sabato 20 settembre 2008
QUANDO LO STATO ABDICA
In Campania, lo Stato ha abbandonato le sue funzioni istituzionali ormai da anni. Ma se prima la camorra era l'unica e incontrastata padrona del territorio, ora a questa si è affiancata anche la delinquenza organizzata degli extracomunitari. La conferma arriva da quei sette ammazzati nel giro di poche ore, e da quello che è successo subito dopo, con Castel Volturno messo a ferro e fuoco dalla comunità nera e clandestina che da tempo vive impunemente nella zona. Partendo dal primo dei due fatti -ovvero da quella strage stile "San Valentino" di antica memoria americana"-, dove sei nordafricani sono stati uccisi sicuramente per un regolamento di conti dalla camorra locale, il punto è: perché abbiamo lasciato che extracomunitari si organizzassero per formare un altro cartello mafioso? Non era prevedibile che gente senza arte ne parte ne niente da perdere, si sarebbe ingegnata in attività criminali, dando di fatto manforte alla delinquenza del posto? E non era prevedibile poi che sarebbe potuta addirittura entrare in conflitto con la criminalità in mano ai boss locali? Anche qui il colpevole di tutto ciò è lo Stato, forte con i deboli e debole con i forti, perché la sua presenza o il suo contrasto non è stato mai incisivo, mai determinante, ma vigliaccamente adagiato sul fatto del "vivere e lasciar vivere", per poi eventualmente muoversi "a vittima calda". Il secondo fatto, e sicuramente quello più allarmante, è la "non risposta" data ai tumulti scoppiati di conseguenza alla mattanza dei sei neri, che come abbiamo visto, altri non sono che "spacciatori che volevano mettersi in proprio per non pagare il pizzo alla camorra", quindi, delinquenti di alto rango. Delinquenti però subito difesi dalla comunità nera del posto, che al grido di "italiani bastardi" ha invaso la cittadina, (foto) e con bastoni in pugno, ha distrutto vetrine, cabine telefoniche, rovesciato e incendiato auto. E la polizia lì, in assetto antisommossa, con gli ordini di non intervenire per non esasperare gli animi. La polizia di Stato dunque a fare da spettatore mentre questa turba di clandestini rovesciava la città. Ma io mi chiedo: esiste un altro Paese dove lo Stato è così pavido? Perché invece -quale occasione migliore- non abbiamo proceduto alla loro identificazione, e per i clandestini, oltre ai regolari che avevano partecipato attivamente alla sommossa, non si è attuato immediatamente l'espulsione? Quei 27 chilometri del litorale domizio, sono purtroppo terra di nessuno, e per una volta, il problema dell'immigrazione selvaggia lo denuncia anche un alto prelato: "Il vero problema? Troppi nigeriani" ammette il vescovo di Capua Bruno Schettino. E come dargli torto. Su una popolazione di trentamila abitanti, ben settemila sono africani, "tanto che -continua il vescovo-, andando verso Castel Volturno al sabato o la domenica, lungo la costa è una rarità incontrare un bianco". Ma l'esasperazione, la consapevolezza dell'abbandono delle istituzioni verso questa fetta d'Italia, la denunciano con rabbia anche gli abitanti: "Ma dove è lo Stato? Qui siamo tra l'incudine dei boss e il martello dei clandestini". La sommossa devono farla loro, altro che un manipolo di extracomunitari a favore di connazionali clandestini e delinquenti "caduti sul campo"... (Gericus)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
http://www.affaritaliani.it/cronache/castelvolturno-viaggio-dopo-strage-parlafratelloucciso230908.html
http://unionesarda.ilsole24ore.com/primo_piano/?contentId=42771
http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/cronaca/caserta-sparatoria/parla-sopravvissuto/parla-sopravvissuto.html
...ma tu probabilmente ne sai più degl'inquirenti.
Saluti
Posta un commento