giovedì 31 maggio 2007

PRONTO IL PROGETTO FERROVIARIO AOSTA/MARTIGNY (1991)

Il collegamento tramite tunnel di 54 chilometri, sarà realizzato con treni ad alta velocità. Per due giorni, domani lunedì 8 e martedì 9 aprile, al centro congressi del Grand Hotel Billia di Saint Vincent , si parlerà del "supertreno", la linea ferroviaria ad alta velocità che dovrà collegare Santhià a Martigny (Vallese), passando da Aosta e poi sotto il colle del Gran San Bernardo. Il programma dei lavori della conferenza internazionale prevede, per lunedì alle ore 16, l'introduzione dei presidenti dei governi della Regione Valle d'Aosta Gianni Bondaz e del cantone svizzero del Valais Bernard Bornet. Ieri mattina ad Aosta il presidente Bondaz, affiancato dal neoassessore ai Trasporti Demetrio Mafrica e dal dirigente Pier Giorgio Vivoli, ha detto che "il progetto del nuovo collegamento ferroviario transalpino del Gran San Bernardo non è rimasto a livello delle buone intenzioni o a quello dei dibattiti o a quello delle ipotesi, ma ha raggiunto uno stadio di consistenze tecnico economiche e istituzionali talmente definite da poter passare alla fase delle decisioni politico finanziario operative e a quella contestuale della realizzazione. Nessun'altra ipotesi di trafori dell'arco alpino occidentale ha raggiunto questo stadio complessivo". (La Stampa)

mercoledì 30 maggio 2007

LA MERCEDES PUNTA SU AOSTA (1991)

Entro luglio la Valle diverrà il nuovo centro europeo della famosa casa automobilistica tedesca. Un protocollo d'intesa di vasta portata sotto il profilo economico e occupazionale è stato siglato in questi giorni tra la Regione e la Mercedes Benz Italia. Sottoscrittori dell'impegno il presidente della giunta regionale Gianni Bondaz e il vice presidente e amminicstratore delegato della casa automobilistica tedesca Jochen Prange. L'intesa prevede la costituzione da parte della Mercedes di una società con sede legale in Valle, "in collaborazione con una o più società complementari ma essenziali", di un centro articolato "Mercedes Benz" sul territorio della regione. Per questa particolare attività, la Mercedes, in collaborazione con la Regione, allestirà un centro internazionale nel quale la casa automobilistica tedesca invierà non soltanto il proprio personale tecnico, ma anche dirigenziale. In termini occupazionali, l'accordo Mercedes-Regione significa la creazione di 500 posti di lavoro. Nei prossimi giorni dovranno essere definiti, in armonia con le leggi italiane e tedesche oltre che con le norme di carattere unitario, tutti gli aspetti di una operazione destinata ad avere risvolti indubbiamente positivi per l'economia della Valle d'Aosta. (La Stampa)

martedì 29 maggio 2007

ANZIANI MASSACRATI A PRE SAINT DIDIER (1991)

Orrendo duplice omicidio a Pré-Saint-Didier. Due anziani coniugi, Feliciano Jorioz di 79 anni e sua moglie Germana Ferrein di 75, sono stati massacrati nel sonno con una ventina di coltellate nella notte tra sabato e domenica 24 marzo. A scoprire il delitto è stato il figlio Eliseo, 52 anni, quando alle 7,30 è andato in casa dei genitori come tutte le mattine per fare colazione. E sarà proprio il figlio, interrogato ininterrottamente per diverse ore ad essere sottoposto a fermo giudiziario il giorno dopo dal magistrato inquirente. Il 27 marzo, il giudice per le indagini preliminari Tiziano Masini al termine dell'interrogatorio confermerà il provvedimento cautelare nei confronto di Eliseo "Lisetto" Jorioz. Il 26 novembre del 1992 la Corte di Assise di Aosta lo condanna a 25 anni di reclusione, pena confermata il 2 dicembre del 1993 dalla Corte di Appello di Torino. Il 4 aprile del 1995 infine, i giudici della Corte di Assise di Appello di Torino lo dichiarano innocente rimettendolo in libertà. L'assassino dei coniugi Jorioz pertanto resta sconosciuto, anche se la Procura di Aosta riaprirà il caso assicurando che i killer dell'anziana coppia saranno assicurati alla giustizia. (La Stampa)
(Foto: Feliciano e Germana Jorioz -Copyright)

lunedì 28 maggio 2007

E' TORNATO L'INVERNO...

Dal piumone al lenzuolo e viceversa. Si è smarrita l'estate in Valle d'Aosta. Questa mattina infatti (ore 10.30) il termometro segnava 6 gradi(42F.) e alle ore 19.30 solo 12,5, un salto all'indietro di 25 gradi rispetto ai 31 toccati nientemeno che il 24 aprile scorso. Non c'è da stare allegri, poichè anche le montagne intorno alla città dimostrano chiaramente il brusco passaggio dal caldo al freddo con il ritorno della neve caduta nella notte poco sopra la città. Questa pertanto è l'immagine (foto) della situazione climatologica di oggi, lunedì 28 maggio, mentre tutti col naso all'insù cerchiamo l'estate smarrita... (Gericus)

sabato 26 maggio 2007

VOGLIO ANCH'IO LA MIA AUTO BLU! (2007)

"La voglio anch'io. La pretendo in nome della par condicio: per me andare al mercato, in centro, in viaggio, in farmacia a comprare carissime medicine, in banca a ritirare la misera pensione...è sempre più pericoloso. Non mi risulta che i vari politici, funzionari, giudici auto-blu dotati, corrano più rischi di un comune cittadino, pur essendo loro i responsabili della nostra insicurezza, della giustizia ingiusta, della burocrazia infame. Voglio anch'io l'auto blu e non voterò più questa gente (destra o sinistra non conta niente) fintanto che non si deciderà a fare la cosa più ovvia, onesta e banale: dare l'esempio rinunciando alla miriade di vergognosi privilegi. L'aspetto dunque la mia auto: bella, euro4 ed esente da multe per eccesso di velocità come le auto blu. Risparmiatevi l'autista: la guiderò io". Gianni Soria
(Lettera giunta alla Stampa e pubblicata su Specchio dei Tempi)

venerdì 25 maggio 2007

PETIZIONE CONTRO GLI EXTRACOMUNITARI (1991)

Gli abitanti di via Stévénin sono preoccupati per il progetto di un dormitorio per immigrati. Raccolte già 247 firme di abitanti della zona e presentate al sindaco, al presidente della giunta regionale e alle forze politiche. Il tutto, senza alcun sentimento di razzismo o di intolleranza verso gli extracomunitari. I timori nascono per le condizioni in cui di solito vivono i giovani immigrati dall'Africa: pochi riescono a trovare lavori in regola con la legge, la maggior parte è costretta a fare l'ambulante per sbarcare il lunario, qualcuno si trova anche immischiato in furti oppure in storie di droga perchè non sa dove trovare soldi per sopravvivere. La legge, a quel punto, ha poca importanza. Sottolineano, in esordio, "il verificarsi di una nuova situazione logistico-culturale tale da provocare lo scontento degli abitanti della zona" e polarizzano l'attenzione sul "cuore della città, espressione più significativa della cultura, come immagine da offrire al visitatore alla ricerca della specificità storica". Scrivono ancora: "Una collocazione è indubbio, va ricercata, ma deve essere tale da garantire un futuro dignitoso per questa gente che direttamente o indirettamente abbiamo ricevuto. Illuderli sarebbe un ingiustizia". Via Stévénin è a pochi passi dai giardini d'infanzia, dove secondo un progetto, gli spazi circostanti devono essere recuperati per il verde pubblico. "Una comunità debole -continuano gli abitanti- costretta a sopravvivere potrebbe essere spinta a eccessi consequien drammatici. La loro esasperazione potrebbe sfociare in attività non sempre lecite". Per i residenti della zona il quotidiano è sovente drammatico: nella adiacenze della torre Bramafam il rinvenimento di siringhe usate e abbandonate lungo la strada è una realtà sempre più frequente. (La Stampa)

AOSTA: SPARI NELLA NOTTE (1991)

Rapina insieme con un amico un giovane ad un distributore, punta una pistola contro i carabinieri che reagiscono: un colpo lo raggiunge alla testa e uno al torace. Jorg Goemans, 18 anni, tedesco, muore in ospedale. Il giovane con lui, Stefan Vondermans, 19 anni, anch'egli tedesco, ricoverato nel reparto di urologia con una ferita alla nuca guarirà in dieci giorni. Entrambi erano armati di pistola e con precedenti penali il primo per furto ed estorsione e l'altro per droga e ricettazione. I fatti. Sono passate da poco le 21, quando Marino M. 36 anni di Aosta è fermo al distributore self service Shell di fronte alla caserma Battisti in via Saint Martin de Corleans. Uno dei due giovani gli si avvicina, lo colpisce alla testa con il calcio di una rivoltella derubandolo di 80 mila lire e documenti, dopodichè sgommando si allontana dalla zona. Scatta subito l'allarme e al loro inseguimento si lanciano otto pattuglie dei carabinieri e una della polizia. Sarà un carabiniere fuori servizio ad allertare i colleghi dopo avere incrociato per caso l'auto dei malviventi. Mancano pochi minuti a mezzanotte quando la Golf dei tedeschi viene localizzata nel buio del piazzale di un distributore di benzina in corso Battaglione. All'interno, i due stranieri stanno mangiando della pizza acquistata poco prima al ristorante Postiglione. A quel punto, pistole in pugno, gli uomini dell'Arma scendono intimando ai due tedeschi di uscire a mani alzate. La risposta è una pistola che minacciosamente spunta dal finestrino in direzione dei carabinieri, i quali rispondono immediatamente esplodendo alcuni colpi d'arma da fuoco verso la vettura. Il giovane armato viene raggiunto da due proiettili mentre il compare è colpito di striscio alla testa. E' quest'ultimo il primo ad uscire dall'auto con le mani alzate mentre l'altro, subito soccorso dai medici, morirà poco dopo in ospefale. (La Stampa)

giovedì 24 maggio 2007

SEIMILA FIRME CONTRO LE OLIMPIADI (1991)

E' questo il primo bilancio del comitato promotore del referendum la cui raccolta di adesioni finirà a marzo. Il tutto in meno di un mese, di fronte alle quattromila necessarie per chiedere un referendum. Il comitato promotore del referendum contro i Giochi olimpici fa un primo bilancio. In forte attivo. "Esprimiamo la più viva soddisfazione per il buon esito della raccolta" è scritto in un comunicato. L'ipotesi di una consultazione popolare regionale sta diventando una certezz, per la prima volta in Valle d'Aosta. Sarà per il 1992, un anno dopo la decisione del Cio, attesa per il prossimo giugno. Troppo tardi? "No -risponde Pino Dupont a nome del comitato-; l'ultima decisione deve essere quella del consiglio regionale, che non può tenere conto della volontà della popolazione". Un sondaggio nei mesi scorsi dava per vincitore il "si" alle Olimpiadi, cosa che Dupont non è d'accordo: "Il 70% della popolazione valdostana è contraria all'organizzazione dei Giochi. Me ne sono convinto quando abbiamo messo un banco ad Aosta in occasione di Sant'Orso. In questo modo abbiamo raccolto tremila firme". E dal comitato fanno sapere che a votare sono andati anche sportivi, albergatori e commercianti, "coloro che più avrebbero interesse a portare la manifestazione in Valle". (La Stampa)

PENSIERINO DEL POMERIGGIO (2007)

Potrai essere stupido in un villaggio,
ma se porti la tua stupidità in città
rischi di essere travolto dal traffico...

