lunedì 3 marzo 2008

GRAVINA : PERCHE'?

C'è qualcosa in quel di Gravina che non quadra. E' una sensazione strana che mi proietta in un mondo di ipotesi e domande senza risposte. Non riesco a capire dunque come possa essersi sviluppata la tragica morte di Tore e Ciccio Pappalardi, i due fratellini spartiacque tra due genitori divisi e combattuti. Il primo punto è come sia possibile che quel rudere "dalle cento stanze" -e dai mille tranelli mortali- possa essere accessibile con così tanta facilità da diventare addirittura luogo di divertimento dei bambini di Gravina. E' possibile che i proprietari -se non il Comune- si siano mai preoccupati di "sigillarlo" affinché si scongiurassero i pericoli di cui sono andati incontro prima i due fratellini e poi -meno male non con le stesse conseguenze- Michele, il ragazzino anche lui finito dentro a quel cunicolo? E non si venga a dire che nessuno era a conoscenza di quella situazione, perché molti bambini, ascoltati dai magistrati, hanno ammesso che "spesso e volentieri andavamo a giocare nel vecchio rudere, nascondendoci in quelle 'cento stanze'". E se questa è la prima 'stortura' che ha portato alla tragedia, è possibile poi che nessuno dei soccorritori -e tra questi ci metto tutti, polizia locale, vigili del fuoco, forze dell'ordine e protezione civile- abbia avuto il pensiero di scrutare quel "budello" di venticinque metri? Il rischio è uno solo: che si sia partiti già da un idea di colpevolezza del padre, lavorando di conseguenza su scenari lontani tralasciando invece quelli più vicini, quelli che avrebbero portato alla salvezza, se non di tutti e due, almeno di uno dei fratellini. Filippo Pappalardi intanto è ancora in galera, accusato di non si sa cosa, visto che Ciccio e Tore, -lo dicono i riscontri effettuati dai medici legali- sono morti a seguito delle ferite procuratisi nella caduta. E come se non bastasse, arrivano anche le precisazioni cui molti dovranno sentirsi colpevoli: "morti dopo un atroce e lenta agonia"... (Gericus)

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