venerdì 12 settembre 2008

VERSO UNA BRUTTA PIEGA...

Una ventina di anni fa, quando ancora l'emigrazione non aveva raggiunto i numeri di oggi -almeno in Valle d'Aosta- un giovane marocchino incontrato dentro ad un bar dove vendeva la sua chincaglieria, lo disse senza tentennamenti: "Ora siamo pochi, ma tra qualche anno le cose cambieranno". Previsione azzardata o ragionamento logico? Oriana Fallaci sull'argomento ha speso fiumi d'inchiostro, inascoltata e in molti casi, derisa. Oggi, la "profezia" del giovane marocchino e l'allarme lanciato dalla scrittrice fiorentina si avverano. Nel Nordest dell'Italia, dove si calcola che ci sia una concentrazione altissima di extracomunitari di fede musulmana, nasce "Seconda generazione", un quasi partito, che racchiude al suo interno giovani integrati di origine araba, ma con precise rivendicazioni politiche: fare proseliti per far valere le proprie rivendicazioni sotto la spinta dell'orgoglio islamico. Questa... associazione, formatasi a Treviso, recentemente ha già fatto sentire la sua voce: libertà di poter indossare il velo e soprattutto, nuove moschee per inginocchiarsi nella preghiera. Un vero e proprio programma dunque, da ottenere al di là di ogni forma di dialogo. E lo scontro con l'amministrazione locale è vicino, poiché come dice il vicesindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini, "hanno adibito a luogo di culto un locale destinato invece a negozio, e se questi si riuniranno lì, come hanno deciso nonostante il nostro divieto, scatterà immediatamente un ordinanza di sgombero e di espulsioni". Ma non è solo Treviso a vivere queste tensioni sociali, poiché un certo malessere serpeggia in altre città, come a Bologna, dove la comunità islamica, rifiutando le "condizioni di trasparenza chieste dal Comune a proposito della costruzione di una nuova mega moschea", ha di fatto costretto l'Amministrazione a bloccare tutto: "Per noi ormai il progetto non esiste più", ha sentenziato l'assessore 'rosso' all'Urbanistica Virginio Merola. Nella stupenda e Medievale Colle Val d'Elsa, nella Toscana più tipica e tanto amata da Oriana Fallaci, la famosa altra mega moschea in costruzione è 'ferma al palo'. Elzir Izzeddin, presidente della comunità islamica fiorentina ha tirato troppo la corda. Voleva ancora più spazio per la nuova struttura e soprattutto, non voleva nelle vicinanze edifici di altri culti religiosi: "Vedere un minareto accanto ai campanili o alla cupola della Sinagoga non è cosa buona". Pertanto lavori fermi. A Genova, dopo la richiesta di un luogo di preghiera all'ombra della Lanterna, accordato -nientemeno- dal sindaco Marta Vincenzi, popolazione in subbuglio e raccolta firme per un referendum abrogativo del permesso del Comune. A Milano, dopo lo 'sdoganamento' di una moschea a cielo aperto in viale Jenner, con intasamento totale ogni venerdì del traffico e dei pedoni, ora i musulmani chiedono un sostegno economico per la costruzione di una moschea: La risposta del Comune è di quelle che non lasciano spazio ad altre interpretazioni: "L'Amministrazione non verserà quattrini alla causa". Maria Giovanna Maglie, nel suo "Giù le mani dalle nostre radici" pubblicato venerdì 12 su Il Giornale, lancia una proposta: "Boicottiamo chi li finanzia". E dal momento che per la moschea di Colle val d'Elsa, tra i finanziatori sembra esserci anche il Monte dei Paschi di Siena, la Maglie suggerisce: "Se è vero che il Monte dei Paschi ha cofinanziato il progetto, chiudiamo i nostri conti correnti presso quella banca..." Tensione dunque, tra "ospitanti e ospiti". Dovevamo arrivarci a questo punto, poiché la lungimiranza non è mai stata una qualità dei nostri politici, di quei politici che versano miliardi a Gheddafi "per riparazione danni di guerra" senza controbattere su espropri e cacciata dalla Libia di italiani colà residenti, e di quelli che fino a ieri hanno spinto per una integrazione che forse non interessa a nessuno. Sia ai locali, ma soprattutto, agli "ospiti". (Gericus)

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