(Tom Vernon)

mercoledì 23 maggio 2007

VALANGA ASSASSINA (1991)

Dodici le vittime travolte da una valanga sulla pista del Pavillon (Courmayeur) e otto corpi già recuperati nella giornata di domenica. I nomi di quest'ultimi sono Paolo Simonato 40 anni di Courmayeur; Bruno Musi 28 anni di Pré Saint Didier; Giacomo Bruno 61 anni di Torino; Anna Albertoni 48 anni di Torino; Vera Zara 37 anni di Milano; Marco Rocca 38 anni di Milano; Jacopo Malagugini 39 anni di Milano e Maurizio Bottaro 37 anni di Genova. Sotto la neve rimangono ancora Francesco Gatti 33 anni e la figlia Giuditta 2 anni e mezzo di Milano; Ivano Bottaro 29 anni di Genova e Maurizio Astioni 27 anni di Genova. I soccorritori, subito avvertiti, sono giunti sul luogo della tragedia poco dopo le una di domenica ed hanno continuato le ricerche dei corpi fino alle undici di sera, interrotte per la notte e iniziate nuovamente alle sette del mattino di lunedì. Nessuna indagine è ancora stata aperta dalla magistratura sul disastro. Il sostituto procuratore presso la pretura Alberto Iachini ha disposto accertamenti per ricostruire "le condizioni geomorfologiche della località". (La Stampa)

martedì 22 maggio 2007

RAZZISMO & XENOFOBIA (2007)

L'Italia da sempre si è distinta per la sua civiltà lontana da ogni forma di razzismo. In tempi recenti poi lo ha dimostrato dopo la prima invasione di profughi albanesi giunti a migliaia in un sol colpo sulle coste pugliesi nei primi anni '90 e raccolti in giro per lo Stivale da famiglie e istituzioni. Ben lungi dunque da essere considerati razzisti o xenofobi, sentimenti ben lontani dalla nostra cultura cattolica, quella dell'ospitalità e dell'aiuto. Qualcosa però negli ultimi anni è cambiato. E' quel certo malessere quotidiano che si prova nel leggere le pagine della cronaca nera, quell'insostenibile senso di impotenza di fronte a situazioni non previste, accettate all'inizio ma subite dopo. E' attraverso questo stato di smarrimento che è salita anche la rabbia, alimentata da istituzioni che ancora non hanno capito, vuoi per cialtronaggine o per disegno politico -più facile quest'ultimo- la vera portata di questo malessere, terreno fertile per alimentare razzismo e xenofobia. Il governo, con un ponziopilatesco silenzio sia legislativo che di fatto, se ne disinteressa 'tout court', lasciando incancrenire una situazione che peggiora di giorno in giorno. Se mai ci dovesse essere un termometro di questo disagio, aprile e maggio sono stati la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso in quanto a fatti delittuosi messi in atto da stranieri 'regolari e non' ai danni di italiani, l'ultimo dei quali la brutale uccisione di Piera Calanna nel napoletano, uccisa da un Rom durante il furto della sua auto. Un segnale che il vaso è colmo arriva dalla prima pagina del "Notiziario News", giornale in edicola da 12 anni e che esce cinque giorni alla settimana nell'area flegrea. Il titolo infatti non lascia dubbi...(Gericus)
(foto: prima pagina di 'Notiziario News')

UCCISO "NINO" ULTIMO ASINO DI COGNE (1991)

Dietro ad una logica fredda e calcolatrice, quella cioè del "non mi servi più perciò ti uccido", Nino, mansueto e splendido esemplare di asino è stato abbattuto. Tempi che cambiano e tradizioni che muoiono, perchè il buon "Nino"era l'ultimo esemplare ancora in vita in tutta la valle di Cogne e solo fino a pochi mesi prima aveva servito con diligenza alcuni agricoltori della frazione di Epinel. Ora si dice che è il progresso ad averlo ucciso, nonostante la sua giovane età, sette anni. E' già, il progresso. Un tempo per i trasporti ci si serviva di queste bestie, che hanno un carattere più mansueto rispetto ad altri animali da soma, poi, piano piano, sono arrivate una serie di piccole macchine agricole a motore che un po' per volta hanno preso il posto ad asini e muli. Soistituirli in tutto e per tutto però sarà impossibile, perchè "Gina", per esempio, l'asina che aveva lasciato il posto a "Nino" era comunque imbattibile. Sapeva a memoria il percorso dall'alpeggio fino alla sua stalla giù nel villaggio, tanto che il padrone, una volta attaccato un biglietto a "Gina", la lasciava andare da sola fino giù a Epinel dove i familiari, una volta letto il messaggio, la caricavano dell'occorrente e la rimandavano su. L'ultima 'fatica di "Nino", se così si può dire, è stata quella di interpretare una parte in un film documentario dedicato al lavoro dello scultore Dorino Ouvrier in cui trainava un pesante carico di legna, poi, la via per il macello. E sarà proprio Ouvrier a scolpire una statua in legno a perenne ricordo di "Nino", così, come si fa per un "amico" caduto in nome del progresso e di una insensata logica "fredda e calcolatrice". (Gericus)
(Spunto preso da La Stampa)

lunedì 21 maggio 2007

ALLERTA IN VALLE D'AOSTA (1991)

I militari della Valle d'Aosta hanno ricevuto l'ordibe perentorio dal ministero della Difesa di rispettare il più rigoroso riserbo sulle iniziative attivate a tutela dei cittadini per eventuali attentati. Un alto ufficiale, che non vuole essere citato, si lascia scappare che "dopo ciò che è capitato nelle ultime ore, il terrorismo è l'unica vera arma rimasta a Saddam Hussein". Gli obiettivi valdostani di possibili attentati messi sotto più severo controllo sono le dighe di Place Moulin (più di 100 milioni di metri cubi d'acqua) e quella di Valgrisenche, più modesta ma sempre tale da creare problemi se fatta saltare, l'oleodotto che collega la Valle d'Aosta con la Svizzera, la ferrovia, le stazioni ferroviarie e del pullman, le reti elettriche, soprattutto quella internazionale del "Superphenix", oltre naturalmente ai palazzi della Regione, del Tribunale, della Rai e i Municipi. Aumento dei controlli "con discrezione" anche ai trafori del Monte Bianco e del Gran San Bernardo. Inspiegabilmente poi, col diffondersi della psicosi della guerra, è iniziata nella nostra regione la corsa all'accaparramento. Dagli scaffali dei negozi infatti è già sparito il sale, mentre le merci più ambite sono la pasta, il riso, l'olio, la farina e lo zucchero. Molti scaffali di supermarket sono desolatamente vuoti, nonostante si continui a dire che "non esistono rischi di restare senza cibo".
(La Stampa)
(foto: diga di Valgrisenche)

sabato 19 maggio 2007

E IO PAGO! (2007)


Una delle prime regole di chi amministra i soldi pubblici è che dovrebbe ispirarsi ai metodi "del buon padre di famiglia". Ma che padre scellerato abbiamo se nonostante i magri bilanci del "portafoglio Italia" si è comprato ben 574.215 (avete letto bene) vetture, ovvero le cosiddette "Auto Blu" messe a loro disposizione per spostamenti vari. Un numero così sproporzionato di automobili di rappresentanza non ce l'ha neppure gli Stati Uniti, sebbene non abbia neppure un numero pari al nostro tra deputati e senatori. C'è da vergognarsi e poi da incazzarsi al sapere di questo sperpero di denaro pubblico, perchè i conti sono presto fatti. Questo parco macchine, (che per poterle parcheggiare tutte insieme occuperebbe nientemeno che 476 ettari di terreno, ovvero l'equivalente di 1065 campi di calcio) ci è costato solo per l'aquisto un qualcosa come 20,7 miliardi di euro ai quali vanno aggiunti altri 18,23 miliardi di euro all'anno per il loro funzionamento (autista, benzina e pedaggio), in pratica, una mezza Finanziaria. Ma l'assurdo non è ancora finito. Calcolando a questo punto un autista per ogni vettura, metteremmo alla guida tutti gli abitanti della provincia di Taranto, bambini e anziani compresi. Ma dato gli orari, i riposi e le malattie, se dovessimo calcolarne uno e mezzo a vettura, si arriva a 861 mila, un esercito di autisti che supera di gran lunga quello vero della Turchia, fermo a 680 mila uomini. Una situazione scellerata che fa capire quanto la politica -ma in questo caso i suoi rappresentanti- sia distante dalla realtà di tutti i giorni dei suoi cittadini. Padre patrigno infine, poichè taglia il bilancio alle forze dell'ordine, costrette a questo punto a non operare al 100% a causa di mancanza di mezzi. Mandiamoli a casa una buona volta per tutte, questi "gozzovigliatori" con i nostri soldi. (Gericus)
(foto: situazione a confronto con gli altri Paesi)

venerdì 18 maggio 2007

VIVA LA SINCERITA' ! (2007)

Falsi storpi che a fine questua camminano perfettamente, messaggi strappalacrime tipo "Io povera dalla Bosnia tre figli senza lavoro mangiare" o zingare pronte a impietosirti con bambini scalzi, sporchi e laceri in braccio. Il personaggio della foto almeno è onesto e simpatico, poichè lo dice chiaramente nel cartello il motivo della sua richiesta: "Ho bisogno di soldi per un bicchiere di birra e per una prostituta. Dai, almeno non vi prendo per il culo!" Nella sua situazione, queste doti di sincerità vanno premiate... (Gericus)

LA GUERRA DEL GOLFO (1991)

L'assalto delle truppe americane in diretta mondovisione. Il primo colpo l'ha sferrato Bush: alle 0.35 di stamattina, ora italiana, due e 35 ora di Baghdad, le sirene nella capitale irachena avvertono che gli aerei americani stanno arrivando. E' la guerra. Sale altissimo il rombo della contraerea: nella zona dell'aeroporto si sentono le esplosioni dei bombardamenti. La notizia dell'attacco viene dalla CCN: in tutte le case del mondo arriva l'eco delle bombe lanciate dagli aerei americani, la voce concitata degli inviati di guerra annuncia che l'incendio è scoppiato. Caduto nel vuoto l'estremo appello del segretario generale delle Nazioni Unite, inascoltata l'ultima preghiera del Papa, falliti i tentativi dell'undicesima ora, le cancellerie tacciono: la parola ora è agli eserciti. E' la guerra. Quarantasei anni dopo la fine del conflitto mondiale, gli Stati Uniti, i Paesi alleati europei, una grande coalizione araba, Siria e Egitto in prima linea, scendono in campo contro le forze militari dell'Iraq, poste sotto il comando suprendo del dittatore Saddam Hussein. (La Stampa)

giovedì 17 maggio 2007

AOSTA: ARRESTATO IL PIROMANE... (2007)

Dopo due mesi di indagini:
ARRESTATO ALL'ALBA.
"Si il piromane sono io" ha ammesso l'uomo.
Cinquantasei anni, commerciante in pensione, gestiva un negozio in via Sant'Anselmo...

Titoloni sui giornali locali, e per tanti, un respirone di sollievo, poichè questi benedetti cassonetti di plastica da un po' di tempo bruciavano (65 si dice) sotto l'incalzare delle gesta di un imprendibile e astuto piromane "che terrorizzava le notti valdostane". Si parlava di teppistelli annoiati se non 'fumati', di 'gesta di emulazione' poichè in certe notti i cassonetti bruciavano nelle stesse ore ma in posti diversi. La psicosi del piromane ormai dilagava, e in molti cominciavano ad identificarlo in un eroe "senza macchia e senza paura" che rivendicava l'onore perduto di certe vie diventate, per colpa dell'inciviltà della gente, discariche a cielo aperto, immondezzai autorizzati. Poi tu.
Io che ti conosco, caro Carmelo, trovo difficile a vederti nei panni del piromane, nelle vesti del 'vendicatore'. Tu, col tuo passo incerto, con i tuoi occhi dall'espressione sorniona... No, non ti ci vedo proprio, ed anche sforzandomi nel vederti lì con l'accendino in mano ad accendere l'ennesimo fuoco che ridurrà in plastica fusa il contenitore dell'immondizia, no, onestamente mi scappa da ridere. Come si dice in queste situazioni, attendiamo dunque i risultati "con serenità"... (Gericus)

mercoledì 16 maggio 2007

ALBERTO FACCINI: ARTE & AMORE (2007)

Amare una cosa è il primo tassello per arrivare alla perfezione dell'opera. Per Alberto Faccini, poliedrico artista valdostano, tutto questo lo si nota nei suoi dipinti, nei suoi schizzi. Soggetti preferiti, vecchi casolari scovati tra i monti e poi -ecco l'amore- le vecchie fumose locomotive degli anni passati. Perfezione nei dettagli e sublimazione dei particolari rendono i suoi disegni, rigorosamente a carboncino, opere di una rara bellezza e veridicità, tanto che un suo estimatore un giorno asserì che "Davanti a questi disegni mi sembra di percepire l'odore del carbone, dei fumi della caldaia". Il prossimo giugno, e per tutto il mese, Alberto Faccini terrà una mostra 'ferroviaria' presso la sala del bar Nazionale in piazza Chanoux ad Aosta. Provare per credere. (Gericus)
(Locomotiva a vapore Gr 746 "Caprotti" a Milano centrale anni '30)
[copyright dell'autore]

