giovedì 14 febbraio 2008
GIOVANNI PEZZULO: MORIRE A KABUL
Come il personaggio di Samarcanda, il maresciallo dell'Esercito Giovanni Pezzulo (foto) era già sfuggito alla morte nell'attentato kamikaze di Nassiriya, dove un camion-bomba annientò la base italiana "Maestrale" causando 19 morti. Giovanni Pezzulo aveva 45 anni ed era originario di Carinola in provincia di Caserta, ma per ragioni logistiche si era trasferito a Oderzo nel trevigiano. Entrato nell'Esercito nel 1980, Pezzulo era stato destinato al "Cimic Group South" di Motta di Livenza e da lì inviato nel Kosovo e in Iraq. Dal 10 dicembre era in missione in Afghanistan, impegnato nella "Forward operating base" (Fob) con base a Surobi, un avamposto sulla strada per Jalabad. Ieri, il maresciallo Giovanni Pezzulo era di servizio in una operazione umanitaria improntata sulla distribuzione di medicinali, quando alle tre del pomeriggio (11,30 in Italia), il piccolo contingente italiano è stato attaccato a tradimento da un gruppo di guerriglieri afgani. Nonostante la pronta reazione dei nostri militari, sul terreno rimaneva il corpo senza vita del maresciallo Pezzulo, mentre il collega, maresciallo degli alpini paracadutisti Enrico Mercuri di 31 anni, scampava miracolosamente alla morte seppur ferito ad una gamba. Sposato e padre di una ragazza di 18 anni, per Giovanni Pezzulo questa doveva essere la sua ultima trasferta in zona di guerra. Lo aveva promesso alla famiglia: "Al mio ritorno, niente più missioni all'estero". Una previsione che purtroppo si è avverata nella maniera più tragica. Onore dunque al maresciallo Giovanni Pezzulo, un Eroe caduto nell'adempimento del proprio dovere. (Gericus)
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