venerdì 19 settembre 2008

RICHARD WRIGHT 1943-2008

Sicuramente tra i componenti dei Pink Floyd, Richard Wright, (foto) tastierista e fondatore della band morto il 15 settembre scorso, era il più schivo e riservato. "Di me, deve parlare la musica che faccio". E fu proprio lui, infatti, anima e ispiratore di questo gruppo, quando studente al Politecnico di Regent Street a Londra, si mise insieme ad altri due amici di scuola, anche loro molto più propensi a musica e palcoscenici che non all'architettura. Questi erano Roger Waters e Nick Mason, e tutti e tre, come era ormai prevedibile, ben presto abbandonarono gli studi per tentare l'avventura. Nel 1965, con l'arrivo di Syd Barret, nascevano così i Pink Floyd. "L'inizio però non fu uno dei più incoraggianti" disse in seguito proprio Richard Wright, poichè in molte delle loro esibizioni in locali 'underground' di fortuna, il pubblico, non apprezzando il loro genere di musica, scoppiava inevitabilmente in proteste non solo verbali, tanto che in alcuni concerti, -come quello alla Roundhouse di Londra come ricorda Wright-, "dovemmo scappare dalla gente inferocita che ci lanciava dietro tazzine e cucchiaini". Erano gli albori infatti di quel rock psichedelico infarcito da numerosissimi 'assolo' e suoni surreali che di lì a poco avrebbe conquistato il mondo, proiettando il nome dei Pink Floyd tra i più grandi musicisti del secolo. Dopo album tipo "Echoes", "Saucerful of Secrets", "Shine your crazy diamond", "Dark side of the Moon", "Ummagumma", "Atom Heart Mother" -fermiamoci qui perché la lista è ancora lunga-, nel 1979, giusto durante la registrazione del doppio album "The Wall", e sicuramente voluto da Roger Waters, Richard Wright viene estromesso dalla band. Si parla di incomprensioni tra i due, ma soprattutto a momenti familiari burrascosi che sta attraversando Wright, nonché a problemi di droga, sempre smentiti quest'ultimi, dal diretto interessato. Ciò non toglie però che il musicista partecipi ai concerti della band in veste di "musicista stipendiato", saltando di fatto, però, la registrazione dell'album "The final cut" del 1983. E' l'amico David Gilmour a richiamarlo durante la sessione finale dell'album "A moentary lapse of reason", per rientrare infine a tutti gli effetti nell'organico della band l'anno successivo, quello della registrazione dell'album "Delicate Sound of Thunder". Chi meglio di lui infatti sapeva dosare suoni e timbriche in quel "tappeto musicale" sul quale si "adagiavano" come per incanto, gli 'assolo' di chitarra di David Gilmour, un vero e proprio "muro sonoro" che imprigionava l'ascoltatore in quel mondo di luci colorate e diapositive oleose, segnando il punto più spettacolare della cosiddetta "era psichedelica". Un viaggio tra grandiosità sceniche e di impianti che per Richard Wright si interrompe il 15 settembre 2008, quando all'età di 65 anni, muore dopo una lunga malattia. Esattamente 43 anni dopo aver abbandonato la scuola di Architettura assieme a Roger Waters e Nick Mason... (Gericus)

Nessun commento: