martedì 31 agosto 2010

Gheddafi: 5 miliardi o Europa africana...

Praticamente è un ricatto, fatto in casa del ricattato e alla faccia della tanto sbandierata amicizia: "Se l'Europa non vuole l'invasione mi sganci 5 miliardi di euro all'anno". A dirlo è "l'amico" Muammar Gheddafi, leader libico, a Roma per celebrare il secondo anno del trattato di "amicizia" tra il nostro e il suo Paese. Un trattato che sulla carta significa il controllo da parte della Marina libica delle proprie coste affinché vengano bloccate le partenze in massa di disperati africani e non verso casa nostra. Anche in questo caso però il Colonnello la spuntò sul nostro Governo: Costruzione a spese degli italiani di un autostrada che attraversi la Libia -ancora per il 'famoso' risarcimento danni di guerra- e poi, una decina di motovedette in dono per bloccare i clandestini. E così è stato. Oggi, con tutti gli onori, squilli di tromba, inni nazionali, abbracci, cene e caroselli, Gheddafi per il secondo anno consecutivo è ritornato in Italia, con tenda beduina da piantare sul verde dell'ambasciata libica, 100 cavalli berberi e il suo seguito di amazzoni per la sicurezza. In mezzo a tutto ciò, l'umiliante richiesta di 200 giovani donne italiane da incontrare durante il suo soggiorno romano, donne, che purtroppo si sono presentate in massa, e che qui sono state indicate come... "hostess", con tutti i significati della parola. Eccola qui dunque l'Italia con le braghe calate e la mente corta, poiché "l'amico" che oggi si omaggia è lo stesso che nel 1970 cacciò i nostri compatrioti -circa 20.000- dalla Libia sequestrando i loro beni mobili e immobili per un valore di 400 miliardi di lire (valore 1970). Ed è sempre lo stesso che alle ore 17,00 del 15 aprile 1986 lanciò due missili SS-1c Scud B contro l'isola di Lampedusa, fortunatamente caduti in mare a 2 chilometri dalla costa. C'è un detto militare che afferma "ponti d'oro per il nemico che fugge", mentre invece noi, schiena piegata e cappello in mano i "ponti d'oro" li facciamo al nemico che viene. Vecchia consuetudine italiana del resto, un "vezzo" che proprio non riusciamo a toglierci di dosso, tanto che Gheddafi lo ha capito da un pezzo, beffandosi di un Andreotti filo-arabo, di D'Alema e Prodi di antica memoria e infine di un Berlusconi in vena d'affari. L'imbarazzo però è palpabile tra i nostri politici, con un Ignazio La Russa che afferma "l'ospite è sempre sacro e non c'è altro da commentare" e una Giorgia Meloni, ministro della Gioventù che a proposito delle nostre donne "reclutate" si limita ad un "che fastidio per l'appello alle nostre donne". Un po' troppo poco mi sembra. Le ragioni di Governo sono una cosa, ma la dignità di una nazione è ben altra cosa.

lunedì 30 agosto 2010

Bristol: un parcheggiatore speciale

C'è un grosso parcheggio fuori dallo Zoo di Bristol (Inghilterra), uno spiazzo dove possono sostare 150 vetture e 8 pullman. Prezzo del ticket di sosta 1 Sterlina per le auto (1 euro e 30), e 5 Sterline per i bus (circa 9 ). Per 25 anni di seguito senza mai mancare un giorno, un gentile e instancabile parcheggiatore vi ha prestato la sua opera, poi, una mattina questi non si presentò più al suo posto di lavoro, e così e così fu per i giorni a venire. A quel punto, la direzione dello Zoo telefonò al Comune per chiedere che mandassero un altro parcheggiatore, poiché in quel piazzale sempre ordinato da un po' di tempo regnava il caos. La risposta però fu disarmante: "In quell'area noi non abbiamo mai avuto un nostro impiegato". Chi era dunque quell'uomo, che una volta installato a sue spese una macchina distributrice di tagliandi/parcheggio, ogni sera si portava a casa l'intero introito? Mistero. Facendo due conti così si è stabilito che il tipo in questione raggranellasse circa 1000 euro al giorno, che moltiplicato per 25 anni fanno la bellezza di oltre 9 milioni di euro, puliti e senza tasse. E nessuno fino ad oggi conosce il suo nome. Tutto ciò lo ha riportato il London Times, e una volta tanto mi sono sentito... affascinato da questa persona, che mettendosi dentro ad una lacuna amministrativa è riuscito a crearsi una fortuna. Poi, a ben vedere, è stato un integerrimo lavoratore e ora, dopo 25 anni di...onorato servizio, è pur giusto che si goda in qualche isola tropicale la sua sudata pensione...

venerdì 13 agosto 2010

Velocità e multa record in Svizzera

Gli svizzeri! Oltre alla cioccolata e la precisione dei loro orologi hanno aggiunto alla loro particolarità -e speriamo che faccia scuola pure da noi!- anche quella di "far pagare le multe secondo il proprio reddito". Infatti il discorso non fa una piega: cosa vuoi che se ne freghi un "Berlusconi" qualsiasi, a sborsare -per esempio- 53 euro di multa per una sosta nel giorno di pulizia della strada in confronto ad un operaio con 1200 euro di stipendio mensile? Il legislatore svizzero lo deve aver pensato e trovato di conseguenza il giusto parametro. E a farne le spese -ma non è il primo- è stato un 37enne svedese, "immortalato" venerdì scorso da un autovelox sull'autostrada A12 Berna-Losanna, mentre a bordo della sua Mercedes viaggiava all'incredibile velocità di 290 chilometri l'ora, molti di più di quelli di un aereo al decollo. L'inglese "Sky News" scrive che per fermarsi all'alt della polizia stradale piazzata poco oltre, la vettura ha impiegato più di 500 metri di strada. Oltre al record di velocità registrata, il 37enne svedese così è diventato anche il primo in assoluto per quanto riguarda la cifra della multa: 928 mila 770 euro e 45 centesimi. "Siamo stati fortunati ad aver installato nel tratto autostradale in questione una telecamera di ultima generazione" ha detto il comandante della polizia locale, "poiché quelle precedenti erano in grado di rilevare velocità non oltre i 200 chilometri all'ora". Un "benefattore" dunque per le casse locali, che distanzia di molte migliaia di euro il precedente record di Anssi Vanjoki, boss di Nokia, che si era preso una multa di 116 mila euro, poiché a bordo della sua Harley Davidson aveva superato nei pressi di Helsinki il limite di velocità. Ma sempre sulla A12 svizzera, anche un francese a bordo di una rossa Ferrari era entrato nel non gradito "club dei multati di lusso", ritrovandosi tra le mani, a causa dei suoi 250 chilometri all'ora, una multa da 70.000 euro. Quella del ricco imprenditore svedese dunque, è "l'amende plus grosses infligée" per questa "vitesse record dans le canton". Onore agli svizzeri dunque, poiché grazie a loro per una volta tanto è stato dato "a Cesare quel che è di Cesare"...

lunedì 2 agosto 2010

Andavamo in Versilia...

Chissà se erano ruggenti quegli anni, fatto sta che nel '60-70 frequentare la Versilia era "un colpo di vita" cui noi giovani non rinunciavamo. La "dolce vita" Toscana cominciavi a respirarla una volta attraversato il canale del Burlamacca e iniziato il lungo vialone di Viareggio. E' da lì infatti che ti si aprivano alla vista locali storici come il "Gran Caffé Margherita", e poi su su salendo, i grandi alberghi stile "Bella Epoque" tra i quali il maestoso "Grand Hotel Principe di Piemonte", e poi a Camaiore sulla sinistra il "Piper Club 2000", per 'perderti' poi più avanti tra il "Seven Apples" di Marina di Pietrasanta, la "Bussola" di Focette, "La Capannina" e il "Bistrot" di Forte dei Marmi... Partivamo in gruppo da Livorno su Lancia Rally 1300, Mini Cooper e Giulia 1600 Alfa Romeo convinti di essere a bordo di macchine "importanti", per venire subito sconfitti nei parcheggi da Porsche, Ferrari, Maserati e Rolls Royce, poveri "tapini" ventenni. E' inutile spiegare le sensazioni che provavamo, ma di certo ci sentivamo "padroni del mondo", di quel mondo popolato da attrici, bellezze provenienti da ogni dove al cui fianco, immancabilmente, trovavi il vecchio e granaroso "cumenda" in vacanza senza moglie. Peppino di Capri, Mina, Celentano, Don Marino Barreto... cara e gloriosa "Bussola" quante volte siamo stati dei tuoi, anche se per vivere le tue emozioni dovevamo passare attraverso le finestre socchiuse della toelette anziché dalla porta principale, visto il prezzo del biglietto non all'altezza delle nostre tasche. Nell'inverno invece puntavamo al Seven Apples, o al "Bussolotto" dove il barman Roberto ci deliziava con i suoi cocktail... E' il mio "amarcord" della Versilia, perché oggi quel "sapore di mare" è ormai svanito: hotel che chiudono trasformandosi in residence e al posto delle ville che una volta ospitavano il 'gotha' internazionale, al loro posto adesso ci sono miniappartamenti, e la Bussola, quella delle notti magiche popolate da Louis Armstrong, Juliette Greco, Ella Fitgerald, oltre a tutti i più grandi artisti nostrani, è stata declassata addirittura a semplice discoteca... Le auto che una volta impreziosivano la Versilia non rombano più nel lungo vialone, e nei parcheggi sono sparite Porsche, Ferrari e Rolls, rimpiazzate oggi da auto giapponesi, tutte anonime e tutte uguali. Mentre magnati russi si stanno comprando anche i nostri ricordi...