lunedì 15 settembre 2008

GIUSTIZIA PER MEREDITH KERCHER: DOMANI INIZIA IL PROCESSO

PERUGIA - Il brutale delitto di Meredith Kercher, la giovane studentessa inglese uccisa nel novembre scorso nel suo appartamento di Perugia, entra domani, martedì 16 settembre nell'aula di un tribunale. Per i tre indagati, l'americana Amanda Knox, l'italiano Raffaele Sollecito e l'ivoriano Rudy Guede, da domani dovrà arrivare un chiarimento su come andarono le cose nella casa di via della Pergola. Se già tre nazioni di provenienza degli indagati e un altra ancora della vittima potevano bastare per dare a questo delitto il primato "dell'internazionalità del crimine", ora se ne aggiunge una quinta, l'Albania, Paese di provenienza di un testimone, tale Hekuran Kokomani. Ciò che questi racconta, inchioderebbe il terzetto alle loro responsabilità, poiché, se provato, Kokomani afferma senza ombra di dubbio, che la sera tra il primo e il due novembre, Raffaele, Amanda e Rudy si trovavano tutti e tre nei pressi della casa. Non è chiaro cosa questo albanese stesse facendo proprio lì, però afferma che "Raffaele venne verso di me che ero seduto in macchina e mi dette un pugno, mentre Amanda, dopo aver urlato qualcosa, tirò fuori un coltello dalla borsa". Ma la testimonianza di questo albanese va oltre, poiché ricorda ancora che Amanda urlò a Raffaele di coprirsi il volto per non farsi riconoscere, mentre Rudy Guede, a sua volta, disse al testimone "sono negro, vedi? non ti ricordi di me"? I particolari raccontati a questo punto fisserebbero anche l'ora del delitto, poiché, dando credito al racconto di Hekuran Kokomani, questi afferma di aver sentito la voce di una ragazza e dei colpi, come se qualcuno battesse qualcosa sul tavolo: "C'è una persona in casa che ha bisogno di aiuto"? avrebbe chiesto a quel punto l'albanese. "No, nessuno, quello che hai sentito è solo musica" fu la risposta di Rudy Guede. Spaventato, il testimone sarebbe partito di scatto con la sua macchina, mentre dallo specchietto retrovisore notava qualcuno che con un coltello in mano cercava di raggiungerlo. Una situazione dunque completamente incomprensibile e che dovrà essere tutta attentamente vagliata. Alla vigilia del processo comunque, le posizioni dei tre indagati restano immutate, con un Guede che scrive una lettera ai suoi avvocati dove dichiara la sua più completa innocenza, Raffaele ripassa con "serenità" il faldone di tutto l'iter giudiziario, e Amanda, dopo le troppe dichiarazioni dei primi tempi, adesso è muta come un pesce. Da domani, cominceremo a fare un po' di chiarezza, completando "mezze verità" e riportando memoria a troppe amnesie, perché fino adesso, purtroppo, l'unica cosa certa è una giovane studentessa che amava l'Italia, e che dall'Italia è ritornata in Inghilterra chiusa in una bara. (Gericus)

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