THE HOUSE BUILT ON THE SAND
by Tony Pearce
Never before have so many things been available to so many people.
Never before has it been so easy to travel from place to place.
Never before has a global society like ours existed.
The problem is that it all depends on the easy aivailability of energy. What happens if the energy sources are cut off or run out? Will our society hold together or fall apart? Will a dynamic strong man emerge to offer a false peace and safety?
Are we heading for the crisis prophesied in the Bible for the end of this age?
THE HOUSE BUILT ON THE SAND
By Tony Pearce
New Wine Press
Typeset by CRB Associates, Reepham, Norfolk
Cover design by CCD, www.ccdgroup.co.uk
Printed in Malta
venerdì 29 febbraio 2008
LE LACRIME DI OLINDO E ROSA
E venne il giorno delle lacrime. Nei suoi 55 minuti impiegati davanti ai giudici per dire la "sua verità", Olindo Romano ha asserito che, dopo aver ritrovato la sua dignità, "adesso voglio combattere per la verità". E lo fa con le lacrime che improvvisamente rigano il suo volto, quando spiega che lui e sua moglie Rosa non centrano niente con quella mattanza, perché "Noi non abbiamo ucciso nessuno! Ma stiamo scherzando? Un bambino poi... " E spiega di nuovo quella sua confessione rilasciata in carcere pochi giorni dopo l'arresto, dettata più che altro -visto le numerose prove a suo carico- dalla paura di quell'ergastolo certo che lo avrebbe irrimediabilmente diviso per sempre dalla "sua" Rosy e che invece, con una dichiarazione di colpevolezza e pentimento -come lui stesso dice gli hanno consigliato- "con cinque anni se la sarebbe cavata". E lui, tra un innocenza difficile da dimostrare e con un ergastolo certo, e un'ammissione "falsa" di colpevolezza che però "gli avrebbe dato scampo" visto come vanno le cose in Italia in fatto di giustizia, tra i due mali scelse il secondo. E raccontò al magistrato lo svolgersi della mattanza, "raccogliendo i particolari che avevo letto sui giornali, i pettegolezzi e le notizie sentite dire nel corso di quel mese passato prima del mio arresto". Le dichiarazioni messe a verbale da Mario Frigerio, l'unico sopravvissuto alla strage grazie ad una malformazione della carotide, vanno però in tutt'altra direzione. Alcuni interrogativi comunque restano da chiarire, prima di tirare le conclusioni. Che dire infatti di quel certo via vai di facce poco raccomandabili viste aggirarsi in quei giorni intorno alla casa di Raffaella Castagna, un particolare questo riportato a verbale da un inquilino straniero abitante nell'edificio della strage.E la duplice versione rilasciata da Frigerio? Com'è che da un assassino "di carnagione olivastra e con molti capelli" siamo passati poi ad un bianco e stempiato riconducibile a Olindo Romano? (Gericus)
[foto: Olindo Romano e la moglie Rosa Bazzi]
[foto: Olindo Romano e la moglie Rosa Bazzi]
giovedì 28 febbraio 2008
MOSTRO DI FIRENZE #5
E' un sabato sera, quando alle 23,45 del 19 giugno 1982, una Seat 126 con a bordo una coppia si sofferma in uno slargo lungo la strada Virginio Nuova in località Baccaiano di Montespertoli (FI). E' una via quella abbastanza trafficata di giorno ma a quell'ora è pressoché deserta. A bordo Paolo Mainardi, operaio di 22 anni e Antonella Migliorini di 19. (foto) Sono giovani in cerca di intimità ed è proprio in quei momenti di tenerezza che qualcuno, favorito dalla oscurità quasi totale che grava sulla zona, si avvicina furtivamente esplodendo alcuni colpi di pistola all'interno della vettura. Seppure ferito gravemente, Paolo Mainardi riesce a mettere in moto l'auto e a inserire la retromarcia cercando di sfuggire all'assassino, ma a causa della concitazione del momento, l'auto riesce ad attraversare la strada incastrandosi trasversalmente sul lato opposto. L'assassino a quel punto sarà in grado di sparare altri colpi verso i due giovani, poi, visto che da un momento all'altro potrebbe passare qualcuno, abbandona velocemente la scena del delitto, un particolare questo che impedirà la escissione dei feticci e dello scempio dei cadaveri. Sarà un automobilista sopraggiunto poco dopo a fare la macabra scoperta e a dare l'allarme. All'arrivo dei soccorritori, per Antonella Migliorini non ci sarà più niente da fare, mentre Paolo, ancora in vita, sarà trasportato velocemente al vicino ospedale di Empoli, dove senza riprendere conoscenza morirà il mattino seguente. Nonostante ciò, il giudice Silvia della Monica, sperando in una mossa falsa dell'assassino, farà scrivere dai giornalisti che "Paolo Mainardi, prima di spirare ha rilasciato importantissime informazioni sull'identità dell'assassino", un espediente che però non sortirà nessun effetto sperato. Molte, per gli investigatori, le anomalie in quell'ennesimo duplice delitto da attribuirsi al mostro, il primo dei quali, fondamentale, il luogo, che a differenza degli altri, non è decisamente appartato, dal momento che è avvenuto lungo una strada di scorrimento e per di più a pochi chilometri di distanza da un paese, Cerbaia, nel quale è in corso la festa patronale. Sul luogo del delitto, la Scentifica troverà 9 bossoli calibro 22 Winchester serie H sparati dall'oramai famigerata Beretta. E sarà proprio in questa circostanza che il maresciallo Fiori, in servizio 15 anni prima a Signa, ricordandosi del delitto compiuto nell'estate del '68 dove furono assassinati Antonio Lo Bianco e Barbara Locci, ridando un occhiata ai vecchi carteggi, si accorgerà che i bossoli ritrovati allora hanno le stesse caratteristiche di quelli sparati dalla pistola dell'ultimo delitto. Al "Mostro di Firenze" dunque verrà imputato anche questo primo delitto, portando così a dieci le vittime da lui procurate. (Gericus) [continua]
MA SIAMO PROPRIO COSI' STUPIDI?
Ormai lo sappiamo benissimo che la madre degli stupidi è sempre in cinta, pertanto non stupiamoci più dell'assurdo che avanza. Ultima nota degna di essere raccontata è la prossima apertura di un "Azouz Fan Club". Si, avete letto benissimo: Azouz, ovvero il tunisino che nella strage di Erba ha perso moglie e figlioletto. A rimpolpare l'esercito degli stolti ci ha pensato una "imprenditrice" torinese, la quale, visto il crescente interesse -di chi non è dato sapere...- da parte delle donne nei confronti di Azouz, ha creduto opportuno venire incontro a questa "esigenza" costituendo un club di ammiratrici. Al di là di qualsiasi illazione che può nascere sull'argomento, la 'nostra' imprenditrice, quarantatré anni, separata con figlia, non trova niente di illogico in tutto questo suo darsi da fare, anzi, è convinta più che mai di portare un sollievo a tutte queste "spasimanti" del tunisino che a frotte -sempre a sentire lei- si sono riversate a Como nella speranza di uno sguardo o addirittura di un autografo del "divo" della cronaca nera. E di tutto questo, cosa ha detto il "vedovo allegro"? Dopo una pausa "di riflessione", questi avrebbe dato il consenso all'apertura di questo club a suo nome. Sperando in immediati ricoveri coatti e in massa alla neuro, la domanda più semplice che sgorga spontanea è: Ma noi italiani siamo proprio così stupidi? Ci meritiamo proprio tutto questo teatrino dell'imbecillità? Ma è possibile che si oltrepassino con così tanta disinvoltura i confini della dignità senza una parvenza di vergogna? Sembra proprio di si in questa nostra società in bilico sull'abisso e dove la madre degli stolti continua a sfornare figli... (Gericus)
mercoledì 27 febbraio 2008
SANREMO, IL CANTO DEL CIGNO...
