sabato 6 settembre 2008

LUCIO BATTISTI: IL MIO CANTO LIBERO...

"E' immortale solo la musica che arriva al cuore". E nelle trasmissione di Matrix, andata in onda ieri notte e dedicata appunto a Lucio Battisti, (foto) ne abbiamo avuto la conferma. Non è irriverente, secondo me, accostare il duo Battisti/Mogol all'altro sodalizio Lennon/McCartney, perché l'emozioni che provo, sia ascoltando "Yesterday" o "Mi ritorni in mente" sono di stessa intensità. E non si confondano questi sentimenti per un nostalgico 'ritornar a quei tempi', tutt'altro, perché nell'ascoltare Lucio Battisti troviamo la quotidianità del vivere in cui ognuno di noi si rispecchia. Fu un magico incontro tra due "grandi" quello avvenuto in quel febbraio del 1965 in una Milano non ancora "tutta da bere" ma sicuramente, a breve scadenza, "tutta da ascoltare", perché è proprio in un ufficio al terzo piano delle Edizioni Musicali Ricordi di via Berchet che uno sconosciuto Battisti si presentò al cospetto di un già famoso e apprezzato 'paroliere', -che però io definirei "poeta"- che altri non era che Giulio Rapetti, in arte Mogol. Mai incontro fu più proficuo, perché se Battisti procurò pregiate armonie a Mogol, altrettanto quest'ultimo riuscì a completarle attraverso testi di delicata e struggente poesia. E così, sebbene anche ultimamente Mogol abbia asserito che in quei versi non c'era niente di personale, questi invece "cantava al mondo" amori e dolori vissuti in prima persona, che poi non erano solo suoi, ma di tutti. Difficile non ritrovarsi in "Io lavoro e penso a te, torno a casa e penso a te, le telefono e intanto penso a te..." oppure in "Prendere a pugni un uomo perché è stato un po' scortese, sapendo che quel che brucia non son le offese..." L'immortalità di questa musica quindi, non deriva dall'aver dato spazio alla fantasia creativa, ma dall'aver avuto il coraggio e la dignità di lasciar parlare i propri sentimenti, quelli più intimi, quelli che quando si ama 'fino in fondo una donna' fanno dire che al di là delle prove più schiaccianti e dolorose, "Ti stai sbagliando chi hai visto non è, non è Francesca"... Il 9 settembre del 1998, dopo una lunga malattia, Lucio Battisti moriva all'età di 55 anni nell'ospedale San Paolo di Milano. Da quel giorno, la musicalità di casa nostra non ha riprodotto niente di simile a ciò che avvenne in quella gloriosa stagione degli anni Sessanta, quella contrassegnata da tanti "Pensieri e Parole", ma soprattutto, da grandi "Emozioni"... (Gericus)

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