lunedì 31 dicembre 2007

A "BRAGHE CALATE"... 31.12.2007

E' l'ennesimo stupido e insulso "calo di braghe" a cui ormai siamo abituati da un po' di tempo. Per "non urtare la suscettibilità" di qualche nostro "ospite" straniero non di fede cattolica, questa volta "le braghe" sono state calate in una scuola elementare del Varesotto, dove è stato vietato al parroco di impartire la benedizione natalizia. Con le "braghe a mezze gambe" è il dirigente scolastico della Pizzigoni di Saronno (VA) il quale ha negato l'accesso alle aule al parroco don Pasquale Colombo. Non avvezzo però a certe "calate di tonaca", il sacerdote ha innescato una "vivace" discussione col dirigente, ottenendo per tutta risposta la possibilità di un "incontro veloce" con gli alunni a patto di non fare alcun riferimento di carattere religioso durante la conversazione. Su questa "assurda" vicenda però, una durissima condanna è arrivata dal consiglio Comunale, dove per bocca dell'assessore alla Cultura Massimo Beneggi, si comunica che "oltre ad essere una decisione inaccettabile e arbitraria, i responsabili della scuola dovranno risponderne al Consiglio di istituto e ai genitori degli alunni". Nel suo intervento, Beneggi ha fatto presente che operando in tal maniera, "si è mancato di rispetto alla persona e a quello che rappresenta don Pasquale". Più duri invece i commenti della sezione saronnese della Lega, dove si chiedono "le immediate dimissioni del Dirigente scolastico della scuola", aggiungendo inoltre se è ancora possibile scambiarsi gli auguri di Buon Natale come da tradizione, oppure se "prima dobbiamo chiedere il permesso a quelli che non sono cattolici". "Impedire la benedizione natalizia e nello stesso tempo vietare ogni riferimento dei nostri valori religiosi e cristiani ai bambini è stato un atto intollerante e irrispettoso, un diritto negato ai più piccini. Che il Dirigente faccia subito le valige". Un anno dunque che si chiude con una nuova "svendita" dei nostri valori e alla negazione delle nostre radici, e ancora una volta -e questo è preoccupante-, tutto ciò arriva dalla scuola, luogo invece deputato a consolidare valori e radici. (Gericus)

venerdì 28 dicembre 2007

BENAZIR BHUTTO 1953-2007

Chissà, forse se non avessero impiccato suo padre, Benazir Bhutto (foto) non si sarebbe mai buttata anima e corpo in politica, lei, laureata in scienze politiche ad Harvard (USA) e con lode in scienze diplomatiche in Inghilterra. La morte del padre, Alì Bhutto, ex premier, avvenuta nel 1979 dopo un colpo di Stato, e da lei ritenuta un vero e proprio assassinio, cambiò radicalmente la sua vita. Quasi una sfida: "Non riusciranno a fermarmi". Dopo due anni di esilio a Londra, nel 1988 con le prime elezioni libere nella storia del Pakistan, Benazir Bhutto riceve il primo mandato da primo ministro, ed è la prima donna in assoluto a guidare un Paese musulmano. Accusata di corruzione del 1990, si dimette dal governo riottenendo un secondo mandato tre anni dopo. In un Paese lacerato da forti conflitti sia politici che sociali, nel 1996 rassegna di nuovo le dimissioni e nel '99 abbandona il Pakistan per un lungo esilio volontario prima a Dubai e poi in Inghilterra. Dopo un accordo con il generale Musharraf, 'padre padrone' del Paese, il 18 ottobre del 2007 Benazir Bhutto ritorna in patria accolta da una grandissima approvazione pubblica, seppure al suo arrivo a Karachi, forze terroristiche scatenano un attentato -lei si salva- che costerà la vita a oltre 130 persone. L'otto gennaio prossimo, con le imminenti elezioni, Bhutto avrebbe avuto tutte le chance per ritornare al potere, ma a Rawalpindi, dove ieri teneva uno dei tanti comizi, un terrorista kamikaze ha posto fine alla sua vita, oltre a quella di trenta persone. La sua condanna a morte la si può trovare tra le parole dei suoi comizi: "Sono tornata per combattere Al Qaida e lo strapotere dei militari", e poi "Le scuole coraniche insegnano ai bambini ad uccidere". Sapeva i rischi che correva: "A Musharraf ho fatto i nomi di tre persone che vogliono la mia morte" aveva detto recentemente alla stampa. Non è bastato, in un Paese dove gli integralisti la odiavano e i militari erano quelli che avevano impiccato suo padre. (Gericus)

giovedì 27 dicembre 2007

LO SCEMPIO DI UNA VITA (2007)

Essere ricchi a tutti i costi. All'occorrenza, anche a uccidere. Michele Fusaro, il 41enne falegname di Bassano del Grappa in provincia di Vicenza, arrestato con l'accusa tremenda di essere l'autore del sequestro e dell'uccisione dell'ostaggio, non è andato tanto per il sottile: 800.000 euro per restituire la povera Iole Tassitani, (foto) 42 anni, rapita il 12 dicembre nei pressi di Castelfranco Veneto. Non ha precisato però se la restituiva intera, sana e salva, o sezionata in tre tronconi. Per Iole Tassitani il Natale non è mai arrivato, uccisa, tagliata a pezzi e sistemata in un garage in sacchi dell'immondizia in attesa di "smaltimento". Natale di sangue, Natale d'orrore. L'agnello sacrificale questa volta ha le sembianze umane, quelle di Iole, una donna che viveva da sola con i suoi gatti, una donna pulita, lavoro e casa. Lui, il killer della porta accanto ha nascosto il corpo smembrato nel box per tre giorni, e a omicidio già compiuto, ha partecipato assieme ai colleghi di lavoro alla cena di Natale. Cerchiamo di non essere ipocriti: se l'accusa verrà confermata, che farne di un mostro così?... (Gericus)

mercoledì 26 dicembre 2007

IL NATALE DI BEPPE GRILLO (2007)

Ieri era Natale e un terribile delitto lo annuncia come una stella cometa. Una signora di Bassano del Grappa è stata uccisa e fatta a pezzi. Il suo prezzo di mercato era 800.000 euro dei rapitori. Si chiamava Iole Tassitani, era figlia di un notaio, viveva sola con i suoi gatti, aveva 41 anni.
Il Natale mercificato ha avuto la sua vittima sacrificale. Natale è un punto di arrivo, la celebrazione del consumismo e del denaro. Di sacro è rimasto solo il conto corrente. Tutto si pesa in soldi. La vita delle persone, gli organi di un bambino, l'acqua, l'aria. Un capitalismo di cartapesta avvelenato dai prestiti che rovinano la vita, inventato dalla televisione che crea soldi da scatole in prima serata e da domande di prima elementare.
Il sesso è business, nei marciapiedi, nei calendari, nelle compravendite di senatori. La politica è tangenti, corruzione, frode fiscale, false fatturazioni, corruzione giudiziaria, finanziamenti illeciti. I 24 parlamentari condannati, quasi tutti, sono colpevoli di avidità. Mi ricordo, da bambino, la corsa al cotechino al centro di un grosso piatto di risotto in comune. Chi mangiava più velocemente arrivava al cotechino. Non c'è più quella competizione e neppure il cotechino al centro del piatto. Lo mangiano sempre prima in cucina.
La contraddizione di un Paese ossessionato dalla ricchezza facile e senza soldi dove ci porterà? La gente non si rassegna ad essere povera, se non può essere ricca, deve almeno far finta. L'apparenza del nulla costruita sui debiti.
Quanto vale il denaro non necessario per vivere? Nulla, anzi è un debito, lo paghiamo con il nostro tempo, con i nostri affetti. E' una droga che fa impazzire la società. Più della cocaina, più dell'eroina. E genera mostri che uccidono.
Non indebitatevi più, se potete, e a Natale date un bacio ai vostri figli e anche ai vostri nonni da parte di Beppe Grillo. Buon Natale! (www.beppegrillo.it)

lunedì 24 dicembre 2007

BUON NATALE!!!!!!!!!!! (2007)


Un lieto Natale

a tutti

e un

felice Anno Nuovo da

Gericus.







Merry Christmas and Happy New Year. (inglese)
Joyeux Noel. (francese)
Bon Tzalende e Trèinadan. (patois valdostano)
Guetz Nus Yoar. (tich)
Frohliche Weihnachten und ein gluckliches Neus Jahr.
(tedesco)
Hyvaa joulua. (finlandese)
God Jul.
(norvegese)
Boas Festas e Feliz Ano Novo. (brasiliano)
Feliz Natal. (portoghese)
Pozdrevlyayu s prazdnikom Rozhdestva. (russo)
Feliz Navidad. (spagnolo)
God Jul ett Gott Nyatt Ar. (svedese)
Bon Nadal i un Bon Any Nou. (catalano)
Glaedelig Jul. (danese)
Kala Christouyenna Kiefthismenos O Kenourios Chronos . (greco)
Vrolijk Kerstfeest en een Gelukkig Nieuwjaar. (olandese)
Kung His Hsin Nien bing Chu Shen Tan. (cinese mandarino)
Gun Tso Sun Tan'Gung Haw Sun. (cantonese)
Sung Tan Chuk Ha. (coreano)
Jutdlime pivdluarit ukiortame pivdluaritlo. (eschimese)
Shinnen ometedo. Kurisumasu Omedeto. (giapponese)
Mele Kalikimaka & Hauoli Makahiki Hou. (hawaaiano)
Meri Kirihimete
. (maori)
Merry Keshmish. (navajo)
La Maunia Le Kilisimasi Ma Le Tausaga Fou. (samoa)
Chung Mung Giang Sinh. (vietnamita)
Geseende Kersfees en 'n gelukkige nuwe jaar. (afrikaans)
Zorionak eta Urte Berri on! (basco)
Bon Natale e Bon capu d'annu. (corso)
Maligayang Pasko. (filippino)


domenica 23 dicembre 2007

C'ERA UNA VOLTA IL "BELPAESE". (2007)

Quello che preoccupa non è tanto l'analisi impietosa fatta sull'Italia da due autorevoli testate straniere, ma la spocchiosa reazione che spazia tra un misto di incredulità e rivalsa fatta da nostri media e politici in liquidazione. Se in prima battuta il New York Times ha bollato la nostra nazione come vecchia e povera, oltre che angosciata, il londinese Times parla di "dolce vita amara" per noi italiani. E come dargli torto! Partiamo dall'economia: scioperi che recentemente hanno messo in ginocchio il Paese, conflitti sociali e politi che non trovano sbocco, salari stagnanti e prezzi in salita, famiglie sul lastrico a causa di mutui per la casa cresciuti a dismisura, lavoro precario e crescenti costi energetici. Tutto ciò potrebbe bastare ad angosciare un bufalo! Ma andiamo avanti: anche il settore che da sempre ci aveva caratterizzato all'estero, ovvero i grandi marchi come Versace, Gucci, Armani e tanti altri, accusano colpi e gli ordini calano vertiginosamente. Ma se a tutto questo aggiungiamo poi l'insicurezza e la paura del vivere quotidiano tra criminalità scatenata, perdita di identità come nazione e come popolo, c'è da stare allegri? Abbondiamo dai: e se poi la classe che ci governa è un accozzaglia di persone che pensa agli interessi "di bottega" -il libro La Casta insegna-, vivendo distante migliaia di chilometri dalla realtà, c'è da stare allegri? Ma chi siamo? Dove stiamo andando? Qual'è il nostro domani? Ecco da dove proviene l'angoscia! La risposta dei nostri giornali "di regime" è stata univoca: "Ma che guardino i malanni di casa propria questi inglesi e americani". Hai capito? Ecco la nostra reazione, tutto qui. Caspita quanto è vero che siamo in crisi! (Gericus)
[foto: Gregory Peck e Audrey Hepburn ai tempi della Dolce Vita]

sabato 22 dicembre 2007

OCCHIO ALLE TRUFFE! #4 (2007)

Con il classico logo delle Poste Italiane, (scritta in campo giallo), sempre più spesso fa la sua apparizione nelle email in arrivo questa lettera, subdola e truffaldina, contenente palesi errori di battuta, sicuramente proveniente da Paesi esteri. E' inutile dire che si cerca di carpire la buona fede del ricevente nell'invitarlo a comunicare dati e numero d'accesso al proprio conto Postale. Da lì a vedersi prosciugare i risparmi il passo è breve. Pertanto, cestinare immediatamente la mail, e per chi ha tempo, sporgere denuncia alla Polizia Postale. Ecco qui di seguito la mail incriminata.

--------- Initial Header -----------


From : "BPOL@bancopostaonline.poste.it" servizi.online@bancoposte.it

To : *******************
Cc :
Date : Fri, 21 Dec 2007 11:47:42 -0500 (EST)
Subject : Misure di sicurezza il tuo account è stato bloccato!
[logo_posteitaliane.gif] [servizionlineOn.gif]
&n bsp; &n bsp; [posteit02h.jpg]

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NON RISPONDERE ASSOLUTAMENTE!

E' UNA TRUFFA!

ITALIA, PAESE MACCHIAVELLICO (2007)

Me lo chiedo spesso: ma che Italia è questa? Ma che nazione siamo se dopo pochi mesi dal varo di una legge, questa subito viene modificata, aggiornata se non addirittura soppressa? Così è stato sulla legge delle espulsioni, naufragata l'altro giorno alla Camera e oggi, stop anche alla legge sulla prostituzione, affondata nel Consiglio dei ministri. Ma che classe politica abbiamo? C'è decoro e dignità verso sé stessi ma soprattutto verso gli italiani che essi rappresentano? Sembra proprio di no, perché il bailamme al governo è continuo e senza ombra di ripensamento. Alcuni esempi: Il cosiddetto "pacchetto di sicurezza", varato dopo gli ultimi efferati delitti da parte di delinquenti stranieri, e che sulla carta garantiva l'allontanamento immediato di chi non era in regola o di chi risultava coinvolto in fatti criminosi, beh, anche quello grazie a ritocchi, modifiche e ripensamenti è caduto nel nulla di fatto, tanto che solo uno sparuto gruppetto di delinquenti ha preso il volo verso casa nei primi giorni, giusto per placare lo sdegno della popolazione. Oggi lo scontro è aperto su di un altro caso: i figli dei clandestini, hanno diritto all'asilo? Per i "pasdaran" dell'illegalità la risposta è univoca: si. Ma se "clandestino" vuol dire essere fuori legge a tutti gli effetti, come si può coniugare il fatto che il figlio di questi, -clandestino pure lui- abbia gli stessi diritti di un cittadino residente o di un immigrato regolare? La polemica è esplosa in questi giorni a Milano, dove l'ultima sanatoria -ci risiamo!" del ministro della Famiglia Rosy Bindi, ha sancito "all'asilo anche i figli dei clandestini", ottenendo un sonoro rifiuto dall'assessore alle Politiche sociali del Comune di MIlano Mariolina Moioli, motivato dal fatto che "chi è clandestino non può dimostrare la residenza, il reddito Isee, per cui, secondo una legge nazionale, non si offre servizio gratuito di materna a chi è sprovvisto di questi requisiti". Ma se la legge esiste, perché non la si applica senza discutere? (Gericus)
(foto tratta da Il Giornale)

PASSWORD: "SALEARABE" (2007)

Capita in Francia, ma chissà se è una leggenda metropolitana destinata a chiarirsi oppure, come si legge sul Corriere della Sera, pura realtà. Mohamed Zaidi, 39 anni marocchino e di professione garagista a Bordeaux, il sette dicembre scorso riceve una lettera dal proprio 'service provider' Orange, con dentro la password, ovvero, la parola chiave per accedere al servizio internet. Una volta letta però, rimane un po'... sorpreso. La sua password infatti è "salearabe", che in francese significa niente più che "sporco arabo". In fondo alla missiva, c'è scritto anche "grazie per averci accordato la vostra fiducia". Mohamed ha pensato ad uno scherzo, anche se di cattivo gusto, poi ha voluto vederci chiaro, telefonando ad Orange per chiedere spiegazioni. Risposte evasive e il classico "richiameremo", cosa però fino ad oggi mai avvenuta. Abbonati ad Orange fin dalla primavera scorsa, i coniugi Zaidi avevano avuto problemi su problemi con il servizio, pertanto tra loro e il gestore erano intercorse numerose mail, "sempre però dai toni gentili", come afferma Mohamed. E sarebbe proprio -presume Orange- l'estenuante scambio di queste email che avrebbe scatenato la ritorsione da parte di qualche funzionario, una sciagurata iniziativa comunque che ha dato avvio ad un'inchiesta interna per scoprire le origini e l'autore di questa password dai toni offensivi. L'unica cosa ottenuta per il momento, sono le scuse da parte dell'azienda e un possibile indennizzo per i coniugi Zaidi. E il cambio della password, naturalmente... (Gericus)
(
foto: i coniugi Zaidi) [tratta da Sudouest.com]

venerdì 21 dicembre 2007

GIALLLO DI GARLASCO: E' LA SVOLTA? (2007)

Per Alberto Stasi, (foto) unico indagato per l'assassinio di Chiara Poggi, la ragazza con la quale era legato da anni, una nuova pesante accusa nei suoi confronti, che a detta dei magistrati, potrebbe essere il movente dell'omicidio. Dai tracciati del suo computer infatti, sarebbe saltato fuori del materiale pedopornografico. Migliaia di file dunque archiviati con immagini di donne e anche uomini e tracce in chat di conversazioni sul tema dell'omosessualità. Registrati poi attraverso una webcam, tre filmini amatoriali con protagonisti Alberto e Chiara, ma quello che i carabinieri hanno evidenziato, sono quei filmati di bambini nudi che compiono atti sessuali tra di sé o con adulti. Per gli inquirenti dunque, il sesso potrebbe essere l'input all'omicidio, ovvero una reazione sproporzionata di Alberto verso Chiara, una volta che questa aveva scoperto le "debolezze" del fidanzato. Convocato ieri pomeriggio di nuovo in Procura, Alberto Stasi, accompagnato dai suoi tre legali, si è avvalso della facoltà di non rispondere, lasciando la Procura verso le 16,30, poco meno di un ora dal suo ingresso. Ora per chiudere il cerchio, si vuole appurare se il computer sia stato aperto la sera stessa del delitto, poiché si presume che Alberto, in casa della fidanzata, avesse con sé il portatile. Per gli inquirenti il movente è tutto qui: Chiara per caso capita sui file pedopornografici e lui, dalla vergogna, -forse anche perché lei minaccia di rivelarlo- perde la ragione e compie l'omicidio. Un po' "macchinoso" ma a questi nuovi particolari viene data molta importanza. Sarà la svolta? (Gericus)
[foto tratta da La Stampa]

SOLE A SCACCHI PER IL ROM (2007)

Il "testimonial" torna dietro le sbarre. Un barlume di coscienza forse ha illuminato la nostra magistratura, rispedendo senza tanti complimenti in galera Marco Ahmetovic, (foto tra due poliziotti) il rom che alla guida di un furgone e in stato di ebrezza, falciò e uccise quattro giovani di Appignano del Tronto nella notte tra il 22 ed il 23 aprile scorso. L'esigua condanna (6 anni) e il beneficio degli arresti domiciliari da scontare in un residence, aveva scatenato l'ira degli italiani, dopo quella più che sentita dei genitori delle vittime. Per mezzo di uno spregiudicato promoter poi, Ahmetovic era ritornato alla cronaca per quel suo contratto da testimonial per una linea di indumenti e per quel libro che si apprestava a scrivere, e del quale, si dice, avesse già percepito un anticipo di 30 mila euro sui futuri proventi. Dopo lo sdegno generale, ora si torna al concreto. I carabinieri, all'alba di ieri, lo hanno di nuovo ammanettato e portato via. A tradire il rom, telefonate quotidiane con alcuni pregiudicati nonostante gli obblighi cui era sottoposto. Un mesto sollievo da parte dei genitori dei quattro giovani uccisi: "E' giusto che sia tornato in galera -dice Luigi Corradini, padre di Davide- perché chi sbaglia deve pagare". (Gericus)

SIOUX SUL SENTIERO DI GUERRA (2007)

"Ecco i bisonti, vi daranno cibo e vestiti. Ma quando moriranno, quando non li vedrete più sulla faccia della Terra, allora sarà la fine dell'uomo rosso e il sole tramonterà per sempre". Wankan Tanka, il Grande Spirito indiano parlò così, ed oggi, stanco dei soprusi subiti dal suo popolo, non vuole più fumare il "kalumeth della pace" con l'Uomo bianco, colui che oltre 150 anni fa fece firmare un trattato ai nativi americani, e che secondo ciò che dice Russel Means, attore indiano ma oggi politico e soprattutto uno dei più attivisti per la causa dei pellerosse, "mai fu rispettato". E così, nei giorni scorsi, i discendenti di Toro Seduto, i Sioux Lakota hanno recapitato a Washington un messaggio inequivocabile: "Non siamo più cittadini degli Stati Uniti d'America". Pertanto? Si riprenderanno le terre sottratte ai loro padri dai "lunghi coltelli" con inganno e violenza, e cioè il Montana, Wyoming, Nebraska, Dakota del Nord e Dakota del Sud. "Chi vive nelle regioni dei cinque Stati -si legge ancora nel documento- su cui si estende il nostro territorio, è libero di unirsi a noi e annunciare il pieno ritorno alla nostra sovranità in base all'articolo 6 della Costituzione, alla legge internazionale e a quella della natura". Una secessione dunque, certamente dettata dai ricordi di un passato mai dimenticato, ma sicuramente dalle condizioni di vita cui versano oggi i nativi americani. Stando ai dati forniti dall'associazione Lakota Freedom, si nota infatti che tra i Lakota stessi l'aspettativa di vita è inferiore ai 44 anni, che la mortalità infantile è cinque volte superiore a quella del resto dell'America, che la diffusione della Tbc è dell'800% più alta di quella media statunitense, che la miseria è evidenziata da quel 97% di pellerossa che vive sotto il livello di povertà; che il tasso di disoccupazione nelle riserve è dell'85%, sufficiente abbastanza per capire quella percentuale di suicidi giovanili superiore del 150% rispetto a quella degli altri Stati americani. Dati allarmanti dunque, talmente esorbitanti da portare di nuovo i Lakota -che nella loro lingua significa "creatura amichevole", a dissotterrare -simbolicamente questa volta- l'ascia di guerra per riottenere i propri diritti. Che si avveri oggi il sogno di Nuvola Rossa? (Gericus)
[foto: capo Lakota Many Horns. 1872]

L'EUROPA SI ALLARGA AD EST (2007)

Toni trionfalistici, squilli di tromba e magari, lacrimuccia di circostanza. Dalla mezzanotte di ieri, "è nata la nuova Europa" con l'abbattimento delle frontiere ad Est. I nuovi Stati sono Estonia; Lettonia: Lituania; Polonia: Repubblica Ceca; Repubblica Slovacca; Ungheria; Slovenia e Malta. Con questi nuovi ingressi -scrivono i giornali- "si andrà da Lisbona alla frontiera ucraina senza passaporto". Non so se brinderò a questa notizia, ma credo che ci sia poco da stare allegri. Possiamo già immaginare la nuova ondata di "cercatori di fortuna a qualsiasi prezzo" che presto avranno la possibilità di muoversi indisturbati. Pessimismo isterico? Niente affatto, perché questo problema è stato immediatamente posto in Germania, dove un sindacato di polizia, ha portato in piazza agenti con cartelli per protestare contro l'abbattimento della frontiera con la Polonia, pensando già ai "vicini scomodi". Ma anche Ilkka Laitinen, il finlandese direttore generale dell'agenzia europea Frontex. nei giorni scorsi ha espresso i suoi timori per l'eliminazione delle frontiere interne, "perché così si perde uno strumento molto efficace". Ai nostri confini con la Slovenia invece, nessuna protesta ufficiale, se non -giustamente- quella degli esuli istriani che hanno organizzato una marcia silenziosa nel capoluogo giuliano a ricordo delle vittime della pulizia etnica. Un governo "distratto e pavido" come il nostro infatti, si è sempre dimenticato -per opportunismo politico- di quegli oltre 350 mila istriani, fiumani e dalmati costretti a fuggire dalle loro terre ed espropriati dal governo di Tito di tutti i loro averi. Con il cuore alla storia ma con un occhio al presente, prepariamoci dunque ad altre situazioni al limite, a nuovi lavavetri, questuanti e sfaccendati. I tedeschi, noti per la loro freddezza, hanno giocato di anticipo. Con l'arrivo dei nuovi "europei" infatti, questi sono corsi ai ripari, e lo dimostra la corsa all'acquisto di porte e finestre blindate. Allegria dunque! Potremo viaggiare in lungo e largo per l'Europa senza passaporto, ma a cosa serve se il prezzo da pagare è quello di restare blindati in casa? (Gericus)

STOP ALL'ATLETA BIONICO (2007)

Oscar Pintorius, (foto) il sudafricano ventunenne mutilato, non potrà partecipare alle prossime Olimpiadi. Il velocista con le protesi -corre i 400 in 46''34- ha saputo proprio ieri della sua esclusione dai giochi di Pechino, dopo che un apposita commissione aveva analizzato e studiato per cercare di capire se era giusto o no farlo partecipare alla massima competizione sportiva mondiale. Motivo? Quelle protesi in carbonio -dal prezzo di circa 11/15 mila euro ciascuna- "potrebbero avvantaggiarlo sugli atleti normodotati". Si infrange qui dunque il sogno di Oscar Pintorius, un ragazzo già schiaffeggiato dalla vita a soli undici mesi, poiché nato senza i talloni, era stato costretto a subire l'amputazione delle gambe poco sotto il ginocchio. Niente pista dunque per Pintorius, poiché, come ammette il professor Gert Peter Brueggermann, luminare della biomeccanica della scuola superiore dello sport di Colonia, "abbiamo rilevato che le protesi gli creano un grande vantaggio, dal momento che restituiscono il 90 per cento dell'energia prodotta sul terreno, mentre il piede umano ne restituisce solo il 60 per cento dell'energia d'impatto". Divisi gli schieramenti tra favorevoli e contrari alla sua esclusione ai Giochi. Per Michele Brambilla, "sarebbe per tutti il segnale che la sfortuna si può vincere", mentre per Mario Celi, nettamente contrario, "sarebbe come gioire ad un gol di mano di Maradona". Chi avrà ragione? (Gericus)
[foto tratta da Il Giornale]

martedì 18 dicembre 2007

SEDICI ANNI PER DOINA MATEI (2007)

