giovedì 8 maggio 2008

DIRE ADDIO ALLA VITA

AOSTA - In una tavola rotonda svoltasi martedì 5 maggio nei locali della Biblioteca regionale, il dottor Antonio Colotto, direttore della Struttura psichiatrica e salute mentale dell'Usl della Valle d'Aosta, ha presentato un approfondito studio sul tema del suicidio. Erano presenti ai lavori il dottor Antonio Loperfido, psicologo e coordinatore dell'Osservatorio del suicidio e parasuicidio del Dipartimento della salute mentale di Pordenone, Gabriella Furfaro, dirigente dell'assessorato regionale della Sanità, Annarita Nassisi, presidente della Consula femminile e don Luigi Ottobon, parroco. Questi sono i dati emersi. Dal 1991 al 2007, i suicidi in Valle d'Aosta sono stati 353, dei quali 277 maschi e 76 femmine. La fascia d'età maggiormente interessata all'attività suicidale è quella che va dagli 80 agli 84 anni, e nelle fasce comprese fra i 45 e i 64 anni. Il trend però indica un incremento nei suicidi in alcune fasce di età, in particolare fra i 50 ed i 59 e oltre gli 80 anni. Non è ancora presente nella nostra realtà -sottolinea lo studio del dottor Colotto- l'incremento degli atti suicidari nei giovani (20-35 anni) e nei giovanissimi (15-19anni) Continuando nello studio epidemiologo, si evidenziano che nelle modalità del suicidio, al primo posto troviamo l'impiccagione, segue la morte cercata per precipitazione, con arma da fuoco, per annegamento e altre forme, tra le quali, in misura minore, modalità da arma da taglio e avvelenamento. Nel dare addio alla vita, l'uomo tende ad atti violenti (principalmente impiccagione o arma da fuoco), mentre la donna lo fa in maggioranza con modalità di avvelenamento o per precipitazione. L'identikit del suicida valdostano pertanto è un anziano, e la causa principale è la solitudine. Aosta, infine, con il 17,7 per cento dei casi in totale, è il luogo dove maggiormente si decide di dire addio alla vita. (Gericus)

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