venerdì 30 novembre 2007

QUARANTA FRUSTATE E VIA. (2007)

Gillian Gibbons, (foto) la maestra inglese 54enne condannata a Khartum non riceverà 40 frustate, ma dovrà scontare 15 giorni di carcere come deciso dal tribunale, e a pena espiata, dovrà lasciare immediatamente il Paese. Il suo avvocato difensore, Khamal al-Jazouli, rallegrandosi per la sentenza, ha detto che "Non è male", sapendo che la sua assistita rischiava fino ad un anno di carcere duro. A niente dunque è valso l'appello rivolto alle autorità del Sudan da parte del capo del Foreign Office inglese David Miliband, affinché il tutto fosse considerato "un errore in buona fede", pertanto privo di conseguenze legali. Niente di tutto ciò, perché i giudici hanno sentenziato -in base alla sharia, legge islamica- che Gillian Gibbons è colpevole di villipendio alla religione. Ma cosa è successo in realtà di tanto blasfemo? La maestra, in un gioco di classe, aveva chiesto ai suoi allievi, bambini tra i sei e i sette anni, di trovare un nome da affibbiare ad un orsetto di peluche . Venti bambini su ventitré hanno scelto quello di Mohammad, cioè il nome di Maometto in arabo. Arrestata immediatamente e trattata come una pericolosa criminale, Gillian Gibbons domenica scorsa veniva arresta e sbattuta in galera con l'accusa di "vilipendio alla religione e incitamento all'odio". E come una delinquente, ora dovrà lasciare il Sudan e ritornare in Inghilterra... (Gericus)
(foto tratta da Il Giornale)

L'OMNIBUS DE VALTOURNENCHE (1893)

L'omnibus faisant le service postal de Chatillon à Valtournenche et vice versa, dispose de 6 places. Il met 4h 55 m de la gare de Chatillon à Valtournenche (8h 35m-1h 30m) et 2h 30m pour le retour (3h 30m-6h du soir) Le facteur postal: Bich Charles. Le prix: aller 3 frs, retour 2 frs 50.
(Feuille d'Aoste - foto da Le Messager Valdotaine)

giovedì 29 novembre 2007

SUCCEDE SOLO IN ITALIA... (2007)

Eccolo qua il volto del testimonial della campagna contro gli incidenti stradali. Il soggetto ingaggiato per questo tipo di comunicazione globale, non ha alle spalle una carriera di successi cinematografici né tanto meno dischi che hanno scalato le classifiche, bensì una condanna per omicidio colposo plurimo nei suoi confronti per aver ucciso quattro giovani minorenni, tutti e quattro falciati nella scorsa primavera dal neo "testimonial", che ubriaco fradicio era alla guida di un furgone. Il personaggio in questione è Marco Ahmetovic, un giovane rom, che nonostante la strage, sta scontando la condanna non dietro le sbarre ma ai domiciliari in un residence e libero, a quanto pare, di firmare vantaggiosi contratti. Sarà da lui infatti che agli automobilisti arriverà il messaggio di "Non fate come me", consigliato -pensa un po'- da uno che ha sulla coscienza quattro morti in un sol colpo, e che trae profitto economico proprio da questa tragedia. Ma come se tutto ciò non bastasse, si parla anche dell'uscita di un libro scritto ancora dal rom, al quale sarebbero stati già anticipati -stando alle notizie di questi giorni- 30 mila euro. Se l'indignazione è unanime, grande dolore tra i genitori delle giovani vittime per quest'ennesimo atto di giustizia allo sbando, ma anche una netta presa di posizione contro questo sconcio da parte di numerosi politici e tra questi il ministro Clemente Mastella, il quale dai microfoni di Sky, ha annunciato un suo intervento ispettivo. (Gericus)
(foto da La Stampa: Ahmetovic in manette tra due poliziotti della Penitenziaria)

mercoledì 28 novembre 2007

LA DURA RERALTA' (2007)

"Papà, qui tutto va bene" dice un giovane immigrato africano parlando al telefono con il genitore lontano. "Sono iscritto all'università, ho un buon lavoro e abito con amici". Realizzato dall'Oim (Organizzazione internazionale delle migrazioni), questo spot serve a lanciare la vera immagine del "Paradiso" che gli immigrati credono di trovare da noi. Tra una frase e l'altra che il giovane africano comunica al padre infatti, le immagini mostrano il vero volto di questi "soggiorni della fortuna": mendicare per sopravvivere, centri di detenzione, rifugi fatiscenti e polizia alle calcagna. Non vuole essere uno spot "razzista", ma piuttosto un sublime messaggio della realtà che attende coloro che dall'estero, sono in procinto di partire verso quell'Eldorado che Eldorado non è. Questo filmato, che già circola in certi Paesi africani, ha creato un certo disagio, soprattutto tra i mercanti di sogni, coloro cioè che per cifre impossibili -per chi intraprende l'avventura-, traghettano verso le coste europee, gente in cerca di un futuro migliore. Un modo umano dunque per fermare l'esodo, voluto e realizzato con il contributo della Commissione di Bruxelles e con fondi stanziati sotto il patrocinio del vicepresidente Frattini, responsabile del portafoglio Immigrazione. Un messaggio dunque che vuol far sapere ai diretti interessati, che emigrare "non sempre migliora la vita". (Gericus)
(foto da La Stampa: un cartellone in Svizzera contro l'immigrazione selvaggia)

martedì 27 novembre 2007

LA SITUAZIONE DI ADRIANO CELENTANO... (2007)

