venerdì 28 dicembre 2007

BENAZIR BHUTTO 1953-2007

Chissà, forse se non avessero impiccato suo padre, Benazir Bhutto (foto) non si sarebbe mai buttata anima e corpo in politica, lei, laureata in scienze politiche ad Harvard (USA) e con lode in scienze diplomatiche in Inghilterra. La morte del padre, Alì Bhutto, ex premier, avvenuta nel 1979 dopo un colpo di Stato, e da lei ritenuta un vero e proprio assassinio, cambiò radicalmente la sua vita. Quasi una sfida: "Non riusciranno a fermarmi". Dopo due anni di esilio a Londra, nel 1988 con le prime elezioni libere nella storia del Pakistan, Benazir Bhutto riceve il primo mandato da primo ministro, ed è la prima donna in assoluto a guidare un Paese musulmano. Accusata di corruzione del 1990, si dimette dal governo riottenendo un secondo mandato tre anni dopo. In un Paese lacerato da forti conflitti sia politici che sociali, nel 1996 rassegna di nuovo le dimissioni e nel '99 abbandona il Pakistan per un lungo esilio volontario prima a Dubai e poi in Inghilterra. Dopo un accordo con il generale Musharraf, 'padre padrone' del Paese, il 18 ottobre del 2007 Benazir Bhutto ritorna in patria accolta da una grandissima approvazione pubblica, seppure al suo arrivo a Karachi, forze terroristiche scatenano un attentato -lei si salva- che costerà la vita a oltre 130 persone. L'otto gennaio prossimo, con le imminenti elezioni, Bhutto avrebbe avuto tutte le chance per ritornare al potere, ma a Rawalpindi, dove ieri teneva uno dei tanti comizi, un terrorista kamikaze ha posto fine alla sua vita, oltre a quella di trenta persone. La sua condanna a morte la si può trovare tra le parole dei suoi comizi: "Sono tornata per combattere Al Qaida e lo strapotere dei militari", e poi "Le scuole coraniche insegnano ai bambini ad uccidere". Sapeva i rischi che correva: "A Musharraf ho fatto i nomi di tre persone che vogliono la mia morte" aveva detto recentemente alla stampa. Non è bastato, in un Paese dove gli integralisti la odiavano e i militari erano quelli che avevano impiccato suo padre. (Gericus)

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