domenica 17 febbraio 2008

GIUSY PEZZULO, FIGLIA DI UN DIO MAGGIORE

"Ciao mio eroe, continuerò il tuo lavoro; io vivo in te". Ci vuole forza e tanta dignità a pronunciare queste parole davanti alla bara del padre, avvolta nel Tricolore e lì, nel sagrato della chiesa in attesa dell'ultimo saluto della gente. E Giusy Pezzulo, 18 anni, (foto) forza e dignità l'ha dimostrata davanti a tutti, quando con voce a volte rotta dai singhiozzi, ha voluto ricordare che chi muore nel momento più alto della propria missione, non muore mai. Come suo padre, il maresciallo Giovanni Pezzulo trucidato a pochi chilometri da Kabul mentre in missione umanitaria distribuiva alla popolazione locale viveri e medicine. A Oderzo, la cittadina dove viveva Pezzulo e dove si sono svolti i suoi funerali, tricolori ovunque e grande partecipazione di civili e militari. "Non voglio ricordarti così in una bara a terra" ha continuato Giusy, aggiungendo poi che "anche da lontano mi facevi sentire tanto amata. Non c'eri per i miei 18 anni perché eri lontano, ma mi sei stato vicino con un mazzo di rose rosse. So quanto mi ami, e ricordo che da piccola giocavo a sposarmi con te". Parole toccanti e sentimenti profondi dimostrano quanto forte fosse il legame d'amore e d'affetto che legava padre e figlia, tanto da farle dire "ora però devo crescere in fretta per stare vicina alla mamma, mi sento forte e sono sicura che sei tu a darmi questa forza: stammi sempre vicino". Non sarà mai sola Giusy Pezzulo, figlia e sorella di tutti noi, e di quell'Italia che suo padre, il maresciallo Giovanni Pezzulo ha saputo onorare immolando la sua vita in una terra ostile, dimostrando ancora una volta, che solo i grandi uomini possono diventare degli eroi. (Gericus)

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