ROMA - Sedici anni di galera per Doina Matei, la rom ventiduenne che il 26 aprile scorso uccise Vanessa Russo, 23 anni, (foto) a seguito di una futile discussione avvenuta pochi minuti prima sulla metropolitana. La giovane italiana, colpita con la punta di ombrello in un occhio, morì in ospedale dopo due giorni di agonia. I giudici del tribunale di piazzale Clodio non hanno riconosciuto la volontarietà del gesto, un affermazione corretta dai legali di parte civile, ovvero "è l'aggravante dei futili motivi, e inoltre, all'imputata sono state negate le alternanti generiche". L'accusa aveva chiesto invece 20 anni. Nell'aula del tribunale, Rita Russo, madre di Vanessa, accompagnata dal marito e visibilmente provata, con grande dignità ha assistito al dibattito. "Mi aspettavo di più, però anche sedici anni possono bastare". I difensori della romena hanno detto che ricorreranno in Appello. (Gericus)

lunedì 17 dicembre 2007

DOVE VA LA FAMIGLIA? (2007)

E' un bollettino di guerra quello dei morti tra le pareti domestiche. Cosa sta succedendo? Mai come in questi ultimi giorni di questo infausto 2007 erano stati i delitti in famiglia, una mattanza che inorridisce le coscienze e risveglia paure. Chissà quale alterazione deve attraversare l'inconscio di colui che, padre o madre che sia, toglie la vita al proprio caro, così, nella maniera più fredda e apatica. Gli ultimi episodi ci parlano di un padre (Cosenza) che nel sonno uccide moglie e figlio di quattro anni, esasperato da una disoccupazione che lo porta alla follia omicida. Nello stesso giorno, a Udine una madre uccide a coltellate il figlio di sette anni perché "non ubbidisce". Ma il 2007 ci porta di nuovo a Udine, dove un operaio ammazza a colpi di pistola moglie e figlioletto di quattro anni e poi, con la stessa arma, si toglie la vita. A Pontedera (Toscana) un padre massacra con decine di coltellate il figlio di 11 anni appena compiuti e poi si toglie la vita gettandosi sotto un treno. Come se tutto ciò non bastasse, a Cosenza verso metà estate, un altro padre soffoca nel sonno moglie e due figli di sette e quattro anni e poi si uccide. Per tutti, sembra che i motivi dei gesti omicidi vadano ricercati nella depressione strisciante e in altri casi, situazioni economiche insostenibili. Isabella De Martini, docente di Psicologia Medica all'Università di Genova, sostiene a questo punto che "è indispensabile ripensare la legge Bisaglia", quella che, tanto per intenderci, chiuse di fatto i manicomi. E' infatti -sostiene ancora la docente- "urgentissimo reintrodurre con una modifica il concetto di 'pericolosità' per sé e per gli altri, e ripristinare l'obbligo di segnalare il paziente, giudicato 'pericoloso' alle autorità". Ma se questo è il lato medico, cosa si può fare per tutte quelle disperazioni provenienti dall'insicurezza di un lavoro, di una stabilità economica, e di un futuro senza sbocchi? Le risposte a tutto ciò sono quelle 1200 vittime verificatesi in cinque anni tra le mura domestiche. Un dato che deve far riflettere. (Gericus)
[foto tratta da La Stampa]

OTTO & MARTA (2007)

Sembra quasi una storia scritta da autori di altri tempi e costruita apposta per le feste natalizie quella di Otto e Marta, (foto) i due splendidi "cani innamorati" attualmente ospiti del canile "ConFido" di Nizza Monferrato. La storia di Otto ormai è nota. Adottato da una famiglia e portato via di conseguenza dal canile, nonostante la bontà dei suoi nuovi padroni, Otto ha preferito ritornare al canile dalla sua "amata" Marta, abbandonando così la famiglia "adottiva". Vivono insieme nella stessa cuccia adesso, dormono uno appiccicato all'altro e non si lasciano mai un momento. Chi pensava che l'amore fosse solo prerogativa dell'Uomo, adesso deve ricredersi, perché dopo l'istinto e la fedeltà riconosciuti nel cane, ora sappiamo pure che Fido "ama" incondizionatamente. E che amore, così profondo e consolidato da barattare una vita libera e benestante alla reclusione di un canile. Dopo l'uscita di questa storia sui giornali nazionali, Otto e Marta, chissà, si saranno meravigliati dello scalpore suscitato, poiché per loro l'Amore è una cosa naturale, un sentimento che non nasce né dall'egoismo né da un interesse. E' Amore e basta, seppure a quattro zampe. Chi vorrà adottarli, questa volta dovrà prendere obbligatoriamente la coppia, ma questo non è un problema. Al canile infatti, fioccano richieste di adozione per entrambi, e tra i richiedenti, c'è anche la cabarettista piemontese Luciana Littizzetto. Sarà un Natale più bello quello che tra poco arriverà e questo lo dobbiamo proprio all'insegnamento giunto da questi nostri fedeli amici. Mannaggia! Vorrei essere lì per darvi una carezza. Grazie, Otto e Marta... (Gericus)
[foto tratta da La Stampa]

domenica 16 dicembre 2007

AVANTI: C'E' POSTO?

Il governo ha fissato in 170.000 le quote di ingresso al lavoro per extracomunitari nel nostro Paese in base al decreto flussi del 2007. Ieri, giorno di inizio della presentazione delle domande -che quest'anno avviene via internet e non più con modulo prestampato alle Poste- il cervellone del Ministero dell'Interno aveva già ricevuto, dalle otto del mattino alle otto di sera, circa 380 mila richieste. Suddivise per nazioni, 97.085 arrivano dal Marocco, 55.070 dal Bangladesh, 31.286 dalla Moldova, 28.564 dall'Albania, 27.531 dal Pakistan, 21.966 dallo Sri Lanka, 21.805 dalle Filippine, 18.883 dall'Egitto, 18.057 dal Ghana, 16.010 dalla Tunisia e 22.788 da altri Paesi. Ma una domanda sorge spontanea: Il settore del lavoro ha così tanto bisogno di manodopera straniera dal momento che migliaia di giovani nostri connazionali sono a spasso? E poi: per ognuna di queste persone, ci sarà una casa? E se ci sarà -cosa improbabile-, in che condizioni sarà? Insomma, saremo all'altezza di assorbire in maniera decente un così alto numero di persone senza correre il rischio di creare nuovi disoccupati "regolari" -sottopagati poi da imprenditori senza scrupoli- e ghetti suburbani? Non dimentichiamo poi che questa è la prima delle tre giornate fissate per la domanda di assunzione , e visto che dalla rete sono stati già scaricati altri 700 mila moduli, cosa succederà alle oltre 8/900mila persone che resteranno fuori dalla lista stabilita per legge? Si parlava una volta di assunzione diretta tramite consolati 'sul luogo di partenza'. Non sarebbe la via più semplice, e nello stesso tempo pratica per tenere sotto controllo il flusso degli arrivi? (Gericus)
[foto tratta da Il Giornale]

UBRIACHI AL VOLANTE IN AMERICA (2007)

In America non si scherza. Per l'automobilista ubriaco autore di incidente con feriti o vittime, non ci sarà, come in Italia, un arresto domiciliare con possibilità di diventare famoso e foraggiato, bensì anni duri da scontare in galera, senza condoni, uscite per buona condotta né patteggiamenti. Le leggi sull'alcool poi non lasciano scampo. La cosiddetta D.U.I. (Driving Under Influence, letteralmente Guida Sotto Influenza, che può essere sia di alcool che di droga) pone il limite di concentrazione di alcool nel sangue (B.A.C., ovvero Blood Alcohol Concentration), per esempio in Arizona, allo 0,8%. Per i giovani sotto i 21 anni poi, anche solo uno 0,1% di positività è sufficiente per essere arrestati. Alcuni casi? Mark Theron B. finì contro un auto nel parcheggio di un complesso residenziale fuggendo subito a piedi. Rintracciato dalla polizia poco dopo, questi ammise di aver bevuto alcune birre prima dell'incidente. Al test dell'alcool subito eseguito, risultò però con una positività pari al 225%. Con l'aggravante di guida senza patente -gli era stata sospesa tempo addietro sempre per problemi di alcool- , l'uomo fu condannato a otto anni di carcere. Il caso più severo di condanna invece riguarda un certo Christopher L. che ubriaco alla guida, attraversò un incrocio con il rosso schiantandosi contro una mini familiare sulla quale si trovava un intera famiglia. Wendy Ford 37 anni, morì all'istante, mentre sua figlia Haley di 10, cessò di vivere venti giorni dopo. Thomas Ford, marito e padre, subì gravi ferite mentre il secondo figlio, Patrick, miracolosamente illeso, assistette alla morte della madre. Per l'autista ubriaco, niente sconti di pena né attenuanti, ma una dura condanna a 18 anni di detenzione da scontarsi nella prigione della Contea. (Gericus)
(da sinistra: Haley, Patrick, Wendy e Thomas Ford. foto tratta dal sito County Attorney -Arizona)

sabato 15 dicembre 2007

IL FIGLIO... CAMPIONE (2007)

Tifo, urla e imprechi sulle gradinate, ma anche zuffe, spintoni e ceffoni. Insomma, ordinaria follia di quel tifo violento che ormai è di casa in qualsiasi stadio della nostra Penisola. Tutto ciò però non avviene solo in competizioni di prima categoria, ma da un po' di tempo anche nei campetti sterrati di periferia nei tornei di pulcini o primavera. Se poi pensiamo che gli scalmanati "ultras" sono proprio i genitori che seguono i loro pargoli in campo, beh, la situazione, oltreché poco educativa, diventa patetica. Orbene, stanchi di questa situazione, domani, domenica 16 dicembre, tre squadre giovanili dell'Unione Sportiva Ponte a Elsa (Empoli), bambini cioè tra gli 8 e i 10 anni, non scenderanno in campo per protesta. Contro chi? Ma di loro, dei genitori troppo maleducati che minacciano arbitri e giovani avversari. Sono stanchi dunque i pargoli di sentirsi sotto tiro, sgridati se il tiro in porta non è preciso, se la palla l'hai tenuta troppo a lungo o se quel pallone entrato nella rete era parabile anche da un neonato. Ma la rabbia dei genitori -frustati sicuramente- non si ferma qui, perché insulti beceri arrivano all'allenatore se non mette in campo il proprio 'campione', l'arbitro è cornuto se fischia un rigore contro con troppa leggerezza e poi, sberleffi contro gli avversari magari per la pesante sconfitta subita. A niente valgono dunque quei cartelli con su scritto "Genitori non litigate ma lasciateci giocare!", oppure "Si al divertimento e no alle parolacce!", poiché il malvezzo ormai prevale anche sullo sport giovanile. Il sano gioco di rincorrere una palla dunque, muore già nelle prime corse della vita? Giampiero Mughini, uno che di calcio (e di Juve soprattutto!) se ne intende, sul problema ha le idee molto chiare: "No, quando penso al mondo del calcio l'ottimismo non mi sfiora né la mattina né la sera. E nemmeno a Natale". (Gericus)
(foto tratta da Il Giornale)

venerdì 14 dicembre 2007

AMORE A QUATTRO ZAMPE (2007)

E' la purezza dell'amore, quello con la A maiuscola. Quello enunciato dai cantori del sentimento più naturale, quello che spunta da quella misteriosa essenza che noi chiamiamo "cuore". A mostrarcelo, ancora una volta, non è l'uomo con tutte le sue problematiche, le sue incertezze, i suoi calcoli, ma Otto, un cane randagio. Non è poi una novità asserire che i nostri fedeli "amici" hanno un cuore, poiché di dimostrazioni in tal senso sono piene le cronache dei giornali. Ma veniamo al dunque. Da tempo, in quel canile per randagi sulle colline di Nizza Monferrato (Asti), tra Otto e Marta, una cagnolina dagli occhi dolci e dagli incerti natali, era sbocciato quel sentimento chiamato amore. Tutti e due ospiti della struttura, -chissà, per buona o cattiva sorte- avevano finito per fare coppia fissa, e tale rimanevano anche quando aperte le rispettive gabbie, potevano scorrazzare in quel prato, che pur essendo recintato, dava loro la sensazione della libertà. Musi che si leccano, coccole e poi quella ciotola di cibo da dividere in grande armonia. Cosa vai a pensare alla vita che scorre al di là della recinzione, quando tutto ciò che desideri è lì accanto a te e ti fa sentire libero! Un giorno la libertà arriva davvero, perché la scelta per l'adozione da parte di qualcuno, cade su Otto, quel misto di terrier, pelo corto nero e zampette bianche. Potrebbe essere "l'happy ending" per Otto, perché i nuovi padroni gli mettono a disposizione una cuccia calda, un prato per correre in libertà, cibo e carezze. Potrebbe, se non ci fosse quel certo struggimento che ogni giorno lo intristisce sempre più e che lui, solo lui, sa di cosa si tratta. Domenica 9 dicembre, Otto sparisce, lasciando senza un perché i nuovi padroni. E' lunga tutta la notte la strada che farà, ma per lui non sarà difficile individuare la meta, perché l'amore non ha bisogno di bussola né cartelli indicatori. Lunedì, Roberta Galli, responsabile del canile, apre il cancello per iniziare una nuova giornata di lavoro. Diavolo di un cane! Otto è lì, accucciato davanti alla gabbia di Marta, semplicemente lì, fissandola come non mai, stremato, ma felice di essere lì. Per entrare, come abbiamo visto fare decine di volte nei cartoon, Otto ha scavato un tunnel "sottopassando" la recinzione per arrivare da Marta. Magari sarà di nuovo adottato Otto, ma Roberta Galli non ha esitazione: dovranno prenderli assieme o niente da fare. Favola di Natale? Niente affatto. Questa volta è veramente un "happy ending" , perché quando l'amore è immenso, -ce lo ha dimostrato Otto- "anche un canile diventa paradiso"... (Gericus)
(Foto tratta da La Stampa: Otto)

giovedì 13 dicembre 2007

GARLASCO QUATTRO MESI FA (2007)

Sfumano i ricordi, le atrocità. Un altra tragedia che finirà in un faldone processuale, dibattuto tra accusa e difesa, tra i dubbi e le quasi certezze. Una sentenza infine che non renderà giustizia ma solo dibattiti televisivi e pagine di giornali, poi niente. Garlasco con i suoi protagonisti aspetta senza fretta che si chiuda la storia, in una maniera o l'altra, perché passato il dolore, lo chock del momento, il volto di Chiara Poggi, la giovane vittima, è l'unica cosa che non sfuma. Aveva 26 anni Chiara e una laurea in economia e commercio. Per tutti, dalla famiglia in poi, "era un angelo", una ragazza senza grilli per la testa, e oggi, essere così, è una grande virtù. Aveva un fidanzato, Alberto Stasi, (foto) anche lui studente alla Bocconi, pronto a consegnare la sua tesi per poi andare ad occupare -si dice- un importante posto da Berlusconi. Anche per Alberto, niente di anomalo: un ragazzo perbene, studio, computer e pochi amici. Il 13 agosto scorso, Chiara viene uccisa e Alberto è accusato di esserne l'autore. Di Chiara resta il sorriso dolce, lo sguardo sereno. Può un angelo essere ucciso? E perché? Lo chiedono ad Alberto nei lunghi interrogatori ma lui, "occhi di ghiaccio", è il primo "che vorrebbe saperlo". Il suo comportamento certo non l'aiuta: "E' troppo freddo" dicono gli inquirenti, ma al di là di questo, tiene testa a tutte le accuse che gli rivolgono, e mai una contraddizione. Come quelle tracce di sangue ritrovate sui pedali della sua bicicletta e appartenenti alla vittima: "Mestruazioni copiose di Chiara che un giorno io ho calpestato" dirà tra lo sconcerto degli inquirenti e dei genitori di Chiara, che proprio per queste parole -per certi versi assurde- troncheranno i rapporti con il giovane. Nel chiuso delle proprie case, ognuno è diventato accusa, difesa e giudice, e come per gli altri processi, -Cogne, Erba e Perugia- ognuno ha già emesso la sua sentenza. Quella ufficiale, quella che uscirà dalle aule del tribunale, non sposterà di una virgola quella emessa in privato. (Gericus)

mercoledì 12 dicembre 2007

NEGARE LA NOSTRA CULTURA (2007)

Siamo di nuovo daccapo, e la conferma al nostro piegarsi a 90 gradi di fronte ai nostri "ospiti" di altre religioni, arriva da una sconcertante situazione portata alla luce da una lettera giunta in redazione e pubblicata da "Il Giornale". Del resto, altri Natali avevamo intravisto segnali di resa, ma dopo quest'ultimo episodio, ci accorgiamo che proprio le istituzioni sono le prime ad aver 'calato le braghe'. Per non apparire razzisti verso gli altri dunque, siamo diventati razzisti contro noi stessi. Questa dunque è la prova:

