giovedì 30 aprile 2009

QUANDO LA LEGGE VA IN TILT

MILANO - Eccolo lì Remigio Radolli, (foto) il gioielliere milanese bastonato a sangue da rapinatori albanesi, occhi gonfi dalle botte ricevute e sangue che cola sulla camicia. Eccolo lì, malconcio ma vivo, che dice "sono contento che il bandito da me ferito non sia morto", nonostante che il morto, durante quella rapina, potrebbe essere stato lui. Quisquiglie, direbbe il buon Totò, perché a Remigio Radolli, la cosiddetta "giustizia" ha presentato il conto: "Eccesso di legittima difesa". A questo punto i casi sono due: o si cambia la legge, o si mandano a casa certi magistrati. Si, perché la nuova norma sulla "legittima difesa" (art. 52 del codice penale), quella che autorizza l'uso delle armi per difendere la vita e i beni approvata nel gennaio del 2006, sancisce che "Nell'ipotesi di violazione di domicilio, non è punibile chi spara contro il malvivente o lo colpisce con un coltello per difendere la propria o altrui incolumità", norme che valgono anche per i negozi e per le attività commerciali. Perché dunque sproloqui giuridici come quelli che sempre più spesso capitano a vittime di attacchi malavitosi? E ancora: è un cosiddetto "atto dovuto" l'iscrizione del gioielliere Remigio Radolli nel registro degli indagati? Maurizio Laudi, Procuratore della repubblica d'Asti e segretario nazionale di Magistratura indipendente è categorico: "Il codice non impone al Pm alcun atto". Distinzione dei ruoli dunque, chiamare vittima l'aggredito e delinquente il rapinatore, perché solo così, come continua il procuratore Laudi, "si eviterebbero al derubato altre umiliazioni dopo la rapina". La domanda a questo punto è una sola: Ma è così difficile mandare a casa certi magistrati? (Gericus)

venerdì 17 aprile 2009

OGGI E' IL FORTUNATO VENERDI' 17...

Aosta - Me lo ha ricordato mia moglie mentre ero sulla porta: "Fai attenzione, oggi è venerdì 17!". Sfiga in agguato dunque, cielo grigio che dà tanta tristezza... quasi quasi me ne torno a letto. Se non fosse per tutte le cose che ho da fare... Fermata alla solita edicola: "La Stampa e Il Giornale". Potrei fare a meno di dirlo. Ormai sono anni che chiedo gli stessi giornali. "Occhio al venerdì 17" mi dice la commessa sorridendo. Massì, faremo più attenzione del solito. Ma a cosa poi dovremmo prestare più attenzione? mi chiedo. Al traffico? Al carrello di un aereo -sulla Valle d'Aosta ne passano un sacco!- che si stacca e mi piove in testa? Alla sfiga di trovare al parcheggio un assassino armato di coltello che mi pugnala perché ho occupato prima di lui l'unico stallo libero? "Mi dà anche un Gratta e Vinci"? aggiungo ancora insonnolito. Mi immetto nel traffico. Alle otto di mattina Aosta ha gli stessi problemi delle grandi città. Venerdì 17. Azz... ma non succede proprio niente. Parcheggio tranquillo, attraverso la strada che nessuno m'investe, faccio colazione senza rovesciarmi il cappuccino sulla cravatta... Pomeriggio movimentato. Due interviste da fare. Parcheggio nella via centrale di Saint Vincent. Pago per mezz'ora di parcheggio su strisce blu. L'incontro va per le lunghe, e già mi immagino la multa sul parabrezza. Strano, al ritorno non c'è il malefico tagliando, ed io ho parcheggiato un ora più del dovuto. Statale 26, mi squilla il cellulare. Vabbè, stranamente decido di fermarmi per parlare. Riparto e noto dietro la curva un blocco della Polizia in agguato. Mi è andata bene. Verso le sei del pomeriggio rientro a casa. Noto con sollievo che al di là della malefica data, ho schivato due multe -una addirittura con decurtazione punti sulla patente- e niente mi è capitato tra "capo e collo", come si dice in Toscana. Dopo cena, mentre Max Giusti apre i suoi pacchi in televisione, io gioco con il "Gratta e Vinci" comprato nella mattinata. "Che venerdì 17 è stato?" mi chiede improvvisamente mia moglie. Con l'ultima 'grattata' mi faccio una bella risata. "Tranquillo, anzi, fortunato. Abbiamo vinto anche 5 euro" le dico mostrando il tagliando... (Gericus)

martedì 14 aprile 2009

LA FERRARI? VINCE IL GP IN SVIZZERA...

Se la Ferrari colleziona magre figure nel Mondiale, in Svizzera in questi giorni il 'cavallino rampante' è sulle prime pagine (foto) di tutti i giornali. Una rossa vettura di Maranello infatti è stata fotografata sull'autostrada A12 a Bösingen, tra Flamatt e Guin (Cantone di Friburgo), alla bella velocità di 250 chilometri l'ora. Lo riporta nella sua edizione del 9 aprile, il settimanale svizzero "20 Minutes", aggiungendo che "c'est la plus haute vitesse enregistrée dans le canton depuis que les radars existent". Per l'inflessibile polizia svizzera però la cosa non ha suscitato né applausi né meraviglia, tanto che ha appioppato all'autista -un francese-, la bella multa di 70.000 franchi svizzeri, un qualcosa simile a 50mila euro. Come mai una "scoppola" così salata? La risposta la dà con naturalezza tutta svizzera il giudice Michel Favre: "La somma è stata calcolata sulla base della situazione finanziaria 'molto florida' dell'autista della Ferrari, il quale, tra l'altro, aveva collezionato in Svizzera ben altre tre infrazioni per superamento dei limiti di velocità". Tutto normale dunque, poiché, come si legge ancora nell'articolo, ad una "vitesse record dans le canton", logico che questa sia stata anche "l'amende plus grosses infligée". Una volta tanto, in Svizzera è stato dato a "Cesare quel che è di Cesare"... (Gericus)

venerdì 10 aprile 2009

UNA PASQUA SENZA CRUDELTA'...

Eccola lì la loro Pasqua, appesa a quei ganci in macelleria. Eccoli lì, squartati, scuoiati e decapitati, col sangue che ancora cola dalle loro carni. Pasqua dell'abbuffata, della carneficina, dell'ingordigia, della crudeltà. Ogni anno a Pasqua, sono circa un milione tra agnelli, capre e pecore che vengono uccisi per la nostra tavola. Pasqua d'amore, di pace e resurrezione si dice, solo che noi la festeggiamo scannando capretti e agnellini, cuccioli che ad un mese di vita sono stati strappati alla madre per finire sui nostri piatti tra un tripudio di festa e auguri e buone intenzioni. Non mangiamo agnello a Pasqua, non mangiamo nessun animale, perché anche loro provano sentimenti, paura, dolore, ma anche gioia, affetto, amore, quindi, perché ucciderli? Basta con questo rito pagano, pertanto, festeggiamo la Pasqua senza crudeltà, senza sangue innocente... (Gericus)

VITTIME TERREMOTO ABRUZZO

Abdija Nurije /1968
Airulai Alena /1998
Alessandri Carmine / ?
Alloggia Silvana /1942
Alviani Marco /1967
Andreassi Irma /1936
Andreassi Maria Antonella /1958
Andreassi Loreto /1931
Antonacci Giuseppa /1924
Antonini Giusy /1984
Antonini Maurizio /1971
Antonini Genny /1986
Antonini Stefano /1999
Antonucci Maria Assunta /1947
Bafile Vittorio /1928
Balassone Silvana /1936
Basile Anna /1960
Bassi Agata /1940
Battista Ines /1933
Battista Martina Benedetta /1987
Belfatto Angela /1919
Berardi Achille / ?
Bernardi Maria /1949
Bernardi Gaetano /1928
Bernardini Giovanna /1978
Berti Valentina /1975
Bianchi Nicola /1986
Biasini Giovanni /1946
Biondi Elisabetta /1936
Bobu Darinca Mirandoli /1973
Bonanni Anna Bernardina /1936
Bartoletti Daniela /1987
Bronico Sara /1997
Brunelli Giuslio /1937
Bruno Filippo Maria /1992
Bruno Bernardino /1982
Brusco Luisa /1913
Calvi Bolognese Angela /1976
Calvisi Maria /1926
Calvitti Massimo /1959
Canu Antonika /1931
Capasso Iolanda /1963
Capuano Luciana Pia /1989
Carletto Lidia /1933
Carli Anna Maria /1944
Carli Augusto /1931
Carnevale Giulia /1986
Carosi Claudia /1979
Carpente Giovannino /1953
Cellini Luigi /1993
Centi Ludovica /2008
Centi Antonio /1947
Centi Pizzutilli Rocco / ?
Centofanti Davide /1989
Cepparullo Teresa /1948
Cervo Francesca /1945
Chernova Marija /2001
Chiarelli Achille /1934
Cialone Katia /1975
Ciancarella Elvezia /1958
Cicchetti Adalgisa /1932
Cimini Anna /1928
Cimorroni Concetta /1945
Cinì Lorenzo /1986
Cinque Matteo /1999
Cinque Davide /1997
Ciocca Elena /1919
Cioffi Loris / ?
Ciolli Danilo /1983
Cirella Chiarina /1921
Ciuffini Dario /1983
Ciuffini Nadia /1952
Ciuffoletti Fernanda /1919
Cocco Anna /1928
Colaianni Ada Emma /1926
Colaianni Antonina /1926
Colaianni Daniele /1933
Colaianni Elisa /1933
Compagni Giovanni /1982
Cora Alessandra /1986
Corridore Rocco /1946
Cosenza Giovanni /1926
Costantini Luigia /1932
Cristiani Armando /1985
Cruciano Angela Antonia /1987
Cupillari Andrea /1978
Dal Brollo Alice /1988
Damiani Giovanna /1923
D'Amore Osvaldo /1951
D'Andrea Vinicio /1926
D'Antonio Giannina / ?
De Angelis Lisa /1939
De Angelis Jenny /1983
De Felice Fabio /1987
De Felice Antonio /1966
De Felice Alexandro /2005
De Felice Lorenzo /2006
De Iulis Luigi /1927
De La Cruz Cursina Roberta /1952
De Nutiis Maria Giuseppa /1925
De Paolis Anna Maria /1949
De Santis Angelina /1927
De Vecchis Panfilo /1922
De Vecchis Sara /1987
De Vecchis Pasquale /1938
Del Beato Maria Laura /1933
Del Beato Marisa /1935
Deli Serafina /1925
Della Loggia Lorenzo /1983
D'Ercole Alfredo /1942
D'Ercole Simona /1979
Di Battista Giuliana /1932
Di Cesare Luca /1959
Di Filippo Rosina /1924
Di Giacobbe Maria /1947
Di Marco Stefania /1952
Di Marco Paolo /1987
Di Pasquale Alessio /1988
Di Pasquale Alessia /1986
Do Silvestre Gabriele /1989
Di Simone Alessio /1984
Di Stefano Domenica /1943
Di Stefano Odolinda /1937
Di Vincenzo Caterina / ?
D'Ignazio Assunta /1937
Dottore Corrado /1963
El Sajet Boshti /2005
Elleboro Liliana /1933
Enesoiu Adriana /1961
Esposito Andrea /2006
Esposito Francesco Maria /1985
Fabi Domenica /1934
Ferella Delia Solidea /1985
Ferrauto Filippo /1932
Fioravanti Claudio /1943
Fiorentini Liliana /1931
Fiorenza Elpidio /1983
Franco Rosalba / ?
Fratì Mauran /1997
Gasperini Wilma /1926
Germinelli Giuseppina /2002
Germinelli Chiara / ?
Germinelli Micaela /1995
