezzo forte sono le slinguazzate scambiate -a sentire ciò che ha detto l'ex parlamentare (!) Vladimir Luxuria in diretta televisiva- tra Belen Rodriguez, (foto) fino a poco tempo fa "morigerata" fidanzata del calciatore del Milan Marco Borriello, e Rossano Rubicondi, il tuttora (?) marito italiano dell'ereditiera americana Ivana Trump. Sesso a volontà e lingua che sbatte "dove il dente duole", con volgarità pronunciate dalla Belen a Luxuria tipo "tu sei geloso perché non hai questa qua", alludendo naturalmente a quella parte intima che madre natura ha regalato a lei e negato -suo malgrado...- al nostro Vladimiro. Questa dunque è la pattuglia dei naufraghi sbarcati su quest'Isola dei "Penosi", con una Mara Vernier che paragona questa fiction a "Dallas e Dynasty" -roba da Oscar dunque!- e con un Luca Giurato -beh, lui lasciamolo dire...- che gongolante annuncia che tutto quello che è successo su quel set, "è una commedia dei sentimenti". (?) Belin! Ma di quali sentimenti ci parla la Belen? Ok, fermiamoci qui, sperando che prima o poi certi personaggi sulla via del tramonto, ex signori nessuno o starlette in cerca di notorietà -a costo di tutto, corna comprese- finiscano come per incanto. Nel frattempo, aiutiamo l'agonia di "spettacoli simili" portandoli alla "morte indolore" con un semplice gesto: La pressione di un polpastrello sul tasto rosso del telecomando. Quello che spegne tutto, naufraghi, liti, e lussuria senza morale. Clik... (Gericus)

mercoledì 5 novembre 2008

YES WE DID!

"E per coloro che avevano dubbi sulla nostra democrazia, questa è la nostra risposta". Yes we can dunque, parola di Barack Obama, (foto) 44esimo presidente degli Stati Uniti d'America, eletto con un suffragio di voti questa notte, dopo una campagna elettorale durata quasi due anni. Un Obama che in certi aspetti ricorda il mai dimenticato John Fitzgerald Kennedy, il presidente della "nuova frontiera" assassinato a Dallas il 22 novembre1963. Come lui infatti, Obama risveglia il patriottismo latente di una popolazione, che se allora era impaurita dalla "guerra fredda", oggi è stanca di guerre e impoverita da crisi economiche. Quasi un ritorno ai tempi andati, quando un certo Martin Luther King ammansiva le folle col suo "I've a dream" (io ho un sogno), un sogno che però oggi non è prerogativa solo della parte nera della popolazione, perché con Barack Obama oggi sta sognando anche la "middle class" bianca che vuole uscire dal baratro di una recessione annunciata e inarrestabile. "We just made history" (abbiamo appena fatto la storia) ha pronunciato quando i voti gli hanno dato ragione, "and I don't want you to forget how we did it" (e non voglio che dimentichiate quello che abbiamo fatto). Subito parole di apprezzamento per il suo avversario John McCain, chiamandolo "un eroe americano", poi, ritornando a ciò che lo aspetta, ha ammesso che "we have a lot of work to do to get our country back on track" (abbiamo molto lavoro da fare per riportare il nostro Paese in carreggiata). E' quello che si aspettano milioni di americani, e con loro, una buona parte del mondo Occidentale, perché nonostante tutte le più nere previsioni, oggi qualcuno ha avuto il coraggio di dirlo a chiare lettere: "Yes, we can"! (Gericus)

martedì 4 novembre 2008

ALBERTO STASI RINVIATO A GIUDIZIO

GARLASCO (Pavia)- Per il pm Rosa Muscio non ci sono dubbi. Alberto Stasi, (foto) il 25enne neo-dottore in Economia di Garlasco è da rinviare a giudizio. Per l'accusa infatti, è lui l'autore dell'omicidio di Chiara Poggi, la giovane 26enne trovata uccisa nella sua abitazione il 13 agosto dello scorso anno. Sconosciuto fino ad ora il movente, ma nessuna incertezza da parte dei Carabinieri del Ris i quali, nella loro ricostruzione in base ai rilevamenti scientifici effettuati sulla scena del crimine, ribadiscono che quella sera con la vittima c'era una sola persona, e non due come sosteneva la difesa di Stasi. Un "delitto non premeditato", come si afferma, ma aggravato da sevizie e inaudita crudeltà, come evidenziano le devastanti ferite riscontrate sul volto e sul capo della ragazza, provocate da un corpo contundente mai ritrovato. E i gravi indizi raccolti in quattordici mesi di indagini non lasciano scampo: "Quando l'ha trascinata sul pavimento, la ragazza era ancora viva, ha stretto i pugni mentre il suo assassino la portava verso la porta a soffietto che immette al piano inferiore. Qui è stata colpita ancora e poi gettata sulla rampa delle scale, finendo con la testa sul sesto scalino. Raggiunta dall'omicida, questi l'ha colpita di nuovo sulla testa, poi il killer si è spostato in bagno per lavarsi le mani, lasciando tracce di sangue sul lavandino e sul tappetino". E ad avallare questa tesi, tracce di Dna di Chiara rinvenute sui pedali della bici di Alberto Stasi, che la difesa non ha negato, sostenendo però che quella macchia "non è sangue, ma materiale biologico della vittima legato a 'manipolazione' dell'oggetto". Sudore quindi secondo la difesa, rigettato immediatamente dall'accusa, la quale afferma che se così fosse, "perché non abbiamo ottenuto il profilo genetico della ragazza da prelievi fatti su altre parti della bicicletta come il manubrio, la canna, la sella e soprattutto, sulle manopole"? Interrogativi che dovranno essere risolti in tribunale, dove Alberto Stasi dovrà chiarire poi il motivo di quelle circa 10 mila immagini pedopornografiche -oltre a 300 film a luci rosse- rinvenute sul suo computer portatile, tutto materiale visionato catalogato e racchiuso in 18 faldoni. Una storia dai tanti contorni e dai troppi misteri che si chiude? E' presto dirlo, anche se Rita Poggi, la madre di Chiara non si fa illusioni: "Voglio solo la verità" dice, "e non un colpevole a ogni costo". (Gericus)

