mercoledì 7 maggio 2008

VERONA: MORIRE COSI' MORIRE PERCHE'...

La città di Romeo e Giulietta si vergogna. Non c'è lo scontro per un amore impossibile in questa storia di sangue, né un principe di Verona, come racconta Shakespeare, che seda la rissa in strada. Qui c'è solo la tragedia, stupida, assurda, insensata. Quella che si è portata via la vita di Nicola Tommasoli, 29 anni e con tutta una vita davanti a sé. Non c'erano poi neppure i Montecchi e Capuleti a confrontarsi magari cavallerescamente, ma solo una banda di delinquenti sui vent'anni che per una sigaretta rifiutata ha massacrato a calci in faccia il primo capitato a tiro. Eccoli qua, ora, davanti al loro crimine, Raffaele Delle Donne, Guglielmo Corsi e Nicolò Veneri, tutti diciannovenni, Andrea Vesentini e Federico Perini di 20 anni. Il branco che insieme si esalta, aggredisce e scappa. Si dice che singolarmente sono "dei bravi ragazzi", pur se allo stadio -di nuovo nel branco- sono volti noti per la Digos. Nicola Tommasoli, quasi ventinovenne, era davvero un "bravo ragazzo", amava Erika e sognava un futuro di soddisfazione nel settore della grafica. Era laureato all'istituto universitario di Architettura di Venezia, e a detta di chi lo conosceva bene, era "un mago nel disegno tridimensionale". Amore, sogni, futuro... Tutto cancellato in una notte di primavera, tutto finito sui blocchetti di porfido della vecchia Verona, la città "dell'amore eterno" della treccia calata dal balcone da una romantica Giulietta. Ma quale politica, quale naziskin... Qui è solo delinquenza alla massima potenza, disprezzo della vita altrui, negazione della vita. "Vorrei essere il padre della vittima e non di mio figlio" ha mormorato tra le lacrime il padre di Raffaele Delle Donne. Ieri la gente di Verona ha sfilato per le strade del centro storico, depositando fiori nel punto in cui Nicola Tommasoli è stato assassinato. La tragedia, non teatrale, si è conclusa lì. Giù il sipario... (Gericus)

1 commento:

micond ha detto...

Il problema é politico-sociale!!!! ciò significa che va ben oltre la sola politica delle parti sulla quale si specula quando non si vuol riconoscere le reali responsabilità. Quando dei giovani,non provando stima delle proprie differenze si omologano ad un comportamento violento che vuol negare le differenze stesse,proprie ed altrui, in virtù di una presunta superiorità dell'insicurezza che si nasconde dietro simili scelte, allora chiamatelo fascismo, comunismo o come volete, questo è un problema politico e sociale!! Ma del resto, se i primi a mostrarsi intolleranti, antagonisti e "in guerra" sono i parlamentari, quali sorprese devono ancora accadere prima di iniziare ad aprire gli occhi????? Non c'è sicurezza, non c'è valore, la violenza ha la supremazia sulla ragione.