sabato 22 settembre 2007

NON PER SESSO MA PER FOLLIA (2007)

Mi stupisce il caso di Edgar Bianchi, il giovane ventottenne genovese soprannominato "il maniaco dell'ascensore" e condannato ieri a quindici anni di reclusione per aver aggredito e violentato nel giro di 30 mesi, 25 ragazzine tra i 12 e 14 anni. Mi stupisce per vari motivi, il primo dei quali è presto detto: questi non è il classico tipo sfigato, emarginato dal gentil sesso, poichè -come si scrive- "è fidanzato con una bella ragazza" e inoltre, -descrizione fatta da alcune delle sue vittime- "è un bel ragazzo", e questo dunque non guasta per avere un approccio "sano e normale" con l'emisfero femminile. E allora cos'è che ha portato questo giovane a diventare il "mandrake" del sesso violento? Il problema sta tutto qui. Non sono alla ricerca di facili attenuanti, quelli che troppo spesso abili avvocati hanno trovato per figli sterminatori di famiglie o madri assassine della prole, tutti rimessi in libertà dopo pochi anni grazie a "latenti disturbi" dovuti al passato e imputabili alla società, no. Il sesso violento va sempre punito, in qualsiasi sua forma, eccome. In questo caso però, partendo proprio dai presupposti sopra elencati, i segnali di una psiche malata ci sono tutti, disturbi che però non sono stati attentamente valutati e tenuti nella giusta considerazione in fase dibattimentale, tanto da far chiedere dal pubblico ministero una pesante condanna di reclusione a 24 anni, scesa poi a 15 grazie al rito abbreviato. Purtroppo in quest'Italia del "buffetto sulla guancia" applicato sempre più spesso da una magistratura pavida, ho visto condanne minori per tagliagole recidivi e ubriachi pluriomicidi al volante, e soprattutto, non ho mai notato un ministro, come in questo caso quello per i Diritti e Pari Opportunità Barbara Pollastrini, scendere in campo per manifestare il suo pensiero tipo "Che la pena inflitta a questo giovane sia effettiva e non simbolica". Perchè l'effettività della pena la si impone solo in questo caso e non per tutti gli altri crimini? (Gericus)
(foto: Edgar Bianchi dopo la sentenza)

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