Diavolo di un Celentano! Chi altri, se non lui, saprebbe spacciare uno spot pubblicitario per un programma televisivo di prima serata? Si, perché "La situazione di mia sorella non è buona", andata in onda martedì 26, non è altro che una video promozione per l'uscita del suo prossimo disco, naturalmente dal titolo omonimo. Onestamente il grande Adriano avrebbe potuto permettersi ben altro, ma vuoi per mancanza di idee o più verosimilmente di presunzione, il piatto dal forno è uscito insipido. Per quanto riguarda il brano che dà il titolo a tutto il programma, niente da eccepire, il nostro Adriano sfodera la verve migliore per dare un tocco di "drammaticità sarcastica" a ciò che dice, mescolando infatti 'sventure reali' a paradossi personali, come la situazione "dei miei capelli", anche quella -e lo sappiamo ormai da anni- "per niente buona". Il set poi è una goliardata che ricorda quelle del buon Arbore, con amici che raccontano barzellette e un Fabio Fazio sacrificato da spalla per monologhi e sketch 'così e così'. Inspiegabile comunque l'apparizione in chiave sexy di Laura Chiatti e l'intervento di Carmen Consoli, comprimarie di un evento che evento non è stato. Che aggiungere ancora? Che al "Ragazzo della via Gluck" tutto è permesso, perché dopo brani memorabili -sarebbe troppo lunga la lista- portati al successo durante i suoi anni di carriera, beh, uno 'scivolone' ha il valore di una goccia di pioggia in mezzo all'oceano. Quando canta, tutto gli è perdonato, perché come ha detto all'inizio del programma il grande Mogol, autore della parte letteraria di molti suoi successi, "l'importante è cantare con il cuore". E questo Adriano lo fa. (Gericus)

lunedì 26 novembre 2007

UN DELITTO IN CERCA DI AUTORE (2007)

Quattro personaggi, quattro coinvolti più o meno in un delitto senza senso, quello di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa a Perugia circa un mese fa. Verità che fioccano nell'aria, o meglio, sui media, e che hanno la validità di un giorno e a volte, di poche ore. Quattro verità, un infinità di "non ricordo", e un mare di silenzi, di parole ancora da pronunciare. Patrick Dija Lumumba, il primo indicato da Amanda "FoxyKnoxy", l'americana, come autore dell'omicidio, adesso è fuori, al momento "incolpevole" di tutto, il quale rilancia: "Amanda era una divoratrice di uomini, e mi ha voluto incastrare solo perché di pelle nera", come se Rudy Hermann fosse un biondo finlandese. Lumumba dunque, vive il suo momento di libertà e di camionate di euro che gli arrivano dai giornali inglesi (75 mila euro) per raccontare "le sue memorie" difensive e che lasciano perplessi gli inquirenti: Perchè queste cose non le ha rilevate nel momento del primo interrogatorio? Già, perchè? Amanda Knox, dal canto suo, come un moderno Silvio Pellico manda alle stampe il suo memoriale, infarcito di una sequenza impressionante di "non ricordo", di "anch'io cerco la verità", salvo poi ricordarsi con certezza che "quella notte ho fatto sesso con il mio ragazzo", senza però spiegare in maniera inequivocabile, perché ha incolpato il congolese Lumumba. Raffaele Sollecito, il quasi ingegnere, tra un amnesia e l'altra ricorda "di aver trascorso la serata davanti al suo computer, e di aver navigato senza sosta su internet fino a tardi", un fatto smentito dai periti della procura ma confermato da quelli della difesa. E infine Rudy Hermann Guede, l'ivoriano che si spacciava per yankee, che aveva un debole per "girls" inglesi e americane, e che dopo il delitto, -che lui dice "perpetrato da qualcuno mentre io con cuffiette ero in bagno"- se ne scappa all'estero immediatamente dopo invece di chiamare l'ambulanza, -magari anonimamente- in un ultimo umano tentativo di salvare una vita. Parole al vento, verità nascoste, per questo delitto tuttora in cerca di autore. (Gericus)
(foto: Raffaele Sollecito e Amanda Knox)

L'UOMO CHE HA BEFFATO L'FBI (2007)

Era il 24 novembre 1971. Sul Boeing 727 della Northwest Orient Airlines diretto da New York a Seattle, (USA) subito dopo il decollo, un passeggero lasciò cadere un foglietto di carta nelle tasche di una hostess, dopo che questa gli aveva servito un doppio bourbon. Uno dei tanti "che ci prova", pensò la donna. Un attimo dopo, leggendo quelle poche parole, l'hostess dovette ricredersi: "Questo è un dirottamento e qui ho una bomba pronta da far esplodere". Florence Schaffner, questo è il suo nome, trasecolò. In anni di lavoro su e giù per i cieli americani, quella era la prima volta che si trovava in una situazione di pericolo. Perfettamente tranquillo, l'uomo, sui cinquanta, completo scuro e nodo perfetto alla cravatta, andò avanti con il copione: "Quando atterreremo a Seattle, voglio 200 mila dollari in biglietti da 20 e quattro paracaduti. Inoltre, rifornimento completo per proseguire il volo". Nessuno degli oltre 180 passeggeri si accorse di nulla e neppure fecero caso all'avvertimento che giunse loro dal comandante: "Causa problemi tecnici, il volo impiegherà più del previsto". Breve sosta a Seattle dunque e consegna all'hostess di un sacco contenente soldi e paracaduti, dopodiché, via per altri orizzonti in quella mattina chiara di novembre. Sui tremila metri di quota, il portellone di coda fu aperto e l'uomo "in nero", paracadute ben assestato e sacco con i soldi sistemato in uno zainetto, si gettò nel vuoto. Sotto di lui, foreste e fiumi. I migliori uomini dell'Fbi subito si misero a caccia del fantomatico sequestratore, ma di lui nessuno seppe più niente. Ora, a distanza di oltre 35 anni, Skipp Porteous, un detective che da sempre dà la caccia al fantomatico dirottatore, pensa finalmente di averlo incastrato. Si tratterebbe di un certo Kenny Chrustuabsen, e queste, secondo Skipp, sarebbero le prove: ha comprato una casa a Bonney Lake ad un anno esatto dal sequestro; ha avuto un precedente impiego come operaio meccanico per la compagnia Norhwest Airlines e soprattuto, ha un passato da paracadutista nell'esercito. Indizi però insufficienti per la Corte federale, e caso ancora irrisolto. C'è chi sostiene che il sequestratore sia morto durante il lancio, ma una mazzetta per un totale di 6.000 dollari in pezzi da 20 rinvenuta nel 1980 da un bambino nei pressi del fiume Columbia, conferma che l'uomo atterrò in quel luogo sano e salvo, smarrendo nella fretta quei soldi. Nella cittadina di Ariel, situata nella zona in cui si pensa che questi sia planato col suo carico di dollari, il 24 novembre di ogni anno si festeggia l'uomo che molti anni fa, senza violenza né spargimento di sangue, salì su un aereo per Seattle da uomo normale e ne ridiscese, volando, per entrare dritto nella leggenda. (Gericus)
(Foto da Il Giornale: Identikit dell'uomo allora e come sarebbe oggi)

domenica 25 novembre 2007

MORIRE A KABUL (2007)

Un altro soldato italiano, il maresciallo Daniele Paladini, (foto) è caduto nell'adempimento del proprio dovere in Afghanistan. Si è immolato nel tentativo di evitare una strage di innocenti durante l'inaugurazione di un ponte , allorché un kamikaze, imbottito di tritolo, si faceva saltare in aria. Erano le 9,52 locali di sabato (circa le 6,30 in Italia) e nella Valle di Paghman, 15 chilometri a nord-ovest di Kabul, molta gente, tra i quali molti bambini, si era radunata per l'inaugurazione di un nuovo ponte, ricostruito proprio dai nostri militari. Il kamikaze, forse di origine pachistana, è sbucato improvvisamente dal greto del fiume, e sebbene una sentinella italiana gli avesse intimato l'alt, questi ha cercato di infiltrarsi tra la gente. Intuito il pericolo, il maresciallo Daniele Paladini, arma in pugno, si è subito fatto avanti per bloccare l'uomo, il quale, vistosi scoperto, ha azionato il congegno esplosivo facendosi saltare in aria. Per il maresciallo Paladini,a non più di quindici metri di distanza, non c'è stato scampo. Oltre al nostro militare, morivano in seguito all'attentato altre nove persone, tra le quali quattro bambini. Daniele Paladini, lascia la moglie Alessandra e una figlia di cinque anni. In un ultima telefonata, davanti ai timori della moglie,il militare aveva risposto: "Non ti preoccupare, qui siamo al sicuro". Onore dunque al maresciallo Daniele Paladini. (Gericus)

sabato 24 novembre 2007

I "VIP" DI CASA A COURMAYEUR (2007)

COURMAYEUR - (Ao) Per certa gente, comprare una seconda casa a suon di milioni non fa né caldo né freddo. E se poi questa 'dimora' la vuoi a due passi dal Monte Bianco, beh, allora vuol dire che i soldi ti piovono dal cielo. Basta vedere i prezzi: a Courmayeur centro infatti, si possono trovare alloggi acquistabili in media tra i 7.000 e i 9.000 euro al metro quadro; 8.000 sempre al metro per comprare al Poussey o al Verrand di Pré Saint Didier e 6.000 euro nelle zone "più economiche" tipo Dolonne e Entrèves. Se poi si vuole ristrutturare, allora la situazione si complica -economicamente- perché si superano i 10 mila euro, cosa dunque da "v.i.p.". E sono appunto i cosiddetti "very important people" coloro che ritornano a Courmayeur per farsi la loro 'dependance' vacanziera, e tra questi, giocatori di calcio, attori, starlette e industriali. Francesco Totti e Kaka infatti sono i nuovi arrivati, assieme a Gigi Buffon, i fratelli Pippo e Simone Inzaghi, Billy Costacurta, Alba Parietti, e poi, Patrizio Bertelli, -amministratore delegato di Prada- . Per alcuni di questi, una casa da 80 metri quadrati è risultata sufficiente, mentre il "pupone" Francesco Totti, ha optato per uno chalet da 200 m.q. nel complesso "Coeur des Neiges", dove i prezzi invece si aggirano sulla 'modica' cifra -si fa per dire- di 18 mila euro al metro quadrato. Ma chi l'ha detto che in Italia c'è crisi?... (Gericus)
(foto: Monte Bianco)

mercoledì 21 novembre 2007

UN CERCHIO CHE SI CHIUDE? (2007)

Quando la polizia tedesca gli ha stretto le manette ai polsi, Rudy Hermann (foto) lo sapeva che sarebbe finita così. Dopo aver farfugliato alcune menzogne, si è lasciato portare al comando in attesa del viaggio, sotto scorta e con biglietto di sola andata, fino a Perugia. Nel giro di pochissimi giorni dall'aver spiccato un mandato di arresto internazionale nei suoi confronti, gli investigatori italiani dunque potranno ascoltarlo e forse, chiudere il cerchio su uno dei delitti più assurdi degli ultimi tempi. Cosa potrà dire il "barone" Rudy? Da lontano ha fatto sapere che sì, in quella casa c'era stato, ma non la notte dell'omicidio. I risultati delle analisi della scientifica però smentiscono le sue ammissioni, pertanto sarà dura per il cosiddetto "quarto uomo" dimostrare il contrario. La polizia intanto ha setacciato il suo appartamento perugino e sequestrato spazzolino da denti, indumenti, cappellini e scarpe. Da questi oggetti, la scientifica dovrà risalire al Dna per compararlo con le altre tracce biologiche rinvenute nell'appartamento di Meredith Kercher e da qui, tirare le conclusioni. Tipo emblematico questo Rudy Hermann, 21 anni, mendace e spavaldo, tanto da asserire di essere americano e nello stesso tempo parlare un inglese sfasato, come quel suo video "boy in da house" passato su YouTube e nel quale, dopo una serie di foto dalle espressioni bizzarre scrive "Sono un vampiro, un extraterrestre, un alieno sulla Terra". "Su di me tante balle, voglio dire la verità" ha detto infine Rudy con un occhio al business, cercando infatti di vendere in esclusiva le sue rivelazioni ai media. Sia come sia, dovrà essere chiara e convincente questa verità, perché l'altra, potrebbe avere la certezza di un accusa di omicidio. (Gericus)

lunedì 19 novembre 2007

PERUGIA: TROPPE "CERTEZZE"... (2007)

Ora c'è un ivoriano a dare spinta alle indagini. I profili del Dna ricavati da reperti rinvenuti sulla scena del delitto riconducono a lui. Un ivoriano dunque, un congolese, un'americana, un italiano e lei, la povera vittima, inglese. Un "internazionale del crimine". Quattro personaggi "ingombranti" però, perché l'ultimo tassello di questo giallo scagionerebbe -se non tutti- alcuni dei personaggi per il momento coinvolti nel delitto, oltre a creare scompiglio in altri risultati accertati. Se l'ivoriano, tale R.E., 21 anni, conosciuto come piccolo spacciatore e con precedenti penali, è colui che ha violentato Meredith -come è risultato dagli esami- uccidendola poi, che ruolo ha il congolese Patrick Diya, arrestato da due settimane? E altro ancora: che significato dare al coltello sequestrato in casa di Raffaele Sollecito, sul quale sono state trovate due tracce di Dna, una tra lama e manico di Amanda Knox e l'altra, sulla punta, di Meredith? Come collegare queste due "certezze"? L'ivoriano è passato dall'abitazione di Raffaele Sollecito, ha preso un coltello, è andato da Meredith, l'ha uccisa, è andato in bagno, ha fatto i suoi bisogni, -tracce di feci appartenenti al suo profilo genetico- ha lavato il coltello e infine, lo ha riportato in casa di Raffaele? Un po' assurdo e macchinoso, oltre che inverosimile. La sua fuga subito dopo il delitto, il suo cellulare spento da quel giorno, la sua abitazione distante solo 200 metri dal luogo dove sono stati rinvenuti i due cellulari di Meredith, e soprattuto i nuovi riscontri degli esami, crea, giustamente, forti sospetti. Rimane in gioco Amanda a questo punto, colei che ha confessato di essere in casa nel momento in cui Meredith veniva uccisa, e di aver sentito pure le grida della vittima. Perchè addossare allora -come ha dichiarato alla polizia- la colpa a Patrick? Per paura dell'ivoriano killer? E Raffaele, c'era o non c'era con Amanda quella sera? Col "quarto uomo", una volta preso, potremo dare risposte ai tanti interrogativi che gravitano intorno a quest'assurdo delitto, e se Dio vorrà, conoscere il volto, una volta per tutte, di colui che ha cancellato la vita di Meredit Kercher, l'inglesina che amava l'Italia e la sua cultura. (Gericus)
(foto: Meredith Kercher)

APPELLO PER ELISEO JORIOZ (1993)

AOSTA - "Pura fantasia". Così, l'avvocato di Firenze Luca Santoni definisce la ricostruzione fatta dalla corte d'assise di Aosta per l'omicidio di Feliciano Jorioz, 76 anni, e della moglie Germana Ferrin, 75, avvenuta in frazione Champex di Pré Saint-Didier. Per questo delitto, nel novembre scorso, era stato condannato a 25 anni di carcere il figlio Eliseo, 53 anni, che si è sempre dichiarato innocente. Domani sarà giudicato ancora dalla corte d'appello di Torino. Il difensore chiederà che vengano rifatte le perizie medico legali, quella psichiatrica, e che venga fatto un altro sopralluogo nella casa in cui è avvenuto il delitto. L'avvocato ha maturato le sue convinzioni dopo aver letto i risultati degli esami commissionati dall'Istituto di medicina legale di Modena: "Ho avuto la conferma di quanto già pensavo" spiega l'avvocato. "I coniugi non sono stati uccisi durante una lite come sostengono l'accusa e la corte d'assise, né l'assassino può essere stato uno solo". Le conclusioni degli esperti di Modena dunque, cambieranno qualcosa? (La Stampa)
(foto: Feliciano e Germana Jorioz)©

sabato 17 novembre 2007

DELITTO MEREDITH: IL "QUARTO UOMO" (2007)

Non è più un ipotesi: il quarto uomo nel delitto di Meredith "Mez" Kercher ha un nome e un volto. E da ieri, anche la polizia alle calcagna. Si tratterebbe di uno straniero, resosi uccel di bosco subito dopo il delitto della giovane inglese e ora attivamente ricercato dalle forze dell'ordine. Una svolta molto importante nel giallo di Perugia che aprirebbe uno spiraglio nei confronti del congolese Lumumba attualmente agli arresti assieme a Amanda Knox e al suo ex boy friend Raffaele Sollecito. Ma come siamo arrivati a questa convinzione e perché gli indagati non ne hanno fatto mai menzione? E' un ulteriore quesito da chiarire, anche se la certezza del misterioso soggetto rimasto fino ad ora nell'ombra, arriva dagli ultimi test di reperti trovati sotto le unghie della vittima, oltre a "formazioni filiformi" sui genitali e capelli sporchi di sangue tra le sue dita. Nei test di laboratorio quindi, è stato individuato un Dna che non appartiene alla vittima, ma neanche a Raffaele Sollecito, Amanda Knox e Patrick Dija Lumumba. Quella sera del primo novembre dunque con Meredith c'era il "misterioso" quarto uomo? E' lui l'autore di quei mortali fendenti alla gola di Mez? Di lui ormai la polizia conosce tutto, e a quanto si dice, avrebbe le ore contate. Oggi, una manifestazione a favore di Lumumba è stata messa in atto da un gruppo di congolesi, che sfilando al grido di "Patrick fuori di galera" hanno espresso così la loro solidarietà al connazionale. (Gericus)
(foto: Meredith la sera prima del delitto)

OCCHIO ALLE TRUFFE! #2 (2007)

Con il logo originale delle Poste Italiane, giunge via mail a migliaia di persone questo messaggio:

"Nell'ambito delle misure di sicurezza da noi adottate, controlliamo costantemente le attività del sistema. Durante una recente verifica, abbiamo rilevato un problema riguardante il tuo conto.

Attività insolite del conto, hanno reso necessaria una limitazione dell'accesso al conto fino a quando non verranno raccolte ulteriori informazioni di verifica.

Abbiamo deciso di limitare l'accesso al tuo conto fino a quando non verrà completata l'implementazione di misure di sicurezza aggiuntive.

Per controllare il tuo conto e le informazioni che Poste Italiane ha utilizzato per decretare di limitare l'accesso al conto, visita il seguente sito: (SITO OMESSO)

Se dopo aver controllato le informazioni sul conto, desideri ulteriori chiarimenti riguardo l'accesso al conto, contatta il modulo: Contattaci nell'Aiuto.

Nel ringraziarti per la collaborazione, ti ricordiamo che questa è una misura di sicurezza il cui scopo è quello di garantire la tutela degli utenti e dei conti.

Ci scusiamo per gli eventuali disagi.

Cordiali saluti - Assistenza clienti Poste Italiane".

NON RISPONDERE MAI PERCHE' E' UNA TRUFFA!
PIUTTOSTO, AVVISARE LA POLIZIA POSTALE
! (Gericus)

PAPA' PER UN GIORNO (2007)

AOSTA - Non ha fatto a tempo a stringerlo al petto, a sentire i suoi strilli gioiosi, a vederlo fiducioso attaccato al seno della madre. Massimiliano Squinobal, 23 anni e padre da appena un giorno del suo primo figlio, è morto nella notte di giovedì in un terribile schianto sull'autostrada Aosta/Torino nei pressi di Chatillon. Sorte infame! Dopo essere rimasto a fianco della sua compagna Elena Nicco, 20 anni, ricoverata appunto in maternità presso l'ospedale di Aosta, Massimiliano decideva di rientrare a casa a Donnas, in quel "nido" che i due giovani neo genitori si erano costruiti con amore e su misura. Una quarantina di chilometri dunque da fare senza problemi, compiendoli sicuramente con ancora negli oggi l'immagine di quella vita appena sbocciata e con quel futuro tutto da scrivere. Chissà cosa sarà successo, ma quel cantiere di lavoro che restringe la corsia autostradale si è improvvisamente materializzato davanti a Massimiliano e forse la velocità, ma sicuramente la stanchezza, non lo ha certo aiutato. Rimbalzando tra un guard-rail e l'altro, l'auto si è disintegrata, sbalzando violentemente sull'asfalto il giovane che decedeva sul colpo. Massimiliano Squinobal, 23 anni, papà da appena poche ore, è morto così. Quel futuro gioioso "tutto da scrivere", per lui si è concluso alle 5,30 della notte. (Gericus)
(foto: Massimiliano e la compagna Elena)

venerdì 16 novembre 2007

PERUGIA: IL CERCHIO SI CHIUDE? (2007)

Si complica la posizione di Amanda Knox e del suo ex fidanzato Raffaele Sollecito in seno all'omicidio di Meredith Kercher, la giovane studentessa inglese uccisa nella sua casa il 2 novembre scorso. Dai risultati degli ultimi esami della Scientifica infatti, in un coltello rinvenuto nella casa di Raffaele, sarebbero stati trovati due differenti profili di dna, dei quali uno, tra il manico e la lama, appartenente ad Amanda, mentre il secondo, sulla punta della lama, alla povera Meredith, la vittima. E' l'arma del delitto? A questo punto, un inquietante interrogativo apre nuovi scenari su tutta questa brutta vicenda: Meredith Kercher, era una vittima predestinata nella notte di Halloween? E ancora. In tutto questo, che ruolo può ancora avere il congolese Patrick Lumumba? Il suo legale, Giuseppe Sereni non ha dubbi: "Lumumba è stato tirato dentro perché è il soggetto più debole e soprattutto, solo perché è nero". Può essere un affermazione convincente? Troppi comunque sono ancora i misteri su questo delitto che tiene col fiato sospeso una città, e per niente chiare ancora le deposizioni degli indagati, per non parlare delle testimonianze. Lumumba era veramente nel suo pub nell'orario dell'omicidio? Ha un valore giuridico la testimonianza del professore universitario svizzero? E ancora: cosa dire dell'aggancio alla cellula del segnale telefonico di Lumumba situato nei pressi dell'abitazione della vittima? Raffaele Sollecito era veramente a preparare la sua tesi al computer di casa sua nell'ora del delitto? E Amanda Knox infine, cosa e chi nasconde dietro la sua versione rilasciata agli inquirenti subito dopo l'arresto, nella quale asseriva di essere stata presente all'omicidio perpetrato da Lumumba mentre lei era in cucina? La verità è ancora lontana, mentre avanza l'ipotesi di una quarta persona. Chi è? Dov'é? (Gericus)
(foto: Amanda Knox in un immagine di qualche anno fa in USA)

martedì 13 novembre 2007

UN... CALCIO NEI DENTI (2007)

Quel pallone che rotola nell'erba da sempre è stato considerato "lo sport più bello del mondo". E' stato, appunto, perché oggi non lo è più. In Italia questo 'feticcio' ha esaurito il suo cammino. Da dove possiamo partire per trovarne le cause? In primo luogo dai troppi soldi che girano nell'ambiente e non ultimo, come ammette il presidente dell'Uefa, Michel Platini, "da una pressione esagerata ed esasperata che gli italiani, gente comune, politici e media, riversano su questo sport". Come dargli torto. Serve una cura dunque per riportare in vita il calcio, allontanando i "mercanti dal tempio" in primo luogo, e riportare al giusto valore il "rotolare di una palla che entra nella rete". In seconda battuta, come scrive Massimo Gramellini, "Riprendiamoci lo stadio", poiché l'Italia e gli italiani non sono quelli che in queste ore danno un "misero spettacolo si sé stessi nei telegiornali di tutto il mondo". Difficile è essere ottimisti. Una luce di speranza arriva ancora da Michel Platini: "Il calcio è di una bellezza rara, e l'Italia è uno dei Paesi più belli al mondo. Forse non ve ne siete ancora resi conto, ma siete voi stessi a rovinare questo patrimonio che il resto del mondo vi invidia". Meditiamo, gente, meditiamo. (Gericus)

A FRANCO PER IL SUO COMPLEANNO (2007)

Erano altri tempi quando indossavi le camice a
"pois", caro mio! Meno anni sulle spalle e una
circonferenza di vita meno appariscente. Non ti
preoccupare, perchè l'importante è la salute,
una famiglia serena e una nipotina
"da esibire
con orgoglio".
Trascorri oggi perciò un buon
compleanno e ricorda, come dice un proverbio, che "La vecchiaia è quando si comincia a dire '
'Non mi sono mai sentito così giovane'"...

Auguri, e cento di questi giorni!!!!!!!!!

lunedì 12 novembre 2007

TUTTO QUESTO E' CALCIO? (2007)

Ha un senso mettere a ferro e fuoco una città? Ha senso scatenare una rivolta feroce contro le forze dell'ordine per la malaugurata azione di un singolo agente, reo di aver impugnato un arma in un momento inopportuno? Che senso ha poi incendiare un auto, sfasciare una vetrina, bastonare un giornalista? Sfugge il motivo di tutto ciò, poiché dall'orrore per la morte di un giovane sportivo, dal dolore provocato da questa assurda tragedia, il terremoto scatenato offusca il senso nobile della rabbia stessa. Il calcio che "esce" dagli stadi sotto forma di violenza non è più "passione sportiva" né tanto meno attaccamento ai propri colori. E' delinquenza e basta. Ed è qui che bisogna puntare il dito, perché troppi morti si sono immolati sull'altare del "Dio pallone" e tra questi ci sono agenti delle forze dell'ordine, sportivi senza "bandiera" e "ultras di fede estrema". Morire per un pallone, magari per la decisione non condivisa di un arbitro.... Che stronzata perdere la vita "per il nulla". Scatenare poi una guerriglia urbana supera la fantasia più accesa. Abbassiamo i toni dunque, e riflettiamo finché siamo a tempo ponendoci una domanda: siamo sicuri che così facendo, si onora la tragica scomparsa della vittima del momento? Gabriele Sandri non era un violento. Era uno sportivo. Onoriamo la sua memoria da sportivi allora... (Gericus)

MORIRE PERCHE'? (2007)

"C'è ancora un posto in macchina e noi siamo in tre. Vieni"? Figurati se Gabriele Sandri, 28 anni, noto dj della capitale e tifoso laziale, non fosse pronto per quella sfacchinata! E allora via, col sonno che ti chiude gli occhi e nella mente ancora la musica della notte, le voci della gente, una birra al doppio malto, un sorriso alla più bella della pista, e il pensiero a quell'incontro tra Inter e Lazio che vale una domenica da mille chilometri. Una sosta per un panino, una cappuccino e poi, via, perchè Milano è ancora lontana. Un colpo di pistola arrivato come e perché. Un viaggio, come la vita, che si ferma in una piazzola dell'autostrada del Sole. Morire così. Morire perché... (Gericus)
(foto dal web: Gabriele Sandri)

sabato 10 novembre 2007

VALDOSTANO MUORE A SANTO DOMINGO (1993)

AOSTA - Faceva concorrenza ai dominicani, riusciva a pescare e a vendere più di loro. Maurizio Bellot, 49 anni di Sarre, è morto annegato a Palenche, nella Repubblica Dominicana dopo un misterioso incidente alla sua barca. La polizia ha già arrestato 8 persone, tra le quali la convivente del valdostano Lidia B. 40 anni. Il tenete Vigliega, della squadra omicidi di San Christobal, sospetta un omicidio. Bellot era molto conosciuto in Valle d'Aosta. Per anni era stato guardia forestale per la Regione, poi aveva aperto un ristorante a Sarre (Ao), "Il Bracconier". Da due mesi era a Palenche, piccolo paese di pescatori poco frequentato dai turisti. Quel posto lo aveva affascinato per le sue acque limpide. Di recente aveva acquistato una casa, a venti metri dalla spiaggia, e tre barche. Aveva cominciato a fare progetti: gli sarebbe piaciuto aprire un bar a Palenche. Venerdì mattina, alle 4, ha svegliato la sua convivente per andare a pesca. I due hanno raggiunto una delle barche e sono saliti. Maurizio Bellot ha cercato invano e più volte di accendere il motore ma non vi è riuscito. All'improvviso, con il motore in fiamme, la barca faceva un balzo in avanti di circa 15 metri, mentre il fuoco pericolosamente raggiungeva il serbatoio. Lidia B. a quel punto ha convinto Maurizio a gettarsi in acqua, poi si è tuffata anche lei. Ma l'uomo non sapeva nuotare e la sua convivente non è riuscita a salvarlo. "Era un brav'uomo -dice tra i singhiozzi la ex moglie di Maurizio-. Lo era con tutti e qualcuno ne ha approfittato". Per questo episodio, quattro uomini e quattro donne sono finiti in carcere. (La Stampa)

venerdì 9 novembre 2007

PEDONALIZZAZIONE di PIAZZA ARCO d'AUGUSTO (1993)

AOSTA - Per provocazione si sono riuniti proprio sotto l'Arco d'Augusto, il monumento ogni giorno "preso d'assalto" da oltre 15 mila vetture. Gianni Torrione, presidente dell'Associazione valdostana di archeologia, ha illustrato ieri i contenuti di una lettera aperta inviata al presidente della giunta regionale, agli assessori al Turismo e all'Ambiente e al sindaco della città, per denunciare lo stato di abbandono del patrimonio archeologico delle Valle. L'iniziativa ha anche segnato l'avvio di una raccolta di firme per sollecitare la pedonalizzazione di piazza Arco d'Augusto, mediante la creazione di un circuito viabile lungo le vie Torino, Garibaldi, Carrel, Monte Emilius, corso Ivrea e via Federico Chabod. L'attuazione di questa proposta "subito fattibile e poco dispendiosa", farebbe sì che la circolazione stradale lambisca soltanto l'Arco romano salvaguardandolo dallo scarico dei fumi tossici che ne danneggiano la struttura. (La Stampa)

C'ERA UNA VOLTA PERUGIA (2007)

