mercoledì 28 maggio 2008

QUANDO LA MORTE NON CI SEPARA...

ROMA - Nella chiesa di San Bellarmino, Alessio Giuliani e Flaminia Giordani (foto) avrebbero voluto arrivarci magari per il loro matrimonio. Mercoledì 28, nella chiesa del quartiere Parioli invece ci sono arrivati chiusi in due bare bianche. Gli amici, tantissimi, erano tutti lì, occhi lucidi e facce sgomente. Non doveva proprio finire così, perché la storia di Alessio e Flaminia è la loro stessa storia, la loro stessa vita, fatta di ore sui libri, serate allegre e sogni da realizzare, amori che nascono e amori che si dimenticano... La chiesa gremita lo fa capire quanto sia grande il dolore in questa giornata di ricordi, perché ognuno dei presenti ha un ricordo bello di Alessio e Flaminia da custodire gelosamente, intimamente. Nella sua omelia, don Gianrico Ruzza parroco di San Bellarmino ha la voce velata quando dice che questa funzione è da celebrare quasi come un matrimonio, perché questi due giovani "oggi coronano comunque il loro sogno d'amore e di vita, vita spezzata da una follia che uccide". Per oltre 500 persone è duro trattenere i singhiozzi... non lo fanno gli amici dell'università né quelli della squadra di calcetto, e neppure alcuni anziani, che frettolosamente si asciugano gli occhi col dorso della mano. Un rione, una città in lutto dunque, tutta lì a ricordare Alessio Giuliani e Flaminia Giordani, "due di noi", morti senza una ragione per mano di un folle omicida, che al posto di una pistola impugnava il volante di una vettura. (Gericus)

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