"Caro direttore, sono un vostro lettore da sempre ed invio la presente per segnalarvi quello che a mio avviso, è un fatto molto grave avvenuto in questi giorni nella scuola elementare Villani di Firenze, ove mio figlio, Alessandro di anni 9 frequenta la classe IV C. La maestra di disegno ha nei giorni scorsi invitato gli alunni a fare un disegno che rappresentasse il Natale e mio figlio si stava quindi accingendo a rappresentare la "Natività di Cristo", quando è intervenuta detta maestra, "vietando" a mio figlio di disegnare "Gesù bambino". Pensando l'incidente asi fosse verificato per un equivoco, mia moglie si è quindi recata personalmente a parlare con la maestra di disegno, ma questa, appresa la ragione del colloquio, si è inalberata affermando che "sarebbe stata una scemenza (testuali parole), voler rappresentare la nascita di Gesù Cristo ed associarla al natale (ma a cos'altro andrebbe associato il Natale? Al solstizio d'inverno?), poiché in tal modo "si rischierebbe di offendere il sentimento religioso di chi non è cristiano". In ogni caso, come ha detto la maestra stessa, le insegnanti sarebbero obbligate a impedire qualsivoglia rappresentazione religiosa, anche nei disegni, e addirittura gli insegnanti di "Religione" non potrebbero parlare di Gesù Cristo agli alunni. Non ho parole per commentare l'accaduto. Non condivido che nelle nostre scuole il Natale non sia quello rappresentato come quando ero bambino io, con recite e canti dedicati alla nascita di Gesù, ma ritengo che costituisca un vero atto di violenza morale impedire ad un bambino di 9 anni di rappresentare in un disegno la Natività, specie in un disegno che la maestra stessa ha detto doveva essere dedicato al Natale e portato a casa dalle rispettive famiglie. Firmato: Walter Vecchi".

C'è da rimanere basiti. Bisognerebbe conoscere il nome di queste maestre "politicamente corrette", per poter loro assegnare "il Nobel del 90 gradi"! Mi chiedo se il ministro della Pubblica istruzione avrà niente da obiettare -penso proprio di no... - o se altre autorità prenderanno posizione contro questo "razzismo" alla rovescia. Tira una brutta aria. Speriamo che "il nuovo vento" spazzi via questa ipocrisia, questo "calabraghismo", questa inettitudine. (Gericus)
('Natività' del pittore G.G. Barrello. Dipinto XVII° secolo)

OCCHIO ALLE TRUFFE! #3 (2007)



Le "faine" si fanno sotto! Altra e-mail truffaldina sta navigando in rete in questi giorni. Scritta in inglese e dal tono molto convincente, comincia così:


"AVVISO DI VINCITA!!!
PREMIO FINE DELL'ANNO 2007
".
Il comitato dei direttori, membri dello staff, e il Dipartimento delle Promozioni Internazionali dell'EUROMILIONES INTL, desiderano congratularsi del suo successo come uno dei
QUATTRO FORTUNATI VINCITORI del PREMIO

di 708.593,33 euro della lotteria internazionale Ultimo dell'Anno 2007, con estrazione avvenuta in Spagna dei seguenti quattro numeri: (omessi).
La cifra vinta potrà essere trasferita su un conto bancario di sua scelta.
Contattare pertanto: EURO CLAIM CENTRE SL,
nella persona di Mr. Adams Fernando
Madrid - Spagna. Tel. 0034-636-601-762.

Termini e condizioni per ritirare il premio:
Indicare complete generalità e numero di referenza, nazione, recapito telefonico e fax. Il premio non sarà esigibile finché la sua vincita non sarà visionata, approvata e trasferita a lei dal nostro agente sopra menzionato.
Firmato: Signora Angel Sanchez Canovas -coordinatrice online.

Truffa bella e buona dunque!
CESTINARE IMMEDIATAMENTE (Gericus)

martedì 11 dicembre 2007

DELITTI... PERFETTI? (2007)

E' il momento dei delitti senza colpevole. Si, perché prendendo in esame gli ultimi più eclatanti fatti di sangue, ci accorgiamo che ad un certo punto tutto finisce a tarallucci e vino. Quali possono essere i motivi di questa situazione? Un sistema investigativo che fa acqua? Il nostro iter giudiziario da aggiornare? Nel caravanserraglio del nostro ordinamento giuridico, oggi si è aggiunta un altra costante: negare. Negare sempre, negare anche l'evidenza, perché i fatti dimostrano che questo è il miglior sistema per sfuggire ad eventuali ergastoli o a lunghi anni di detenzione. Garlasco, Perugia, Cogne... Tre delitti insoluti le cui vittime attendono ancora giustizia. Me li immagino, sempre che ci sia un Aldilà, Samuele, Chiara e Meredith, che con beata meraviglia, scuotono la testa come per dire "ma è così difficile, alla luce dei fatti, capire chi mi ha ucciso"? E come dargli torto a queste povere anime, quando dalla ricerca del colpevole fino ad arrivare alla sua condanna -sempre che condanna avvenga- passano lunghissimi anni, processi interminabili di primo grado, appelli, cassazioni, infarciti di attenuanti che prevalgono sulle aggravanti, perizie, contro perizie e riti abbreviati. Si certo, la garanzia per l'indiziato è cosa primaria -ci mancherebbe altro!- e un indizio poi non fa una prova. Ma quando gli indizi sono decine, oltre che prove quelli assumono la consistenza di certezza. Non seguire la logica di una colpevolezza basata su riscontri oggettivi, e al di là di ogni ragionevole dubbio, significherebbe condannare solo coloro che vengono trovati con "la pistola fumante in mano", risparmiando di fatto chi, dopo aver ucciso, riesce a farla franca sul momento, indizi o non indizi a suo carico. Se la frase "meglio un colpevole fuori che un innocente dentro" suona giusta, perché non prendere in considerazione anche "meglio un assassino dentro che fuori"... (Gericus)
(foto tratta da sito web)

lunedì 10 dicembre 2007

UCCELLI DI ROVO ALL'ITALIANA (2007)

Alla fine lo ha ammesso: "L'altra settimana ho riconosciuto ufficialmente mio figlio". Sono parole di don Sante Sguotti, (foto) parroco -meglio dire ex- diMonterosso, un paesone in provincia di Padova. Il figlio, un bambino di nome Rocco e di appena diciotto mesi, è il frutto di una sua relazione con una giovane parrocchiana, e tenuto nascosto per mesi. Il nostro "padre Ralph", ha raccontato tutto questo davanti alle telecamere della trasmissione televisiva "Buona Domenica", confermando di fatto voci e smentite su questa sua relazione conclusasi con la sua sospensione "a divinis" sancita dal vescovo di Padova monsignor Antonio Mattiazzo. Difficile coniugare la vita sacerdotale con quella di padre e marito innamorato, ma sotto questi due aspetti, don Sante Sguotti ne esce vincitore: "E' mio figlio, e io sono stato il primo a prenderlo in braccio". E il caso di sacerdoti "con famiglia" si ripresenta di nuovo davanti alle coscienze ecclesiastiche. Per molta gente ormai, un prete sposato non intacca affatto il credo religioso, perché, come si sostiene, "è la moralità dell'uomo-sacerdote", che induce il credente a seguire i principi della Chiesa Cattolica. E tutto questo, lo sostengono a spada tratta gli abitanti di Monterosso, subito schieratisi dalla parte del loro parroco, il quale, con un riferimento tutto 'pastorale', ammette: "Siamo tutti dei peccatori e degli infedeli. Lo stesso San Paolo dichiarò di essere il più grande dei peccatori, e noi, sicuramente, non siamo meglio di lui". (Gericus)
(foto tratta da Il Giornale)

domenica 9 dicembre 2007

ITALIA: TERRA DI CONQUISTA (2007)


