LETTERA APERTA
AL PENSIONATO OTTANTENNE DI CAGLIARI.
"Tutti abbiamo appreso quello che ti è successo, di quel pacco di pasta e di formaggio che ti è scivolato dalle tasche dopo un tentativo maldestro di nasconderlo al vorace "bip" della cassa. Abbiamo saputo che hai pianto sia per la vergogna che per il gesto, e sappiamo che erano lacrime sincere, disperate, che uscivano dagli occhi e dal cuore di un uomo onesto. Caro nonno cagliaritano; le tue lacrime sono le nostre, perchè tutti noi ci sentiamo in colpa per te. Ci sentiamo in colpa perchè non abbiamo fatto abbastanza per assicurarti una vecchiaia dignitosa dopo una vita spesa nel lavoro. Non abbiamo fatto e non facciamo abbastanza per ostacolare e combattere un Governo che sperpera soldi a piene mani e lascia morire nella miseria chi prima di noi ha lavorato per costruire questa società e che magari, la voleva e la sognava senz'altro migliore di quella che è. Non rammaricarti dunque caro nonno, perchè tutti sappiamo quanto sia umiliante mettere insieme pranzo e cena con quella miseria di pensione che ti passa questo Stato allo sbando, dove ogni giorno è fatto di rinunce, di bollette che arrivano e di medicine, che magari non si comprano per risparmiare. Il proprietario del negozio "ha capito il tuo dramma" come un figlio capirebbe quello del proprio padre, e ti è venuto incontro, come pure gli abitanti della periferia di Cagliari che ti hanno dimostrato la loro solidarietà e comprensione organizzando una raccolta di alimenti a tuo nome. La tua dignità è intatta, caro nonno cagliaritano. Altri devono vergognarsi di ciò che ti accaduto, ma questo è un altro discorso; per loro la dignità è un auto blu...
Con affetto e immutata stima, Gericus"
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