martedì 27 marzo 2007

STORIA DI UN NOME: MONTE BIANCO (1987)

AOSTA - L'origine del toponimo tra verità, leggenda e paura. Oggi, passato da parte a parte da un tunnel e solcato dalle funi della cabinovia, il Monte Bianco non fa più paura a nessuno, ma un tempo, prima che le esplorazioni spazzassero via i fantasmi dell'ignoranza, non era così. Un tempo il Monte Bianco era la montagna maledetta, come riporta il conte Carlo Passerin d'Entreves nella nota redatta per la guida dei monti d'Italia del Cai e del Touring club: "Un breviario del secolo XVI, che si conserva nella cattedrale di Aosta, racconta, in un mystère, la miracolosa spedizione di San Bernardo, salito al Mont Joux alla testa di una processione per esorcizzare il demonio che infestava il Passo del Gran San Bernardo. Il santo gli butta al collo la sua stola, che subito si converte in una solida catena, e gli ordina di andare ad inabissarsi nelle crepacce del Mont Malet". Il breviario indica anche l'esatta posizione del Mont Malet: "Entres les quadres diocèses -Oste, Genève, Tarenthèse et Ljon- estant bien renclus". A partire quindi dal 1607 il tetto d'Europa viene indicato sulle carte geografiche con i poco benevoli nomi di Mont Malet, Mont Malay, Mont Maudit e Montagne Maudite, chiaramente dal latino "maledictus". Dobbiamo far passare più di un secolo per arrivare al nome attuale, quando un ottico di Ginevra nel fare pubblicità alla valle di Chamonix, indica come località numero uno 'Le Mont Blanc'. E' in pratica il battesimo ufficiale, il nome con il quale oggi è universalmente conosciuto.
(La Stampa)
(foto: Monte Bianco visto da Entreves, Valle d'Aosta, Italia)

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