La grande pelle color nocciola è appesa ad un gancio del macello di Aosta: è di leone ed è quasi pronta per essere conciata. La belva è stata uccisa in Valle e la testa è conservata in un freezer a Cogne in attesa di un imbalsamatore. Il leone, un maschio di quattro anni, è stato abbattuto a circa due chilometri da Cogne ai confini del Parco del Gran Paradiso dove da anni si tenta di reinserire un grande predatore come la lince, felino che appartiene al ramo 'cadetto' del re della savana. La belva era però in gabbia su di un carro del circo "Colber" che aveva montato le tende nel prato a destra della statale per Cogne, poco prima di Cretaz. In disparte, infelice e feroce il grande maschio dal manto un po' spelacchiato per la muta stagionale ruggiva giorno e notte. Era diventato anche pericoloso, tanto che gli inservienti faticavano a dargli da mangiare sfidando denti e artigli. Da un anno il leone non lavorava più, scartato dal domatore perchè troppo pericoloso, diventato ingovernabile dopo un operazione che lo aveva reso impotente. Era stata una scelta quasi obbligata, perchè la belva, invece di lavorare saltando da uno sgabello all'altro ad ogni schiocco di frusta, si occupava con eccessivo slancio della "dame di corte", ovvero le leonesse, a loro volta distratte da quel maschio focoso. Come un sovrano caduto in disgrazia, da lì in poi la belva aveva ignorato ogni ordine e imposizione, decretando così la sua fine. Ieri mattina così un veterinario gli ha somministrato un iniezione di anestetico attraverso le sbarre ma lui, sebbene intontito, ha continuato ad agitare pericolosamente le zampe. Ha atteso la morte, che è arrivata con un colpo di fucile che lo ha ucciso all'istante.
(La Stampa)
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