giovedì 1 maggio 2008
IL J'ACCUSE DI NATASCHA KAMPUSCH
C'è un collegamento tra il passato nazista dell'Austria e i troppi casi di sequestro -uno dei quali proprio il suo- avvenuti recentemente? Se lo chiede oggi Natascha Kampusch, parlando di ciò che è successo ad Amstetten. Come ricorderemo, Natascha venne rapita nel 1998 all'età di dieci anni da uno psicopatico di nome Wolfgang Priklopil, il quale la tenne prigioniera in uno scantinato per ben otto anni, e che lei, una volta liberata, lo definì "un criminale sempre gentile con me e che mai mi maltratto". Otto anni di orrore poi, nell'agosto del 2006, la fuga, il ritorno alla vita, mentre il suo carceriere/aguzzino, vistosi ormai perso e sapendo a cosa andava incontro, si suicidava gettandosi sotto un treno. Con la scoperta del recente sequestro con stupro di Josef Fritzl, per Natascha Kampusch sono riaffiorati dolorosi ricordi e ferite mai rimarginate. In una sua intervista rilasciata mercoledì alla Bbc, Natascha, dopo aver ribadito che l'incestuosa vicenda di Josef Fritzl poteva accadere da qualsiasi parte, ha però voluto ricordare che "il fatto sia avvenuto in Austria deve far riflettere". Sul fronte delle indagini della polizia sul recente caso di Amstetten, sembra che Josef Fritzl avesse minacciato di uccidere tutti con il gas se qualcosa fosse trapelato all'esterno. Tuttora comunque è inspiegabile come nessuno -e in primo luogo la moglie Rosemarie-, si sia accorto di quanto succedeva all'interno di quella casa, diventata, per molti anni, un lager di sofferenza e depravazione. (Gericus) [foto: Natascha Kampusch]
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