venerdì 21 dicembre 2007

SIOUX SUL SENTIERO DI GUERRA (2007)

"Ecco i bisonti, vi daranno cibo e vestiti. Ma quando moriranno, quando non li vedrete più sulla faccia della Terra, allora sarà la fine dell'uomo rosso e il sole tramonterà per sempre". Wankan Tanka, il Grande Spirito indiano parlò così, ed oggi, stanco dei soprusi subiti dal suo popolo, non vuole più fumare il "kalumeth della pace" con l'Uomo bianco, colui che oltre 150 anni fa fece firmare un trattato ai nativi americani, e che secondo ciò che dice Russel Means, attore indiano ma oggi politico e soprattutto uno dei più attivisti per la causa dei pellerosse, "mai fu rispettato". E così, nei giorni scorsi, i discendenti di Toro Seduto, i Sioux Lakota hanno recapitato a Washington un messaggio inequivocabile: "Non siamo più cittadini degli Stati Uniti d'America". Pertanto? Si riprenderanno le terre sottratte ai loro padri dai "lunghi coltelli" con inganno e violenza, e cioè il Montana, Wyoming, Nebraska, Dakota del Nord e Dakota del Sud. "Chi vive nelle regioni dei cinque Stati -si legge ancora nel documento- su cui si estende il nostro territorio, è libero di unirsi a noi e annunciare il pieno ritorno alla nostra sovranità in base all'articolo 6 della Costituzione, alla legge internazionale e a quella della natura". Una secessione dunque, certamente dettata dai ricordi di un passato mai dimenticato, ma sicuramente dalle condizioni di vita cui versano oggi i nativi americani. Stando ai dati forniti dall'associazione Lakota Freedom, si nota infatti che tra i Lakota stessi l'aspettativa di vita è inferiore ai 44 anni, che la mortalità infantile è cinque volte superiore a quella del resto dell'America, che la diffusione della Tbc è dell'800% più alta di quella media statunitense, che la miseria è evidenziata da quel 97% di pellerossa che vive sotto il livello di povertà; che il tasso di disoccupazione nelle riserve è dell'85%, sufficiente abbastanza per capire quella percentuale di suicidi giovanili superiore del 150% rispetto a quella degli altri Stati americani. Dati allarmanti dunque, talmente esorbitanti da portare di nuovo i Lakota -che nella loro lingua significa "creatura amichevole", a dissotterrare -simbolicamente questa volta- l'ascia di guerra per riottenere i propri diritti. Che si avveri oggi il sogno di Nuvola Rossa? (Gericus)
[foto: capo Lakota Many Horns. 1872]

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