giovedì 15 maggio 2008

MEGLIO TARDI CHE MAI..

Tra i cosiddetti "super manager", in Italia c'è chi guadagna 3 milioni di euro al mese, ovvero 5 miliardi e mezzo delle nostre vecchie lire. Ora, accogliendo le indicazioni dell'Unione Europea, Giulio Tremonti promette grosse stangate su queste retribuzioni. E pensando che molte di queste società sono a partecipazione statale, ecco alcuni stipendi, tutti riferiti naturalmente all'anno. In cima ci sta Matteo Arpe, amministratore delegato di Capitalia, con 37.045.000 euro. Segue Cesare Geronzi di Capitalia Mediobanca con 24.023.000; Riccardo Ruggero, amministratore delegato di Telecom 17.277.000 euro; Carlo Buora, vice presidente Telecom 11.941.000; Giovanni Bazoli, presidente ex Banca Intesa 11.456.000; Gabriele Galatieri, Mediobanca Telecom, 11.028.000; Alessandro Profumo, amministratore delegato Unicredit 9.427.000; Luciano Gobbi, direttore generale Pirelli 8.044.000; Fausto Marchionni, amministratore delegato Sai-Fondaria 7.180.000; Luca Cordero di Montezemolo, presidente Ferrari e Fiat 7.097.000. Da qui in poi, altri venti stipendi da "paperone" scendono gradatamente dai 6.906.000 di Sergio Marchionne, amministratore delegato Fiat, ai "miseri" 2.751.000 di Giorgio Zappa, direttore generale Finmeccanica. La moralizzazione delle retribuzioni parte dunque da Bruxelles, dove in un rapporto europeo tutto ciò viene bollato come un "flagello sociale", uno schiaffo morale verso la maggioranza di tutti coloro che non riescono a guadagnare in una vita intera quello che certa gente guadagna in un mese. (Gericus)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Se non ricordo male il Dr. Arpe a decorrere dal 31.05.07 non è più l'AD di Capitalia. Se la memoria non mi inganna i suoi quattrini li ha -meritatamente -guadagnati creando valore per tutti gli azionisti di capitalia. Piuttosto,
non vedo nel suo elenco quel genio di Cimoli, ex amministratore dell'Alitalia, forse il suo reddito è da proletario? O la maxi liquidazione per aver guidato così bene la compagnia di bandiera, non fa testo nella dichiarazioni dei redditi?
M. Romagna

Gericus ha detto...

I dati infatti riguardano la denuncia dei redditi del 2005. Giancarlo Cimoli non risulta nel post solo perché non rintracciato nelle liste divulgate dai media. Mi rimane comunque difficile "digerire" un guadagno annuale di 37 milioni di euro (che sono poi 70 miliardi del vecchio conio, un qualcosa come quasi 6 miliardi al mese...) pur se il soggetto in questione "ha creato valore -come dice lei- agli azionisti". Ritengo pertanto che la legge che va nella direzione di un inasprimento delle tasse verso chi "guadagna" oltre 100 mila euro al giorno sia una cosa positiva, poiché un "guadagno" simile viene definito anche da un rapporto dell''Unione europea "un vero flagello". Gericus