lunedì 3 novembre 2008

E IO PAGO...

A leggere certi fatti, mi sento un Totò anch'io, e come lui -ma saremo in tanti immagino!- mi viene spontaneo urlare il mio "E io pago!". Ma è mai possibile, per le pubbliche amministrazioni, investire capitali in simili iniziative? Milioni di euro buttati letteralmente al vento creando la convinzione, per quanto assurdo è il principio, che sotto sotto si celino strani maneggi. Il buon Andreotti diceva che "a pensar male si fa peccato, anche se però ci avviciniamo alla verità". E partendo proprio da questa osservazione, cerchiamo di capire quale interesse abbia spinto la Regione Piemonte a stanziare 101.500 euro per lo "studio del territorio del parco nazionale del Marocco". In più però, ne ha stanziati altri 57.386 per il "potenziamento della ceramica tradizionale nel villaggio di Tamesloth" , sempre in Marocco. La Regione Lombardia invece si è spinta fin nel Perù, spendendo 100.000 euro per la "gestione ambientale sostenibile del bosco secco nel nord del paese". Ma è andata anche più lontana, con altri 100 mila euro spesi per la "conservazione ambientale e sviluppo sostenibile dei comuni locali nell'area transfrontaliera del Grande Gobi tra Cina e Mongolia". Il ridicolo lo sfiora l'Emila Romagna, dove la Regione -bontà sua la cifra non è specificata- ha buttato tot migliaia di euro per -pronti a ridere o a strabuzzare gli occhi!- "l'educazione sessuale in tre quartieri periferici degradati della città di Scutari" in Albania. Nonostante ciò, ha trovato altri soldi -ancora non specificati- per "la raccolta differenziata a Tiro", in Libano. E la Regione Liguria cosa ti inventa? Nonostante la proverbiale avarizia dei suoi abitanti, apre il portafoglio -della collettività però!- e tira fuori 42 mila euro per "aprire una panetteria comunitaria in Congo", oltre che a spenderne altri 33 mila per "l'allevamento di animali minori per le donne a Quichua" in Equador. E finiamo -per il momento- l'assurdità dello sperpero... e altro, con la Regione Toscana, la quale "butta" 12.911 euro per il "sostegno ai municipi autonomi del Chiapas", oltre ad altri 12.000 per la "ricerca e tutela dei siti di svernamento delle rondini" (!!!??) in Katanga, Congo. A parte l'assurdità dei progetti, mi piacerebbe sapere prima di tutto, come questi amministratori zelanti e "cuori teneri" hanno fatto a scoprire certi luoghi spersi nel pianeta Terra e forse nemmeno censiti sulle carte geografiche. Al di là di questo, è mai possibile che nessuno si sia mai chiesto se è giusto con i soldi della collettività, "insegnare sesso" a degli albanesi disagiati? E fare uno studio sui siti delle rondini congolesi? Fermiamoci qui per il momento, perché lo sconcerto è alto, pur se altre regioni non scherzano in fatto di "spese... assurde". A loro, sarà dedicata la seconda parte del "E io pago!" (Gericus)

domenica 2 novembre 2008

LA STRADA: UNA ROULETTE RUSSA

Più che "la notte delle streghe", la recente festa di Halloween è stata la notte dei morti sulla strada. Morti in incidenti, molti per eccesso di velocità o colpi di sonno, ma altri, non causati da 'fatalità', bensì da delinquenti al volante imbottiti di droga o alcol. Incidenti che più di altri angosciano le coscienze, perché prudenza e moderazione da parte nostra non hanno nessun significato. Sulla strada, purtroppo, sono altri che decidono la nostra sorte, gente al volante magari ubriaca o strafatta di cocaina. Come è successo in questi due casi. A passare dalla vita alla morte per cause altrui, Giambattista Ambrosini, 56 anni di Romano in Lombardia, (Bg). Sposato e tre figli, Giambattista era prossimo alla pensione. Tra un anno infatti, avrebbe "staccato" dalla sua mansione di impiegato per dedicarsi interamente alla famiglia e al suo hobby, il ballo. Un programma di vita andato a monte per colpa di un delinquente al volante. Erano le tre di venerdì notte, quando sulla strada provinciale tra Chieri e Castrezza, nel Bresciano, Ambrosini ha avuto la sventura di trovarsi una Golf guidata dal marocchino Mohamed El Ghar Baoui, 31 anni, strafatto di alcol e cocaina. Correva sui 140 chilometri all'ora -lo testimonia il contachilometri della vettura rimasto fermo a quella velocità-, e come un maglio, invaso la corsia opposta, ha centrato in pieno la Bmw sulla quale si trovava Ambrosini. Lo schianto non gli ha lasciato scampo, e l'operaio è morto sul colpo dentro alla vettura accartocciata. Al test della polizia stradale, il marocchino è risultato con una quantità di alcol nel sangue superiore a tre volte il limite consentito dalla legge, nonché positivo al consumo di stupefacenti. E le manette sono scattate ai suoi polsi. A causare questo incidente mortale infine, -lo si è appurato poi da altri controlli- un clandestino senza permesso di soggiorno e soprattutto, senza patente, poiché ritirata in seguito ad un precedente controllo nel quale era risultato sia ubriaco che sotto effetto di anfetamine. Perché allora non sia stato arrestato e spedito a casa sua non è ammesso sapere, ma se fosse stata attuata questa norma di legge, Giambattista Ambrosini avrebbe potuto continuare a coltivare il suo hobby, avrebbe potuto godere della sua pensione, e soprattutto, sarebbe ancora vivo. Stessa sorte anche per Roberta Caracci, 24 anni, uccisa da un mascalzone fumato e impasticcato. E' successo in provincia di Milano. L'altra notte, Roberta stava tornando a casa a bordo della sua utilitaria, quando un destino crudele l'ha fatta incrociare con la vettura guidata da Alessandro Mega, un tipo che al volante proprio non ci doveva essere, poiché senza patente. L'urto tra le due auto è stato terrificante, tanto che all'arrivo dei soccorsi, Roberta Caracci, fresca laureata in Gestione dei Beni culturali, era ormai priva di vita. Non era una nottambula Roberta, poiché di giorno lavorava duro alla Decathlon e la sera era sempre china sui libri per raggiungere la sospirata laurea. Anche per lei, tutto vanificato per colpa di "personaggi" cui la vita altrui -e forse come la propria- non vale niente, tanto da giocare alla "roulette russa" sulla strada. Così, senza pensarci due volte, per la curiosità di vedere quando partirà il colpo mortale. (Gericus)

sabato 1 novembre 2008

POESIA E SANGUE

ERBA - "Mia cara Rosa,ti hanno tagliato lo stelo per farti appassire. Non avere paura, il tuo Paperino ti proteggerà e farà rifiorire in tutta la tua bellezza di un tempo non troppo lontano. Tuo per sempre Olly". Una poesia per l'amata, non sbocciata sullo sfondo di un tramonto romantico, ma dentro le asettiche mura di una prigione. A riceverla è Rosa Bazzi e a scriverla è Olindo Romano, i due coniugi di Erba rinchiusi nel carcere del Bassone di Como con l'accusa tremenda di quadruplice omicidio. Era la sera dell'11 dicembre del 2006 quando in una cascina ristrutturata di Erba, dopo un violento incendio domato dai pompieri, vennero rinvenuti quattro cadaveri oltre ad un ferito grave. I corpi erano quelli di Raffaella Castagna, del figlioletto Youssef, della madre Paola Galli e della vicina di casa Valeria Cherubini, mentre il marito di quest'ultima, Mario Frigerio, si salverà nonostante una tremenda coltellata alla gola. E' un mese dopo che Olindo "Olly" Romano e Rosa Bazzi (foto) finiranno in galera, dopo il riconoscimento del sopravvissuto. Due anni tra le sbarre dunque, come se fosse una vacanza, senza ripensamenti né pentimenti, e solo un chiodo fisso: rimanere insieme al di là di tutto, sentenze e ergastoli. Insieme nella vita e altrettanto in detenzione. Del resto lo scrive Olly alla sua amata: "Olindo e Rosa Angela, uniti nella vita come nella morte, nel nostro amore infinito, e nel tuo perdono". Ridere alle udienze in tribunale, rinchiusi nella gabbia e davanti ai fotografi, gesti di dolcezza scambiati tra sé come fossero ad un anniversario di matrimonio. Follia che prende il sopravvento? E' l'irragionevole postura di chi non ha più niente da perdere, perché l'universo intero è quel loro amore senza limiti né decenza? Materiale da studio per chi dovrà analizzare personalità e psiche di gente che dopo un massacro a sangue freddo, chiede "una cella matrimoniale" per continuare a stare insieme. Non c'è pentimento né fantasmi da scacciare. Nemmeno l'immagine di un bambino -Youssef- sgozzato come un agnello porta raccapriccio. Quello che conta è stare insieme, "tra l'inverno, tra il gelo e la neve, al tepore della primavera circondata di fiori sei tu". (Gericus)