mercoledì 29 agosto 2007

CEDE IL CUORE DI PUERTA (2007)

Il Siviglia è precipitato nel dramma, il calcio spagnolo è finito sotto choc: Roberto Antonio José Puerta, 22 anni, un ragazzone bello e forte, difensore andaluso del club campione Uefa, è morto ieri pomeriggio, alle 14,30 riferiscono le agenzie, nell'ospedale Virgen del Rocio. I danni provocati dagli arresti cardiaci in sequenza che l'hanno colpito sabato notte durante la partita della Liga spagnola col Getafe, sono risultati irreparabili. Il suo fisico, gagliardo, ha provato a resistere un paio di giorni prima di arrendersi. I suoi tifosi l'avevano visto accasciarsi sabato notte a due passi dalla porta, improvvisamente, misteriosamente. Un suo compagno di squadra gli si era attorcigliato sopra per srotolargli la lingua. Antonio si era ripreso, lo avevano anche messo in piedi prima di accompagnarlo negli spogliatoi, dove il cuore si era fermato ancora, cinque volte addirittura, in una drammatica sequenza. Antonio Puerta è morto senza riuscire a vedere il suo primo figlio in arrivo, uno sgambetto insopportabile. La camera ardente è stata allestita nel suo stadio, il Ramon Sanchez Pizjuan, la sua bara avvolta con le bandiere del Siviglia e della Spagna. Oggi, saranno celebrati i funerali.
(Il Giornale)
(foto: Antonio Puerta)

MUORE ENRICO THIEBAT (1992)

CHAMPAGNE - (Ao) E' morto schiacciato dalle lamiere dell'auto che si è capovolta nel grave incidente. Enrico Thiébat, 43 anni, di Aosta, abitante in piazza Wuillermin, artigiano di mestiere, musicista, cabarettista, pittore e scultore per passione, ieri intorno alle 19 stava viaggiando sulla statale 26 dalla Bassa Valle in direzione di Aosta. Arrivato all'altezza della frazione Champagne di Verrayes, la sua auto, forse per via del terreno scivoloso, ha sbandato ed è finita sulla scarpata che costeggia il lato destro della strada. Urtando contro il terrapieno, l'automobile di Thiébat è come volata in aria e poi si è ribaltata. L'artista, forse a causa della rottura del vetro sinistro, è stato sbalzato fuori dall'abitacolo ed è morto sul colpo. Sul luogo dell'incidente sono intervenute due pattuglie dei carabinieri di Saint-Vincent, insieme con l'ambulanza di Chatillon. Il corpo di Enrico Thiébat è stato trasportato alla camera mortuaria dell'ospedale di Aosta. L'uomo, molto conosciuto in Valle per la sua poliedrica attività artistica, lascia la moglie e una figlia di tre anni. (La Stampa)
(foto: l'auto di Enrico Thiébat e nel riquadro la vittima)

martedì 28 agosto 2007

CALCIO D'INIZIO (2007)

Il campionato di calcio 2007/08 è partito, e questo è il “Calcio d’inizio”. A dare il via ai giochi è stato l’allenatore del Catania Silvio Baraldini, che al quarantesimo del secondo tempo ha dato un calcio andato a segno nel fondoschiena del collega Domenico Di Carlo, allenatore della squadra avversaria del Parma. Il motivo di ‘cotanto’ ardore è inutile cercarlo. Quello che basta -e avanza- è la conferma di un mondo -quello del calcio appunto-, dove il “meglio del peggio” è tutti i giorni sotto gli occhi di tutti. D’altra parte cosa ti vuoi aspettare in questo microcosmo di uomini mai cresciuti, ricchi e strapagati solo per rincorrere una palla. «C’è da vergognarsi. Non abbiamo dato un buon esempio ai tanti bambini che ci guardano» ha detto l’allenatore del Parma Di Carlo. Prima giornata di campionato: chissà cosa ci aspetta ancora… (Gericus)

CHI HA UCCISO IL PARTIGIANO AVENTINO? (1992)

ARNAD - (Ao) – Un giallo svelato dopo 47 anni. E' la vicenda di Aventino Borione, un partigiano ucciso nel 1945 e sepolto in un campo di Arnad. Resta però il mistero del perché sia stato giustiziato dai suoi compagni. «Il grano non cresceva in quel punto» dice ora Battista Joly, il proprietario del terreno dove sabato mattina sono stati trovato i resti di Aventino Borione, ammazzato a 23 anni dai suoi ex compagni partigiani. Angela, la sorella della vittima, è riuscita a trovare le ossa di suo fratello dopo 47 anni di ricerche, sempre ostacolate. Qualcuno le ha anche proposto tanti soldi per il suo silenzio, ma lei ha insistito fino a ritrovare una donna di Arnad che era a pochi metri dal luogo dell’esecuzione. E così, sabato mattina, un autocarro, uno scavatore e due auto partono dal centro di Arnad per salire verso Champurney, piccola frazione di Machaby, a ottocento metri di quota. Angela Borione con la misteriosa donna che ha rivelato il luogo dell’esecuzione e alcuni volontari, s’incamminano su un sentiero che attraversa le vecchie case diroccate e si infila nel bosco di castagni. Il campo di segala adesso è ricoperto solo di sterpaglie. L’anziana donna non ha esitazioni: «E’ qui.» Si scava, e dopo pochi secondi vengono alla luce i resti del cadavere di Aventino Borione. Alle 11, i carabinieri del nucleo operativo di Chatillon, con quelli di Verres sono arrivati al campo di grano. (La Stampa)
(foto: Aventino Borione)

LADY DIANA SPENCER 1961-1997

C’era una volta una bella principessa, tanto bella e giovane che subito tutti se ne innamorarono. Si chiamava Lady Diana Spencer, ed era figlia del Visconte Edward Spencer Althorp e della Viscontessa Frances Spencer. Un giorno la bella principessa Diana incontrò lo sguardo del giovane principe Carlo di Inghilterra e subito tra i due fu grande amore. Il matrimonio, al quale accorsero tutti i regnanti del mondo, fu celebrato con grande sfarzo nel castello di Windsor. Dopo giorni e giorni di felicità, allietati anche dalla nascita di due figli, la ‘strega cattiva’ entrò nella vita della bella principessa Diana, la quale, messa in disparte, si ritrovò così esclusa dalla Corte. Dopo tante lacrime di dolore, la bella principessa Diana preferì abbandonare il castello e il suo ex amore. Girando di valle in valle, la bella principessa iniziò una nuova vita, fatta di aiuti per i più poveri della Terra. Nel suo peregrinare per il mondo, un giorno la bella principessa Diana incontrò un nuovo amore e questi si chiamava Dodi al-Fayed, che la ricoprì subito di affetto e attenzioni. E fu così che la principessa dal sorriso dolce ritrovò felicità e gioia di vivere, una felicità che purtroppo non sarebbe durata a lungo. Una sera infatti, assieme al suo compagno Dodi, salì su una carrozza che partì a spron battuto verso la il buio della notte. Nessuno sa come e perché, questa si schiantò a forte velocità contro il tredicesimo pilone della galleria dell’Alma a Parigi, uccidendo sul colpo la bella principessa Diana e il suo compagno Dodi. Era il 31 agosto del 1997.
Nonostante siano passati esattamente dieci anni da quella tragica sera, tutti ricordano ancora la bella Principessa dagli occhi tristi, nata e vissuta forse in un epoca sbagliata, quella in cui le favole, anche le più belle, non hanno mai un lieto fine. (Gericus)

lunedì 27 agosto 2007

MONTE BIANCO: UNA BARA DI GHIACCIO (2007)

AOSTA -Se si escludono gli oltre cento morti dell'aereo indiano schiantatosi poco sotto la cima del Monte Bianco (Italy) nel 1966, l'anno che ha mietuto più vittime è stato il 1993, con ben otto dispersi. E' un cimitero di ghiaccio il "Tetto d'Europa": sotto le sue nevi eterne infatti, da quarant'anni ad oggi riposano tanti alpinisti che hanno perso la vita inseguendo il sogno di conquistarne la vetta. Pertanto, dal '66 ad oggi, oltre 160 sono i dispersi ancora da recuperare, i cui poveri resti a volte tornano alla luce quando fa caldo, e i raggi del sole estivo sciolgono gli strati superficiali dei ghiacciai. E' successo anche la settimana scorsa nei pressi del rifugio Boccalatte, sul ghiacciaio del Planpincieux a circa 2900 metri di quota. Ossa, denti, capelli e frammenti di vestiario che dovrebbero appartenere ad una delle otto vittime del 1993. Nella lunga lista degli scomparsi, scopriamo così che 22 sono italiani, otto tedeschi e altrettanti francesi. E ancora 4 spagnoli, tre inglesi, polacchi e giapponesi e due americani. Infine sloveni, svizzeri, nordafricani e indiani. Al comando del Soccorso alpino della Guardia di finanza ad Entreves c'è il maresciallo Delfino Viglione: «In questo momento stiamo lavorando per risalire con certezza a chi appartengano i resti dell'ultimo ritrovamento -spiega il sottufficiale-. In quella zona, per esempio, non sono state ancora ritrovate le salme di due alpinisti francesi periti nella sciagura avvenuta nel '93 per la caduta di una valanga. Ma non sono gli unici a non essere ritrovati. Mancano all'appello infatti due appassionati di parapendio deceduti sul versante meridionale della Brenva e che probabilmente sono tuttora sepolti nella zona alta del ghiacciaio. Lo stesso discorso vale per due alpinisti scomparsi nella zona del ghiacciaio del Freiney, vicino al rifugio Monzino e infine, per un francese precipitato nella zona Ovest del Bianco»

(La Vallée Notizie)
(foto: il comandante del S.a.G.d.f. Delfino Viglione davanti ad un crepaccio del ghiacciaio)

«RAI REGIONE? LA VEDONO IN TRE» (1992)

AOSTA – «E’ no, Chiambretti proprio non me lo devi oscurare!» E continua la polemica sulla Rai Regione dopo l’oscuramento del “TG Zero” a causa dei programmi locali, riproponendo il problema dell’esclusione di trasmissioni nazionali. Gianni Bertone, responsabile della struttura programmi della sede valdostana dice: «La Valle d’Aosta, grazie alle sue caratteristiche di autonomia e di bilinguismo, ha ottenuto eccezionalmente di poter trasmettere anche i programmi regionali. Dobbiamo perdere questo spazio, oppure difenderlo, in vista di un potenziamento della funzione di “servizio pubblico” della Rai in Valle, come ha chiesto all’unanimità il Consiglio regionale? Chiambretti passa, lo spazio resta.» I termini della questione non sono soltanto legati al mantenimento degli spazi, ma anche alla qualità dei programmi e al modo di essere proposti. Claudio Calì, consigliere comunale di Aosta, parla della vicenda di Chiambretti come di una situazione divertente e drammatica ad un tempo, «in Valle non c’è il senso dell’umorismo.» E ancora: «Il problema è politico, si cerca di imporre una cultura che a pochi interessa. La Rai fa gli stessi errori dei politici. E’ una cultura d’élite e anche l’orario è sbagliato.» Bertone non è d’accordo: « I programmi regionali talvolta sono definiti “locali” nel senso di “cose da poco”, o confinanti nelle categorie “mucche” o “marmotte”. Indipendentemente dal giudizio di valore sulle trasmissioni, che naturalmente è soggettivo ed è bene che sia espresso con il massimo di valutazione critica, molti programmi sono “usciti” dal confine della Valle.» (La Stampa)

domenica 26 agosto 2007

6 VAN GOGH PER 100.000 LIRE! (1992)

AOSTA – Stando a ciò che racconta un certo Francesco Plateroti, 45 anni, valdostano ma da 20 residente in Francia, la fortuna può bussare alla tua porta in qualsiasi momento. Per lui la dea bendata è arrivata un giorno di circa tre anni fa, spingendolo a visitare il mercatino delle pulci di Arles, in Provenza. Tra molte cianfrusaglie, Plateroti notò alcuni disegni che a occhio e croce una volta incorniciati, avrebbero fatto la loro bella figura appesi all’ingresso di casa. Per 400 franchi dunque (poco più di 100.000 lire), Plateroti li arrotolò portandoseli via. La sorpresa che lo ha lasciato senza fiato è arrivata poco dopo. Quei disegni, sei per l’esattezza, non erano altro che degli studi tracciati nientemeno che da Vincent Van Gogh, il grande pittore olandese. «Ho dovuto vendere la casa per pagare i periti per una loro valutazione» ha detto Plateroti, che nel frattempo ha chiuso a chiave in una banca parigina i disegni, che tra l’altro, a seconda di questi esperti, sarebbero datati 1888 e farebbero parte di uno dei due “album giapponesi” dedicati da Van Gogh all’amico Paul Gauguin. Altri pareri confortanti arrivano da Michèle Rudler, direttrice della sezione scientifica della polizia giudiziaria di Parigi: . «I disegni sono senza dubbio della mano di Van Gogh.» Quattrocento franchi per disegni che forse valgono miliardi, disegni del maestro olandese acquistati su una bancarella a prezzi di realizzo. Quando si dice la fortuna… (Gericus)

sabato 25 agosto 2007

NO AL "CENTRO FALCONE" (1992)

SAINT CHRISTOPHE – (AO) Al Comune di Saint Christophe
la maggioranza ha detto no alla proposta dell’opposizione di intitolare il centro culturale in costruzione a Giovanni Falcone, (foto) il magistrato siciliano ucciso dalla mafia con la moglie e gli uomini della scorta a Capaci. Per Franco Ghiradini, ex comunista che con Rosetta Bortolini dei verdi alternativi aveva firmato la proposta, «decisione è gravissima.» Viene alla mente una frase del magistrato Paolo Flores d’Arcais: «Ciò che infastidisce è quello di inseguire il localismo che diventa feudalesimo campanilista al limite del separatismo e del razzismo.» Il sindaco Augusto Bionaz non vuole fare polemica: «Portiamo il massimo rispetto per Falcone, Borsellino e tutte le vittime della mafia. Proprio per questo vogliamo evitare strumentalizzazioni politiche. Comunque il documento approvato dal consiglio comunale mi sembra sufficientemente significativo.»
(La Stampa)


venerdì 24 agosto 2007

VELE, VELINE, STARLETTE... (2007)

Se non ci fosse un morto, un morto vero, sembrerebbe tutta una "fiction": un fidanzato affranto e indagato, due cugine gemelle, un paese sotto chock e lei, la vittima. Tutti ingredienti conditi a dovere per un reality di successo. Ma neppure un regista come Tarantino avrebbe pensato ad uno svolgimento così "traumatico", "immorale", "guascone". Si, perchè le due "cugine gemelle", che in questo caso si chiamano Paola e Stefania Cappa, ansiose di "apparire" -velina oblige- non trovano di meglio che sfruttare l'assassinio della cugina, la ventiseienne Chiara Poggi, per vivere il loro "minuto di notorietà". Come? Correndo da un fotografo a farsi fare in quattro e quattr'otto un fotomontaggio dove loro due possano apparire ai media nella stessa foto con la vittima. Tenebra della coscienza? Offuscamento di ogni limite della dignità? Disprezzo della morte altrui? Chissà, forse tutto o niente di tutto questo. Le due dopotutto sono al passo coi tempi, perchè questa è la vita, bellezza, quella che viene fuori dai tubi catodici accesi su "Isole dei famosi", "Fattorie", "Grandi fratelli", "Saranno famosi", "Amici" e altre schifezze televisive. Oggi lo sfregio dei sentimenti, ovvero quella foto "pubblicitaria" delle due (perfide?) cugine è sparita alla vista di telecamere e obiettivi fotografici. Un intreccio di sangue e voglia di apparire che sarà la magistratura a districare, e un capitolo in più da inserire negli annali di questa epoca malata, dove sempre più esiguo ormai è il confine tra "reality e realtà", saggezza e imbecillità. (Gericus)
(foto: la vittima Chiara Poggi e accanto le 'taroccate' cugine Cappa)

giovedì 23 agosto 2007

CAMILLO CASATI STAMPA: TRIANGOLO MORTALE (2007)

ROMA – La tranquillità di quella calda domenica del 30 agosto 1970 fu rotta da una telefonata che arrivò sul tardo pomeriggio alla polizia. Qualcuno asseriva di aver udito dei colpi di arma da fuoco sparati in rapida successione provenire da un palazzo di via Puccini numero 9, cuore della Roma ‘bene’ ai Parioli. In un attimo, il capo della Mobile Valerio Gianfrancesco, giunto sul posto, scoprirà uno dei più tragici “omicidio/suicidio” dell’epoca, un qualcosa che metterà a nudo vizi e stravaganze di una certa classe sociale. Nel salone al terzo piano di quell'appartamento le cui finestre si aprono su San Pietro e villa Borghese, la cruda verità è tutta lì: il marchese Camillo Casati Stampa di Soncino, per tutti “Camillino”, 43 anni ed erede di un immensa fortuna valutata all'epoca sui 500 miliardi, giace per terra in una pozza di sangue. Un colpo di fucile calibro 12 gli ha devastato la testa, tanto che un orecchio e parte del volto sono schizzati sulla parete. Riversa sulla poltrona, la giovane e bella moglie, la marchesa Anna Fallarino, 41 anni, ed infine, in un angolo della stanza e dietro ad un tavolino, il giovane Massimo Minorenti, 25 anni, aitante play boy negli ambienti della Roma che conta, terza punta di quel "triangolo" nobiliare. Nell’accurata perquisizione della casa, il capo della mobile Gianfrancesco scoprirà le ragioni di quel massacro. In un diario scritto proprio da “Camillino” infatti, si parla di riunioni sessuali a tre, dove lui però non è parte attiva, ma semplice spettatore, mentre la moglie cambia partner di volta in volta. Camillino è meticoloso come un ragioniere, tanto da scrivere su quei fogli: «Oggi Anna ha avuto un incontro con un soldato, giovane e bellissimo. E’ stato fantastico. Anna era felice e ha partecipato intensamente. Lui lo abbiamo ricompensato con 30.000 lire».» Diari e foto degli incontri tolgono qualsiasi dubbio sul tipo di vita della coppia, ed anche il motivo di tanta ferocia affiora da quelle pagine: l’ultimo dei partner, quel giovane play boy venticinquenne, oltre al sesso si era portato via anche il cuore della bella marchesa, una situazione mai presa in considerazione dal marito che scriverà infatti, come suo ultimo disperato messaggio su una pagina del diario del giorno stesso: «Non posso sopportare il tuo amore per un altro uomo. Meglio la morte.» Quel 30 agosto, Camillo Casati torna a Roma dopo una battuta di caccia. C’è un incontro "chiarificatore" a tre, un qualcosa che sicuramente per Camillino era già chiaro: il giocattolo si è rotto. Nell’enorme salone al terzo piano, tra quadri d'autore e stoffe pregiate, il fucile è a portata di mano, come la moglie e quel giovane seduti davanti a lui. Sei colpi in rapida successione, l’ultimo per sé. (Gericus)
(foto: Camillo Casati Stampa e la moglie Anna Fallarino. Nel riquadro Massimo Minorenti)

