martedì 18 settembre 2007

NICOLA RAVASIO: OGGI IL PROCESSO (2007)

Ha patteggiato un anno con la condizionale e per tre anni non potrà assistere ad alcuna manifestazione sportiva. E' questa la sentenza emessa questa mattina dai giudici del PalaGiustizia di Torino a carico del ventisettenne bergamasco Nicola Ravasio, il giovane che domenica scorsa in un impeto di "fanciullesca incoscienza" aveva gettato un petardo sul terreno di gioco dello stadio Olimpico durante l'incontro di calcio Juventus/Udinese. Dopo un paio di ceffoni -che potevano anche bastare- il giovane era stato preso in consegna dalla Digos e subito arrestato "in flagranza di reato". In sua difesa, il giovane ha detto che "lanciando il petardo, comprato in un negozio vicino casa mia, non intendevo far male a nessuno, tanto da averlo gettato in una zona del campo dove non c'era anima viva". Giusto dunque moralizzare l'ambiente delle tifoserie, anche se in questo caso si è consolidato il motto di una giustizia "forte con i deboli e debole con i forti". Aver voluto far passare questo giovane 'sprovveduto' per un pericoloso ultrà, beh, tutto ciò la dice lunga. Troppo facile fare la voce grossa con un "pesce piccolo", altra cosa invece è "gettare la rete" per prendere il branco. Se effettivamente c'è volontà di aria nuova negli stadi, perchè i solerti "paladini" che hanno agguantato -e menato- il Ravasio non cercano di moralizzare a suon di sberle tutte le curve che settimanalmente fanno vergognare il vero sport? E dove erano questi moralizzatori la settimana scorsa quando è stato ignominiosamente fischiato l'inno francese durante l'incontro di Francia/Italia? Che una ventata d'aria pulita riempia i nostri stadi, ma che ciò avvenga con equità e soprattutto senza bisogno di un Ravasio qualsiasi. (Gericus)

Nessun commento: