venerdì 25 maggio 2012

Bonnie & Clyde. Era il 23 maggio del 1934

Il 23 maggio del 1934, esattamente 78 anni e due giorni fa, Bonnie Parker, 24 anni e Clyde Barrow, 25,  (foto) venivano uccisi dalla polizia in Louisiana. Era l'epilogo di una storia criminosa che da oltre due anni terrorizzava gli Stati americani del Sud. I due si incontrarono per caso. Lei, appena 19enne e già maritata da tre anni, lavorava come cameriera in un bar mentre il marito, Roy Thornton scontava in prigione una lunga condanna per omicidio. Era il 1932 quando i due iniziarono a frequentarsi e la loro carriera criminale si divise tra furti di auto e rapine in banca compiuti in cinque Stati, Texas, Oklahoma, Missouri, New Mexico e Louisiana. E intanto ai due si erano uniti una decina di altri disperati, formando quella che la polizia dell'epoca bollò come la  "Barrow Gang", freddi e sanguinari criminali che non si fermavano davanti a nessun ostacolo, non esitando ad uccidere chi si fosse trovato sulla loro strada. Ma sebbene banda di criminali, Bonnie & Clyde riuscirono a crearsi tra la gente un alone di romanticismo, dove nell'immaginario collettivo erano visti un po' come dei Robin Hodd grazie a numerose foto che i due si lasciavano fare da amici fotografi e che in seguito, ritrovate dalla polizia, erano state passate ai giornali. Ma di romanticismo c'era ben poco, se non sangue e cadaveri, tanto che alla "Barrow Gang", la polizia imputava l'assassinio di 13 persone tra le quali nove agenti di polizia. Per ben due volte gli agenti furono sul punto di bloccare la banda ma ambedue le volte Bonnie e Clyde riuscirono a farla franca, lasciando sul campo però alcuni dei loro seguaci. E per contrastare le loro scorribande, fu richiamato in servizio il capitano di polizia Frank Hamer, un texano in pensione da un paio di anni e a lui fu assegnato il compito di scovare e uccidere la coppia di malviventi. Tre mesi dopo dalla nomina, Hamer fiutò le tracce dei due che portavano in Louisiana, giusto nel paese dove viveva uno della banda. Era l'alba del 23 maggio quando con una decina di uomini, Frank Hamer si nascose dietro i cespugli che delimitavano la strada appena fuori Sailes e aspettò con pazienza il momento giusto per agire. Quando Bonnie Parker e Clyde Barrow apparvero a bordo della loro Ford 8V Sedan, gli agenti aprirono il fuoco freddandoli all'istante sotto una pioggia di proiettili. Con quel bagno di sangue finiva la loro storia ma iniziava la leggenda, soprattutto grazie al successo del film "Bonnie & Clyde" uscito nel 1967, interpretato da Faye Dunaway e Warren Beatty. Nel Crown Hill Cemetery di Dallas dove Bonnie Parker fu sepolta 3 giorni dopo la sua morte, sulla pietra che ricopre la sua salma si legge: "As the flowers are all made sweeter by the sunshine and the dew, so this old world is made brigther by the lives of folks like you" [Come i fiori sono tutti addolciti dal sole e dalla rugiada, così questo vecchio mondo si è fatto più luminoso dalla presenza di gente come voi]. La realtà purtroppo, era stata ben altra cosa...

sabato 19 maggio 2012

Melissa Bassi: il dolore e la rabbia...

L'inferno alle 7,50. Melissa Bassi, 16 anni (foto) magari ha ancora il sonno negli occhi mentre scende dal pullman che da Mesagne tutte le mattine la porta a Brindisi. I passi sono veloci perché alle otto deve essere in classe. E' tranquilla Melissa, perché le materie che questa mattina affronterà le ha preparate con scrupolo. Un saluto all'amica che con lei ha fatto il viaggio e un pensiero alle vacanze che tra poco arriveranno, al mare e al sole, quel mare azzurro di Brindisi che lei ama tanto. L'inferno arriva che nemmeno se ne accorge, forse un attimo di stupore, ma solo un attimo, poi niente. Se ne è andata così Melissa Bassi, studentessa al terzo anno dell'Istituto professionale Morvillo Falcone di Brindisi, tra un timido raggio di sole e nell'aria il profumo del mandorlo. Tre bombole di gas  nascoste dietro a un cassonetto dell'immondizia fatte esplodere a distanza hanno spento per sempre il suo sorriso, annientato i suoi sogni. Si voleva una strage, uccidere a caso, uccidere giovani studenti, il futuro di questa società malata. Con Melissa, un'altra giovane studentessa lotta tra la vita e la morte e altri sei giovani studenti sono ricoverati con prognosi riservata. Era bella Melissa, capelli lunghi, occhi sorridenti e la spensieratezza dei suoi meravigliosi 16 anni... Niente a che vedere con quel corpo giunto in ospedale ustionato per il 90% e privo di un arto strappatole dall'esplosione. Il 23 maggio del 1992 Giovanni Falcone assieme alla moglie e la scorta moriva nella cosiddetta "strage di Capaci". Solo una triste coincidenza?  

giovedì 17 maggio 2012

La città come una giungla

Uccidere. Così fan tutti. Il sangue per le nostre città, siano piccole o grandi, scorre quotidianamente. La città come una giungla dunque, dove a legge del più forte prevale. E dietro a tutto ciò, la legge latita tra buonismo stupido e politica pavida. Andiamo in ordine. Luca Massari, 45 anni era un tassista che si guadagnava il pane correndo su e giù per le strade di Milano. Quel maledetto 10 ottobre del 2010, dopo aver lasciato un cliente in via Ripamonti, Massari imboccò via Ghini, quando da un giardino sbucò improvvisamente un cane, un cucciolo di cocker sfuggito alla sua padrona. Andava piano Massaro ma nonostante tutto non riuscì ad evitare l'animale, che finito sotto le ruote morì sul colpo. Ma non tirò di lungo anzi, si fermò immediatamente per tentare un qualsiasi soccorso, ma questo suo slancio di umanità gli fu fatale. "Ti ammazzo!" urlò la proprietaria del cane rivolta all'uomo, e a dar manforte alle sue intenzioni si materializzarono due giovani, il fidanzato e il fratello della donna. E furono botte, calci e pugni che continuarono ad arrivare anche quando Luca Massari ormai era un corpo esanime a terra, un fantoccio in balia di tre balordi. Luca Massaro è morto in ospedale dopo una lunga agonia agonia, senza aver ripreso conoscenza e soprattutto, senza un perché. Nel processo celebrato all'inizio di maggio, l'accusa ha chiesto 23 anni di reclusione per Piero Citterio -uno degli aggressori- e 21 per la sorella Stefania. Uccidere un uomo di botte però costa poco, poiché i giudici della Prima Corte d'Assise di Milano hanno condannato il primo a 14 anni di reclusione e 10 mesi la seconda, diventata colpevole soltanto di minaccia aggravata. Il terzo elemento, il fidanzato della donna, Michael Morris Ciavarella, in fase di appello e col rito abbreviato era già stato condannato a 16 anni. "Sarebbe bello che ora Stefania portasse un fiore sulla tomba di Luca" ha sospirato la mamma della vittima subito dopo aver ascoltato la sentenza. Fiori su una tomba dunque, come riparazione ad una legge che non c'è...

venerdì 4 maggio 2012

Avere la faccia come il...

Quello che mi sconcerta è la faccia tosta, la mancanza del senso civico, della dignità. Umberto Bossi, dopo tutto quello che è successo e dopo le sue dimissioni dei primi giorni, ora ha tuonato "Mi ricandido per la carica di segretario della Lega Nord", spiegando le motivazioni: "Lo faccio per tenere unito il Carroccio e poi anche perché, non abbiamo rubato come i Socialisti". Si fa dunque una questione di "quantità e qualità", come per dire che chi ruba tanto per avidità personale è si un ladro, mentre chi ruba solo qualche milioncino di euro per il restauro di una terrazza, l'acquisto di un Audi per il figlio, di una laurea presa a Tirana per il Trota -è cultura questa!- per un po' di soldi per le spese di quest'ultimo, insomma è solo un peccatuccio veniale e non un arricchimento sfacciato. Quindi "non mescolate noi con i socialisti di una volta" sembra quasi voler dire il numero uno -o ex?- della Lega Nord. Ma come se tutto ciò non bastasse ad azzerare le nostre ultime riserve di fiducia verso la politica, c'è anche un altro signore, tale Luigi Lusi, che più i giorni passano più sono i milioni che sono spariti -secondo gli inquirenti- nelle sue tasche. E lui che dice? "Trovo abnorme che si chieda il mio arresto". Ma si certo, cosa vuoi che siano 25/30 milioni di euro rispetto alle centinaia che erano nella cassaforte del partito, intendendo quasi che "tanto, se non li prendevo io li prendeva qualcun altro". La morale? In una situazione corrotta così è assordante il rumore del silenzio da parte dei vari politici: nessuno della Lega ha avuto il sano principio di dire "stop" a certi ripensamenti e altrettanto è avvenuto nella Margherita. "Se parlo io crolla la sinistra" sussurrò in un fuori onda Lusi. Che sia questo il collante ai silenzi del momento?