lunedì 22 settembre 2008

ANNA FALLARINO CASATI: AMORE E MORTE #6

Camillo Casati ormai lo aveva capito. Niente infatti avrebbe fatto rinunciare a sua moglie Anna Fallarino (foto) quell'ultimo suo "capriccio", ovvero quel Massimo Minorenti offertole su di un piatto d'argento proprio dal marito. Quell'unione fatta di complicità che da tempo allietava la sua vita pertanto era ormai compromessa. Disperato e senza speranza, prese penna e foglio e scrisse un messaggio alla moglie: "Muoio perché non posso sopportare il tuo amore per un altro. Perdonami. Quel che faccio lo devo assolutamente fare. Qualche volta, vienimi a trovare". La sua intenzione, almeno all'apparenza, era chiara: suicidarsi. Il 29 agosto di una calda mattina, il conte Camillo Casati partì per Valdagno, invitato dal conte Marzotto all'apertura della stagione di caccia. Verso sera, telefonò a casa, e dalla servitù seppe che con sua moglie, c'era pure Massimo Minorenti e un gruppo di suoi amici. Una notizia che lo ferì ulteriormente. Esasperato, diede appuntamento alla moglie alle otto di sera del giorno dopo per un chiarimento, "e che con te, ci sia pure il tuo amante", aggiunse prima di buttare giù il telefono. Con la comunicazione interrotta, pronunciò anche altre parole: "Così almeno la faremo finita". E' il preludio alla tragedia o è solo un modo di dire? La sera alle otto, Camillino è dunque in attesa nella sua casa di Roma nel palazzo di via Puccini numero 9. Quando la servitù annunciò che moglie e amante erano arrivati, disse di farli salire da lui, aggiungendo inoltre di "non disturbarci per nessun motivo". Il suo occhio a quel punto cadde sul suo fucile Browing calibro 12 automatico. Con freddezza, Camillino lo imbracciò e lo caricò, solo un attimo prima che entrasse la moglie Anna e Massimo Minorenti. Per l'ultima volta, ammirò tutta la bellezza di quella donna che tanto aveva amato, vestita in short e camicia scollata e attillatissima, abbronzata e soprattutto, felice, di una felicità di cui lui sapeva di non esserne artefice ne di farne parte. Fu questa l'ultima immagine della donna. Senza una parola, alzò il fucile e la centrò con tre colpi sparati in rapida successione, l'ultimo dei quali fatale. Atterrito da quell'evento tragico e improvviso, il giovane amante cercò scampo dietro ad un tavolino di marmo. Per lui, solo un colpo alla testa che non lasciò scampo, poi, con la canna del fucile puntata alla sua gola, il conte Camillo Casati Stampa di Socino sparò un ultimo e devastante colpo. Fedeli fino all'ultimo agli ordini ricevuti, nessuno della servitù entrò nella stanza. Lo fece la polizia allertata da quest'ultimi. Finisce così, nella maniera più classica, questa "storia nuda", nuda come quelle migliaia di foto che la raccontano, e dove il personaggio chiave di tutta la vicenda è un maturo e raffinato nobile che in un gioco voyeuristico, getta tra le braccia della bella moglie l'ennesimo amante, convinto che blasone e soldi la tengano al riparo da qualsiasi sentimento o infatuazione. Funzionò così per un bel po', fino al giorno in cui Massimo Minorenti non fece breccia nel cuore della bella Anna. Un "particolare insignificante e troppo plebeo" mai preso in considerazione dal conte, il classico granello di sabbia però che bloccò un rodato e quasi perfetto ingranaggio. E fu la distruzione. (Gericus) [Fine]

Nessun commento: