venerdì 1 settembre 2006

AMICI (5)

Giovanni Barontini da Livorno non ebbe indugi: "Vorrei entrare a far parte del vostro gruppo" disse con tono sicuro. Bene, che strumento suoni? "Nessuno" disse con altrettanta naturalezza. Iniziò da queste parole, in una calda serata d'estate tra una corsa in moto e una partita di biliardo la sua avventura di bassista nel gruppo dei Satelliti. Di lì a pochi giorni, tra lo sconcerto dei suoi genitori che di punto in bianco lo videro lasciare un lavoro sicuro, Giovanni sentenziò: "Se devo fare qualcosa di concreto in questo settore, la musica deve essere al primo posto". E non si sbagliò, poichè da buon lungimirante capì le potenzialità di quel gruppo di amici che invece di andare a divertirsi in giro come tutti i giovani della stessa età, passava intere giornate a provare e ripprovare fino alla nausea pezzi rubati nella notte a Radio Luxebourg per inserirli nel proprio repertorio. Jet Harris come modello, Giovanni Barontini diventò, -grazie alla sua tenacia- uno dei migliori bassisti in circolazione, dando così corpo a quel sogno di avventura nato in una sera d'estate. Chissà se oggi Giovanni si ricorderà dei primi tempi passati a studiare 'scale' dal 'maestro' di via Garibaldi, degli occhiali che questi portava con lenti spesse come culi di bicchieri e di sua moglie che gli serviva la pastasciutta tra un "giro in Do ed un accordo in Mi7". I sogni a volte passano anche da qui. Ciao Giuanin, e come ho detto sempre, "Lunga vita al rock'n'roll".

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