lunedì 11 febbraio 2008
SAN VALENTINO? NO, GRAZIE...
Ricorrenze e consumismo: festa degli innamorati, della mamma, del papà, della donna, del nonno, della nonna, del cugino, del gatto... Certo il "busines" ne inventa di maniere per portare il povero sprovveduto in negozio. Chissà, forse tempi magri o -speriamo!- presa visione della stoltezza della situazione, qualcosa comincia a scricchiolare nel tempio del "consumismo forzato", e, come scrive con arguzia Pierangelo Sapegno nel suo pezzo su La Stampa di oggi dal titolo "Maledetto San Valentino", dieci sono i motivi per odiare questa ricorrenza. Quali? Eccone alcuni: "Le ragazze lo detestano perché non c'è niente di più deprimente di un fidanzato che si scioglie in mielose romanticherie; perché in quel giorno fioriscono versi di poesia terrificanti; perché l'amica più antipatica riceve un regalo costosissimo mentre lei magari un mazzo di fiori da un orribile spasimante; e perché le altre racconteranno tutto quello che hanno ricevuto". Ma se questo è il disagio 'patito' dal gentil sesso, anche sul versante maschile le cose non vanno meglio: "Fa fare agli uomini cose stupide e li mette nei guai se non le fanno; perché è un pessimo affare, visto che tra fiori, cena e taxi se ne vanno via 150 euro; perché basta Natale per questo bombardamento di shopping; perché non ci sono regali per uomini; e niente è più deprimente di una fidanzata che non ride se le regalate una card con sopra una pecora". Può bastare dunque tutto questo? Si, credo di si, perché oltre all'assurda corsa all'acquisto, non c'è cosa peggiore di festeggiare in armonia un giorno all'anno e 'ignorarci' nei rimanenti 364... (Gericus)
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