lunedì 30 ottobre 2006
COM'E' L'ITALIA NEL 1969?
E' un Italia in cui si verifica una massiccia fuga dai campi e non meno significativo è un altro fenomeno che caratterizza quell'anno: per la prima volta dal 1963 si registra una contrazione -sia pur lieve con meno di 12.000 unità- nel numero delle persone in cerca della prima occupazione. Per quanto riguarda poi la borsa della spesa, prosegue il fenomeno di spostamento a favore dei consumi non di prima necessità, con un allargamento comparativamente maggiore delle spese a questi destinati. Un fenomeno questo che si può riassumere in due capitoli di spesa particolarmente significativi: l'alimentazione scende per la prima volta sotto il 40% dei consumi totali delle famiglie e le spese per l'acquisto e l'esercizio dei veicoli privati -automobili in prima linea- per la prima volta supera le due cifre, ovvero il 10,5%. E con il lavoro che 'tira', i prezzi aumentano, escudendo però i generi alimentari, dove la carne bovina è venduta a 2.000 lire al chilo, la pasta a 250, l'olio d'oliva a 730 lire il litro e il vino a 165. Ma un paio di scarpe per donna costano 6.000 lire, per ragazzo 5.000 e 7.000 per uomo. Ed è proprio nel settore dell'abbigliamento che il 1969 troverà nella gioventù un grande alleato. La moda è un arma imbattile in mano ai ragazzi, è la divisa di un ideologia, un biglietto da visita: 'vedo come ti vesti e so chi sei' dice un proverbio. Ma cosa dicono i creatori di moda nel '69? Stivali e mini sotto il cappotto che però deve essere 'maxi' e poi jeans a zampa di elefante e scarpe 'a zeppa'. E poi moda unisex. Un fotografo famosissimo fissa l'immagine interrogativa del momento unisex: lui e lei visti di spalle, pantaloni, giacca e capelli lunghi; ugualissimi. Un intero guardaroba addosso. I giovani del '69 sono i nomadi del ritorno alla natura. Amano l'accozzaglia di giacche sformate che acquistano dai rigattieri, al mercato delle pulci abiti militari, vecchi eskimo, li tempestano di mostrine, di placche per parodiare guerra, sport, lavoro. E' l'uniforme della rottura con la famiglia e il sistema, la scelta di un adolescenza infinita che lascerà dietro di sè un mare di stracci, per future contestazioni d'antiquariato. (Gericus)
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