HA 78 FIGLI: «ARRIVERO' A 100 ! » (2007)

E' un uomo da record, e che record! Ha 78 figli ma ha giurato che entro il 2015 ne avrà 100. E c'è da credergli. Succede a Dubai e padre di "cotanta prole" è un certo Daad Mohammed Murad Abdul Rahman (Mur per gli amici...), 60 anni, marito di ben 15 mogli con le quali ha divorziato di volta in volta per non superare mai il limite -prescritto dall'Islam- di quattro mogli per volta. «Nel 2015 avrò 68 anni» dice il "mandrillo arabo", «e coronerò così il mio sogno. Ma mi ci vogliono altri tre matrimoni per arriva a cento.» Il quotidiano che riporta questa notizia è "Emirates Today" il quale mostra la foto dell'uomo -al quale manca una gamba- circondato da tutti i suoi figli, il più vecchio dei quali ha 38 anni e il più giovane ha meno di un mese. Per la cronaca, due delle sue attuali mogli sono incinte, tutto il vasto clan familiare vive in 15 case e l'uomo dai tanti nomi asserisce con orgoglio «che mantengo tutti io con la mia pensione da militare». Meglio di lui -se così si può dire...- per il momento c'è un mormone americano, tale Wiston Blackmore, il quale impalmando ben 26 mogli, è attualmente padre di ottanta figli... (Gericus - Il Giornale)


martedì 21 agosto 2007

APRIRANNO 146 BAR E RISTORANTI (1992)

AOSTA – Bar e ristoranti: chi desidera intraprendere questa attività ha ampia opportunità di farlo. Una legge regionale dell’aprile scorso, elaborata su modello di una normativa a carattere nazionale, stabilisce un’autorizzazione per l’apertura di 146 esercizi per ognuno dei due settori in tutta la Valle. Secondo i parametri definiti dall’amministrazione regionale, ad Aosta le licenze prospettano la dislocazione di 4 bar e 4 ristoranti, considerando anche pizzerie, trattorie, birrerie e tavole calde. C’è di più. Un primo disegno approntato dalla Regione prevedeva un numero superiore di concessioni: 214 ristoranti e 217 bar. «Ci siamo opposti –dice Emilio Cenghialta, direttore dell’associazione commercianti- e abbiamo obiettato l’incongruenza di una decisione che contribuisce ad aggravare l’inflazione di locali.» Nel maggio del 1992, la Valle d’Aosta era la prima regione in Italia per densità di esercizi del genere: undici ogni mille abitanti, contro i 6/7 delle altre regioni. Anche il presidente dell’associazione ristoratori Claudio Scarpa parla di “concessioni esagerate”: «Il settore sta esplodendo -contesta-. Lo spazio del centro storico non regge nuovi insediamenti. L’attenzione semmai, dovrebbe essere rivolta alle zone periferiche.» (La Stampa)

lunedì 20 agosto 2007

VALENTINO ROSSI: E IO STO CON LUI... (2007)

Voglio fare l’avvocato del diavolo: sto con Valentino. Si, voglio essere “solo contro tutti”, ovvero contro quei giornalisti che fino a ieri lo hanno osannato, esaltato, condividendone gioie e dolori e che oggi parlano di lui come di un povero pirla che ha fregato “prima noi e poi il fisco”. Voglio essere una voce “fuori dal coro”, e urlare contro quella massa che lo ha triturato dopo la sua apparizione televisiva, nella quale -giustamente-, difendeva sé stesso dopo essere stato accusato e condannato da tutti i giornali e telegiornali del mondo addirittura prima che la Finanza avesse concluso l’iter investigativo. Si, sto con Valentino, e lo dico senza nessun imbarazzo. Potrei esserlo solo se l’Italia fosse un Paese ‘normale’, uno di quei Paesi dove il senso civico porta ad essere “onesti” grazie ad un fisco “equo e onesto”, dove si paga meno tasse “ma si pagano tutti”, e dove i soldi non vanno ad ingrassare una classe politica, quella “Casta” che si permette di pagare 130.000 euro all’anno (10.833 €uro mensili, 20 milioni e 975 mila lire del vecchio conio!) i parrucchieri ‘privati’ degli ‘Onorevoli’ al Parlamento. Queste parole comunque non devono essere intese come un elogio all’evasione fiscale, tutt'altro, ma piuttosto una condanna contro un governo che “favorisce l’evasione” e che poi, per tacitare gli animi di una popolazione inferocita dall’erosione fiscale, butta in pasto alla popolazione stessa un personaggio pubblico da additare, da "sbranare”. Del resto lo facevano anche gli antichi imperatori romani i quali, grazie all'usanza del 'panem et circensi”, si garantivano per un po' la pace sociale. Si, sto con Valentino Rossi dunque, il grande campione, colui che in attesa di condanna definitiva infine, deve essere considerato "innocente" a tutti gli effetti. Non lo recita forse la legge?... (Gericus)

ABELE BLANC IN VETTA ALL'EVEREST (1992)

AOSTA - Un altro valdostano, dopo Giuseppe Petigax, è salito sul tetto del mondo. E' Abele Blanc, 38 anni, guida alpina di Cogne, che ieri mattina alle 9.20 (ora nepalese) , assieme al milanese Giampietro Verza, 36 anni, ha raggiunto la cima dell'Everest. Erano partiti alle 2.45 dagli 8000 metri del Colle Sud. Abele Blanc, che nei giorni scorsi aveva parlato con la Rai attraverso il telefono satellitare testimoniando la gioia del collega Petigax («Per lui è stato il giorno più bello della sua vita») ieri non è riuscito a parlare con la moglie. Con un ponte radio era collegato alla Piramide, il laboratorio scientifico del CNR, e di qui la sua voce avrebbe dovuto raggiungere l’Italia, ma il telefono della moglie era guasto. Dall’Everest, Abele Blanc, attraverso la sede Rai di Aosta, ha lanciato un messaggio di solidarietà per i bimbi che soffrono la fame. Sulla sua esperienza ha detto: «Non ci sono parole, sono felice.» Blanc, dopo Petigax, quanto basta per poter dire che la partecipazione degli alpinisti valdostani alla spedizione scientifica coordinata da Ardito Desio è stata un successo. (La Stampa)
(foto: Abele Blanc accovacciato nel centro. Alla sua destra Agostino Da Polenza)

domenica 19 agosto 2007

SEI NERO? NON TI AFFITTO LA CASA (1992)

A una donna che vive a Donnas saranno tolti i figli se non troverà un appartamento entro tre mesi. La donna è Jeanne Constant Z., originaria della Martinica. Al momento i suoi bambini sono affidati al padre, un uomo di Donnas di cui Jeanne non vuol fare il nome, almeno per il momento. Ad aiutare Jeanne ci sono alcune ragazze del paese. A turno la ospitano, stanno cercando una una sistemazione per lei da mesi, ma non c'è nulla da fare. "Mi hanno telefonato dicendomi che Jeanne non poteva dormire neppure nel garage" dice una di loro, "la proprietaria dell'alloggio ha detto che se resta la 'negra', sfratta anche me". "Le avevamo trovato un alloggio a Hone" dice un'altra di loro, che come la prima preferisce mantenere l'anonimo. "Era così contenta, aveva portato i suoi bambini a vederlo. La proprietaria il giorno stesso ha ricevuto una serie di telefonate minacciose: tutto il paese le era contro, le hanno detto che se Jeanne non se ne fosse andata avrebbe avuto dei guai e lei è stata costretta a mandarla via". Dice Riccardo Jacquemod, responsabile del centro immigrati di via Antica Zecca: "Da noi sono state inoltrate una quarantina di richieste da parte di extracomunitari regolarmentre inseriti in Valle e con lavoro. Cercano un appartamento e in molti casi non lo hanno avuto, perchè i neri non sono ben accetti. Non si può generalizzare però. E' un periodo in cui c'è carenza di alloggi anche per gli italiani".
(La Stampa)
(foto: cartello appeso sull'ingresso di un condominio ad Aosta)

venerdì 17 agosto 2007

VALLE d'AOSTA: UNA REGIONE DI CUORI SOLITARI (1992)

AOSTA - «Amore Amore»: è nata nel capoluogo regionale la prima agenzia matrimoniale della Valle. In soli due mesi di attività vi sono già state una trentina di adesioni, molte delle quali di persone già iscritte a simili associazioni in altre regioni. Ė difficile tracciare una tipologia dei clienti dell’agenzia, che ha uffici in tutta Italia, perché essi appartengono a vari ceti sociali e non sembrano avere, tranne qualche caso, preferenze particolari sul partner. Da ricerche statistiche, è emerso che in Italia vi è un 15 per cento della popolazione adulta che è alla ricerca dell’anima gemella e si rivolge ad agenzie matrimoniali, e la percentuale in Valle d’Aosta, secondo Walter Vanzetti, responsabile dell’agenzia, «è molto più alta della media.» E tra i dati più significativi vi è l’età media di coloro che cercano un partner attraverso l’aiuto di «Amore Amore», che varia tra i 35 e i 40 anni. Ma tra i clienti dell’agenzia, ci sono poi molti giovani tra i 20 e i 22 anni, mandati molte volte -come conferma ancora Vanzetti- « dalla madre, che convince il ragazzo a telefonarci o telefona lei stessa.» Vi sono comunque anche persone anziane che hanno aderito ad «Amore Amore», per esempio un’allegra signora di 70 anni che è stata una tra le prime iscritte. (La Stampa)

mercoledì 15 agosto 2007

LA CURVA DELLA MORTE (1992)

In due mesi tre incidenti avvenuti nello stesso punto e con le stesse dinamiche: il bilancio è di un morto e 19 feriti. La "curva maledetta" è sulla statale 26, a poche decine di metri dal bivio per Villeneuve. Il momento più pericoloso è quando è appena iniziato a piovere: i Tir diretti al Monte Bianco sbandano, il rimorchio invade la corsia opposta, per gli automobilisti che viaggiano in direzione Aosta non c'è via di scampo. Alla fine di maggio erano state coinvolte cinque auto, tutte di Genova: un ragazzo di 25 anni era morto sul colpo. Giovedì sera, il rimorchio di un Tir ha ancora investito cinque veicoli, tre dei quali completamenti distrutti: carabinieri e polizia stradale, che sono intervenuti con i vigili del fuoco, hanno detto che "è stato un miracolo che non sia morto nessuno in quel groviglio". "In pochi anni, in questa curva ci sono già stati 18 morti e tanti, troppi feriti" ha affermato il sindaco di Villeneuve Clemete Dupont. (La Stampa)

martedì 14 agosto 2007

ELVIS PRESLEY: IL RE E' MORTO

Era il 16 agosto del 1977 quando verso le tre del pomeriggio, Elvis Presley giunse al Baptist Memorial Hospital di Menphis. Nonostante gli sforzi dei medici per strapparlo alla morte, il "re del rock'n'roll" morì senza riprendere conoscienza. Nella conferenza stampa tenuta quel pomeriggio stesso dal dottor Jerry Francisco, questi attribuì la morte ad "arresto cardiaco", aggiungendo inoltre "seppur in presenza di altre gravi patologie cardiovascolari". Elvis Aaron Presley era nato a Tupelo (Mississippi) l'8 gennaio 1935. Il suo primo approccio con la musica -pur essendo cresciuto tra canti gospel e rhythm and blues da cui prese linfa- fu nel luglio del 1954, quando per fare un regalo di compleanno a sua madre, Elvis entrò timidamente nello studio discografico Sun di Sam Phillips incidendo "That's all right mamma" (Tutto bene mamma), lasciando letteralmente di stucco il titolare dello studio. Capendo le forti potenzialità di quel giovane dinoccolato bianco che cantava con la voce da nero, Sam Phillips lo mise sotto contratto con la RCA, e non sbagliò. "I forgot to remember to forget" infatti si piazzò subito tra i dischi più venduti, tanto che il successivo, "Heartbreack Hotel" divenne il trampolino per il successo mondiale. Possiamo dire che tre sono stati i periodi che hanno contraddistinto la carriera di questo grande artista: gli anni '50 sono stati quelli del rock'n'roll, i '60 quelli dei film (31 nella sua carriera, tutti troncati dalla critica ma premiati al botteghino), mentre i '70 hanno rappresentato i suoi concerti. "The king of rock", (il re del rock) "Elvis the pelvis" (per quel suo roteare del bacino, in inglese appunto "pelvis") sono nick names che lo seguiranno per tutta la sua carriera, fino a quel pomeriggio di inizio di agosto. Con un libro in mano, Elvis si ritirò in bagno, ed è lì che lo soccorse Ginger Alden la sua ultima fiamma, una volta trovato il cantante steso sul pavimento e privo di sensi. Poi la corsa in ospedale, la morte. Oltre 50.000 fans si preparano ad invadere Memphis nel trentennale della sua scomparsa. Per creare un mito, ci vuole un eroe morto, ed Elvis è tutto ciò. Spremuto da vivo oltre che da defunto, Elvis Aaron Presley è secondo, dopo Kurt Cobain dei Nirvana, nelle graduatorie delle star morte più redditizie. Ma quanto valeva Elvis da vivo? Presto detto: detiene il record di 107 suoi dischi posizionatisi in classifica tra i 40 più venduti; 38 dischi tra i 10 'Top Hits' ; la più consecutiva prima posizione (10 volte) e il maggior numero di settimane (80) in prima posizione. Il re è morto. Viva il re! (Gericus)

lunedì 13 agosto 2007

VALLE D'AOSTA UN PO' MENO RICCA (1992)

La Valle d'Aosta, nell'indagine pubblicata in questi giorni dal centro studi delle Unioncamere "Guglielmo Tagliacarne", rimane tra le dieci province più ricche d'Italia, classifica guidata da Milano. L'analisi si riferisce al reddito prodotto per abitante. Nel 1990, anno preso in esame, ogni abitante della Valle ha prodotto redditi per 26 milioni e 500 mila lire. Rapportato a 100, il reddito prodotto dalla Regione è pari a 127,5. Vista in termini assoluti, e in particolare se confrontata con i 10 milioni 709 mila di Agrigento che chiude la fila delle 95 province, la posizione della Regione è invidiabile. Lo è meno se il confronto, come ha fatto l'istituto Tagliacarne, spazia nel periodo 1980-1990. Nel decennio infatti, la Valle d'Aosta ha perso quattro posizioni in classifica ed è scesa dal 6° al 10° posto. E' il segnale di una crisi in arrivo? Dice Massimo Levéque, da qualche giorno capo di gabinetto del presidente della Giunta Ilario Lanivi: "Un leggero calo era nelle previsioni. Negli ultimi dieci anni in Valle, il tasso di crescita è stato inferiore alla media nazionale". A questa tendenza negativa guardano con una certa preoccupazione le associazioni industriali e le organizzazioni sindacali: "C'è crisi in diversi settori" dice il presidente dell'Assocommercianti Pierantonio Genestrone, "e le altre regioni camminano più spedite della nostra". Infine Elio Riccarand, consigliere regionale verde: "Le iniezioni di denaro pubblico fanno sopravvalutare la reale vitalità della regione. C'è ricchezza finanziaria, ma alla base c'è fragilità economica". (La Stampa)

domenica 12 agosto 2007

BOB DYLAN AD AOSTA (1992)

Oggi, mercoledì 8 luglio, alle 17 del pomeriggio si apriranno i cancelli dell'Arena Croix Noire: un'altra puntata della leggenda di Bob Dylan (foto) avrà inizio. E lo scenario sarà proprio Aosta, che è stata scelta come una delle tappe della tournée italiana del mitico cantautore americano. Bob Dylan sarà sul palco dell'arena alle 21,30 per il concerto inserito nel cartellone di "Artemusica '92", la rassegna estiva organizzata dall'assessorato al Turismo in collaborazione con l'International service. Oltre tremila e cinquecento biglietti venduti fino a ieri sera, ma si prevede che la maggior parte del pubblico acquisterà i biglietti oggi, alla cassa dell'Arena, la cui capienza massima prevede un pubblico di settemila persone. Sono previsti molti arrivi dal Piemonte, da Francia e Svizzera, e alcuni biglietti sono stati richiesti anche dall'Austria. Proibite anche ad Aosta, come nella precedente tappa a Genova, le riprese televisive, così come sono state vietate le fotografie e le riproduzioni su cassetta. (La Stampa)

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[commento] Il grande Bob Dylan, colui che al Greenwich Village di New York aveva radunato attorno a sè qualcosa come 500 mila persone, ad Aosta avrà poco più di 5000 spettatori. Del resto altri artisti di grido avevano già "battuto il naso" nella difficile piazza valdostana, con un concerto annullato -quello di Barry White- causa scarsa prevendita di biglietti, e con Tracy Chapman, allora all'apice del successo, seguita da soli 2500 spettatori. Per completezza d'informazione, nell'ottobre dello stesso anno e sempre all'Arena Croix Noire, oltre 12.000 persone hanno applaudito "Mignonne", mucca regina di quella edizione della "Battaille des Reines"... (Gericus)

sabato 11 agosto 2007

LA BUSSOLA DI FOCETTE (2007)

