domenica 25 maggio 2008

COGNE HA DIMENTICATO ANNAMARIA

COGNE - Nuvole basse come se grattassero le montagne. Sabato mattina a Cogne nessuno ha voglia di commentare la fine processuale di Annamaria Franzoni, perché ormai, come dice un residente del paese seduto in un bar, "è storia vecchia,una vicenda che ha trovato la giusta conclusione". Un amico accanto annuisce in silenzio. "Per troppi anni si è demonizzato questa vallata, ora è tempo di cambiare disco". Ma del "mostro" ammazza bambini che sarebbe ancora in giro come ha affermato la Franzoni? "Il tribunale ha chiarito anche questo, non trova"? All'edicola del centro, la signora Chiara di Modena che assieme al marito e un figlio sono in vacanza, parlare ancora della Franzoni suscita disagio: "Schierandosi dalla sua parte o contro, ci siamo dimenticati della cosa più importante: della piccola vittima. Chi ha più pensato a lui, tutti presi a schierarsi tra colpevolisti e innocentisti"? Ed anche il marito, il signor Virgilio aggiunge: "Se mettiamo in dubbio il verdetto della Cassazione, cioè del terzo grado processuale, a cosa dobbiamo credere ancora? Tutti in malafede? No, non ci sto"? Zaino sulle spalle e giubbotti pesanti, Petra e Werner arrivano da una escursione in montagna: "Troppa televisione... troppa importanza" dice lui. "Tra i media c'è chi tira da una parte chi dall'altra, e la confusione tra la gente aumenta, genera dubbi su dubbi. Io abolirei i 'processi televisivi'... a ognuno il suo mestiere". Petra è meno sicura sull'esito del processo: "Abbiamo voluto fare le cose all'italiana. E' colpevole? Che si faccia il massimo della pena. Perché allora 16 anni? Perché non siamo sicuri che sia stata lei l'assassina? Allora fuori. O una o l'altra". Poi un pensiero ad alta voce: "Ma se non è stata lei... chi altro può essere stato mi chiedo..." Su a Montroz, in alto sopra il paese, continua il via vai di persone a vedere la casa del delitto, ancora presidiata dalle forze dell'ordine e inavvicinabile. Alle finestre, i sigilli della magistratura e tutto intorno, l'erba cresce a vista d'occhio. "Fa un certo effetto" dice Loredana, che con il fidanzato arriva da Siena. La foto è d'obbligo. "Me la immaginavo più grande però..." dice quasi delusa. Da quassù, si domina il villaggio sottostante, arrivando con l'occhio fino alle vette del Gran Paradiso. "Certi giorni arrivano fin qua anche dei pullman di turisti per vedere e fotografare la casa" dice un pensionato del posto. "Non avevamo proprio bisogno di questo turismo dell'orrore". Già. Lo pensano anche gli amministratori comunali, stufi di vedere certi collegamenti tra Cogne e la famiglia Franzoni. Da qualche anno però è stato cancellato il macabro accostamento, e poi, a dir la verità, tutti sapevano come erano andate esattamente le cose... altro che mostri in circolazione. (Gericus)

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