Città stupenda, cosmopolita, grazie a studenti che arrivano da ogni angolo della Terra per studiare alla Stranieri. I ricordi corrono a quando la città era diversa, più "paesana" e lontana dai clamori del mondo, dalle brutte tentazioni delle grandi metropoli. Oggi, il brusco risveglio, o meglio, la constatazione di quello che ormai i perugini pensavano ma non volevano dire: Quella Perugia non esiste più. Si, perché da tempo zone della città sono "off limits" ad una certa ora e i perugini ne stanno alla larga. E si punta il dito su quel via vai di facce poco raccomandabili che sul calar del sole cominciano a stazionare in via della Viola, ai parcheggi Tre Archi, Porta Pesa, senza dimenticare via Garibaldi, Imbriani. Un brulicare di "mercanti" in attesa di studenti pronti a spendere cifre per ogni tipo di sballo, soldi inviati loro da genitori senza problemi e che vanno a finire nelle tasche di spacciatori, di venditori di morte. E' questo il ventre molle della città, quel sottobosco di "studenti allo sbaraglio" che vivacchia tra una seduta universitaria e divertimento "no limits", fatto di sesso, vodka e droga. E lo sfascio del vecchio centro storico è lì sotto gli occhi di tutti, immondato ad una certa ora da bottiglie di birra, cocci, preservativi usati e un forte odore di urina. C'era una volta Perugia, mastica amaro un ex giovane che negli anni "belli" aveva studiato proprio lì, in quella superba città nel cuore dell'Italia, una città dai tramonti indimenticabili, dai dolci profili delle sue colline e dai suoi vicoli antichi impregnati di medioevo e non ancora di kebab. Una volta, e nemmeno tanto tempo fa, Perugia vendeva cultura. Oggi, appetitoso è il business degli studenti, ai quali si affittano senza troppe domande appartamenti a suon di migliaia di euro, incuranti di creare zone senza regole né moralità. Come in via della Pergola, appunto, dove Meredith Kercher "sognava e viveva la sua Italia", e dove purtroppo, dopo la notte di Halloween, la strega ha bussato alla sua porta. (Gericus)

giovedì 8 novembre 2007

LA VALLE D'AOSTA QUINTA IN RICCHEZZA (1993)

La Valle d'Aosta risulta quinta nella graduatoria nazionale dello sviluppo. Il dato è fornito dalla edizione 1993 dello studio annuale predisposto dal centro studi della Confindustria, che colloca al primo posto la provincia di Modena, al secondo quella di Milano, al terzo Como e al quarto Bologna. Per formulare la speciale classifica, sono stati utilizzati sei parametri: i depositi bancari, i consumi di energia elettrica, il numero di automobili in circolazione, il reddito medio pro-capite, il tasso di occupazione e il tasso di industrializzazione. La Valle sarebbe stata prima se si fossero utilizzati soltanto i primi tre indicatori, cede invece, quattro posizioni soprattutto a causa del non elevatissimo tasso di industrializzazione. Lo scorso anno la Valle d'Aosta fu settima nella stessa classifica delle province. All'ultimo posto in classifica (il numero 95) rimane sempre Enna, mentre nella parte alta dopo Aosta, vi sono invece, nell'ordine: Mantova, Varese, Brescia, Arezzo e Vicenza. (La Stampa)

ECCO GLI ... AMICI (2007)

Ecco il volto degli "amici". Non hanno però il sorriso "benevolo" -come specifica il Nuovissimo Dizionario Dardano- "ispirato dall'amicizia affettuosa", ne tanto meno da quel legame "tra persone basato sull'affetto, stima, simpatia vicendevole". Mi immagino invece il ghigno feroce di qualche "amico" mentre infierisce su Meredith "Mez" Kercher. Lupi pronti a sbranare. Poco importa se gli inquirenti indicano, come presunto colpevole dell'omicidio, il congolese Patrick Diya (foto) né tanto meno interessa sapere che l'americana Amanda Knox teneva ferma la vittima e il suo fidanzato, l'italiano Raffaele Sollecito partecipasse al festino sessuale. E' l'orrore di questa mattanza che spaventa e che lascia basiti. Vittima e presunti carnefici tutti studenti universitari, -eccetto il Lumumba- in quella Perugia nel cuore dell'Italia, in quell'Università per Stranieri fiore all'occhiello della nostra formazione scolastica. Quello che in fondo angoscia di più, è la mancanza totale di quel minimo di pietà umana che contraddistingue l'uomo dall'animale. I tre sotto torchio e attualmente "alloggiati" nelle nostre patrie galere sono Amanda Knox, 20 anni da Washington, (USA) che frequentava un corso di italiano, Raffaele Sollecito, 24 anni di Bari, al termine della carriera universitaria dovendo discutere la tesi il prossimo 15 novembre, e Patrick Diya Lumumba, 38 anni sposato, con un figlio, e che da circa 20 anni vive in Italia. Quest'ultimo asseriva di essere nipote di Patrice Emery Lumumba, primo premier della Repubblica Democratica del Congo assassinato in seguito ad un 'golpe' militare a Katanga nel 1961. Chissà, questo 'biglietto da visita' gli era servito a farsi spalancare le porte delle istituzioni perugine, poiché -stando a ciò che si è scritto- si era inserito in varie attività cittadine. L'unico fiore pulito in questa storia maledetta resta lei, Meredith "Mez" Kercher, la giovane vittima inglese. Recita un antico proverbio: "Dai nemici mi difendo io, dagli amici mi protegga Iddio". Mai adagio fu più indovinato... (Gericus)

martedì 6 novembre 2007

MEREDITH KERCHER: TROVATI I KILLERS? (2007)

Il giallo sull'omicidio della giovane studentessa inglese Meredith Kercher (foto) potrebbe essere ad una svolta. Tre persone infatti sono state fermate alle prime luci dell'alba di questa mattina e queste sono Amanda Knox, 20 anni, studentessa americana e coinquilina della vittima, il suo fidanzato italiano Raffaele Sollecito di 24 anni, e un cittadino congolese di 38 anni Patrick Diya Lumumba, praticamente una "multinazionale del crimine". A dare una svolta alle indagini sarebbe stata proprio l'americana, crollata dopo ore di interrogatori da parte della polizia. Oscuro ancora il movente, seppure gli indizi, come ha commentato il questore di Perugia dottor Arturo De Felice, "portino al movente sessuale". Un "gioco" a quattro dunque che non sarebbe stato accettato dalla vittima, uccisa a questo punto proprio per la sua ribellione. Da Londra intanto, distrutto dal dolore, il padre di Meredith parla della figlia come una "ragazza perbene", una ragazza "che per moralità mai sarebbe stata coinvolta in cose di questo tipo". Difficile accettare o tanto meno capire una morte simile, e solo un po' di sollievo per la famiglia deriva dal fatto che "nostra figlia stava vivendo il suo sogno, e l'unico conforto è sapere che ci ha lasciati in un momento molto felice della sua vita". (Gericus)

domenica 4 novembre 2007

CHI HA UCCISO MEREDITH KERCHER? (2007)