C’è qualcosa di perverso in questa Italia alla deriva. Non può essere altrimenti. Come si spiega se no la chiusura dello storico dancing "La Bussola", il mitico locale creato negli anni '50 dal compianto Sergio Bernardini e assurto agli onori della storia, grazie al suo passato costellato di grandi artisti italiani nonchè di stranieri di fama mondiale? Tutto questo non basta a 'proteggerlo', perchè magari un manipolo di bacchettoni ha ritenuto questo locale fonte di rumori molesti rivolgendosi alla magistratura -e qui cade l'asino!- tanto che questa, nelle vesti del gip Letizia Di Grazia del tribunale di Lucca, ne ha decretato la chiusura mettendo i sigilli al suo ingresso con l'accusa di "disturbo della quiete pubblica". Da che mondo è mondo, il lungo vialone della Versiglia, specialmente in estate, è sempre stato il fulcro della vacanza, del divertimento notturno, della dolce vita toscana. I miei ricordi di diciottenne mi riportano là, quando con pochi soldi in tasca e impossibilitati di pagare il biglietto per il concerto di Mina o di Peppino di Capri, arrivando da Livorno con altri amici riuscivamo ad intrufolarci dentro passando attraverso le finestrelle della toelette anzichè dalla cassa oppure facendo i disinvolti dall'ingresso principale, accodandoci ad alcuni vip esenti da tale gabella. La Bussola, Il Bussolotto (col grande barman Roberto!) la Capannina di Franceschi, Oliviero, Seven Apples...quanta vita su quel lungo vialone tra l'odore dei pini mediterranei e il salmastro che saliva dal mare lì a due passi, dove la risacca accompagnava i numerosi "I love you" dei 'vitelloni' del luogo rivolti alle giovani turiste svedesi o americane. I sigilli alla Bussola sono il segnale di una 'disfatta' ormai completa, si perchè è troppo 'impegnativo' combattere le migliaia di "vu cumprà" che infestano spiaggia e litorale, rom che fanno ma bassa nelle ville in mezzo alla pineta, prostituzione nera, trafficanti di droga e viados che soprattutto in estate sciamano in gran numero in cerca di sesso e trasgressioni. Chiudere la Bussola "per troppo rumore" è come chiudere il colonnato del Bernini a Roma per il vociare dei turisti in piazza San Pietro... Ridicolo. (Gericus)

giovedì 9 agosto 2007

IL PROCURATORE VAUDANO: MINACCE E OMERTA' PER FERMARMI (1992)

"Questo è un sistema a diffusa omertà: l'opinione pubblica deve essere informata e sapere certe cose". Il procuratore della repubblica Mario Vaudano (foto) chiarisce le voci, le ipotesi di trasferimento e le minacce che da qualche mese lo circondano. Seduto nel suo ufficio, tra fascicoli di inchieste scottanti e agende fitte di appuntamenti, ritiene suo dovere far sapere all'esterno del palazzo di giustizia come è stato costretto a lavorare negli ultimi mesi. Dice: "Da novembre, quando è cominciata la vicenda degli appalti truccati, ho ricevuto minacce e insinuazioni denigratorie rivolte alla mia persona e al mio ufficio". Da tempo il magistrato viaggia su un'auto blindata ed è scortato 24 ore su 24 da agenti col giubbotto antiproiettile. Quando ci fu il blitz degli appalti, i servizi di sicurezza del ministero dell'Interno informarono Vaudano che gli sarebbero successi alcuni "fatti", dagli atteggiamenti intimidatori agli avvertimenti anonimi. "Tutto quello che mi era stato previsto -dice il procuratore- si è poi puntualmente verificato".
(La Stampa)

mercoledì 8 agosto 2007

E LA CHIAMANO ESTATE... #1

Affacciandomi alla finestra, mi viene da pensare a due canzoni..., una dei tempi di mio padre, "E la chiamano estate" di Bruno Martino, e l'altra, che canticchiavo io negli anni '80, ovvero "L'estate sta finendo" dei Righeira. Una o l'altra non fa niente, perchè tutte e due 'fotografano' il momento attuale: oggi, mercoledì 8 agosto "anno Domini 2007", ad Aosta alle ore 16.00 il termometro segna uno sconfortante 15 gradi (59F). C'è da tagliarsi le vene a guardare fuori, a sentire la pioggia battente, a vedere questo cielo colorato di un grigio opprimente come non mai. Normalmente l'annuncio del cambio stagionale qui ad Aosta avviene quasi sempre verso il 15 di agosto con la prima spruzzata di neve sulla cima del monte Emilius che sovrasta la città. Qualche grado in meno ma temperatura che rimane gradevole. Oggi invece è la classica visione di un autunno inoltrato. Che non senta parlare di "desertificazione" please, ne tantomeno di corsa del pianeta verso la distruzione a causa del surriscaldamento del globo. Bufale, bufale inventate da pseudo ecologisti per arraffare miliardi da spendere nella ricerca e nel rimedio, poiché si deve pur vivere.... Signori, i fatti vi smentiscono. Venite ad Aosta se non ci credete, e poi ditemi se questa è la strada che porta verso il deserto... (Gericus)
(foto: montagne intorno ad Aosta)

QUELLA CERTA PRUDERIA.... (2007)

Puritani nel bisogno. E' inquietante osservare come certe cose, strettamente private, attraverso la politica riescano a diventare "casi nazionali" da additare al pubblico ludibrio. E mi spiego. Può una persona qualunque, e qui mi riferisco ad un Salvo Sottile e più recentemente, ad un Cosimo Mele, andare a letto con la prima prostituta che capita senza risvegliare nella stampa e nella classe politica, una sorta di pruderia collettiva? Si dirà che queste due non sono persone qualunque, ma due politici di primo piano, uno dei quali portavoce di Gianfranco Fini e il secondo, deputato della Repubblica. Ebbene? I loro appetiti sessuali rientreranno o no nella loro sfera privata? Il nefasto braccio lungo della politica però da tutto questo ne intravede un tornaconto, e qui sta il brutto della faccenda, che secondo me non è la notte brava in albergo ne tantomeno l'essersi fatto la divetta di turno assatanata di sesso e successo, ma la demonizzazione di una forza politica a vantaggio di un'altra. Tutto questo se poi deve passare attraverso famiglie che si sfasciano, isolamento totale del malcapitato, chi se ne frega, "mors tua vita mea". Politica e stampa dunque mostrano -come se ce ne fosse bisogno!- il loro volto peggiore, il tutto per un voto in più al partito e per una manciata di copie in più vendute ad una popolazione stolta, che si dimentica così malanni ben più gravi che affliggono la nostra società. Così va il mondo in questa 'italietta' delle contradizioni, dove si mette un trans in Parlamento ma si mette alla gogna Silvio Sircana che ci fa un pensierino; dove si esalta il "celodurismo" ma si condanna chi fa sesso con due mignotte e infine, chi si porta a letto una qualunque starletta dopo che la televisione crea a ritmo industriale aspiranti porno-starlette pronte a tutto. (Gericus)

martedì 7 agosto 2007

L'AUTOPORTO DI AOSTA NON RICEVE PIU' MERCEDES (1992)

Altre nubi si addensano sulla questione degli operatori autoportuali. Alla certezza che il 1° gennaio 1993, con la caduta delle barriere doganali il settore verrà investito da profondi sconvolgimenti, si è aggiunto in questi giorni l'improvviso blocco dello sdoganamento delle vetture Mercedes. Il flusso delle auto tedesche, che da quando era cominciato 10 mesi fa aveva portato miliardi di Iva da importazione nelle casse regionali, si è fermato la settimana scorsa. "E' da lunedì che le mercedes non vengono più sdoganate all'autoporto valdostano". A dirlo è il consigliere regionale democristiano Antonino Chiofalo, che con il collega Renato Limonet ha presentato sulla vicenda una'interpellanza al presidente del consiglio regionale. Il fatto è di estrema rilevanza economica e politica. Lo sdoganamento delle auto tedesche infatti ha reso per Iva da importazione almeno 70 miliardi. La Regione non può non intervenire. Intanto perchè nell'autoporto è azionista, poi perchè non può permettersi di perdere denari e posti di lavoro. Aggiunge Chiofalo: "In attesa che venga perfezionata la pratica con la Società di servizi (Sds) che in futuro dovrà garantire questi sdoganamenti, è indispensabile che il flusso di veicoli non venga fermato". All'autoporto comunque sperano di risolvere la questione nei prossimi giorni. Il presidente della giunta regionale Ilario Lanivi conclude: "Non vorrei però che dietro questa storia ci fossero pressioni di qualcuno per qualche secondo fine". (La Stampa)

sabato 4 agosto 2007

MARILYN MONROE: BYE BYE BABY... (2007)

Marilyn Monroe (foto) fu trovata morta nella camera della sua villa di Brentwood, Los Angeles, California, la mattina del 5 agosto 1962. Sparsi sul letto, numerosi contenitori di farmaci vuoti. Fu Eunice Murray, la sua cameriera -e sicuramente confidente del dottor Greeson, psicanalista dell'attrice- a trovarla e a dare subito l'allarme. Icona degli anni Sessanta, Marilyn Monroe -all'anagrafe Norma Jean Baker- era nata a Los Angeles il primo giugno del 1926 da una madre con gravi problemi psichici e da un padre che se ne era andato di casa subito dopo la sua nascita. Tutti presupposti per una vita sbandata, se non fosse che un giorno, era il 1946, non avesse firmato un contratto con la Twentieth Century Fox per apparire per alcuni istanti in un film senza storia. L'appuntamento con il successo arriva invece nel 1950, quando viene scelta per un ruolo di secondo piano in Giungla d'Asfalto, dove riceverà ottimi consensi dalla critica. Da lì in poi, matrimoni e film, successo e flirts, uno dei quali con l'allora presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy, dove memorabile è il suo "Happy birthday" cantato come augurio di compleanno al presidente stesso. Hollywood e politica ad alto livello, tra una crisi e l'altra, come tutta la sua vita. Un suicidio dai lati troppo oscuri grava su tutta la faccenda. Avrebbe 81 anni oggi Marilyn Monroe, ma nell'immaginario collettivo lei è rimasta la Marilyn di 45 anni fa, giovane, bionda, sensuale e bella proprio come come quando decise di chiudere la sua vita a trentasei anni. Billy Wilder disse un giorno di lei: "Marilyn Monroe ha un seno di granito e un cervello di gruviera. Ma è un genio". L'immagine -sicuramente imposta da Hollywood- come oca giuliva si scontra però con una delle ultime frasi lasciate dall'attrice, dove con parole dure denuncia l'ambiente dorato della capitale del cinema: "Hollywood è un posto dove ti pagano migliaia di dollari per un bacio e 50 centesimi per la tua anima". Bye bye baby...(Gericus)

venerdì 3 agosto 2007

TURISMO "MORDI E FUGGI".

Quello che da tempo ormai si paventava è diventato realtà. Anche in Valle d'Aosta infatti si sta manifestando il cosiddetto turismo "mordi e fuggi", tanto che già si vedono i primi risultati. A Cervinia, lunedì scorso una turista tedesca ha morsicato a una gamba un albergatore, mentre a Cogne, dopo aver ricevuto il conto, un'altro turista -italiano questa volta- ha azzannato il cameriere poi, non contento ha morsicato pure il padrone del ristorante il quale, con un orecchio in mano, è dovuto ricorrere alle cure dei medici. Inutili per il momento le ricerche del morsicatore, poichè questi, come tutti gli altri, ha seguito la regola del "mordi e fuggi" e tutt'ora è uccel di bosco. L'Amministrazione regionale, per arginare questo triste fenomeno, ha subito dislocato nei luoghi a rischio, quelli cioè dove i prezzi possono scatenare la voglia di mordere, (quindi Aosta, Courmayeur, Breuil Cervinia, Saint-Vincent, Cogne, Gressoney-Saint-Jean, La Thuile, praticamente tutta la Valle) , squadre di P.I.V. (Pronto Intervento Veterinario) per arginare il pericolo della rabbia, poichè questi soggetti, sembrano molto 'arrabbiati'. Sconcerto tra i commercianti valdostani per questo turismo che non porta più benessere ma "punti di sutura" mentre già si temono altri episodi del genere, e questa volta forse ben più gravi. Tra i turisti del centro storico infatti, qualcuno ha visto aggirarsi il noto attore americano Antony Hopkins, e quello -ce lo hanno insegnato i suoi film-, non "morde e fugge", ma divora completamente. Messo al corrente di questo particolare, sembra che l'assessore al Turismo abbia esclamato: "ON EST DANS LA MERDE!" (Gericus)