Il Festival di Sanremo non ha più luogo di esistere. Lo diciamo ormai da anni e lo continueremo a dire per altri, se non ci sarà qualcuno che "staccherà la spina", o almeno, non lo riporterà in vita con energiche terapie. Basta, il teatrino delle "canzonette" della Città dei Fiori è morto sotto il peso di una formula che ne ha snaturato l'essenza, sotto il peso della mediocrità dei suoi prodotti e dei suoi personaggi barattati per " campioni". Una critica feroce ed eccessiva? Guardiamo allora i dati: dai quasi 16 milioni di ascoltatori del 2000 siamo precipitati ai 7 milioni dell'edizione di quest'anno, uno scivolone che dovrebbe far dire "stop" agli organizzatori senza ulteriori ripensamenti futuri. Vogliamo adesso prendere in considerazione la qualità del prodotto ascoltato? Nella prima serata, quella di lunedì, eccetto qualche personaggio, la media delle pagelle (Il Giornale) è roba che a scuola ti rimanda all'anno prossimo, con "Campioni" come Tatangelo, Zarillo, Moro e Gazzè che si beccano un bel 5 e un Meneguzzi un 4 e mezzo. La seconda serata non è che le cose vadano meglio, con dei 6 'striminziti' (Grignani, Little Tony, Mietta, Cammariere), un 5 e mezzo (Minghi) e un 5 (Finley). Anche tra i "Giovani" il livello non è un granché, poiché si parte da un 4 e mezzo (Jacopo Troiani) a un 5 (Sonohra),tre 5 e mezzo (Ariel, Milagro, Frank Head) alcuni sei e infine sei 7. Le ragioni di questa disfatta? Motivi musicali scontati e personaggi lontani dall'essere "personaggi". Come rimediare infine? Semplice. Una cura sarebbe quella di ritornare all'origine, ovvero "una ribalta di canzoni". Via dal contesto "nani e ballerine, buffoni e ospiti" e poi, via una volta per tutte i "dilettanti allo sbaraglio", e convincere -ma siamo ancora in tempo?- artisti di nome a fare ritorno alla manifestazione. Che non dovrà essere poi una sfibrante maratona di cinque serate, ma tre, due delle quali per la selezione e l'ultima per la finale, stop e chiuso. Chissà che magari gli ascoltatori ritornino davanti alla tivu, e il giorno dopo, come una volta, si senta fischiettare per la strada il motivo vincente... (Gericus)
STRAGE ALLA FERMATA DEL BUS
Morire alle otto del mattino, quando ancora dentro di te c'è il dolce tepore del letto, c'è la gioia di una nuova giornata da vivere, c'è la mano sicura nella mano della madre. Il bilancio di questo "martedì di morte" ha numeri e immagini da Beirut: macchine sventrate, rottami sparsi e corpi inermi sull'asfalto. Solo che qui i kamikaze a creare morte e distruzione non sono arrivati carichi d'esplosivo, ma a bordo di auto che viaggiavano come missili. Se ne sono andate così una mamma romena di 32 anni, Roczika Ciobanu e le sue due figlie, Bianca di sette anni e Ioana di 14, oltre a Marzia Micarelli, 36 anni di Roma, mentre Jessica Merlini, 13 anni, è morta un'ora dopo essere stata ricoverata in ospedale. Un'altra bambina, Gaia, figlia della deceduta Marzia Micarelli, è tuttora ricoverata al San Camillo, dove i medici, dopo averla operata per tamponare una emorragia interna, hanno dichiarato che sebbene le sue condizioni di salute siano considerate critiche, fortunatamente non corre pericolo di vita. In questo incidente che "mai doveva accadere", si contano poi otto feriti e sei vetture coinvolte. Tutte le vittime si trovavano alla fermata della "scuola bus" che da lì a poco tempo, come tutte le mattine, sarebbe passato per portare i bambini a scuola. In quel lungo vialone che corre tra la campagna, un tentativo di sorpasso ad alta velocità con scontro ha provocato la strage. La polizia stradale adesso sta cercando testimoni per risalire alle origini dell'incidente, la cui causa va ricercata nella velocità eccessiva dei veicoli, e a dar credito a questa possibilità, c'è il tachimetro di un auto coinvolta nello scontro bloccato sui 210 chilometri l'ora. Recentemente, proprio per la pericolosità di quella strada, gruppi di genitori avevano manifestato per trovare un rimedio alla situazione creatasi, una protesta che a quanto pare non ha avuto le risposte sperate. E oggi si piangono i morti. (Gericus)
[foto: un immagine dell'incidente tratta da Il Giornale]
[foto: un immagine dell'incidente tratta da Il Giornale]
FAI SESSO, E SARAI SANO...
Vuoi mantenere giovane il cervello? Vuoi evitare il dentista? Vuoi proteggerti dalle malattie stagionali? Vuoi disintossicarti e dimagrire? 'No problems', fai sesso in abbondanza, dove, come, quando e con chi vuoi, perché secondo recenti studi medici, "l'eccitazione fisica produce endorfine e alza le difese immunitarie". E se questa "piacevole verità" non bastasse a convincere sulla bontà dell'argomento anche il più "tiepido" soggetto, fare sesso "fa salire anche il conto in banca". Orbene, approfondiamo l'argomento. Secondo Helen Fischer, antropologa alla Rutgers University in New Jersey, lo stato di eccitazione è paragonabile al "brivido che si prova durante una corsa sulle montagne russe". E andando avanti nella sua scoperta, apprendiamo che "l'attrazione erotica attiva le zone del cervello con alta concentrazione di ricettori della dopamina, il 'messaggero chimico' collegato agli stati di euforia e di dipendenza". Ma anche altri studi condotti da illustri ricercatori della Wilkers University in Pennsylvania, portano alla convinzione che "chi fa l'amore almeno due volte a settimana, sviluppa un anticorpo (igA) che protegge dal raffreddore", mentre i colleghi della Rutgers precisano che "l'orgasmo, con lo stimolo di un abbondante produzione di endorfine, ha lo stesso effetto di due aspirine". E dal Giappone arrivano altri supporti a sostegno della "bontà del sesso", poiché l'immunologo Hajime Kimata, dopo aver svolto uno studio su un campione di 48 individui (uomini e donne) affetti da gravi allergie, ha riscontrato che "subito dopo il rapporto sessuale si verifica un vistoso calo degli anticorpi che provocano lo stato allergico". Un'altra ricerca, commissionata questa volta dalla rivista "Men's Health", aggiunge poi che "chi fa sesso con passione" sviluppa la tendenza a dimagrire, poiché il "forte desiderio sessuale fa perdere interesse al cibo" e poi, come se non bastasse, un "vigoroso incontro erotico fa consumare almeno 200 calorie". A questo punto si dirà: ma cosa centra anche il dentista e il conto in banca che cresce? Presto detto: Il sorriso di denti sani è tutto merito dello zinco, che in media il nostro organismo ne contiene in tutto circa 2-3 grammi, il 60% del quale si trova nei muscoli, il 30% nelle ossa e circa il 5% nella pelle. Ma le più alte concentrazioni di zinco si trovano nella ghiandola della prostata e nel liquido seminale, tanto che gli uomini, infatti, ne hanno quasi il doppio rispetto alle donne. Il conto in banca che cresce? Beh, se proprio non cresce almeno non diminuisce, nel senso che, seguendo la teoria del sesso che fa bene, evita, alla luce dei fatti, le parcelle del dentista, dei medici in generale, dei corsi di fitness, e tutti gli altri costi di "gratificazione" che invece vengono raggiunti e soddisfatti da una sana e appagante relazione sessuale. Per i più dubbiosi infine, "provare per credere"... (Gericus)
lunedì 25 febbraio 2008
SVELATO IL SEGRETO DI GRAVINA?
Il salvataggio di un bambino caduto in un pozzo ha svelato un raccapricciante segreto. I soccorritori infatti, calatisi nella voragine profonda oltre 20 metri, hanno scorto i resti mummificati di due persone, probabilmente bambini, facendo sorgere il macabro sospetto che possano appartenere ai fratellini Francesco e Salvatore Pappalardi, (foto) scomparsi da Gravina in Puglia (Bari) la sera del 5 giugno 2006. Da circa tre mesi, il padre dei bambini Filippo Pappalardi, è in carcere con la terribile accusa di essere l'autore del sequestro e dell'uccisione dei figli, pur essendosi sempre dichiarato innocente. Per il procuratore Emilio Marzano per il momento non c'è nessuna certezza che i corpi appartengano ai due fratellini, sebbene il sindaco di Gravina Rino Vendola abbia annunciato che "I miei informatori hanno asserito che purtroppo sono loro", una realtà annunciata anche dal questore di Bari Vincenzo Maria Speranza, ammettendo infatti che "Si tratta dei due ragazzini Ciccio e Tore, poiché troppi elementi coincidono". Una volta estratti dal fondo del cunicolo, i due poveri resti saranno esaminati dal medico legale per la ricerca del Dna, dopodiché sarà fugato qualsiasi dubbio. Al di là della loro identificazione però, da quei resti non potremo mai sapere se i due bambini caddero accidentalmente nel pozzo o se invece qualcuno ce li gettò intenzionalmente. (Gericus)
ANCHE I RICCHI PIANGONO
Sempre meno soldi disponibili, pertanto via il superfluo. E non è che questa situazione sia valida solo per il pensionato che smette di giocare la sua partitella a carte al circolo del dopolavoro, ma tocca addirittura gente dal portafoglio robusto. C'è allarme infatti nello sport più "nobile e ricco" della terra, ovvero il Golf, dove da una recente ricerca, risulta che nel giro di sei anni si sono allontanati dal "green" ben quattro milioni di giocatori. Il motivo? Economico soprattutto, e che in poche parole si traduce in "non possono più permettermelo". La classe media, che si era avvicinata a questo sport, per sbarcare il lunario oggi infatti è costretta a doppi turni di lavoro per onorare prima di tutto i mutui schizzati alle stelle e poi perché -almeno negli Stati Uniti- il potere d'acquisto del loro salario non va di pari passo con l'aumento della vita. Ma anche in Italia lo 'snobbismo' del golf perde colpi, facendo cambiare abitudini a chi, fino ad oggi, si pavoneggiava del "caddie" stracolmo di mazze firmate, indirizzandolo a sport meno costosi e sempre naturalistici come il 'jogging'. Anche i ricchi piangono dunque, e chissà in quale prostrazione sarà invece chi ricco non è... (Gericus)
[Golf a Cervinia -Valle d'Aosta-]
[Golf a Cervinia -Valle d'Aosta-]
domenica 24 febbraio 2008
FESTIVAL DI SANREMO: CUI PRODEST?