Duecento e più giunte comunali stanno cambiando registro. Visto l'abbandono più totale in fatto di sicurezza da parte delle istituzioni centrali, passano all'offensiva, stabilendo leggi che possano garantire sicurezza entro i propri confini. Sono le cosiddette "Ordinanze antisbandati", ma che di fatto si rivolgono a quell'esercito di delinquenti stranieri -comunitari o non- che ormai considerano l'Italia, "terra di conquista". L'ultimo fatto -per il momento- è lo scontro a fuoco tra carabinieri e quattro banditi -due albanesi, un marocchino e un kosovaro- avvenuto a Sergnano (Cremona), dove all'alt degli uomini dell'Arma, i killer stranieri hanno aperto il fuoco. Questa volta, non dobbiamo piangere vittime del dovere, poiché a cadere sull'asfalto uccisi sono due delinquenti, mentre gli altri due, datisi alla fuga, sono stati catturati da due cacciatori i quali, spianato le loro doppiette, li hanno bloccati e congegnati alle forze dell'ordine. Mentre al governo si continua a discutere sul da farsi, osteggiando di volta in volta proposte atte a mettere un freno alla situazione, sulla strada -polizia e cittadini- si passa ai fatti. E non può essere altrimenti, visto i dati sulla criminalità registrati in certe province: 600% in più di omicidi registrati ad Arezzo, 200 a Rimini, 133 a Parma, 125% a Bergamo. Nei borseggi c'è invece un aumento del 312% a Isernia, 68 a Perugia, 65 a Sondrio, 64 a Torino e un 56,4% in più a Venezia. Le rapine hanno toccato picchi in aumento a La Spezia con il 79% e i furti in abitazione del 60% a Pescara. Europa senza confini, e oggi senza legge, grazie a quel trattato di Shengen sulla libera circolazione, un trattato che di fatto ha fallito gli obiettivi, e se non altro, da rivedere se non da abolire. (Gericus)
(foto tratta da Il Giornale: malvivente ucciso dopo lo scontro a fuoco)

venerdì 7 dicembre 2007

JOE ARPAIO, LO SCERIFFO DEL WEST (2007)

Sembra uscito da un film di John Ford. Cappello alla texana in testa, Joe Arpaio è considerato in tutti gli Stati americani come "the toughest Sheriff" ovvero, lo sceriffo più duro di tutti. Di antiche origini italiane, -gli avi emigrarono dalla Campania- Mr. Arpaio da sempre è stato un uomo di legge. Dopo tre anni passati nell'US Army e dopo aver prestato servizio nelle file della polizia di Washington e Las Vegas, questi se ne uscì con una grande reputazione, grazie alle sue battaglie contro il crimine e il traffico internazionale di droga. E' grazie a questo infatti che si ritrovò al top della direzione della DEA, la Drug Enforcement Administration, concludendo la sua eccezionale carriera federale dopo 32 anni, a capo della DEA in Arizona. "La gente è il mio padrone" ha sempre sostenuto lo sceriffo Arpaio, "pertanto io sono al servizio della gente". E dietro a questa sua filosofia tutta a "stelle e strisce", nel 1992 è diventato sceriffo della Contea di Maricopa (AZ), assumendo, oltre al comando della polizia, quello di responsabile delle prigioni di tutta la contea, un insieme di penitenziari che in totale ospitano più di 10.000 reclusi. Per superare il problema del sovraffollamento carcerario -a quanto pare non è un problema solo italiano- , Arpaio ha messo in piedi la prima prigione al mondo interamente fatta di tendopoli, assicurandosi così lo spazio per circa duemila detenuti, una iniziativa che ha attirato l'attenzione di membri governativi, candidati alla Casa Bianca e media di tutto il mondo. Ma riallacciandosi alle usanze del vecchio West, Mr. Arpaio ha obbligato al lavoro sociale i suoi detenuti, impiegandoli in attività di pulizia delle strade, nella rimozione dei graffiti dai muri dei palazzi, e nella sepoltura di indigenti nei cimiteri della contea, facendo così risparmiare un bel po' di soldi ai contribuenti. Con lo sceriffo Arpaio, la legge arriva prima di tutto, pertanto non c'è da stare molto allegri in quanto a vita da reclusi. Recentemente infatti, e per motivi di ordine interno, ha proibito sigarette, caffè, cinema, riviste pornografiche e ha diminuito il numero di televisori nelle celle. Il nome di "toughest sheriff" dunque è più che mai azzeccato, e questo lo sanno bene anche quei detenuti da lui arrestati e che si possono vedere visitando il sito web www.mcso.org, un indirizzo cliccato da circa un milione di navigatori al giorno. In molti, come logico, lo vorrebbero vedere andare in pensione, ma lui, duro più che mai, ha solo una risposta: "resterò sceriffo di Maricopa per ancora molti anni". E se lo dice, c'è da credergli. (Gericus)
(foto: Joe Arpaio -tratta dal suo sito web)

IRAN: IMPICCAGIONE PER IL GAY (2007)

Makwan Muludzadeh aveva ventanni. E' stato impiccato mercoledì 5 dicembre perché riconosciuto gay dopo una sentenza del tribunale. E' una storia vecchia di sette anni, quando l'allora tredicenne Makwan, abitante di Paveh, un villaggio di Kermanshah, (Iran) diventa "la vergogna del paese". Il tutto inizia quando tre giovani coetanei lo denunciano alla polizia, accusandolo di essere stati molestati sessualmente. Makwan viene immediatamente sbattuto in galera, ma quando i tre accusatori lo vedono passare in groppa ad un asino, messo alla pubblica gogna, deriso e insultato mentre viene trascinato al cospetto di un tribunale rivoluzionario, si ricredono. Possono semplici effusioni giovanili essere scambiate per sodomia, tanto più che un accusa simile può costargli la vita? In fase di udienza, le loro ritrattazioni hanno il valore del nulla, e il processo si conclude come era prevedibile: impiccagione. Hashemi Shahroudi, ayatollah e numero uno del potere giudiziario iraniano, forse è l'unico che comprende l'errore, pretendendo di fatto una revisione del processo, se non della sentenza. Niente da fare per i falchi del regime, pertanto, in sprezzo alla revisione presentata da Shahroudi, anticipano in fretta e furia l'esecuzione. Dopo che il cappio si è stretto intorno al collo del giovane e dopo averne constatato la morte, le autorità hanno chiamato la famiglia per portarsi via il corpo. Bisognava sbarazzarsi velocemente di quella presenza, perché è controproducente uno scontro nel Paese tra una certa parte della popolazione decisa a difendere diritto e legalità e l'altra, quella del regime, pronta a dare condanne esemplari e sbrigative. E poi, in Iran, "i gay non esistono". Lo aveva detto con malcelato orgoglio recentemente anche il presidente Ahmadinejad... (Gericus)
(foto: Mahmoud Ahmadinejad, presidente dell'Iran)

giovedì 6 dicembre 2007

IMAGINE JOHN LENNON... (2007)

Ventisette anni. Sembra ieri, quando nello chalet tra le nevi di Punta Helbronner, la radio gracchiò la notizia della morte di John Lennon, assassinato a New York. Mi sembrò impossibile. Chi può voler la morte del fondatore dei "fab four"? Quale mente malata può chiudere per sempre la voce e l'ispirazione di uno tra i più prolifici autori del secolo? Poi, ascoltando i particolari, l'amara constatazione della fine di un periodo, di un intera generazione cresciuta a "Please please me" e "Twist and shout". Era dunque l'otto dicembre 1980 quando alle dieci e venti di sera, Mark David Chapman, 25 anni di Honolulu, freddò con quattro colpi di pistola John Lennon, mentre questi, con la moglie Yoko Ono, rientrava a casa dopo una seduta di registrazione dell'album "Walking on the tin ice" al Rekord Plant Studio. Nessuna spiegazione da parte dell'omicida, del folle gesto, se non la sua pazzia nel dire che "Uno di noi due doveva sparire". Finiva lì, dunque, nel freddo androne del Dakota Building che si affaccia sulla 72esima strada, la vita di John Lennon. Non è retorica dire che la sua presenza è tuttora viva più che mai. Che senso avrebbe sennò quel mondo di sensazioni che anche oggi, a distanza di così tanti anni, proviamo ascoltando le sue canzoni? Sognatori nostalgici? Chissà. Del resto un sogno ce lo ha lasciato proprio Lennon attraverso una delle sue più belle composizioni: "You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one, I hope some day youll'join us, and the world will live as one"... (Gericus)

mercoledì 5 dicembre 2007

RUDY: NON SONO IO IL KILLER (2007)

Nel carcere tedesco di Shifferstadt, ieri mattina Rudy Herman Guede ha incontrato il padre e i suoi due avvocati. Due ore di colloquio intenso e in certi momenti commovente, dato che padre e figlio non si vedevano da più di un anno. Tema base di questo faccia a faccia, "io non centro niente con l'uccisione di Meredith". Il gioco al mistero continua, dunque, spostando di volta in volta la gravità dei fatti da uno all'altro degli imputati. Con Guede pertanto, rimangono fortemente indiziati l'americana Amanda Knox e l'italiano Raffaele Sollecito, sebbene ognuno dei tre porti una sua verità che cozza con quella degli altri. Per il momento, comunque, si attende l'arrivo dell'ivoriano, che salvo imprevisti dell'ultima ora, dovrebbe arrivare a Perugia domani giovedì 6 dicembre. Qualcosa ha già anticipato il suo difensore, l'avvocato Nicodemo Gentile rispondendo ai giornalisti. Il suo assistito, in pratica, avrebbe anche lottato con l'assassino poi, sentendo altri rumori provenire da dentro e fuori la casa, ha preferito fuggire via, praticamente per mettersi in salvo. Restano alcuni -se non molti- dubbi: Perché non ha chiamato la polizia una volta messosi in salvo? "Lo avrebbe voluto fortemente fare" dice l'avvocato, "ma aveva paura di non essere creduto". Allora sarà in grado Rudy di dare un volto all'assassino con cui ha lottato? Sembra di si, anche se su questa 'verità' i magistrati ci andranno molto cauti. Nel frattempo, gli ex fidanzati Raffaele e Amanda, vistisi respingere pochi giorni fa le istanze di scarcerazione, preparano le loro difese. La più compromessa tra i due comunque rimane 'FoxyKnoxy', definita dai giudici "priva di freni inibitori e con una forte propensione scenica". Per gli inquirenti perugini dunque, una matassa tutta da sgomitolare e verità tutte da controllare, anche se il cerchio comincia a stringersi intorno ai reponsabili di questa truce vicenda. (Gericus)