ARRIVA IL RAPINATORE CON GLI SCI (1991)

I rapinatori scoprono la Valle d'Aosta. Non come luogo di villeggiatura, bensì come terreno di scorribanda. Due colpi nel giro di pochi giorni, uno alle poste di Plan Felinaz (20 milioni), l'altro alla Banca Popolare di Novara a Morgex (262 milioni): una beffa per il servizio speciale antirapina messo in atto durante le festività natalizie dalle forze dell'ordine. Il mito della regione "oasi di pace e tranquillità" vacilla sempre di più. Un tempo si pensava che i criminali evitassero la Valle d'Aosta proprio per la sua conformazione geografica. Scappare è difficile: le frontiere vengono tenute di continuo sotto controllo e le vie di fuga verso il Piemonte sono pochissime. E invece i rapinatori di questo Natale sono stati più spavaldi che mai: hanno agito a volto scoperto, si sono serviti di auto rubate nella zona e non hanno tradito la minima indecisione. Nel 1990 infatti, molti sono i casi di delinquenti arrivati dal Piemonte per "lavori facili", banditi, ladri e spacciatori che hanno scoperto che Aosta non è poi così lontana da Torino. (La Stampa)

martedì 15 maggio 2007

AOSTA: LA GUERRA DELLE OLIMPIADI (1991)

Il Comitato contro la candidatura di Aosta e della Valle a ospitare i Giochi olimpici invernali del 1998 non intende perdere tempo. Oggi, quando ancora la gente ha nelle orecchie i "botti" di fine anno e non ha completamente smaltito le abbondanti libagioni delle festività, i rappresentanti dei 187 valdostani che hanno firmato il manifesto contro le Olimpiadi, presentano alla Cancelleria del Tribunale di Aosta la richiesta di convocazione del referendum abrogativo della legge regionale che stanzia 4 miliardi per la promozione della candidatura olimpica. E' il primo passo di un cammino che sarà piuttosto lungo e che dovrebbe portare i valdostani alle urne nella primavera del 1992, quando ormai la decisione sulla sede delle Olimpiadi invernali del 1998 sarà stata presa. (La Stampa)

domenica 13 maggio 2007

FILM SUL PIPER: UNA FARSA... (2007)

Dopo sbandieramenti a destra e a manca, giovedì scorso 10 maggio, Canale 5 ha trasmesso il film "Piper". E' proprio vero; quando l'attesa è spasmodica, quasi sempre poi i risultati sono deludenti. Abbiamo assistito alla classica -e ormai passata- commedia all'italiana, ad una farsa, ad una caricatura di un qualcosa che invece è stato un momento di grandissima importanza sia per l'evoluzione giovanile di quei tempi, sia per la società. "Ogni riferimento a fatti, nomi e persone è puramente casuale" si narrava nei titoli di coda, ma rimane difficile, quando si parla di Piper Club, non trovare nette e chiare analogie con la storia raccontata. Dunque, Martina Stella era impossibile non identificarla con Patty Pravo e poi, scusate, il Piper era il perno principale di tutta la vicenda. Per me che ho vissuto il mitico locale di via Tagliamento dunque, assistere al film è stato un pugno nello stomaco: La madre che rincorre la figlia scappata da Venezia...il padre tassista che combatte le idee del figlio che vuol diventare un musicita e poi, al momento dell'inaugurazione, quel locale "tristanzuolo" che in assenza della big band ingaggia su due piedi (la sera dell'apertura poi!) il primo gruppetto che a Crocetta (proprietario) capita a tiro... Suvvia! Il Piper Club era totalmente e magnificamente un'altra cosa! Entrare lì metteva soggezione! Sprigionava adrenalina! Dava una scarica di vitalità impossibile da spiegare, con quelle migliaia di watts di potenza che scaricavano amplificatori e altoparlanti sapientemente 'mixati' da Beppe Farnetti [Peppe per gli amici] e inebetiti dal gioco di luci sparati in sala. Piper Club, un occasione perduta per ricordarlo e onorarlo come si conviene ad un luogo che ha fatto storia, la nostra storia, quella dei giovani di allora, inconsapevoli personaggi di un epoca che cambiava... (Gericus)
(foto: Piper Club) copyright

sabato 12 maggio 2007

DIVORZIO? COLPA DELLA DONNA. (1990)

Lo rivela la nostra mini-inchiesta a vent'anni dalla legge Fortuna. La donna quindi è sotto accusa. A fronte di un numero sempre crescente di separazioni legali e di divorzi, la nostra mini-inchiesta settimanale dimostra come -sia uomini che donne- imputano alla indipendenza della donna la colpa della crisi della famiglia. Qualche mese fa, la "Vallèe Notizie" pubblicava i dati Istat per dare un panorama della regione in cifre. Dati relativi all'anno 1988, che vedevano la Valle d'Aosta al terzo posto -dopo Liguria ed Emilia Romagna- per le separazioni legali, ed al primo posto per quanto riguarda i divorzi. Due anni fa infatti, 125 erano state le separazioni che rappresentavano il 109,1% su 100 mila abitanti; mentre i divorzi ammontavano a 145, pari ad una percentuale di 126,6 sempre su 100.000 abitanti. E fonti sicure fanno notare l'ulteriore incremento verificatosi nel 1989 e nel corso del 1990. Ma perchè proprio la Valle fa registrare il record dei divorzi, oltre a tutti quelli che detiene già? Che cosa causa la crisi della famiglia? Benessere generalizzato, crisi dei valori umani, egoismo, mancanza di fede, quello che pensiamo un po' tutti. E poi la rivelazione: L'indipendenza della donna per molti aostani è causa del "naufragio" di tanti matrimoni finiti in divorzio.
(La Stampa)

giovedì 10 maggio 2007

IL DELITTO DELL'OMBRELLO (2007)

