martedì 1 aprile 2008
LA FIERA DELLA VANITA'...
Onestamente trovo umiliante quel mercato delle vanità che molte trasmissioni televisive alimentano, tramite programmi improntati sulla ricerca di giovani talenti. Quella che sul momento mi salta agli occhi per la sua "assurdità" è "X Factor", e il punto principale di tanto sconcerto non è per i suoi partecipanti - poverini, perché non sanno quel che fanno... - ma per i suoi "esaminatori", una sorta di triunvirato da "fiera della vanità". Già a vederli mi ricordano la famiglia Addams, con quel lucifero Morgan, la spettrale Ventura e dulcis in fundo, Mara Maionchi, nella parte di "colei che tutto sa" in quanto a talento. Trasmissioni inutili - e tra queste ci metto poi Amici, Grandi fratelli e simili - perché il talento di un potenziale artista, non lo si può valutare 'tout court' dopo una esibizione di due o tre minuti e per di più sortita magari dall'umore del momento di due o tre esaminatori, perché se così fosse, molti cantanti di oggi sarebbero disoccupati, primo fra tutti un certo Vasco Rossi. Presentatosi per la prima volta e da perfetto sconosciuto al Festival di Sanremo nel 1982 con il pezzo "Vado al massimo" infatti, il rocker di Zocca subì un impietosa stroncatura - Nantas Salvalaggio in primis - sia sul piano artistico che su quello personale. Un mese dopo, smentito clamorosamente il verdetto dei "soloni della critica", il brano di Rossi entrò nella classifica dei dischi più venduti restandoci addirittura per sedici settimane. Ecco perché trasmissioni come "X Factor" non hanno senso di esistere, perché a decretare il successo è sempre il pubblico, il mercato. E non un "esaminatore" seppur lucifero e una "io so se vali"... (Gericus)
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