lunedì 17 dicembre 2007

DOVE VA LA FAMIGLIA? (2007)

E' un bollettino di guerra quello dei morti tra le pareti domestiche. Cosa sta succedendo? Mai come in questi ultimi giorni di questo infausto 2007 erano stati i delitti in famiglia, una mattanza che inorridisce le coscienze e risveglia paure. Chissà quale alterazione deve attraversare l'inconscio di colui che, padre o madre che sia, toglie la vita al proprio caro, così, nella maniera più fredda e apatica. Gli ultimi episodi ci parlano di un padre (Cosenza) che nel sonno uccide moglie e figlio di quattro anni, esasperato da una disoccupazione che lo porta alla follia omicida. Nello stesso giorno, a Udine una madre uccide a coltellate il figlio di sette anni perché "non ubbidisce". Ma il 2007 ci porta di nuovo a Udine, dove un operaio ammazza a colpi di pistola moglie e figlioletto di quattro anni e poi, con la stessa arma, si toglie la vita. A Pontedera (Toscana) un padre massacra con decine di coltellate il figlio di 11 anni appena compiuti e poi si toglie la vita gettandosi sotto un treno. Come se tutto ciò non bastasse, a Cosenza verso metà estate, un altro padre soffoca nel sonno moglie e due figli di sette e quattro anni e poi si uccide. Per tutti, sembra che i motivi dei gesti omicidi vadano ricercati nella depressione strisciante e in altri casi, situazioni economiche insostenibili. Isabella De Martini, docente di Psicologia Medica all'Università di Genova, sostiene a questo punto che "è indispensabile ripensare la legge Bisaglia", quella che, tanto per intenderci, chiuse di fatto i manicomi. E' infatti -sostiene ancora la docente- "urgentissimo reintrodurre con una modifica il concetto di 'pericolosità' per sé e per gli altri, e ripristinare l'obbligo di segnalare il paziente, giudicato 'pericoloso' alle autorità". Ma se questo è il lato medico, cosa si può fare per tutte quelle disperazioni provenienti dall'insicurezza di un lavoro, di una stabilità economica, e di un futuro senza sbocchi? Le risposte a tutto ciò sono quelle 1200 vittime verificatesi in cinque anni tra le mura domestiche. Un dato che deve far riflettere. (Gericus)
[foto tratta da La Stampa]

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