Germinelli Rosa /1992
Ghiroceanu Laurentiu Costant /1968
Ghiroceanu Antonio Ioavan /2008
Giallonardo Aurelio /1930982
Giannangeli Salvatore /1934
Giannangeli Vincenzo /1934
Giannangeli Riccardo /1977
Gioia Piervincenzo /1963
Giugno Luigi /1974
Giugno Francesco /2007
Giustiniani Armando /1916
Grec Kristina o Marina / ?
Guercioni Alberto /1973
Hasani Demal /1967
Hasani Refik /1965
Hussein Hamade /1987
Ianni Franca /1948
Iavagnilio Michele /1983
Iberis Maria Incoronata /1927
Innocenzi Pierina /1952
Iovine Carmelina /1986
Italia Giuseppe /1963
Koufolias Vassilis /1981
Lanutti Ivana /1986
Leonetti Maria /1928
Liberati Vezio /1946
Liberati Vincenzo /1941
Lippi Giovanna /1955
Lippi Giuseppe /1918
Lisi Pasqualina /1950
Longhi Laura /1935
Lopardi Lidia /1917
Lunari Luca /1989
Magno Ada /1916
Marchione Francesca /1984
Marcotullio Elide /1939
Marcotullio Maria /1939
Marcotullio Bruno /1942
Marotta Carmine /1962982
Marrone Maria Gilda /1920
Marrone Lina Loreta /1927
Marrone Maria Fina /1923
Marzolo Giuseppe /1976
Massimino Patrizia /1954
Mastracci Luana /1961
Mastropietro Luisa /1935
Mazzarella Anna /1929
Mazzeschi Valeria /1924
Miconi Giuseppe /1920
Migliarini Roberto /1966
Mignano Maria Civita /1984
Milani Francesca /2000
Monti Vicentini Erminia /1945
Moscardelli Federica /1984
Muntean Silviu Daniel /2002
Muzi Liberio /1920
Muzi Lucilla /1961
Nardis Cesira Pietrina /1934
Natale Maurizio /1987
Negrini Vincenza /1929
Nouzovsky Ondrey /1991
Olivieri Francesca /1986
Olivieri Francesco /1951982
Orlandi Argenis Valentina /1986
Osmani Valbona /1996
Pacini Arianna /1982
Palumbo Anna /1947
Paolucci Maria Gabriella /1959
Papola Arturo /1942
Papola Elena /1935
Parisse Maria Paola /1993
Parisse Domenico jr. /1991
Parisse Domenico sr. /1934
Parobok Anna /1990
Passamonti Fabiana Andrea /1970
Pastorelli Sonia /1964
Pastorelli Aleandro /1921
Persichetti Sara /1986
Pezzopane Tommaso /1928
Pezzopane Iole /1918
Pezzopane Susanna M.Celes /1983
Pezzopane Benedetta /1982
Placentino Elaria /1989
Puglisi Paola /1940
Puliti Andrea / ?
Rambaldi Ilaria /1984
Ranalletta Rossella /1984
Ranieri Oreste /1932
Romano Carmen /1988
Romano Giustino /1984
Romano Elvio /1984
Romualdo Maurizio Rocco /1920
Rosa Antonina /1925
Rossi Michela /1971
Rossi Valentina /1975
Rotellini Silvana /1933
Russo Annamaria /1970
Sabatini Serenella /1960
Salcuni Martina /1988
Salvatore Antonio /1931
Santilli Anna /1934
Santosuosso Marco /1988
Sbroglia Edvige / ?
Scimia Maria Santa /1935
Scipione Serena /1984
Sebastiani Lorenzo /1988
Semperlotti M.Grazia /1965
Sferra Ernesto /1925
Sidoni Emidio /1922
Sidoni Emanuele /1948
Silvestrone Vittoria /1917
Smargiassi Francesco /1944
Spagnoli Flavia /1989
Spagnoli Sandro /1957
Spagnoli Assunta /1949
Spaziani Claudia /1963
Sponta Aurora /1936
Strazzella Michele /1981
Suor Lucia Ricci Rosina /1926
Tagliente Vittorio /1983
Tamburro Marino /1930
Tamburro Giuliana /1963
Terzini Enza /1988
Testa Ivana /1930
Testa Evandro /1913
Tiberio Noemi /1975
Tomei Paola /1960
Troiani Raffaele /1975
Turco Giuliana / ?
Urbano Maria /1989
Valente Mario /1926
Vannucci Matteo /1986
Vasarelli Vittoria /1924
Vasarelli Giuseppina /1929
Verzilli Paolo /1982
Visione Daniela /1966
Vittorini Fabrizia / ?
Zaccagno Armedio /1923
Zaninotto Sergio /1940
Zavarella Roberta /1983
Zelena Marta /1992
Zingari Guido /1949
Zugaro Giuseppina /1956
1 Non Identificato.

TOTALE VITTIME 287
10 Aprile 2009

mercoledì 8 aprile 2009

UN AIUTO PER I TERREMOTATI


potete donare nei seguenti modi:

al numero unico 48580 (della protezione civile italiana)

1 euro inviando un sms da cellulare Tim, Vodafone, Wind e 3Italia
oppure
2 euro chiamando da telefono fisso Telecom

inoltre, potete contribuire attraverso il conto corrente

Intestato a: Mediafriends
IBAN:
IT41 D030 6909 4006 1521 5320 387
causale: EMERGENZA TERREMOTO ABRUZZO

per donazioni dall'estero aggiungere il codice BIC: BCITITMM

martedì 7 aprile 2009

L'INFERNO IN ABRUZZO

L'AQUILA - Onna non c'è più. Nella conta purtroppo provvisoria dei morti, 43 si contano solo in questo piccolo borgo di 300 anime, per più di metà raso al suolo. La morte, vigliacca, ha colpito nel sonno. Erano le ore 3,32 esatte quando il sisma, 6,2 magnitudo della scala Richter con epicentro Paganica, ha colpito l'Abruzzo. Con il capoluogo L'Aquila, un susseguirsi di scosse ha devastato Onna; Fossa; Villa Sant'Angelo; Paganica; Tempera; Castelnuovo; San Pio Delle Camere; Ocre; San Demetrio; Torninparte; Pizzoli; Rocca di Mezzo; San Gregorio; Poggio Picenze; Barrile; Rovere; Rocca di Cambio; Pianola; Camarda e Santo Stefano di Sessanio, seminando morte e distruzione. L'evento tragico però aveva dato inquietanti segnali premonitori nei giorni scorsi, con piccole e continue scosse avvertite nella zona. In un Tg andato in onda sabato scorso, una troupe di giornalisti si era recata a L'Aquila: "Conviviamo con il terremoto" aveva detto una giovane, con un sorriso misto tra paura e rassegnazione, ma anche di speranza. Chissà se sarà ancora in vita o se invece farà parte di quell'elenco di scomparsi che si allunga di ora in ora. La macchina dei soccorsi si è subito mossa con slancio e professionalità, tanto che il Governo, pur ringraziando per la pronta partecipazione, ha declinato, per il momento l'offerta di soccorso arrivata da vari Paesi europei: "Per il momento bastiamo noi" ha dichiarato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Nell'angoscia di una tragedia -la più grave del secolo per l'Italia- dai contorni ancora tutti da definire, la conta delle vittime accertate si ferma, alle ore 13,30 di oggi, a quota 207, 15 sono i dispersi e oltre 1000 i feriti. 17.000 sono gli sfollati, mentre la macchina dei soccorsi -sul posto fin dalle prime ore della tragedia- conta ben 8.500 uomini. Ad Aosta, una colonna mobile allestita dall'A.N.A. (Associazione Nazionale Alpini) è già pronta a partire per l'Abruzzo. (Gericus)

