lunedì 24 marzo 2008

MOSTRO DI FIRENZE #8

Nadine Mauriot, 36 anni, e Jean Michel Kraveichvilj, 29 (foto) due turisti francesi, la sera di domenica 8 settembre 1985 decidono di far tappa in Toscana. A Cerbaia, si sta svolgendo la Festa dell'Unità ed è lì che i due passano la serata. Lei, commerciante, ha due figlie piccole, ed è separata da poco dal marito, mentre l'uomo è un promettente musicista jazz. Da alcuni mesi i due convivono insieme ad Audincourt, un paese di circa 15.000 anime nell'Est della Francia. Poco prima di mezzanotte la giovane coppia lascia la festa per dirigersi verso la loro tenda canadese, piantata accanto alla loro vettura, una Golf, in una piazzola di via degli Scopeti, a circa tre chilometri dal centro abitato di San Casciano Val di Pesa. In quella notte di novilunio, buia e leggermente afosa, Jean Michel e Nadine si apprestano a passare la notte, quando un leggero rumore, come quello di una stoffa che si lacera, li fa sobbalzare. All'esterno infatti, qualcuno con un grosso coltello ha tagliato il retro della tenda pensando di trovare la testa degli occupanti, mentre invece si è accorto che quella canadese ha un altro telo interno. A questo punto, forse preso dal panico, l'assassino inizia a sparare alla cieca in direzione della tenda, quattro colpi che uccidono all'istante la donna, mentre l'uomo, forse leggermente ferito riesce a fuggire. Non potrebbe essere che così, altrimenti non si spiega come un giovane di quell'età venga raggiunto dopo una corsa di quindici metri dal suo carnefice, finito a coltellate e gettato in una discarica vicina. Col solito sangue freddo di sempre, il "mostro" a quel punto ritorna dalla ragazza, e con dei colpi veloci di coltello le asporta il seno sinistro ed il pube, dopodiché sparisce nel buio. Quella stessa notte però, l'assassino lancia una nuova sfida alla polizia, inviando da una zona del Mugello una lettera al magistrato Silvia Della Monica, con al suo interno, sigillato in un foglio di plastica, un lembo di pelle, che in seguito risulterà prelevato dal seno della vittima. Durante i sopralluoghi effettuati nei giorni seguenti sul luogo del duplice delitto, gli inquirenti troveranno dei guanti nuovi da chirurgo misura numero sette racchiusi in una busta e un fazzoletto Scottex con vistose macchie di sangue non appartenenti però alle due vittime, oltre ad una ciocca di capelli castani. Nessuna traccia verrà rinvenuta su questi reperti. Un altro segno di sfida verrà messo in atto circa un mese dopo il delitto, quando vicino alla cassetta delle lettere da dove era stato spedito il lembo di pelle, verrà rinvenuto un bossolo appartenente alla pistola usata per l'omicidio. E' l'ultimo gesto del cosiddetto Mostro di Firenze, e i due francesi saranno le ultime vittime di questa ferocia inaudita iniziata il 21 agosto del 1968. Una scia di sangue fitta di misteri ancora insoluti e domande senza risposta. L'unica certezza è l'arma usata, ovvero la tristemente famosa Beretta Long Rifle calibro 22, una pistola mai ritrovata, ma grazie a Dio ormai in silenzio da 23 anni. (Gericus)

Nessun commento: