L'ennesimo caso di razzismo alla rovescia arriva da Padova. Ne fa le spese questa volta un disabile italiano, Gaetano Paccagnella, 51 anni, e sua madre, vedova ottantaduenne. Rimasto senza lavoro a causa di un ernia al disco, Paccagnella si è ritrovato così disoccupato da un giorno all'altro, lui che si era sempre dato da fare come facchino in una cooperativa di Padova. La ricerca di un altro posto di lavoro è risultata vana, così, dopo brevi esperienze in giro, disoccupato a tutti gli effetti. E non è facile tirare avanti con quei 677 euro di pensione della madre, quando l'affitto di casa grava mensilmente di ben 650 euro più 180 di spese condominiali, lasciandone miseramente loro 27 per campare, e che divise in un mese sono 90 centesimi al giorno, 45 a testa. Ecco allora la richiesta di una casa popolare onde risparmiare sull'affitto, con l'amara constatazione che segue: "Per gli extracomunitari clandestini e delinquenti di via Anelli le case popolari sono state trovate subito, mentre io, padovano, nato a Padova e figlio di padovani, mi devo arrangiare" dice Gaetano. Un pensiero che non scuote minimamente il sindaco della città Flavio Zanonato (Pd) che non l'ha mai voluto incontrare, né l'assessore comunale alla casa, la rifondista Daniela Ruffini: "Gli abbiamo dato un sussidio" annuncia, "ma non la casa che chiedono, dal momento che in graduatoria hanno davanti molte persone tra sfrattai e stranieri, e le graduatorie non si toccano". Comportamenti e risposte non in linea col pensiero di Andrea Ronchi, deputato An:
"Abbiamo chiesto le dimissioni del sindaco di Padova e dell'assessore alla casa. I rappresentanti di An nella giunta sono pronti ad occupare l'aula consiliare se non verranno riconosciuti i diritti dei dimenticati". (Gericus) [Il Giornale]
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