Intervista fatta il 15 dicembre 1992 a Verres.
PRIMA PARTE.
Che tipo era Aventino da giovane?
«Era un gran bravo ragazzo, un ragazzo di tante compagnie. Rideva e scherzava con tutti. Aveva cambiato due o tre lavori, ma era d’oro, d’oro. Un gran lavoratore e di più non so dirle. Avevo 13 anni io né, quando lo hanno portato via e lo hanno ucciso.»
Solo Aventino era partigiano?
«Si, solo lui, perché l’altro, che sarebbe quello che abitava a Pont, era del ’29 ed è morto in un incidente, io del ’31, uno del ’35 e un altro ancora del ’33, più una sorella in Francia che è del ’27, che non può neanche venire perché è malata.»
Ce ne sono state altre sparizioni di partigiani in questa zona?
«E’…. ce ne sono state si, tra Arnad e Issogne.»
Come mai tutte da queste parti?
«Ma, non lo so, non lo so…Io le posso dire che a guerra finita, ho visto portare giù dai monti sei morti dalle parti di Issogne e li hanno messi tutti nella chiesetta di San Rocco. C’erano tre cugini toscani, una signora dai capelli rossi che gliele hanno fatte di tutti i colori. Poi c’era una vecchietta che aveva il nipote fascista e che si chiamava Rosina, e poi un vecchietto che non so perché lo hanno ucciso. Era un poveruomo alto, coi baffi e un mantello nero. Non so cosa abbia fatto quel povero vecchietto, ucciso anche lui…»
Soltanto politica o interessi nascosti?
«E che ne so, gioia, che ne so… chi ne sa di questo? E’ come per mio fratello. Noi non sappiamo niente. Adesso i miei figli spesso lo dicono “Ah quanto si vorrebbe sapere il perché lo hanno ucciso… ma non lo sapremo mai, perché nessuno parla…non parlano…» (Gericus) (continua) ©
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