"Italiani credetemi, non sono un mostro". Parole uscite di bocca dalla rumena Doina Matei e raccolte da Elettra Deiana, parlamentare di Rifondazione Comunista in una sua recente visita al carcere di Rebibbia. Una volta di fronte all'assassina di Vanessa Russo, [la studentessa 23enne uccisa dalla rumena con una staffilata di ombrello che conficcatasi in un occhio le ha devastato il cervello], la deputata comunista, come se si trovasse davanti ad una suora delle Orsoline, le ha parlato della sua professione di onorevole poi, come se avesse di fronte una fanciulla che 'ha smarrito la via' sentenzia "Mi piacerebbe far tornare questa tragedia all'interno di una gestione normale e sottrarla all'enfasi mediatica". (Ho degli strani conati di vomito che salgono...). "Hai avuto nessun problema in carcere?" le chiede premurosa la 'deputata'. L'assassina dice di no. "Nè con gli agenti nè con le altre detenute"? insiste la parlamentare. "No, nessun problema, mi hanno accolto bene qui". (Lo sbocco di vomito è vicino, cosa sarà...). Ora spiegano come hanno trovato la 'tapina': "Ha il viso pallido e la sua espressione è dimessa, frastornata, la stessa espressione che ha nelle foto che la ritraggono quando viene portata in carcere". La discussione poi scivola sul frivolo, quando la parlamentare di Rifondazione Comunista trova che "L'italiano e il rumeno sono due lingue molto simili ed è facile quindi conversare"... (Basta, non ce la faccio più e vomito in libertà...).

Signora Elettra Deiani. Ma prima di venire a consolare un assassina, è stata per caso a consolare la famiglia di Vanessa? Ha asciugato le lacrime della madre? No, ma in compenso è rimasta colpita dal pallore della rumena. Ma il pallore e la rigidità della morte sul volto della giovane 23enne dentro la bara, lo ha visto? E le preoccupazioni della rumena, [conosciuta dalle nostre forze dell'ordine come "prostituta"], ha sentito quali sono? "Sono preoccupata per i miei due figli rimasti in Romania e che ora non riceveranno un soldo da me". Bella roba, spero che il Pubblico Ministero se le ricordi queste parole. Nessun rimorso o rimpianto dunque per avere ucciso una persona, ma disappunto per questo... "contrattempo" che non le permette di mandar soldi a casa. Mezz'ora di colloquio con l'assassina (ma non ha nient'altro da fare di più costruttivo per la societa?) con una promessa: "Tornerò a trovarti" dice la rappresentante comunista. "Vedrai che tutto andrà bene. Abbi fiducia ora che la pressione mediatica è calata, potrai spiegare le tue ragioni". (Il vomito esce a fiumi). Sono confuso...Mi immagino a questo punto che la deputata comunista le avrà chiesto se il pranzo che le servono è buono, se il croixant della colazione del mattino è soffice e se il tè servito alle cinque del pomeriggio è di suo gradimento. Se le rifanno la camera, se vuole una cella 'vista Tevere' o se preferisce, dato che siamo in estate, una prigione al mare... Che schifo... Sono sommerso dal vomito...
(La Stampa. 8 maggio 2007. Parole di Elettra Deiana raccolte da Flavia Amabile)
(foto: Vanessa Russo, 23 anni di Roma)

lunedì 7 maggio 2007

NICOLAS SARKOZY (2007)

"Un Président de la République doit aimer tous les Français, quelles que soient leurs opinions. Je serai le Président de tous les Français. J'appelle tous les Français à s'unir à moi pour que la France se remette en mouvement".

Con il 53,4% di preferenze assegnatele dagli elettori, Nicolas Sarkozy è il nuovo presidente della Repubblica francese. Mai così alti i votanti, se pensiamo che l'85 per cento degli aventi diritto si sono recati alle urne per scegliere colui che per sette anni reggerà le sorti della Francia. Ségolène Royal, in corsa anche lei per l'Eliseo, nello scontro televisivo con Sarkozy non ha convinto molto neppure i suoi sostenitori di sinistra per il suo pressapochismo, per le pericolose gaffes e per la sua voce, che a tratti -come la definiscono i media- "è leggermente cantilenante e intervallata da leggeri strilli che induce sonnolenza". Doveva portare un innovamento, una ventata di aria fresca e ne era convinto anche il premier spagnolo José Luis Zapatero il quale sentenziava che "L'Europa aspetta una Francia rinnovata e impegnata e Ségolène è il cambio, è il futuro". Parole avventate, tanto che la nostra Sinistra, per voce del presidente dell'Ulivo Nicola Latorre ammetteva che "La sconfitta della sinistra è figlia anche della sua incapacità di rinnovamento". Nicolas Sarkozy dunque conquistando l'Eliseo ha conquistato anche i francesi. Nello scontro televisivo del faccia a faccia tra i due candidati, una titubante -e a volte altezzosa- Ségolène Royal ha detto: "Io voglio essere la presidente di una Francia che funziona", mentre calmo e persuasivo Sarkozy ha ribattuto: "Io sarò il presidente di tutti, ma soprattutto di quella Francia che NON funziona". (Gericus)

OLIMPIADI IN VALLE NELLA BUFERA (1990)

Olimpiadi avanti, ma a singhiozzo. Tutti le vogliono ('verdi' esclusi), eppure gli intoppi si susseguono. La Regione fa come i gamberi. Ripercorre tappe già percorse. Affronta oggi una discussione che andava fatta prima. E rincorre così polemiche sopite quando la maggioranza era un altra. Ma i Giochi, li vuole oppure no? Il "si" è sempre più condizionato da una "guerra" che da olimpica diventa politica. Se il Cio (Comitato olimpico internazionale) vedesse quanto accade che direbbe? Meglio non indagare. Certo è che la Regione potrebbe trasformarsi da gambero in coccodrillo, piangerebbe cioè su una bocciatura cercata con le polemiche. Il Consiglio ha respinto la mozione che voleva detronizzare il presidente del Comitato promotore, Bruno Milanesio, ma la tensione rimane dopo il "volo" della Coppa del Mondo di sci al Sestriere. Il Comitato non è nè pubblico nè privato. E' troppe cose: deve avere l'avallo della Regione per spendere i soldi stanziati dalla giunta (comitato consultivo), ma può utilizzare i capitali privati (diventa esecutivo). Potrebbe perfino paradossalmente far scontrare i due interessi o superare gli ostacoli posti da una parte ricorrendo all'altra. Un pasticciaccio. Chi l'ha voluto? Gli stessi consiglieri che oggi o lo difendono o l'accusano. Nel frattempo Giulio Andreotti, importante sostenitore della candidatura di Aosta quale sede dei prossimi Giochi, è a Losanna per parlare anche dei cinque cerchi invernali del '98 che ancora cercano casa... (La Stampa)

domenica 6 maggio 2007

DELITTO COGNE: BASTA PER FAVORE. (2007)

Delitto Cogne: non se ne può più! Basta per favore con schieramenti da una o dall'altra parte. Basta con "Io la conoscevo e posso dire che...". Basta! Ma siccome una pagina o una comparsata in video non la si nega a nessuno, si continua con questo teatrino, dimenticandoci che la vera vittima di questo orrendo omicidio è il piccolo Samuele, ormai passato in secondo piano per importanza della vicenda. Oggi è il turno della dottoressa Ada Satragni (La Stampa del 6 maggio) la quale chissà perchè, dopo essere sfuggita a taccuini e telecamere per lungo tempo appare improvvisamente per dire la sua. E cosa dice? Che "hanno distrutto anche Annamaria Franzoni, che tutto quello che succede è una doppia tragedia:la prima è opera del killer e la seconda è creata da chi lo cerca". Ricordiamo per chi lo avesse dimenticato, che Ada Satragni è il medico che per primo giunse sul luogo del delitto e che alla vista di tutto quel sangue che fuoriusciva dalla testa della piccola vittima, pensò ad un 'aneurisma cerebrale'. Ma anche il giornalista Mario Giordano (il Giornale 30 aprile) arriva in soccorso della nostra, dichiarando che "La Vera Franzoni non è quella della tv, poichè cara Annamaria, io ti ho conosciuta". E allora sentiamo cosa dice: "Adesso dicono che hai ucciso in preda a una 'nevrosi isterica'. Ci mancava la 'nevrosi isterica' dopo il 'crepuscolo della coscienza', lo stato d'ansia, l'atteggiamento da Bimba e tutte le altre definizioni con cui si divertono a bollarti in mancanza di prove certe. Che vuol dire 'nevrosi isterica'? Che avevi il nervoso? E quale mamma con due bambini piccoli non ha un po' di nervoso"? Tutti giudici, tutti avvocati. Il lavoro di quelli "veri" non conta niente e tutti continuiamo a parlare, dissentire, approvare. Io non mi voglio schierare nè da una parte nè dall'altra, perchè in questo teatrino mediatico c'è in gioco la ricerca di una verità, di un omicida che ha massacrato un bambino di tre anni al quale nessuno più pensa. La riprova? "Alla lettura della sentenza -dice ancora Ada Satragni- mia figlia che oggi ha 12 anni ha commentato: Poveri Davide e Gioele"! Appunto, Samuele che centra?... (Gericus)

UN'ALTRA PRE-SAINT-DIDIER (1990)

Quindicimila metri quadrati di case, diecimila di alberghi, una superfice complessiva interessata di centodiecimila metri, un investimento previsto di 60 miliardi di lire. Tra Courmayeur e Pré Saint Didiér, a nord della frazione di Pallesieux, sorgerà un nuovo villaggio. Il primo progetto risale all'inizio degli anni Settanta. Il piano regolatore del Comune di Pré-Saint-Didier (sul cui territorio si trovano le aree interessate), prevede che la zona sia edificabile. Prima però deve essere preparato e approvato un "Piano urbanistico di dettaglio" (Pud). Se ne occupano i proprietari, ma l'iter è ancora lungo. Nel frattempo una società, la "Baltea", acquistato la maggior parte dei terreni, insiste perchè il progetto vada avanti. La minore frammentazione fra proprietari (in origine 50, oggi una decina) rende più facile gli accordi. I lavori, secondo il parere del sindaco di Pré-Saint-Didier Riccardo Bieller, "potrebbero già cominciare il prossimo anno". (La Stampa)
(foto: il nuovo villaggio ormai ultimato)

sabato 5 maggio 2007

OLIMPIADE, UN OCCASIONE DA NON PERDERE (1990)

Quasi 700 miliardi per una Olimpiade; più o meno sei milioni per ogni famiglia valdostana. Questa è la cifra ipotizzata per portare i Giochi della neve in Valle d'Aosta nel 1988. Il gioco vale la candela? "La risposta non può essere che positiva" dice l'assessore allo Sport del Comune di Aosta Rudy Marguerettaz. "Il rischio da evitare sarà quello di non stravolgere la città e la Valle". A parte gli investimenti in denaro, che in un Olimpiad, dice il presidente della giunta regionale Gianni Bondaz "verranno ammortizzati dalla diffusione dell'immagine della Valle d'Aosta a livello mondiale e da una sua precisa individuazione a livello geografico, che oggi non esiste assolutamente". Il pericolo da scongiurare è quello di imbruttire la Valle con ferite ambientali. "L'Olimpiade, per essere ben accetta, non dovrà scalfire minimamente la bellezza della nostra regione" aggiunge Giulio Dolchi, presidente del Consiglio regionale. Il presidente della giunta Gianni Bondaz è fiducioso: "Le bellezze della Valle non correranno rischi, perchè molte cose che serviranno ai Giochi noi le abbiamo già, a cominciare dalle piste di sci. L'intenzione è di muoversi con i piedi ben saldi a terra come è consuetudine per i valdostani". Preoccupazione invece per il "verde" Vanni Florio: "Non sono contro le Olimpiadi. Sono però fortemente preoccupato perchè nessuno mi pare pensi a quali potranno essre le conseguenze ambientali, sociali e finanziarie di un tale avvenimento. E mi domando se la Valle d'Aosta ha proprio bisogno dei Giochi per il suo turismo". (La Stampa)

giovedì 3 maggio 2007

AOSTA: AUTO PARCHEGGIATE OVUNQUE (1990)

