martedì 20 maggio 2008
SAMUELE, FIGLIO DI UN DIO MINORE...
C'è qualcosa che mi lascia perplesso nel cosiddetto "caso Cogne", perché dentro c'è tutto: una bambino di tre anni massacrato, una mamma condannata, lacrime che non convincono, dibattiti televisivi, avvocati kamikaze, perizie su perizie... Se non ci fosse il sangue di Samuele potremmo pensare ad una fiction di successo. Ora, dopo due sentenze -16 anni la prima e riconfermata in Appello-, domani c'è la Cassazione che dovrà decidere se i precedenti processi siano stati o meno "viziati", anche se onestamente, non si sa da cosa. Come tutti ricorderemo, era il 30 gennaio 2002, quando un elicottero del Pronto soccorso arrivò a Cogne. Ad un bambino, si diceva, è "scoppiato il cranio", almeno da ciò che aveva dichiarato un dottore in un primo sopralluogo. In effetti, qualcosa di vero c'era, solo che il cranio del piccolo era stato fracassato non da un esplosione, ma da una mano omicida. Chi mai avrebbe potuto volere la morte del piccolo? Chi poteva essere giunto inosservato in quella casa a picco sul paese? E poi perché quelle accuse vigliacche su tutti, l'annuncio di un "mostro" in giro per la vallata, scappatoie processuali, diffide... Chissà se domani Samuele troverà pace, una pace che però potrebbe essere amara, perché la madre, Annamaria Franzoni, 'annusando' la possibilità di una sentenza avversa dice "Chi penserà ai miei bambini se mi arrestano?". Già, chi ci penserà... Samuele, figlio di un Dio minore: a te non c'ha pensato nessuno... (Gericus)
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