L'orrore arriva col secondo delitto e a distanza di sei anni. E' la mezzanotte tra sabato e domenica del 14 e il 15 settembre 1974, quando i fari di una Fiat 127 blu squarciano il buio della notte. A bordo Pasquale Gentilcore di 19 anni e la sua ragazza Stefania Pettini di 18. (foto) Per scambiarsi un po' di intimità, i due giovani innamorati hanno scelto uno spiazzo presso il fiume Sieve a Sagginale di Borgo San Lorenzo. Un attimo prima, i due avevano lasciato la discoteca "Teen Club" dove avevano trascorso la serata. Nel loro appartarsi non c'è "diffidenza né precauzione", perché il delitto della coppia di Signa avvenuto sei anni prima ormai è un fatto lontano nella memoria collettiva e archiviato come una "tragica fatalità", pertanto, gli anni tranquilli intercorsi da quel tragico delitto hanno cancellato qualsiasi paura. L'orrore invece si ripete. Un ombra lentamente si avvicina dalla parte del guidatore, poi il rumore e il lampeggiare di otto colpi di pistola, cinque dei quali centrano il giovane e tre la ragazza. Per Pasquale Gentilcore non c'è scampo, mentre la giovane, ferita, viene trascinata fuori dall'auto e finita a coltellate. L'autopsia, eseguita in seguito, ne conterà addirittura 97. Ma non è che l'inizio dell'orrore, poiché l'assassino a questo punto penetrerà la vagina della ragazza con un tralcio di vite come ultimo segno di spregio. Prima di lasciare la zona, l'omicida colpirà pure il corpo esanime anche del ragazzo, poi nella zona, pregna di morte, ritornerà il silenzio. Sarà un contadino a scoprire il massacro la mattina seguente e a chiamare la polizia. Intorno all'auto, verranno ritrovati sparsi sul terreno gli oggetti contenuti nella borsa della ragazza, mentre la borsa, tramite una telefonata anonima, verrà recuperata poco lontano dalla scena del delitto. Le indagini subito intraprese, chiariranno che l'arma usata è una Beretta calibro 22 Long Rifle, ma nel momento nessuno accosterà questo delitto a quello avvenuto sei anni prima. Un fatto sconcertante è che Stefania Pettini, il pomeriggio stesso del giorno in cui sarebbe stata uccisa, si confidò con un amica dicendole di "aver fatto uno strano incontro" con una persona per niente piacevole. La paura dunque ritorna nelle campagne toscane, ma per parlare di "mostro" dovremo attendere ancora il prossimo duplice e macabro delitto. (Gericus) [continua]
Nessun commento:
Posta un commento