martedì 13 novembre 2018

DESIREE E PAMELA, SORELLE DI SVENTURA...

Di certo non le manda a dire: "Le belve di Desirée? Datele in mano a suo padre". Lo dice chiaro e tondo Joe Formaggio, sindaco  di Albettone, piccolo comune in provincia di Vicenza. Parole forti, che però sono quelle che pensano da tempo gli italiani, perché, diciamocelo chiaramente, qualcosa non funziona nel settore della giustizia. E' di oggi infatti la notizia che i Giudici per il Riesame hanno fatto cadere le accuse di "stupro di gruppo" annullando di fatto anche l'accusa di omicidio della sedicenne Desirée Mariottini (foto) , la ragazza stuparata e lasciata morire in un palazzo occupato di San Lorenzo a Roma alcuni giorni fa dopo essere stata riempita di un cocktail micidiale di droghe. La motivazione poi lascia basiti: "Gli abusi non sarebbero stati commessi in branco ma singolarmente". Capito? Darsi il cambio per compiere la violenza non è uno stupro di gruppo. Il Gip, (Dio lo illumini!!), ha confermato invece la misura cautelare delle quattro belve, poiché il loro comportamento è stato portato avanti con "pervicacia, crudeltà e disinvoltura". Da qui la reazione del nostro Joe Formaggio, che già il nome è tutto un programma: "Non meritano i 500 euro a testa che ci costano giornalmente in galera". Parole sagge. Pertanto? I quattro fermati, il nigeriano Alino Chima, i due senegalesi Mamadou Gara e Brian Minthe oltre al ganese Yusif Sali presto potrebbero lasciare le nostre patrie galere. No ,qualcosa non quadra... (Gericus)

lunedì 12 novembre 2018

Dove eravamo rimasti?

Bene, dove eravamo rimasti? Si riparte con un Gericus Bellorto ancora più agguerrito nell'indicare i fatti di cronaca, di politica e del sociale che più di altri meritano un approfondimento. Non faremo sconti a nessuno poiché l'obiettività sarà il nostro punto di forza. Gericus Bellorto è un anima libera, difficilmente influenzabile, quindi punti di vista sereni senza guardare l'agone politico.
Vento nuovo dunque che anima un ritorno alla grande, dove in mezzo ai fatti quotidiani ci sarà spazio anche per musica e social. E' dunque un ritorno a casa tra circa 500mila amici che da tempo seguono Gericus da ogni parte del mondo.

Ben ritrovati! Good to see you! Bien Trouvé! Gut Gefunden!

sabato 10 agosto 2013

Vivere la vita di un altro...


Una vita più una vita non fanno due vite. Fanno un enigma. Se fosse un film, lo si potrebbe intitolare Una vita di troppo. Ma essendo la pura e semplice verità, nessun titolo può spiegare come si senta oggi, a 49 anni, il bambino che visse due volte, l'uomo venuto dal nulla. Insomma, Paul Fronczak (foto). Dei suoi 49 anni, 48 portano di diritto quel nome e quel cognome, però l'anno mancante è anonimo, un buco nero in una culla. Andò così. Il 27 aprile 1964, in una nursery di Chicago viene rapito un neonato. Pare che a sottrarlo sia stata un'infermiera. Anzi, una donna che s'è fatta passare per infermiera, con tanto di camice e cuffietta. Il dolore dei genitori non riesce a ucciderli. Li ferisce a morte, ma non li ammazza. Fanno bene a resistere, e si meritano l'happy end che va in scena quasi un anno dopo. A Newark, nel New Jersey, quelli dell'Fbi trovano un bimbo abbandonato. Nessuno lo reclama, da quelle parti, è un figlio di nessuno. Qualcuno ricorda il caso di Chicago: che sia proprio lui il «kidnapped baby Paul»? Mamma e papà del rapito, subito contattati, sentono un brivido di speranza correre lungo la schiena, una scossa che ridà loro le forze. E quando amorevolmente esaminano i tratti del volto del fagotto che attende di conoscere il proprio destino, e si soffermano sulla conformazione delle orecchie, esultano: «That's my baby!!!», urla la signora Dora. Una madre non può sbagliare, e la prova del Dna è ancora fantascienza, nel 1968...
In quel momento, inizia la seconda vita di quel bimbo. Ha trovato una famiglia, ha trovato una casa, ha trovato un futuro. E per i 48 anni seguenti metterà fra parentesi il proprio anno mancante. Diventa un bel ragazzino, poi un bel giovanotto, poi un bell'uomo. Si sposa e si trasferisce nel Nevada. Diventa papà, e il suo pargolo, memore di quanto ha passato, non lo perde di vista un attimo. Le sue orecchie sono sempre fatte in quel modo particolare che gli è valso una mamma, un papà e tutto il resto. Soltanto, i suoi capelli non sono più biondi e folti. E sotto i capelli brizzolati, un rovello rimosso chissà quante volte torna ad alzare la voce, a urlare più forte di quanto urlò mamma Dora quella volta, abbracciandolo e scoppiando a piangere...
Paul non può far finta di non sentire. Non può continuare a essere se stesso ma anche un altro, due persone in un corpo. Una vita più una vita non fanno due vite. Fanno un enigma che deve ottenere risposta. E se la sua mamma e il suo papà fossero soltanto putativi? Se putacaso... Adesso la prova del Dna non è più fantascienza: è scienza. Così Paul si sottopone alla prova della verità. Non può dire bugie, non vuole dirle. A parlare per lui sono i geni. E i geni dicono «no». Dicono che Dora e Chester non sono i suoi genitori. «Cari mamma e papà - li chiama ancora così, e non potrebbe non farlo -, so che questa notizia è difficile per voi, eppure io vi amo e sarò sempre vostro figlio. Ma voglio scoprire la verità sulla mia identità», ha scritto Paul all'indirizzo che sappiamo.
Quarantotto anni dopo, un altro brivido è corso lungo la schiena di Dora e Chester. Un brivido di orrore. Hanno perso un figlio. Per la seconda volta. Di solito la vita dà e toglie. A loro ha soltanto tolto: prima il vero Paul, poi, quasi mezzo secolo dopo, l'altro Paul.
«Chi è Paul Fronczak?» è il titolo del profilo Facebook dell'ex trovatello. Vale per lui e vale per l'altro «lui». Ovunque sia, sulla Terra o altrove, sarà sempre il bimbo di Dora e Chester. E il fratello di un tale che si è preso la sua vita. (Da Il Giornale)