E' un bollettino di guerra quello dei morti tra le pareti domestiche. Cosa sta succedendo? Mai come in questi ultimi giorni di questo infausto 2007 erano stati i delitti in famiglia, una mattanza che inorridisce le coscienze e risveglia paure. Chissà quale alterazione deve attraversare l'inconscio di colui che, padre o madre che sia, toglie la vita al proprio caro, così, nella maniera più fredda e apatica. Gli ultimi episodi ci parlano di un padre (Cosenza) che nel sonno uccide moglie e figlio di quattro anni, esasperato da una disoccupazione che lo porta alla follia omicida. Nello stesso giorno, a Udine una madre uccide a coltellate il figlio di sette anni perché "non ubbidisce". Ma il 2007 ci porta di nuovo a Udine, dove un operaio ammazza a colpi di pistola moglie e figlioletto di quattro anni e poi, con la stessa arma, si toglie la vita. A Pontedera (Toscana) un padre massacra con decine di coltellate il figlio di 11 anni appena compiuti e poi si toglie la vita gettandosi sotto un treno. Come se tutto ciò non bastasse, a Cosenza verso metà estate, un altro padre soffoca nel sonno moglie e due figli di sette e quattro anni e poi si uccide. Per tutti, sembra che i motivi dei gesti omicidi vadano ricercati nella depressione strisciante e in altri casi, situazioni economiche insostenibili. Isabella De Martini, docente di Psicologia Medica all'Università di Genova, sostiene a questo punto che "è indispensabile ripensare la legge Bisaglia", quella che, tanto per intenderci, chiuse di fatto i manicomi. E' infatti -sostiene ancora la docente- "urgentissimo reintrodurre con una modifica il concetto di 'pericolosità' per sé e per gli altri, e ripristinare l'obbligo di segnalare il paziente, giudicato 'pericoloso' alle autorità". Ma se questo è il lato medico, cosa si può fare per tutte quelle disperazioni provenienti dall'insicurezza di un lavoro, di una stabilità economica, e di un futuro senza sbocchi? Le risposte a tutto ciò sono quelle 1200 vittime verificatesi in cinque anni tra le mura domestiche. Un dato che deve far riflettere. (Gericus)
[foto tratta da La Stampa]
Nessun commento:
Posta un commento