PUBBLICITA': TUTTO FA BRODO... (2007)

In Italia ormai ci ha abituato la pubblicità -Dolce & Gabbana docet- ad assistere alla promozione di vari prodotti attraverso situazioni... ambigue. Un vezzo, fino a poco tempo fa, tutto italiano, perché per i cosiddetti "creativi", noi "italici" siamo un popolo che se non è scioccato, se ne frega di qualsiasi cosa che gli gira intorno. Ora lo chock pubblicitario sbarca anche in Svizzera, e per essere più precisi, nel Ticino, dove l'invito a scegliere una certa stazione invernale di sci, Airolo, anziché un altra, sarà affidato a dei giganteschi manifesti, sui quali apparirà un abbraccio un po' spinto tra due giovani fanciulle, il tutto sotto gli occhi sorpresi di un uomo. Ma se qui l'ambiguità è solo presumibile, la stessa pubblicità che sbarcherà in Italia sarà totale, poiché le due stesse fanciulle non si abbracceranno solamente, ma saranno immortalate in un bacio saffico che niente lascia a intendere. E come poteva essere altrimenti! Vuoi mettere la nostra natura 'godereccia' con quella dei freddi e compassati, se non bigotti, svizzeri? Ma in fin dei conti, bisogna prendere atto che l'amore saffico -secondo una recente ricerca- è un fenomeno più vasto di quello che si pensa. Senza tabù o sensi di colpa, si scopre così che il 40% delle adolescenti italiane ha avuto un rapporto con un amica, e gli psicologi, autori a quanto pare della ricerca, ci vengono in aiuto. Partendo dal fatto che le ragazzine tra i 12 e i 15 anni sono già pronte per un'affettività più consistente e dal momento che i coetanei maschi a quell'età sono ancora poco interessati all'argomento, logico sperimentare la novità del sesso tra amichette, che tanto "lo mostra anche la televisione". E proprio su questo punto, il dottor Federico Bianchi di Castelbianco, psicologo dell'infanzia all'Istituto San Gallicano di Roma, ammette che "una serie di messaggi mediatici esaltano l'omosessualità come regno della trasgressione, del sesso facile, della moda. Tutto ciò viene mostrato per stupire e affascinare, e le ragazze subiscono questi messaggi forti, e scatta di conseguenza un fattore imitativo che fa dire a molte che l'esperienza omosex è una prova di maturità, una sorta di passaggio iniziatico per sentirsi grandi e alla moda". Sostenitrici infine di questa... moda, sono poi personaggi televisivi: "Io con una lei? Mai dire mai" afferma Michelle Hunziker, mentre Nancy Brilli ammette che "lo farei solo con una bellissima". Strano. A questa età i maschietti sono cresciuti, e al sesso, eccome se ci pensano...(Gericus -foto da Il Giornale-)

martedì 4 dicembre 2007

LA RIBALTA DELL'ORRORE (2007)

Staccare la spina su certe tragedia sarebbe indispensabile. Sia per non creare "mostri televisivi" sia per non invogliare emulazioni tipo "se uccido divento famoso anch'io". Trasmissioni di "approfondimento" -beh, lasciamo perdere...- come Porta a Porta e Matrix, dovrebbero essere le prime a cambiare indirizzo. Ieri sera, lunedì 3 dicembre infatti, in contemporanea si parlava -e ci risiamo!- del delitto di Perugia nel salotto di Bruno Vespa, mentre in quello di Enrico Mentana -ci risiamo!- di Azouz Marzouk. Approfondimento dunque. Ma cosa si "approfondirà" con Patrick Lumumba a proposito dell'assassinio di Meredith Kercher, se questi tre sere prima aveva già fatto la sua comparsa da Mentana? E sul superstite della strage di Erba, cosa ci sarà ancora da discettare a proposito di quello che è stato e di quello che si è scoperto dopo l'arresto e la divulgazione delle sue conversazioni telefoniche? Quale utilità all'informazione porta tutto ciò? Nessuna, se non ad alimentare la morbosità su certe persone uscite fuori, -incolpevoli, colpevoli o marginali- da tragedie che hanno inorridito l'opinione pubblica, trasformando di conseguenza le stesse in "personaggi televisivi". Tenebra mentale, perché qui è bene chiarire, c'è lo smarrimento dei valori morali da parte di una società, la nostra, ma in primo luogo, di una certa televisione che per "audience" crea mostri da dare in pasto all'opinione pubblica. A cosa serve, a questo punto quindi, inorridire al fatto che un rom ubriaco diventa testimonial prezzolato di campagne pubblicitarie dopo aver ucciso quattro giovani? A cosa serve poi indignarsi se al superstite della strage di Erba -ora in galera con l'accusa di spaccio di sostanze stupefacenti-, vengono chiesti autografi e sesso come fosse un divo dello schermo? O uno o l'altro. Stacchiamo la spina dunque, perché solo così calerà il sipario, una volta per tutte, sull'assurda "ribalta dell'orrore". (Gericus)

FORMA E NON SOSTANZA (2007)

Ligi alla forma, senza guardare alla sostanza. E' un po questo il modo di operare di una certa classe politica italiana, sicuramente minoritaria, ma che comunque tiene in mano il potere decisionale legislativo. Lo spunto a tutto ciò mi viene dalla diatriba in atto in questi giorni tra il governo centrale e gli Enti locali, leggasi "sindaci", i quali, dando voce al malcontento dei loro concittadini amministrati, hanno messo in pratica ordinanze comunali volte al rispetto della legalità, ma soprattutto, della sicurezza. Svincolati dunque dal "nulla di fatto" da parte del governo nel cercare di porre rimedio a certe problematiche, ecco che questi sindaci, il primo dei quali quello di Cittadella, Massimo Bitonci, mettono in pratica ciò che "in pratica" sarebbe dovere dello Stato. Ma sebbene all'inizio certe ordinanze siano state interpretate come "isterismo di un sindaco leghista", oggi intorno a Bitonci si sono stretti un centinaio di altri colleghi di varie correnti politiche, decisi più che mai a mettere un argine all'invasione incontrollata di extracomunitari e membri di Paesi comunitari. Per prima cosa -sostanza e non forma-, hanno deciso che per avere la residenza, principio basilare sia: (1) conoscenza della lingua italiana, (2) reddito assicurato e dimostrabile di almeno 5.000 euro l'anno pro-capite, (3) assicurazione sanitaria, (4) dimora adeguata, (5) fedina penale pulita. Per coloro invece che bivaccano in giro senza un occupazione, residenza negata e via dal territorio locale. Ma a Caravaggio, una cittadina in provincia di Bergamo, si è corsi ai ripari anche su un altro punto: per il matrimonio con stranieri, si fa obbligo che questi -sostanza e non forma- "siano in possesso di un regolare permesso di soggiorno". Tutto a posto dunque? Niente affatto, perché la Procura di Padova, proprio per queste ordinanze, ha messo sotto accusa -forma e non sostanza- il sindaco Massimo Bitonci per "usurpazione di funzione pubblica", scatenando di fatto la scesa in campo, a sostegno del collega, di un centinaio di altri sindaci, dando di conseguenza slancio ad altre iniziative atte ad arginare la carenza dello Stato in fatto di delinquenza straniera. Al grido di "10, 100,1000 Bitonci", sono scesi così in piazza residenti e amministratori di numerose cittadine del Nord per esprimere piena solidarietà al sindaco inquisito, e nello stesso tempo, per denunciare l'incapacità del governo centrale a gestire l'emergenza sulla delinquenza scaturita da un immigrazione fuori da ogni controllo. Quel governo che in poche parole, fino ad oggi ha preferito la forma alla sostanza e non viceversa. (Gericus)

lunedì 3 dicembre 2007

STUDENTESSE A LUCI ROSSE (2007)

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