Ligi alla forma, senza guardare alla sostanza. E' un po questo il modo di operare di una certa classe politica italiana, sicuramente minoritaria, ma che comunque tiene in mano il potere decisionale legislativo. Lo spunto a tutto ciò mi viene dalla diatriba in atto in questi giorni tra il governo centrale e gli Enti locali, leggasi "sindaci", i quali, dando voce al malcontento dei loro concittadini amministrati, hanno messo in pratica ordinanze comunali volte al rispetto della legalità, ma soprattutto, della sicurezza. Svincolati dunque dal "nulla di fatto" da parte del governo nel cercare di porre rimedio a certe problematiche, ecco che questi sindaci, il primo dei quali quello di Cittadella, Massimo Bitonci, mettono in pratica ciò che "in pratica" sarebbe dovere dello Stato. Ma sebbene all'inizio certe ordinanze siano state interpretate come "isterismo di un sindaco leghista", oggi intorno a Bitonci si sono stretti un centinaio di altri colleghi di varie correnti politiche, decisi più che mai a mettere un argine all'invasione incontrollata di extracomunitari e membri di Paesi comunitari. Per prima cosa -sostanza e non forma-, hanno deciso che per avere la residenza, principio basilare sia: (1) conoscenza della lingua italiana, (2) reddito assicurato e dimostrabile di almeno 5.000 euro l'anno pro-capite, (3) assicurazione sanitaria, (4) dimora adeguata, (5) fedina penale pulita. Per coloro invece che bivaccano in giro senza un occupazione, residenza negata e via dal territorio locale. Ma a Caravaggio, una cittadina in provincia di Bergamo, si è corsi ai ripari anche su un altro punto: per il matrimonio con stranieri, si fa obbligo che questi -sostanza e non forma- "siano in possesso di un regolare permesso di soggiorno". Tutto a posto dunque? Niente affatto, perché la Procura di Padova, proprio per queste ordinanze, ha messo sotto accusa -forma e non sostanza- il sindaco Massimo Bitonci per "usurpazione di funzione pubblica", scatenando di fatto la scesa in campo, a sostegno del collega, di un centinaio di altri sindaci, dando di conseguenza slancio ad altre iniziative atte ad arginare la carenza dello Stato in fatto di delinquenza straniera. Al grido di "10, 100,1000 Bitonci", sono scesi così in piazza residenti e amministratori di numerose cittadine del Nord per esprimere piena solidarietà al sindaco inquisito, e nello stesso tempo, per denunciare l'incapacità del governo centrale a gestire l'emergenza sulla delinquenza scaturita da un immigrazione fuori da ogni controllo. Quel governo che in poche parole, fino ad oggi ha preferito la forma alla sostanza e non viceversa. (Gericus)
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