lunedì 17 marzo 2008

ALDO MORO: 30 ANNI FA

Certi fatti rimangono più o meno scolpiti nella mente a secondo della loro gravità. Del 16 marzo 1978 ricordo ogni minimo particolare, che era una mattinata calda e che proprio in quel giorno mi trovavo a Pré Saint Didier (Ao). Il 'collante' a tutto ciò è la notizia che giunse attraverso l'autoradio e che lasciò sgomenta l'Italia: "Sequestrato dalle Brigate Rosse il presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro (foto) e uccisi cinque agenti della scorta". Come si fa a dimenticare un fatto simile? In via Fani a Roma, alle 9.11 la nostra democrazia vacillò sotto quei colpi di mitraglietta che freddarono cinque agenti -Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Raffaele Jozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi- aprendo di fatto uno dei periodi più bui del nostro vivere civile. Si voleva a tutti i costi lo scontro politico, poiché proprio quella mattina, Aldo Moro si stava recando in Parlamento per mettere in piedi un nuovo governo Andreotti -il quarto- con l'appoggio del Partito comunista. Era il cosiddetto "compromesso" quello che avrebbe, almeno nelle intenzioni dello statista, messo d'accordo l'Italia rendendola più giusta e soprattutto, più democratica. Aldo Moro, leggermente ferito, venne prelevato e caricato su una Fiat 132 blu e portato "nella prigione del popolo" per essere "processato". Cinquantacinque giorni di prigionia alternati a numerosi comunicati delle Brigate rosse, speranze e da un accorato appello lanciato da Papa Paolo VI, il quale dalla finestra del suo ufficio in San Pietro, si rivolse ai sequestratori chiamandoli "Uomini delle Brigate rosse". A quasi un mese dal rapimento, con le forze dell'ordine che brancolano nel buio, la politica è ancora divisa tra il "fronte della fermezza" e il "fronte possibilista", cioè apertura o nessun dialogo con i brigatisti. Molte cose non sono state mai chiarite, ma che il destino di Aldo Moro era ormai segnato lo si deduce da quel sinistro comunicato numero nove spedito dalle Br il 5 maggio: "Concludiamo la battaglia iniziata il 16 marzo eseguendo la condanna a morte". Aldo Moro verrà ritrovato cadavere il 9 maggio in via Caetani, nel centro di Roma. Il suo corpo è nel bagagliaio di una Renault rossa parcheggiata a metà strada tra la sede della Democrazia cristiana e quella del Partito Comunista Italiano. Cinque mesi dopo, i reparti del generale Dalla Chiesa assicurano alla giustizia i primi brigatisti, poi nel '79 finiscono in manette Raffaele Fiore, Valerio Morucci, Adriana Faranda e Prospero Gallinari. Nel 1981 è il turno di Mario Moretti. Quattro i processi che si concludono in Cassazione con 22 ergastoli. Tra gli altri: Laura Braghetti, Gallinari, Morucci, Faranda e Moretti. Ergastolo pure per Germano Maccari e infine, nel 2004, vengono arrestati in Egitto Rita Algranti e Maurizio Falessi. Molti, troppi personaggi sul palcoscenico di quella tragedia. Quel che è certo, è che Aldo Moro, teorico delle aperture al Pci, fu eliminato proprio per quelle sue idee. (Gericus)

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