domenica 5 aprile 2009

LOWLANDS

La musica dei Lowlands (foto) ricorda le sonorità pure, quelle che provengono dalle radici del rock&folk, in un misto di Woody Guthrie e Muddy Waters, passando tra Bob Dylan e Bruce Springsteen. Leader della band, nata tra le nebbie di Pavia, è Edward Abbiati, padre italiano e madre inglese, ed è ancora lui l'autore di tutti i brani del gruppo. Nel 2008 esce il loro primo album, "The last Call" (L'ultima chiamata) ed è subito successo. Il Cd, interamente autoprodotto, varca immediatamente i nostri confini nazionali e spopola tra le principali radio americane, rimbalzando tra la California, l'Arizona e il South Carolina, per approdare poi sulle stazioni radio di Brisbane (Australia) e Wellington (Nuova Zelanda). "Rock dalle radici crepuscolari" si legge su un giornale del settore a stelle strisce, mentre Ben Lazar, della '10th Avenue Music' rilancia: "An album of unusual bravery". In Europa ormai i "Lowlands" sono di casa in Inghilterra, Belgio e Germania, anche se ora -finalmente!- pure l'Italia comincia ad accorgersi di loro. E così, ascoltando il loro album, ritroviamo il sapore dell'avventura, dei grandi spazi, delle sterminate autostrade americane, tramonti e città notturne, amori perduti e pinte di birra, ma anche di solitudine, come in "Leaving N.Y.C." : "Lasciando New York city, il 4 luglio, fuochi d'artificio in cielo, e dentro mi stavo spezzando, e tutto quello che avevo fatto per arrivare lì, era sparito per sempre, e scivolai via come un ladro nella notte di New York". Struggente poi l'atmosfera in "Like a Rose" (Come una rosa): "L'ho trovata nell'oscurità, come la luna piena in una notte oscura, le dissi che le avrei dato tutto il mio amore, di non farle mai male, e feci del mio meglio. Ma poi fu la vita e tutto il resto, paure, dubbi, e la mia anima agitata". Quattro stelle su 5 dai critici di Maverick, bibbia del country, e scalata tra i primi dieci dischi nella "top ten" di Miles of Music, il principale negozio online di musica folk in USA, oltre un esaltante giudizio (con voto di 9 su 10) ricevuto da Americana UK, ultimo baluardo inglese del rock dal sapore antico. "La nostra musica è un ibrido" dice Edward Abbiati, "ma la verità è che il bagaglio culturale moderno non ha più confini geografici". Musica senza confini dunque, come 'The last Call' il brano che dà il titolo all'album: "This is may last call, before the sun goes down, I'll be gone, this is my last round, before dawn I'll be bound". Vale proprio la pena ascoltarli, (YouTube) e seguirli nei loro concerti, perché oggi, di sonorità simili, la musica ne ha "veramente" tanto bisogno. (Gericus)

Prossimi appuntamenti con i Lowlands:
17-04 Spaziomusica di Pavia, con ingresso gratuito
e offerte in favore dei terremotati d'Abruzzo.
4 luglio a Ferrara;
5 luglio a Conegliano Veneto

Edward Abbiati Voce e chitarra
Simone Fratti
Basso
Phil Ariens Batteria
Chiara Giacobbe Violino
Roberto Diana Chitarra
Francesco 'lebowski' Verrastro Chitarra
Stefano Brandinali Piano & Keyboards
Stefano Speroni Chitarra acustica

Ghost in Town
What Can I Do
You can never go back
Like a Rose
In Between
Leaving NYC
Lately
38th and Lawton
Friday Night
That's Me on the Page
In the End
The last Call

(Etichetta: "Gypsy Child Records")

sabato 4 aprile 2009

A MIO PADRE


L'ho cercato su tutte le guide,
sulle pagine gialle,
via Internet
via cellulare
ma sembra che non esista lassù nel cielo
un telefono a cui ti possa chiamare.
E ritorno così all'antico
al vecchio modo di comunicare
sussurrando preghiere

che alle parole devo affidare.

Com'è difficile raggiungerti
quando l'ostacolo più duro da scavalcare
è quello del mio cuore
che non ti riesce a parlare.
Un muro glielo impedisce
il muro che ho costruito per tenerti fuori dal mio mondo
il muro della mia vergogna
il mio rammarico più profondo.

Vorrei poter tornare indietro
per poterti abbracciare
vorrei dirti in un momento
quello che non ti ho detto in vent'anni
vorrei farti tornare
per fare in un momento quello che in vent'anni
con te
non ho voluto fare.