Meredith Kercher, (foto) la giovane 21enne inglese uccisa a Perugia, amava tutto dell'Italia, la gente, la lingua, il clima. Per questo motivo era giunta a Perugia nei primi giorni di settembre, iscrivendosi al corso universitario di Lettere. Una morte atroce la sua, sgozzata in casa, in quel piccolo appartamento che divideva con altre studentesse. Chi può aver sferrato quel colpo mortale di coltello? Si parla di un "boyfriend" ma chi la conosce afferma che Meredith non era legata sentimentalmente a nessuno, e questo lo ribadisce anche il proprietario di un pub frequentato saltuariamente dalla giovane inglese. Mez, -così la chiamavano gli amici- sicuramente conosceva il suo assassino, si fidava di lui, tanto da farlo entrare in casa sua. Cosa sia successo al suo interno lo dovranno scoprire gli investigatori della Polizia, i quali ammettono di avere "qualcosa in mano", ovvero due cellulari della ragazza rinvenuti in un prato poco distante e sui quali, sicuramente chi li ha gettati lì vi ha lasciato le sue impronte. Dopo il divertimento della festa di Halloween, l'orrore della realtà ha il colore del sangue, e questa volta non è un gioco. "Il colpo di coltello l'ha quasi decapitata" ammette la Polizia. Che l'assassino di Meredith Kercher, la giovane inglese che amava l'Italia, sia presto assicurato alla giustizia. (Gericus)

sabato 3 novembre 2007

IMMIGRAZIONE ATTO II°: LA VENDETTA (2007)

Dopo la barbara uccisione di Giovanna Reggiani per mano di un Rom, tre romeni sono stati pestati a sangue da un gruppo di persone incappucciate. E' l'inizio di una escalation di violenze da "resa dei conti"? E' la rabbia popolare che esplode per ristabilire la legalità laddove la mano della legge non ha mai posto rimedio? E' l'inizio di una battaglia per la riconquista della libertà perduta? Si fa presto a dire "Schengen" e riempirci la bocca con quell'accordo tra Stati sulla libera circolazione firmato dall'Italia "senza condizioni" nel 1990, perché "annusando" il pericolo di un invasione incontrollata, Inghilterra e Irlanda accettarono solo parzialmente l'acquisizione di Schengen, mantenendo i controlli alle frontiere. Oggi, dopo il sogno dei nostri politici di una comunità interculturale, il brusco risveglio e la constatazione della propria sconfitta ideologica. Massimo D'Alema, dopo aver appreso della "spedizione punitiva" contro i tre romeni, ha dichiarato che "In questo modo si alimenta la violenza". Ma non lo sapeva che nulla facendo si sarebbe arrivati a questa esplosione di rabbia incontrollata? Perché non è mai intervenuto prima affinchè l'esasperazione degli italiani non arrivasse a questi livelli? Perché non si è mosso per ridare alla popolazione quegli spazi occupati con la violenza da immigrati provenienti da ogni angolo del mondo? Perché ha lasciato che interi quartieri fossero strappati alla collettività diventando ghetti senza legge e senza futuro? E tutti i morti ammazzati? E tutte le donne violentate? E quei magnacci stranieri che si sono arricchiti con la prostituzione che ha invaso le nostre strade? Due milioni e mezzo di euro sono stati scoperti sul conto corrente di un "povero" rom accampato in una "povera" capanna sulle sponde del Tevere. Ora si corre ai ripari, ora che la gente non ne può più, e che scende in strada a farsi giustizia da sé. (Gericus)

giovedì 1 novembre 2007

ULTIMA FERMATA: ROMA (2007)

Un Italia da svendere. L'ultimo fatto di cronaca nera avvenuto nella città eterna è un ulteriore conferma di questa Italia alla deriva, abbandonata a sé stessa, o meglio ancora, all'invasione barbarica che da tempo la strangola. Giovanna Reggiani, 47 anni, dopo essere stata brutalmente colpita e seviziata da un delinquente romeno, giace ora in coma profondo all'ospedale di Sant'Andrea di Roma. Poche speranze di vita per questa donna che ha attraversato l'orrore per mano di Moilat Romulus Nicolae, 24 anni, (foto) subito arrestato dalla Polizia e trasferito nelle nostre patrie galere. L'emergenza criminalità straniera da anni è sotto l'occhio di tutti, - eccetto ai nostri politici - soprattutto quella romena, la più feroce, la più spietata e le statistiche parlano chiaro. Il 15,4% degli omicidi commessi da un immigrato sono commessi da romeni, come pure il 5,3 dei denunciati. 76 sono i romeni agli arresti per omicidio; 475 sono quelli denunciati per stupro; 1.446 per truffe e frodi informatiche; 20 per furto, e 5.860 per rapina, il tutto su una popolazione di 556 mila romeni residenti in Italia. Questo dunque è il quadro della situazione, una situazione che fa dire a Carlo Verdone "Si sapeva che ci avrebbero invaso. Noi romani oggi viviamo chiusi in gabbia per paura delle bestie", e al marito di Giovanna Reggiani, Giovanni Gumerio, un ufficiale della Marina militare "Se non fossi un uomo delle istituzioni mi farei giustizia da solo". Ora il governo corre ai ripari, e con un esasperante e colpevole ritardo si accorge -e dice- che "bisogna cacciare i violenti", mentre Walter Veltroni, sindaco della città nonché neo segretario del Pd invoca la "tolleranza zero". A quanto pare ci volevano migliaia di morti italiani assassinati per mano straniera per giungere a questo elementare principio di sicurezza interna... (Gericus)