Sarà un problema di passione, o forse soltanto di pigrizia, comunque sia non è un esempio di civiltà: gli aostani lasciano l'auto dappertutto, se potessero la spingerebbero perfino sui muri delle case. E' difficile credere che sia perchè le amano a tal punto da non volersi scostare più di tanto; è probabile che sia per comodità. Così i parcheggi rimangono vuoti e si riempiono i marciapiedi, gli incroci. Le auto bloccano i passi carrai, perfino i portoni. Le mura romane -mai come quest'anno hanno fatto parlare di sè- sono strette d'assedio da eserciti a quattro ruote. E questa volta non vale ribaltare le colpe sul Palazzo a meno che non si voglia prendere per buono il qualunquistico "piove, governo ladro". Sono i cittadini automobilisti a dover cambiare costume. E' quasi paradossale che Aosta sia imbrigliata in un traffico caotico, quando esistono parcheggi semideserti. Il miliardario parcheggio di via Carrel per esempio è quasi inutilizzato. Per anni la gente si è stupita e lamentata della esasperante lentezza dei lavori e oggi snobba la possibilità di sistemare l'auto a quattro passi dal centro e lontana da possibili bocciature o posteggi impossibili sui marciapiedi. (La Stampa)

mercoledì 2 maggio 2007

LA GERMANIA E' UNA (1990)

Ormai è nero su bianco: la nuova Germania unita è una realtà riconosciuta dai vincitori della seconda guerra mondiale. Nell'ultima conferenza "2+2" (le due Germanie più Stati Uniti, Unione Sovietica, Gran Bretagna e Francia) è stato firmato lo storico trattato che ha "cancellato con un tratto di penna la seconda guerra mondiale", come ha detto il ministro degli Esteri sovietico Shevardnandze. Ronald Regan, in visita privata a Berlino, ha celebrato l'evento a modo suo prendendo a martellate quel che resta del Muro. (La Stampa)
(foto: Muro e Porta di Brandemburgo)

martedì 1 maggio 2007

CHE NOME DIAMO AL PUPO? (1990)

La storia del nome proprio è una delle sintesi più affascinanti dell'identità di un popolo. Perchè la scelta di un nome è legata in modo sorprendente al conflitto tra "moda", intesa come innovazione e modernità, e la tradizione. Certo è che la tendenza, comune anche nel mondo classico, di rinnovare nei neonati il nome dei nonni o dei parenti più prossimi si è molto indebolita. Gli estratti dell'ufficio di Stato civile del Comune di Aosta sono emblematici. Dei 618 bambini denunciati all'anagrafe fra il primo gennaio e il 26 agosto di quest'anno, i "buoni vecchi nomi" di famiglia sono scomparsi, come quello di Maria che è stato imposto ad una sola bambina nata a maggio. Lo stesso vale per i nomi Giuseppe, Cosimo, Filippo, Rosa, Guglielmo, Ludovico, Giacomo, Luigi e Antonio. Di Salvatore se ne contano solo due: omaggio al nonno o al bomber dei Mondiali '90 Schillaci? In diminuzione in Valle anche per i nomi francesi, un ottantina in tutto, e questi in maggioranza sono Stéphany, Chantal, Nicole, Denise e Martine, accanto ai maschili Laurent, François, Thierry, Didier, Joseph e Michel. Di questo nome si trovano anche alcune varianti Michael, quella "personalizzata" Maicol e quella russa Mikhail. Sono di moda invece Jessica, Erick, Alex, Thomas, Johara, Hilary, Max, Katia, Yuri, Patrick, Jessie, Antony, Nicolas, Kim, Christopher e Christian. Fra i nomi italiani in netta maggioranza ci sono i sempre classici Federico, Francesco, Alessandro e Lorenzo, anche se tengono bene il passo i nomi 'puliti' come Marco, Matteo, Luca, Andrea, Marta, Giulia, Alice, Davide, Elisa, Fulvia, Silvia, Mattia e Alessia. (La Stampa)

4000 PROFUGHI ALBANESI SBARCATI A BRINDISI (1990)

Il primo piroscafo a entrare nel porto di Brindisi, alle nove, è l'Espresso Grecia. Dal ponte di prua e dai parapetti delle fiancate, 1200 profughi albanesi esplodono in urla di entusiasmo. Poi ecco altre navi della speranza: Appia con 1093 passeggeri, Ioniz 855 e Cefalonia Sky con 900. I primi a scendere sono i 20 malati tra cui 10 bambini in stato di denutrizione, un uomo ferito ad una gamba da un colpo do pistola e due donne incinte. Tremila di questi albanesi proseguiranno per la Germania su tre convogli speciali delle ferrovie tedesche dopo una sosta sul molo dove la Croce Rossa, i militari e i funzionari della Protezione civile hanno allestito punti di ristoro. Gli albanesi che per ora resteranno in Italia sono nel campo militare di Restinco vicino Brindisi. Molti di loro vorrebbero proseguire per gli Stati Uniti. Pochi intendono stabilirsi nelle comunità albanesi in Italia. Dopo la partenza dei profighi, a Tirana le ambasciate di Italia, Francia e Germania dell'Ovest sono state chiuse fino a lunedì per pulizie necessarie dopo l'occupazione. (La Stampa)

SECONDA VACANZA IN VALLE PER IL SANTO PADRE (1990)

L'elicottero lo ha portato direttamente da Torino sul campetto di calcio di Les Combes. Erano esattamente le 19,12 di mercoledì 11 luglio quando Giovanni Paolo II è sceso dalla scaletta accolto dal vescovo di Aosta monsignor Ovidio Lari, dal presidente della giunta regionale Gianni Bondaz e dal presidente del Consiglio Giulio Dolchi. Quindi l'abbraccio della folla che ha atteso il suo arrivo nel piazzale erboso della colonia dei Salesiani. Per una decina di giorni il Santo Padre resterà in vacanza in questo spicchio di paradiso nascosto tra il verde dei boschi valdostani, dedicandosi al riposo ma anche alle letture. Non mancheranno però le passeggiate in giro per la Valle, tutte scelte e programmate dal dottor Alberto Cerise. Dopo un giro di saluti, Giovanni Paolo II ha imboccato la stradina che dalla colonia porta alla sua residenza, accompagnato in questo piccolo viaggio a piedi dal vescovo Lari e dai suoi più stretti collaboratori. (Gericus)
(
foto: Il Papa al suo arrivo a Les Combes)