Ma le mie gambe sono pietre
che le mani non riescono a lanciare
e le mie mani sono foglie
che le mie parole agitano
ma non riescono a far volare
e le mie parole
oggi,

sono urla di dolore
che non riesco a far uscire
oltre quel muro che è il mio cuore:
è anche quel mio silenzio che ti ha fatto morire
è questo tuo silenzio che ora mi fa soffrire. (Guido Di Vita)

venerdì 3 aprile 2009

MORIRE A KABUL, MORIRE PER COSA?

C'è proprio da chiederselo: perché morire in Aghanistan? Perché andare a "portare" civiltà, democrazia e morire in nome di essa? Perché cercare di traghettare nel XXIesimo secolo un Paese che vuol vivere con metodi da Medioevo? E ancora: è poi giusto tutto questo? Dobbiamo per forza morire per portare al passo coi tempi popolazioni che invece vanno lasciate ai loro 'modus vivendi'? E' solo una riflessione che viene leggendo ciò che ha sancito pochi giorni fa il governo afgano, dove attraverso una nuova legge firmata dal suo presidente, Hamid Karzai si rende legale lo stupro della moglie. Si, avete capito bene, non è un refuso: E' legale stuprare la moglie. Donne come oggetti del piacere maschile, non più persone, ma "bambole" silenti e disponibili, e guai ad accusare un minimo mal di testa per sfuggire allo stupro. Del resto, a quelle latitudini le donne non è che fino ad oggi abbiano contato molto. Sono spettri sotto un burqa azzurro che le copre dalla testa ai piedi, sequestrate nell'abito che è come una prigione, poiché anche il piccolo spazio all'altezza degli occhi, non è altro che un intreccio di fili che ricordano le sbarre di una prigione. Vale la pena dunque restare in quella landa sperduta e polverosa o convenga invece fare le valige e tornare a casa? Sarà difficile mettersi contro questa nuova legge "del degrado", perché come dice la senatrice Hamaira Namati, "chiunque osi schierarsi contro è accusato di essere contro l'Islam". Il maresciallo Giovanni Pezzullo, morto il 13 febbraio 2008 è l'ultimo dei nostri 12 militari italiani caduti in Afghanistan per portare la pace. Morire a Kabul: ne è valsa la pena? (Gericus)

giovedì 2 aprile 2009

TELEVISIONE, CATTIVA MAESTRA

Ma è la televisione che riflette la società, o è la società che si identifica nella televisione? Un dilemma mai risolto. Per me, è "buona la seconda", ovvero è la società a identificarsi in quello che vede in video, offerto appunto da una cattiva maestra. Altrimenti come si possono giustificare quelle oltre due ore dedicate da Matrix all'eroe del nulla, Fabrizio Corona? (foto) Quali meriti ha questo giovanotto per poter dire la sua davanti ad una platea -a quell'ora- stabilita in circa un milione e mezzo di nottambuli? E poi, quale primizie intellettuali può dare? Che vivendo 'border line' ci si guadagna sempre? Che l'apparire è meglio dell'essere? Massimo Gramellini nel suo "Buongiorno" su La Stampa di oggi, scrive: "Non capisco perché i settimanali continuino a dedicare spazio alle imprese banali di Fabrizio Corona, il fotografo di modelle che passa il suo tempo a guidare macchinoni senza patente, in compagnia di bonazze straniere per non partire troppo svantaggiato nell'uso dell'italiano". Ma che la televisione si occupi più volentieri di trash che non di cose serie, ormai ne siamo certi: puntate su puntate dedicate ad un certo Azouz Marzouk, un tunisino assurto alla notorietà per il fatto di essere vedovo e padre di due vittime della strage di Erba, alla piccola zingarella ospitata al Costanzo Show la quale, dopo essere stata strattonata da un tizio che l'aveva beccata con le mani in tasca -le sue però!- si era ritrovata con due lesioni ai polsi, e Costanzo a pontificare "che non si fa così con una zingarella!", salvo poi smentirsi due giorni dopo, poiché la 'povera' zingarella veniva arrestata a Roma dalla polizia beccata di nuovo con le mani nelle tasche altrui. Idoli per una notte, idoli del nulla dunque, tra debosciati lussuriosi sequestrati per mesi in una casa sotto l'occhio del Grande Fratello, tra naufraghi che purtroppo qualcuno "salverà" e con improbabili contadini in fattorie purtroppo raggiungibili. Il video dedicato al peggio dunque, all'eccesso, al triviale, e mai mezz'ora invece dedicata al positivo, a chi sgobba veramente la vita, come quel tizio -immaginario-, intervistato ancora da Gramellini nella sua rubrica: Ci racconti la sua giornata-tipo: "Mi alzo, esco di casa e vado a lavorare". Pazzesco!: continui. "Non sniffo cocaina e bevo una birretta ogni tanto. Pago le tasse senza esagerare ma le pago. E non cambio orologio da quindici anni". Incredibile, come mai? "Funziona ancora". E il sesso, il sesso? "Ho due figli piccoli e una moglie, sempre quella. Sa com'è, dopo tanti anni ci si inventa quel che si può. Ma non intendo sfasciare tutto". Ma lei è un mito, ma lei è un panda, ma lei è un eroe dei nostri tempi. Le andrebbe di partecipare a un concorso televisivo di parolacce? O preferisce un talent show per aspiranti scorreggiatori? "No grazie, mi vergogno". Anche noi caro intervistato: ma si consoli, siamo rimasti in pochi... (Gericus)

mercoledì 1 aprile 2009

IL MISTERO DI MARINA E CAMILLA

TORINO - Due donne scomparse nel nulla, e un nome: Paolo Stroppiana, (foto). Due misteri che si intrecciano, e come unico comune denominatore, l'oggi 52enne filatelico Stroppiana. Si, perché in quest'assurdo sistema giudiziario italiano, l'aula del tribunale di Torino ieri si è riaperta per discutere un caso vecchio di 13 anni, dopo un valzer di condanne e rinvii. Ma partiamo dall'inizio. Era l'8 agosto del 1989 quando Camilla Bini, una bella ragazza italo-somala di 34 anni fu vista per l'ultima volta. In quell'afoso pomeriggio estivo infatti, si fermò a bere una bibita con un amica prima di partire per le vacanze. Lavorava alla "Bolaffi francobolli" di Torino, un istituzione nel mondo della filatelia, e fu proprio la Bolaffi ad informare la famiglia il 28 di quello stesso mese, del mancato rientro a lavoro della giovane. Con la denuncia di scomparsa, partirono immediatamente le indagini, ed è in quel momento che saltò fuori il nome di Paolo Stroppiana, un po' per il suo passato violento -aveva già conosciuto il Ferrante Aporti- e un po' perché ritenuto il suo "fidanzato presunto". Indagini su indagini poi, lentamente il tempo sbiadì il caso di Camilla Bini. La storia però in certi casi si ripete. Passano sette anni quando l'8 maggio 1996 scompare una altra ragazza. E' la 39enne Marina Di Modica, torinese pure lei. L'ultima traccia lasciata, una nota sull'agenda: "Ore 18,30: cena con Paolo per i francobolli". Curiosando in soffitta, aveva infatti trovato una serie di francobolli emessi negli anni Trenta in occasione del protettorato fascista del Dodecanneso, e con l'intenzione di venderli, ne aveva parlato proprio con Paolo Stroppiana, impiegato della Bolaffi. Di nuovo lui, ma questa volta viene indagato e il tribunale in primo grado lo condanna a 21 anni di carcere per "omicidio volontario", ridotti poi a 16 in Appello. Il 31 marzo di quest'anno infine, la prima sezione penale della Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza, disponendo un nuovo processo d'Appello a carico dell'imputato. Tredici anni di giudizio per ripartire tutto da capo. Così va la nostra giustizia, mentre il mistero di Marina e Camilla rimane tale. (Gericus)