Una volta i concorsi del dilettante si facevano nelle parrocchie o nei teatri di periferia. Chi vinceva si portava a casa una pacca sulle spalle e magari l'entrata nel coro della chiesa a cantar salmi alla domenica. Ora c'è il Festival di Sanremo, che esaurito l'antico splendore dei tempi andati, si è adattato al "mediocre che avanza". Si, perché con tutto il rispetto parlando e mettendoci tutta la mia buona volontà, non posso non far paragoni con gli artisti che una volta calcavano il palcoscenico della Città dei Fiori con quelli di oggi, suvvia. Già la cosiddetta categoria "campioni" mi fa storcere il naso, perché al di là dei veterani -tra questi Minghi, Mietta, Little Tony, Berté, Bennato, Cutugno e Zarillo, che già da soli fanno 350 anni- son campioni di che cosa i vari Gio' Di Tonno & Lola Ponce, Finley, L'Aura, Frankie Hi NRG, Moro, Tatangelo, Venuti, Tricarico e altri ancora? Quali successi hanno piazzato in classifica questi "campioni" da potersi fregiare di tale titolo? Ma se con questa lista già i capelli "si rizzano", c'è poi la sfilza dei "giovani", ovvero dei dilettanti allo sbaraglio, quattordici aspiranti "divi" tra i quali si annidano "figli di papà" cui il cognome ha spalancato porte e steso tappeti. E per questo caravanserraglio, "cinque serate cinque" di televisione, con un Baudo ormai immune a tali calamità e un Chiambretti eterno gregario. Potrebbe bastare? Macchè! Come da cinquant'anni recita il copione, anche quest'anno le due vallette "bonazze" saranno una mora e una bionda, retaggio di tivvù da Medioevo. Usura del tempo... Ma come si fa a dimenticare che una volta Sanremo era il coronamento di una carriera artistica? Chi vi partecipava lo poteva perché la sua carriera era ormai segnata da dischi venduti e da motivi di successo, artisti che usciti vincitori o meno, potevano contare su una vendita di dischi superiore al milione di copie, premiati grazie a questo con dischi d'oro o di platino. Questo era Sanremo, una ribalta dove c'è passato -per una sola volta perché aveva capito che il carrozzone sanremese cominciava a scricchiolare- un certo Lucio Battisti, un tale di nome Vasco Rossi, e poi Celentano, Endrigo, Paoli, Vanoni, Tozzi, Morandi... Salviamo dunque -come il soldato Ryan- il Festival di Sanremo. Come? Restituendogli prima di tutto la dignità di un cast dove i "campioni" lo siano davvero e poi, stop con la maratona televisiva di questa settimana "del dilettante", perchè per questi ultimi, esistono ancora le parrocchie... (Gericus)
(Foto: Pippo Baudo e Piero Chiambretti)
(Foto: Pippo Baudo e Piero Chiambretti)
sabato 23 febbraio 2008
MA CHI ERANO I BEATLES? #1
"Se si mettono insieme dei pezzi si può fabbricare un auto, che può funzionare ottimamente e anche a lungo. Ma se ogni pezzo è perfetto, allora avremo una Roll-Royce. Nei Beatles infatti, ogni ingrediente è perfetto". Disse proprio così Dick James nei primi anni Sessanta ascoltando il quartetto, e che poco dopo, formato una società di edizioni con un capitale di 100 sterline, sarebbe diventato il loro l'editore ricavando talmente tanti soldi da far schizzare la sua società tra le più quotate in Borsa. Si fa presto a dire "Beatles", senza immaginarci tutto quello che c'è dietro, tutto quello che racchiude questo nome, che a sentire John Lennon venne fuori da una visione, dove un uomo apparso sopra una torta fiammeggiante disse loro: "Da ora in poi voi sarete Beatles, con la A". E così fu. L'era dello "ye ye" nasce con loro, motori trainanti di una riscossa giovanile che in un attimo contagerà il mondo intero, oltre che nella musica, nella vita di tutti i giorni di milioni di adolescenti. Londra è il fulcro di questo 'movimento', ma anche in Italia "Please please me", come un terremoto, ha sotterrato il vecchio cliché della musica tradizionale, quella dei Claudio Villa e delle Nilla PIzzi, dove da troppo tempo lo sdolcinato amore fa sempre rima con cuore. Come un onda inarrestabile, il successo dei quattro Beatles abbatte confini, frontiere e miti consolidati nel tempo, tanto che anche Elvis Presley, sentendo scricchiolare il suo trono di "re del rock&roll" dirà con una certa inquietudine: "Ma chi si credono di essere quei quattro zazzeruti inglesi". La storia lo dirà. [continua] (Gericus)
PEDOFILIA E LEGGI... DA BUTTARE
AOSTA - E' stato reintegrato a scuola, l'insegnante di musica quarantacinquenne condannato dal Tribunale a 2 anni di carcere e 3000 euro di multa per aver divulgato via internet nel 2001, materiale pedo-pornografico con il computer della scuola. Sospeso a suo tempo dall'insegnamento per motivi cautelari dalla Regione, l'uomo adesso è stato reinserito nei ranghi da un ordinanza del giudice del lavoro Eugenio Gramola, con la motivazione "ne bis in idem", ovvero la non possibilità di punire due volte una persona per lo stesso reato. E così, ieri mattina, nell'imbarazzo generale, l'insegnante ha fatto di nuovo il suo ingresso in una scuola della Bassa Valle. La Regione Valle d'Aosta, tramite l'assessore alla Pubblica Istruzione Laurent Vierin, è corsa subito ai ripari, cercando di reinserire l'insegnante al lavoro come da ordine del tribunale, ma 'dirottandolo' in attività che niente avessero a che fare con l'insegnamento. Una ipotesi però non accettata dal diretto interessato, il quale tramite il suo avvocato, fa sapere che se così deve essere, "mi aspetto un posto premiante", una frase che una volta arrivata all'Assessore Vierin lo ha fatto sbottare in un lapidario "spero sia uno scherzo". L'inchiesta che portò all'individuazione del "prof" pedofilo partì dalla Polizia Postale di Bari nel 2006, quando un agente in forma provocatoria, richiese al docente del materiale pedopornografico e che questi immediatamente inviò. Rinviato quindi a giudizio nel febbraio 2007, il docente di musica venne condannato a due anni di carcere, mentre due mesi dopo scattava la sospensione dall'insegnamento, per arrivare al reintegro di questi giorni. (Gericus)
(foto: La scuola Carlo Viola di Piont Saint Martin)
(foto: La scuola Carlo Viola di Piont Saint Martin)
venerdì 22 febbraio 2008
LE MIE PRIGIONI...
Ora scrive anche Doina Matei, (foto) la romena che da dieci mesi è in carcere per scontare una condanna a sedici anni di galera per l'uccisione della studentessa Vanessa Russo. Le quattro pareti dunque esercitano la spinta a scrivere. Lo ha fatto Raffaele Sottile, Amanda Knox, Hermann Guede, Olindo Romano. L'ivoriano del delitto di Perugia si rivolge alla vittima chiamandola "la mia musa", mentre la rumena, scrive di vedere "Vanessa tutte le notti". Vite buttate e fiumi di parole, tra un pentimento effettivo e perdoni insperati. Doina si prostituiva in Italia per ritornare in Romania "da signora", Raffaele e company studiava per un futuro 'alla grande', Olindo combatteva i suoi deliri. Le quattro vittime di Erba, Vanessa Russo e Meredith Kercher invece vivevano la loro vita pensando a un domani, che purtroppo non c'è stato. Beato chi può avere la facoltà di scrivere... (Gericus)
mercoledì 20 febbraio 2008
MOSTRO DI FIRENZE #4
Sono passati appena tre mesi dall'ultimo delitto "seriale" imputato al cosiddetto "mostro di Firenze", quando il 22 ottobre 1981, a Travalle di Calenzano nelle vicinanze di Prato, lungo una stradina sterrata che taglia in due un campo in località "Le Bartoline" e a poca distanza dal rudere di un casolare abbandonato, vengono rinvenuti i corpi di Stefano Baldi, 26 anni e Susanna Cambi di 24. (foto) Come negli altri casi, i due giovani, sorpresi all'interno di una Golf nera, sono stati uccisi a colpi di pistola mentre si scambiavano effusioni amorose. Nove i colpi sparati e sette i bossoli marca Winchester rinvenuti sul posto esplosi dalla tristemente nota Beretta calibro 22. Con il macabro rituale ormai consolidato, la giovane, estratta dalla vettura sarà rinvenuta in un canale ad una decina di metri dalla vettura, con la maglietta sollevata fino al collo e gravi amputazioni al seno sinistro procurate da un affilatissimo coltello con il quale è stato colpito per tre volte alla schiena anche il giovane. Intorno alla zona del massacro, sparsi per terra verranno infine ritrovati gli oggetti contenuti nella borsa della ragazza. Nella serialità del crimine, gli investigatori appunteranno che questo è il primo dei delitti non compiuto nel periodo estivo e che apre uno scenario tutto nuovo, ovvero la possibilità che sia stato effettuato con l'intento di dimostrare agli investigatori che il "mostro" è ancora in libertà, ottenendo così la scarcerazione di Vincenzo S. da mesi in galera e indagato per i delitti precedenti. Anche in questo caso comunque, risulta che Susanna Cambi -come sostenne l'avvocato di famiglia- pochi giorni prima del delitto confidò alla madre di essere pedinata con insistenza da qualcuno. (Gericus) [continua]
martedì 19 febbraio 2008
LUMUMBA TORNA A LAVORO
Dopo mesi di chiusura e l'uscita di scena dal delitto della studentessa inglese Meredith Kercher, Patrick Lumumba Dija (foto) ha riaperto "Le Chic", il suo locale di Perugia. Con bandana in testa e look più 'modaiolo' dunque, il congolese ha riassaporato il piacere della vita notturna in una Perugia che cerca di dimenticare, di voltare pagina. "E' stata una serata normale" ha detto Lumumba, "né con tanta né con poca gente". Clienti di sempre dunque, soprattutto studenti, ma anche amici che sono venuti a salutarlo. E dalla bocca del congolese, è rispuntata fuori la stessa e ormai trita frase del "Mi hanno accusato solo perché nero". Il razzismo secondo lui ha prevalso sul buon senso, sulla verità dei fatti. Dobbiamo pensare dunque che anche l'ivoriano Hermann Guede, implicato fino al collo nel delitto, sia dentro solo perché nero? E Raffaele Sollecito e Amanda Knox sono dentro solo perché "bianchi"? Nel frattempo, colore a parte, l'inchiesta, pur tra mille difficoltà va avanti. Si parla infatti di nuovi interrogatori di tutti e tre gli arrestati dopo alcune affermazioni messe a verbale da delle amiche della vittima, le quali sostengono che nei giorni subito dopo il delitto, Amanda spiegò loro alcuni dettagli sul delitto che solo chi lo aveva commesso poteva sapere, poiché tali notizie non erano mai state divulgate da nessun organo d'informazione. Sarà il pm Giuliano Mignini a dare nei prossimi giorni concretezza a queste affermazioni. (Gericus)
LA "VERITA'" DI OLINDO
C'è qualcosa che non va, così, un sesto senso. Lo guardo, lo ascolto, poi... no, quella sua voce piatta, melliflua non mi convince. Mi da la sensazione di uno che, capito l'orrore fatto, cerchi di allontanarsene il più possibile, ricorrendo pertanto alla ritrattazione più falsa e incongruente. Olindo Romano, (foto) il gigante "cattivo" che prepotentemente dettava legge in quel condominio di via Diaz ad Erba, ora mostra quello che è: un uomo davanti alle sue responsabilità. "Quei carabinieri mi hanno fatto il lavaggio del cervello, per questo ho confessato" ammette. Gli avevano prospettato -dice lui- che tra rito abbreviato, buona condotta e attenuanti -lo schifo della legge è anche questo purtroppo!- con cinque anni se la sarebbe cavata, perciò "ho preso la decisione di non dire la verità ammettendo che ero stato io, io da solo, e non con mia moglie Rosa". Ora, a prescindere dal fatto che la paura di un ergastolo possa essere devastante, io ritengo che qualsiasi persona "innocente" e sana di meningi, non si accolli una carneficina simile con la paura della prigione a vita -che poi oggi non lo è più- ma cerchi in tutte le maniere di dimostrare la sua completa estraneità al fatto, attraverso testimonianze e deposizioni inattaccabili. NO, non mi convince per niente Olindo Romano con questa sua spiegazione dei fatti, anzi, mi disgusta enormemente la sua miseria morale, quella cioè di accollarsi una strage per poter scampare ad un ergastolo, come se la sua libertà fosse più importante di cinque persone sgozzate come agnelli. (Gericus)
LUCCIOLE? FELICI DI ESSERLO
Cinquant'anni fa, esattamente il 20 settembre 1958 entrava in vigore la "legge Merlin", la quale di fatto chiudeva le cosiddette "case di tolleranza", più comunemente chiamate "bordelli". Ma nonostante il mezzo secolo dall'introduzione di questa legge, sono molti a ritenere che di fatto da quel giorno la prostituzione sia aumentata a dismisura, facendo dire a otto italiani su dieci (rilevazione del 15 febbraio 2008 effettuata da Ferrari Nasi & Grisantelli Srl) "che sicuramente è meglio la casa chiusa che la strada". Ma al di là di questo aspetto pratico, prostituirsi oggi non è poi più dettato dall'antica miseria del passato, poiché il 2000 ha spazzato via certi tabù che indicavano chi praticasse la "professione più vecchia del mondo" come l'ultimo gradino morale della donna. Oggi, chi lo fa, è ben consapevole del suo agire, e mille possono essere le motivazioni, dalla studentessa che si paga l'università o la ragazzina che si vende saltuariamente per un telefonino ultimo grido o per una comparsata in televisione. Un esempio? Eleonora, 19 anni, -come si legge su Il Giornale in un articolo a firma di Clemente Tafuri- : "Faccio l'amore ogni giorno, mi piace e mi pagano pure. Sempre meglio che fare la centralinista in un call center". E racconta che si 'vende' cinque volte al mese racimolando 1000 euro, quanto le basta per "i vestiti che mi piacciono e per avere un cellulare sempre al passo con i tempi". Una delle tante dunque, e poi, ad essere sinceri, riaprire i bordelli significherebbe anche togliere via una certa malavita che gravita nel mondo della prostituzione, tenere sotto controllo l'aspetto sanitario e infine, ma non meno importante, l'aspetto finanziario, ovvero il pagamento delle tasse su questa marea di soldi che sfugge a qualsiasi controllo. Tutte motivazioni dunque che hanno fatto dire all'86% delle persone intervistate -campione rappresentativo 600 casi- , "è più corretto che la prostituzione avvenga in appositi luoghi che non sulle strade come oggi". (Gericus)
domenica 17 febbraio 2008
GIUSY PEZZULO, FIGLIA DI UN DIO MAGGIORE
"Ciao mio eroe, continuerò il tuo lavoro; io vivo in te". Ci vuole forza e tanta dignità a pronunciare queste parole davanti alla bara del padre, avvolta nel Tricolore e lì, nel sagrato della chiesa in attesa dell'ultimo saluto della gente. E Giusy Pezzulo, 18 anni, (foto) forza e dignità l'ha dimostrata davanti a tutti, quando con voce a volte rotta dai singhiozzi, ha voluto ricordare che chi muore nel momento più alto della propria missione, non muore mai. Come suo padre, il maresciallo Giovanni Pezzulo trucidato a pochi chilometri da Kabul mentre in missione umanitaria distribuiva alla popolazione locale viveri e medicine. A Oderzo, la cittadina dove viveva Pezzulo e dove si sono svolti i suoi funerali, tricolori ovunque e grande partecipazione di civili e militari. "Non voglio ricordarti così in una bara a terra" ha continuato Giusy, aggiungendo poi che "anche da lontano mi facevi sentire tanto amata. Non c'eri per i miei 18 anni perché eri lontano, ma mi sei stato vicino con un mazzo di rose rosse. So quanto mi ami, e ricordo che da piccola giocavo a sposarmi con te". Parole toccanti e sentimenti profondi dimostrano quanto forte fosse il legame d'amore e d'affetto che legava padre e figlia, tanto da farle dire "ora però devo crescere in fretta per stare vicina alla mamma, mi sento forte e sono sicura che sei tu a darmi questa forza: stammi sempre vicino". Non sarà mai sola Giusy Pezzulo, figlia e sorella di tutti noi, e di quell'Italia che suo padre, il maresciallo Giovanni Pezzulo ha saputo onorare immolando la sua vita in una terra ostile, dimostrando ancora una volta, che solo i grandi uomini possono diventare degli eroi. (Gericus)
MOSTRO DI FIRENZE #3
Un altro sabato di sangue, un altra mezzanotte tra la vita e la morte. E' il 6 giugno 1981 quando dopo aver cenato in casa dei genitori della ragazza, Giovanni Foggi, 30 anni e la sua fidanzata Carmella De Nuccio di 21 (foto) escono di casa per una passeggiata nella calda serata estiva. Insieme ormai da qualche mese, i due giovani hanno già deciso una vita in comune attraverso un matrimonio da celebrarsi nel prossimo futuro. E' intorno a mezzanotte che l'auto con a bordo i due, una Fiat Ritmo, dopo aver superato la discoteca "Anastasia" imbocca una stradina buia sulle colline di Roveta nei pressi di Mosciano di Scandicci (Fi) fermandosi al riparo di alcuni cespugli. Dato la vicinanza del locale da ballo, quella radura è il luogo ideale per i giovani in cerca di intimità, un particolare che però ha attirato sul posto anche un folto numero di "guardoni". Baci, abbracci e sospiri, poi otto colpi di pistola sparati attraverso il finestrino anteriore sinistro della vettura echeggiano nella notte, cinque dei quali diretti a Giovanni e tre alla ragazza, che anche in questa occasione, come nel precedente delitto del '74, subirà un ulteriore oltraggio con la macabra asportazione del pube attraverso tre precisi fendenti. I due corpi verranno rinvenuti la mattina dopo e le forze dell'ordine, una volta arrivate, troveranno il cadavere crivellato di Giovanni Foggi ancora dentro la vettura, mentre quello di Carmela De Nuccio sarà trovato adagiato in un fossato poco distante. Dall'esame balistico, risulterà che l'arma usata è la tristemente nota Beretta 22 oltre ad un affilatissimo coltello. E' con questo terzo duplice delitto quindi che gli investigatori cominceranno a parlare di un 'mostro' seriale gettando nell'angoscia la popolazione di un intera regione, un incubo che purtroppo si ripeterà ancora per molte volte nel corso degli anni a venire. (Gericus) [continua]
RAFFAELE SOLLECITO, DOTT. IN INFORMATICA
Non c'è stata la festa che normalmente segue la consegna della laurea, ne tanto meno amici e parenti per le congratulazioni di rito, pacche sulle spalle, abbracci e baci. Per Raffaele Sollecito dunque, niente aula magna, ma le quattro pareti di una cella del carcere di Perugia, dove davanti ad una commissione giudicante composta da sette membri, è diventato dottore in Informatica con una tesi in "Programmazione genetica" con la quale si è meritato il massimo del punteggio. Oltre ai suoi avvocati, ad ascoltarlo c'era il padre Francesco, che da mesi si batte per la sua innocenza. Subito dopo la laurea, Raffaele Sollecito in gran segreto è stato trasferito al carcere umbro di Terni, mentre già pronta è la sua iscrizione all'università di Verona per ottenere la laurea specialistica in "Sistemi intelligenti e multimediali". Se da una parte il percorso scolastico di Raffaele Sollecito prosegue spedito, dall'altra parte c'è l'incognita di un futuro ancora tutto da scrivere, quello sull'esito del processo che tra poco inizierà e dove lui, assieme alla fidanzata Amanda Knox e Hermmann Guede, dovranno difendersi dalle accuse pesantissime dell'uccisione della studentessa inglese Meredith Kercher. (Gericus)
sabato 16 febbraio 2008
E' UNA STREGA : A MORTE!
Se il Medioevo con il suo orrore di streghe e roghi è vecchio ormai di settecento anni, in certi Paesi sembra che il tempo si sia fermato in quel buio periodo. E' notizia di oggi infatti che in Arabia Saudita una donna, Fawaza Falih, analfabeta, è stata condannata a morte tramite decapitazione poiché ritenuta dedita alla stregoneria. A farla finire sotto processo nel 2005, alcune persone che l'avevano denunciata, asserendo di essere state stregate dalla donna attraverso riti satanici. Un uomo dichiarava addirittura di essere diventato impotente a causa di malefici lanciatigli dalla donna, mentre un altro ancora la indicava come responsabile del suo divorzio. E in base a queste "assurdità", Fawaza Falih è stata ascoltata dai giudici, negando però qualsiasi suo coinvolgimento in tutta la faccenda. Ma la confessione era obbligatoria, quindi per cinque giorni la poveretta è stata torturata, tanto da dover essere ricoverata in ospedale, non prima però -forzatamente- di aver ammesso la colpevolezza, ovvero di praticare la magia nera, di uccidere animali per riti malefici e persino di essere in contatto con anime diaboliche dell'aldilà. Un'ammissione che le ha aperto la strada verso il boia, poiché tali reati in Arabia Saudita sono puniti con il taglio della testa. A questo punto solo un atto di clemenza da parte di re Abdullah potrà salvarla dal boia. Ma anche un'altra donna è in attesa di morte tramite lapidazione. E' l'iraniana Kobra Najjar, 44 anni, condannata a morte per adulterio. Sposata, fu spinta dal marito a prostituirsi per procurargli la droga, fino a quando questi venne ucciso da un cliente della moglie. Subito arrestata perché ritenuta complice dell'assassino, da circa dieci anni Kobra Najjar è in attesa di esecuzione, e difficilmente, dicono i suoi avvocati, sfuggirà alla morte. (Gericus)
giovedì 14 febbraio 2008
NOTIZIE... UN PO' COSI'...
MAO OFFRI' A KISSINGER 10 MILIONI DI DONNE: NE ABBIAMO TROPPE.
Il Dipartimento di Stato USA ha reso noto che Mao Tse Tung, incontrando il Segretario di Stato Henry Kissinger, nel febbraio '73 a Pechino, disse che la Cina aveva un eccesso di 10 milioni di donne e che avrebbe potuto mandarle negli Usa. "L'offerta" aveva provocato sorrisi, ma Mao aveva aggiunto che le donne cinesi sono molto prolifiche e per gli Stati Uniti sarebbe stato un affare.
(La Stampa)
RIFIUTATO DAL TASSISTA PERCHE' GAY -
Un tassista romano si è rifiutato di far salire Salvatore Cannavò, 26 anni, operatore di "Gay help line", il numero verde antiomofobia di Comune Provincia di Roma. Il fatto, secondo quanto denunciato dalla vittima, è avvenuto a mezzanotte quando il tassista, accorgendosi di essere stato chiamato da un omosessuale, ha insultato il Cannavò, in compagnia di alcuni amici, e si è poi allontanato spegnendo i fari per nascondere il numero di targa. (La Stampa)
Il Dipartimento di Stato USA ha reso noto che Mao Tse Tung, incontrando il Segretario di Stato Henry Kissinger, nel febbraio '73 a Pechino, disse che la Cina aveva un eccesso di 10 milioni di donne e che avrebbe potuto mandarle negli Usa. "L'offerta" aveva provocato sorrisi, ma Mao aveva aggiunto che le donne cinesi sono molto prolifiche e per gli Stati Uniti sarebbe stato un affare.
(La Stampa)
RIFIUTATO DAL TASSISTA PERCHE' GAY -
Un tassista romano si è rifiutato di far salire Salvatore Cannavò, 26 anni, operatore di "Gay help line", il numero verde antiomofobia di Comune Provincia di Roma. Il fatto, secondo quanto denunciato dalla vittima, è avvenuto a mezzanotte quando il tassista, accorgendosi di essere stato chiamato da un omosessuale, ha insultato il Cannavò, in compagnia di alcuni amici, e si è poi allontanato spegnendo i fari per nascondere il numero di targa. (La Stampa)
GIOVANNI PEZZULO: MORIRE A KABUL
Come il personaggio di Samarcanda, il maresciallo dell'Esercito Giovanni Pezzulo (foto) era già sfuggito alla morte nell'attentato kamikaze di Nassiriya, dove un camion-bomba annientò la base italiana "Maestrale" causando 19 morti. Giovanni Pezzulo aveva 45 anni ed era originario di Carinola in provincia di Caserta, ma per ragioni logistiche si era trasferito a Oderzo nel trevigiano. Entrato nell'Esercito nel 1980, Pezzulo era stato destinato al "Cimic Group South" di Motta di Livenza e da lì inviato nel Kosovo e in Iraq. Dal 10 dicembre era in missione in Afghanistan, impegnato nella "Forward operating base" (Fob) con base a Surobi, un avamposto sulla strada per Jalabad. Ieri, il maresciallo Giovanni Pezzulo era di servizio in una operazione umanitaria improntata sulla distribuzione di medicinali, quando alle tre del pomeriggio (11,30 in Italia), il piccolo contingente italiano è stato attaccato a tradimento da un gruppo di guerriglieri afgani. Nonostante la pronta reazione dei nostri militari, sul terreno rimaneva il corpo senza vita del maresciallo Pezzulo, mentre il collega, maresciallo degli alpini paracadutisti Enrico Mercuri di 31 anni, scampava miracolosamente alla morte seppur ferito ad una gamba. Sposato e padre di una ragazza di 18 anni, per Giovanni Pezzulo questa doveva essere la sua ultima trasferta in zona di guerra. Lo aveva promesso alla famiglia: "Al mio ritorno, niente più missioni all'estero". Una previsione che purtroppo si è avverata nella maniera più tragica. Onore dunque al maresciallo Giovanni Pezzulo, un Eroe caduto nell'adempimento del proprio dovere. (Gericus)
martedì 12 febbraio 2008
MA TU PARLI L'ITALESE?
Ebbene, diamo un occhiata al giornale di oggi e cerchiamo di capire cosa succede in giro:
Salta l'ELECTION DAY / Euro, la NO TAX AREA / FOTO-STORY di un militante / Unica vettura con EASY FLAT SYSTEM / BLITZ da 100 milioni /Puoi avere tutto al prezzo di una CITY CAR / L'autore della BLACK LIST / Nuovo SOFTWARE contro la pedofilia / Il TRADER da 5 milioni all'anno / WE CAN dice Veltroni / E per i ragazzi il nuovo INTERNET DAY SAFER / Tagli di ROAMING per SMS / Le storie TOP SECRET / La responsabilità d'ANTAN del MISTER / CLICK & LOVE per amarsi tutta una vita / INTERNATIONAL MILAN FASHION WEEK per la moda / Questo pomeriggio su Radionostalgia, EMOTION LIVE TOUR / Questa è la lista del LIVE EVENTS 2008 / Vodafon, LIFE IS NOW / E' il LEADER dei PICK-UP / Tutti per la ex FIRST LADY / In Borsa, rischio di DELISTING / ANTITRUST, Telecom si attiva / Una mostra ACTION PAINTING è in corso a Basilea / Stasera i GRAMMY AWARDS in tv / SHARK è duro, ma non è Mr HOUSE / Vince Frizzi con un 21,18% di SHARE / Del Piero giuda il FAIR PLAY....
Una piccola parte di parole straniere estrapolate dai quotidiani di oggi. E per chi non parla l'ITALESE?
Salta l'ELECTION DAY / Euro, la NO TAX AREA / FOTO-STORY di un militante / Unica vettura con EASY FLAT SYSTEM / BLITZ da 100 milioni /Puoi avere tutto al prezzo di una CITY CAR / L'autore della BLACK LIST / Nuovo SOFTWARE contro la pedofilia / Il TRADER da 5 milioni all'anno / WE CAN dice Veltroni / E per i ragazzi il nuovo INTERNET DAY SAFER / Tagli di ROAMING per SMS / Le storie TOP SECRET / La responsabilità d'ANTAN del MISTER / CLICK & LOVE per amarsi tutta una vita / INTERNATIONAL MILAN FASHION WEEK per la moda / Questo pomeriggio su Radionostalgia, EMOTION LIVE TOUR / Questa è la lista del LIVE EVENTS 2008 / Vodafon, LIFE IS NOW / E' il LEADER dei PICK-UP / Tutti per la ex FIRST LADY / In Borsa, rischio di DELISTING / ANTITRUST, Telecom si attiva / Una mostra ACTION PAINTING è in corso a Basilea / Stasera i GRAMMY AWARDS in tv / SHARK è duro, ma non è Mr HOUSE / Vince Frizzi con un 21,18% di SHARE / Del Piero giuda il FAIR PLAY....
Una piccola parte di parole straniere estrapolate dai quotidiani di oggi. E per chi non parla l'ITALESE?
lunedì 11 febbraio 2008
MOSTRO DI FIRENZE #2
L'orrore arriva col secondo delitto e a distanza di sei anni. E' la mezzanotte tra sabato e domenica del 14 e il 15 settembre 1974, quando i fari di una Fiat 127 blu squarciano il buio della notte. A bordo Pasquale Gentilcore di 19 anni e la sua ragazza Stefania Pettini di 18. (foto) Per scambiarsi un po' di intimità, i due giovani innamorati hanno scelto uno spiazzo presso il fiume Sieve a Sagginale di Borgo San Lorenzo. Un attimo prima, i due avevano lasciato la discoteca "Teen Club" dove avevano trascorso la serata. Nel loro appartarsi non c'è "diffidenza né precauzione", perché il delitto della coppia di Signa avvenuto sei anni prima ormai è un fatto lontano nella memoria collettiva e archiviato come una "tragica fatalità", pertanto, gli anni tranquilli intercorsi da quel tragico delitto hanno cancellato qualsiasi paura. L'orrore invece si ripete. Un ombra lentamente si avvicina dalla parte del guidatore, poi il rumore e il lampeggiare di otto colpi di pistola, cinque dei quali centrano il giovane e tre la ragazza. Per Pasquale Gentilcore non c'è scampo, mentre la giovane, ferita, viene trascinata fuori dall'auto e finita a coltellate. L'autopsia, eseguita in seguito, ne conterà addirittura 97. Ma non è che l'inizio dell'orrore, poiché l'assassino a questo punto penetrerà la vagina della ragazza con un tralcio di vite come ultimo segno di spregio. Prima di lasciare la zona, l'omicida colpirà pure il corpo esanime anche del ragazzo, poi nella zona, pregna di morte, ritornerà il silenzio. Sarà un contadino a scoprire il massacro la mattina seguente e a chiamare la polizia. Intorno all'auto, verranno ritrovati sparsi sul terreno gli oggetti contenuti nella borsa della ragazza, mentre la borsa, tramite una telefonata anonima, verrà recuperata poco lontano dalla scena del delitto. Le indagini subito intraprese, chiariranno che l'arma usata è una Beretta calibro 22 Long Rifle, ma nel momento nessuno accosterà questo delitto a quello avvenuto sei anni prima. Un fatto sconcertante è che Stefania Pettini, il pomeriggio stesso del giorno in cui sarebbe stata uccisa, si confidò con un amica dicendole di "aver fatto uno strano incontro" con una persona per niente piacevole. La paura dunque ritorna nelle campagne toscane, ma per parlare di "mostro" dovremo attendere ancora il prossimo duplice e macabro delitto. (Gericus) [continua]
SAN VALENTINO? NO, GRAZIE...
Ricorrenze e consumismo: festa degli innamorati, della mamma, del papà, della donna, del nonno, della nonna, del cugino, del gatto... Certo il "busines" ne inventa di maniere per portare il povero sprovveduto in negozio. Chissà, forse tempi magri o -speriamo!- presa visione della stoltezza della situazione, qualcosa comincia a scricchiolare nel tempio del "consumismo forzato", e, come scrive con arguzia Pierangelo Sapegno nel suo pezzo su La Stampa di oggi dal titolo "Maledetto San Valentino", dieci sono i motivi per odiare questa ricorrenza. Quali? Eccone alcuni: "Le ragazze lo detestano perché non c'è niente di più deprimente di un fidanzato che si scioglie in mielose romanticherie; perché in quel giorno fioriscono versi di poesia terrificanti; perché l'amica più antipatica riceve un regalo costosissimo mentre lei magari un mazzo di fiori da un orribile spasimante; e perché le altre racconteranno tutto quello che hanno ricevuto". Ma se questo è il disagio 'patito' dal gentil sesso, anche sul versante maschile le cose non vanno meglio: "Fa fare agli uomini cose stupide e li mette nei guai se non le fanno; perché è un pessimo affare, visto che tra fiori, cena e taxi se ne vanno via 150 euro; perché basta Natale per questo bombardamento di shopping; perché non ci sono regali per uomini; e niente è più deprimente di una fidanzata che non ride se le regalate una card con sopra una pecora". Può bastare dunque tutto questo? Si, credo di si, perché oltre all'assurda corsa all'acquisto, non c'è cosa peggiore di festeggiare in armonia un giorno all'anno e 'ignorarci' nei rimanenti 364... (Gericus)
domenica 10 febbraio 2008
AMANDA : LET IT BE...
"When I find myself in times of troubles, Mother Mary comes to me, speking words of wisdom, let it be...". Mai canzone fu più indovinata, se pensiamo che quotidianamente queste parole escono dalla bocca di Amanda Knox, (foto) la giovane americana accusata dell'uccisione -assieme al fidanzato Raffaele Sollecito e Hermann Guede- di Meredith Kercher e tuttora rinchiusa nel carcere di Perugia. "Quando attraverso momenti difficili" -dice appunto il testo di "Let it be" dei Beatles- Madre Maria viene da me, dicendo con parole di saggezza 'lascia che sia'". Tutto questo lo si apprende dal tabloid britannico News of the world, nel quale si legge pure che la splendida canzone ormai fa impazzire di noia gli altri detenuti per via della sua monotona ripetizione. "Lascia che sia" canta dunque Amanda, ovvero una presa di posizione 'filosofica' da parte della ragazza davanti ad un fatto da lei ritenuto estraneo, quindi subito, e dove prima o poi la verità la scagionerà. Rinchiusa ormai da tre mesi in una cella della sezione femminile del carcere di Perugia, in questi giorni la giovane americana avrebbe chiesto invano anche una chitarra, dimostrando tranquillità e fiducia in sé stessa. Si ritiene estranea totalmente al delitto dunque, e tutto ciò lo annuncia cantando: "There will be an answer, let it be", ovvero "ci sarà una risposta, lascia che sia..." (Gericus)
NEL GIORNO DEL RICORDO
I partigiani di Tito li gettavano vivi nelle foibe, ma nonostante il volo a capofitto in questi 'imbuti rovesciati' con profondità che arrivavano anche a 200 metri, molti agonizzavano per ore. Quanti italiani sono stati gettati nelle foibe? I conti, sicuramente in difetto, sono presto fatti, poiché sulla scorta di documentazioni e di analisi compiute nel corso degli anni, le vittime militari e civili, massacrate da mano slavo-comunista non furono meno di 16.500. Sedicimilacinquecento persone dunque, uomini, donne, bambini, annientati nella pulizia etnica iniziata l'8 settembre 1943. Non c'è stata mai giustizia per questi martiri, perché pavidamente, su questo nostro "olocausto", l'Italia ha sempre scelto il "politicamente corretto", il quieto vivere, sicuramente unico Paese al mondo ignominiosamente silente davanti al proprio dramma. Ha chiuso quasi gli occhi, tanto che fino agli anni Settanta le cerimonie in ricordo della strage avvenivano 'clandestinamente' e disertate, per ordine del Partito Comunista, da qualsiasi personalità politica locale. Fu il presidente Francesco Cossiga, primo capo di Stato italiano a deporre a 35 anni di distanza, una corona sulla foiba di Basovizza, atto d'amore verso quei caduti mai considerati "nostri morti" fino allora. Basta dire che il governo Prodi -non questo, ma quello precedente- firmò un trattato con la Slovenia nel quale "si rinunciava al diritto degli esuli istriani di riottenere i beni illegalmente sequestrati", quando invece una fiera opposizione all'ingresso in Europa della Slovenia avrebbe permesso all'Italia di riottenere quello cui era stato rubato cinquant'anni prima. Dignità, merce rara nei palazzi del potere. Onore pertanto ai martiri di questo eccidio, che hanno trovato orribile fine nella foiba di Basovizza,di Podubbo, di Villa Orizi, di Brestovizza, Gargaro o Podgomilla, Vines,Capodistria, e nell'abisso di Semich. Almeno nel giorno del ricordo. (Gericus)
(foto: recupero di salme estratte da una foiba)
(foto: recupero di salme estratte da una foiba)
venerdì 8 febbraio 2008
E' MORTO "IL GURU"...
Onestamente il Maharishi Mahesh Yogi, (foto con Paul e George) il guru indiano morto in Olanda, non fu mai troppo amato dai fans dei Beatles. Si, va bene, era il periodo un po' "stravaccato" dei camicioni bianchi, delle collane di fiori da portare al collo e degli "zampironi" profumati da far fumare in casa, però, quel barbuto e misterioso "santone" aveva un qualcosa di improbabile. Per il gruppo più amato e seguito del pianeta poi quell'incontro mescolò musicalità mistica sfociata nel sublime 'ellepi' -si, allora si diceva così- "Sgt. Pepper", ma anche con l'inizio della fine dei Fab Four, una "pugnalata al cuore" mai sopita dai giovani di quegli anni. Droga a pieni polmoni ormai si respirava come non mai sul finire degli anni Sessanta e la ricerca del "mistico" aveva il sapore della "novità assoluta ", ed il primo ad accorgersene fu George Harrison, il più 'tranquillo' dei Beatles, poiché fu lui a introdurre il resto della band alla teoria trascendentale del guru, presentatogli dalla moglie Patty Boyd in quell'estate del '67. E fu subito "love", tanto che il quartetto, con al seguito mogli, fidanzate e compari partì per un ritiro mistico in India ai piedi dell'Himalaya. Ma più che una ricerca interiore, quel soggiorno fu anche la scoperta che oltre al mistico, il barbuto Maharisci aspirava a ben altro e non era l'anima che questi cercava in Mia Farrow, anche lei del gruppo. Un viaggio al limite dell'assurdo, che culminò con la morte a Londra del loro mananger Brian Epstein,e che all'arrivo della funesta notizia, il guru Maharishi, di fronte alla sofferenza di John, Paul, George e Ringo non trovò di meglio che dire "Dimenticate questa morte, siate felici". Fu un po' la fine del gioco, perché annoiati e abbattuti -se non delusi- un po' alla spicciolata Beatles & company fecero le valige tornandosene a casa. Il cinque febbraio, il guru della "meditazione trascendentale" Maharishi Mahesh Yogi è morto nella sua dimora ricavata da un antico convento a Vlodrop, in Olanda. Quel suo credo "Non combattere la tenebra, porta la luce e la tenebra svanirà" aveva fatto ormai il suo tempo. Come la breve stagione degli hippy. (Gericus)
giovedì 7 febbraio 2008
IRAN: LAPIDAZIONE PER 2 SORELLE
TEHERAN - Con la sentenza confermata dalla Corte suprema, per due sorelle iraniane Zohrer e Azar (i cognomi non sono stati resi noti) la morte per lapidazione potrebbe avvenire da un momento all'altro. E' questa la sorte che attende le due giovani donne, la prima di 28 anni e l'altra di 27, ree di aver "ricevuto" degli uomini in casa in assenza dei mariti. Ed era stato proprio uno di questi, macerato dalla gelosia, a piazzare delle telecamere nascoste in casa per spiare la moglie in sua assenza, nastri che una volta visionati rivelavano questi incontri. Da qui la denuncia al tribunale per "relazioni illegali" ed una prima condanna a 100 frustate per ambedue le donne. Ma un'altra Corte, non ritenendo equa questa sentenza, sei mesi dopo cancellava il primo verdetto riconoscendole colpevoli di "adulterio", e condannandole questa volta alla pena di morte tramite lapidazione. Una morte atroce, poiché il soggetto condannato, una volta sepolto in una buca fino alle ascelle, verrà "bombardato" di pietre lanciate sia da parenti che da spettatori, pietre -prescrive la legge- "che non devono essere abbastanza grandi da provocare la morte immediata", tanto da serbare al condannato un atroce e lunga agonia. Dal 2002, l'ayatollah Mahmud Hashemi Shahrudi aveva dato uno stop al supplizio della lapidazione previsto per l'adulterio, ma ciò non aveva impedito al boia l'esecuzione di tale condanna. Nei cinque anni successivi infatti, Jafar Kiani era stato massacrato a colpi di pietra in un borgo vicino a Qazvin dopo aver passato ben undici anni di prigione. La sua colpa era stata quella di aver lasciato la moglie per un'altra donna, tale Mokarraneh Ebraimi, anche lei sposata e in attesa -pure se per il momento sospesa- dell'esecuzione del supplizio. (Gericus)
[foto: preparativi per lapidazione di un adultera avvenuta in Iran]
[foto: preparativi per lapidazione di un adultera avvenuta in Iran]
mercoledì 6 febbraio 2008
ROSA E OLINDO: IENA RIDENS
E mentre sui video al plasma collocati nell'aula del tribunale di Como scorrono le foto macabre scattate sui corpi martoriati delle quattro vittime di Erba, un ondata di gelo e di raccapriccio coglie un po' tutti i presenti. Con fredda professionalità, l'anatomopatologo Giovanni Scola che effettuò a suo tempo l'esame autoptico sulle quattro vittime della strage, spiega i risultati devastanti compiuti da quei colpi di coltello: "Il piccolo Youssef venne ritrovato con la testa reclinata a destra e le gambine che penzolavano sul pavimento, la schiena appoggiata al sedile del divano e le braccia aperte". L'immagine, a colori, mostra tutto l'orrore. Poi riprende: "Morto dissanguato in pochi attimi. Due colpi di coltello gli hanno reciso la carotide. Due ferite, una breve e netta, inferta da sinistra a destra alla base del collo, e l'altra, vibrata con maggiore forza, che penetrava nella regione sottomandibolare sinistra, accompagnata da un movimento reiterato all'interno della ferita che recideva la carotide e interrompeva il flusso del sangue all'encefalo, provocando morte per dissanguamento". Nell'aula della Corte d'Assise il silenzio è totale, come il ribrezzo per quelle immagine e quelle parole, per quel bambino mai diventato uomo. Chiusi al sicuro dentro la loro gabbia, Olindo Romano e la moglie Rosa Bazzi, (foto) accusati del massacro, guardano le foto con aria annoiata, con l'orrore che scivola loro da dosso. E ridono, ridono come due iene... (Gericus)
lunedì 4 febbraio 2008
QUARANT'ANNI FA: IL MOSTRO DI FIRENZE #1
Sedici morti, assassinati in maniera raccapricciante dal cosiddetto "Mostro di Firenze". Quarant'anni fa, nel 1968, iniziava questa lunga scia di sangue che si sarebbe conclusa quasi un ventennio dopo, lasciando, oltre a otto coppie trucidate, un sacco di misteri e verità mai consolidate. Rifacciamo dunque il percorso di questo massacro, che per la sua macabra ritualità, ha tenuto col fiato sospeso un intera regione, la Toscana, e certamente tutta l'Italia di quegli anni.
IL PRIMO DELITTO.
In quella calda notte del 21 agosto 1968, un Alfa Romeo Giulietta è parcheggiata su una strada sterrata nelle vicinanze del cimitero di Signa, piccolo centro in provincia di Firenze. Al suo interno, il muratore siciliano ventinovenne Antonio Lo Bianco, sposato e padre di tre figli, e Barbara Locci, una casalinga di 32 anni di origini sarde, sposata con il manovale Stefano Mele, sardo pure lui. Sul sedile posteriore della vettura, dorme il figlio della donna e del Mele, Natalino di 6 anni. Lo Bianco e la Locci sono amanti. Nella solitudine che circonda la campagna, qualcuno nel buio osserva la coppia intenta nei preliminari amorosi, poi il silenzio è rotto da otto detonazioni che si susseguono in rapida successione. Quattro colpi a distanza ravvicinata per l'uomo e quattro per la donna che moriranno quasi subito. Il piccolo Natalino, illeso, si sveglia di soprassalto, poi due braccia lo tirano fuori dalla vettura. L'assassino a questo punto se lo carica sulle spalle, e canticchiando "La Tramontana" -canzone uscita dal festival di Sanremo l'anno precedente- lo lascerà a circa due chilometri di distanza davanti ad un casolare in via Vingone nel comune di Campi di Bisenzio. Sono le due di notte quando il padrone della fattoria viene svegliato da dei colpi alla porta: "Accompagnami a casa, perché c'è la 'mi mamma' e lo zio che sono morti in macchina" si sente dire dal bambino. Le indagini scattano poco dopo, e portano immediatamente al marito della donna assassinata, il quarantanovenne cagliaritano Stefano Mele, ipotizzando che sia lui l'autore del duplice omicidio. Sul luogo del delitto intanto, gli investigatori rinvengono otto bossoli di cartucce calibro 22 'Long Rifle' Winchester serie H, che sta ad indicare la lettera punzonata sul fondo dei bossoli. Ma ai primi riscontri sull'attendibilità degli indizi accusatori sul marito, si scopre che questi da sempre era succube di quella moglie "mangiatrice di uomini" e conosciuta in paese come "l'ape regina", dal momento che nel recente passato, già un altro amante era apparso all'orizzonte della donna e che questi, amico del Mele, fosse stato a lungo ospite in casa della coppia. Al processo, Stefano Mele, dichiarato da una perizia psichiatrica 'ritardato mentale' , dopo aver negato e poi ammesso di essere l'autore del delitto e aver tirato in ballo altre persone, con le attenuanti della "seminfermità di mente" verrà condannato a 16 anni di carcere . E la pistola? Il Mele dirà di averla gettata via dopo l'uccisione della moglie e dell'amante, ma l'arma non sarà mai più trovata dagli investigatori. E sarà proprio quella Beretta calibro 22 'Long Rifle' a seminare di morti le campagne toscane per i prossimi diciassette anni, in quella lunga e macabra sequenza attribuita al "Mostro di Firenze". [continua] (Gericus)
(foto: Antonio Lo Bianco e Barbara Locci)
IL PRIMO DELITTO.
In quella calda notte del 21 agosto 1968, un Alfa Romeo Giulietta è parcheggiata su una strada sterrata nelle vicinanze del cimitero di Signa, piccolo centro in provincia di Firenze. Al suo interno, il muratore siciliano ventinovenne Antonio Lo Bianco, sposato e padre di tre figli, e Barbara Locci, una casalinga di 32 anni di origini sarde, sposata con il manovale Stefano Mele, sardo pure lui. Sul sedile posteriore della vettura, dorme il figlio della donna e del Mele, Natalino di 6 anni. Lo Bianco e la Locci sono amanti. Nella solitudine che circonda la campagna, qualcuno nel buio osserva la coppia intenta nei preliminari amorosi, poi il silenzio è rotto da otto detonazioni che si susseguono in rapida successione. Quattro colpi a distanza ravvicinata per l'uomo e quattro per la donna che moriranno quasi subito. Il piccolo Natalino, illeso, si sveglia di soprassalto, poi due braccia lo tirano fuori dalla vettura. L'assassino a questo punto se lo carica sulle spalle, e canticchiando "La Tramontana" -canzone uscita dal festival di Sanremo l'anno precedente- lo lascerà a circa due chilometri di distanza davanti ad un casolare in via Vingone nel comune di Campi di Bisenzio. Sono le due di notte quando il padrone della fattoria viene svegliato da dei colpi alla porta: "Accompagnami a casa, perché c'è la 'mi mamma' e lo zio che sono morti in macchina" si sente dire dal bambino. Le indagini scattano poco dopo, e portano immediatamente al marito della donna assassinata, il quarantanovenne cagliaritano Stefano Mele, ipotizzando che sia lui l'autore del duplice omicidio. Sul luogo del delitto intanto, gli investigatori rinvengono otto bossoli di cartucce calibro 22 'Long Rifle' Winchester serie H, che sta ad indicare la lettera punzonata sul fondo dei bossoli. Ma ai primi riscontri sull'attendibilità degli indizi accusatori sul marito, si scopre che questi da sempre era succube di quella moglie "mangiatrice di uomini" e conosciuta in paese come "l'ape regina", dal momento che nel recente passato, già un altro amante era apparso all'orizzonte della donna e che questi, amico del Mele, fosse stato a lungo ospite in casa della coppia. Al processo, Stefano Mele, dichiarato da una perizia psichiatrica 'ritardato mentale' , dopo aver negato e poi ammesso di essere l'autore del delitto e aver tirato in ballo altre persone, con le attenuanti della "seminfermità di mente" verrà condannato a 16 anni di carcere . E la pistola? Il Mele dirà di averla gettata via dopo l'uccisione della moglie e dell'amante, ma l'arma non sarà mai più trovata dagli investigatori. E sarà proprio quella Beretta calibro 22 'Long Rifle' a seminare di morti le campagne toscane per i prossimi diciassette anni, in quella lunga e macabra sequenza attribuita al "Mostro di Firenze". [continua] (Gericus)
(foto: Antonio Lo Bianco e Barbara Locci)
domenica 3 febbraio 2008
LA GUERRA STRISCIANTE (2008)
Fino a un po' di tempo fa delitti come quello accaduto in provincia di Savona erano confinati nelle storie di mafia, tipo "Il Padrino", dove dopo il fallimento dell'uccisione di don Vito Corleone, scampato ai suoi sicari per le strade di New York, si cercava di rimediare assassinandolo definitivamente all'interno dell'ospedale dove nel frattempo era stato ricoverato. Ma se questa è fiction, la realtà è ancora più "carogna", perché una banda di albanesi è riuscita nell'intento. Non paghi di averli già bastonati tanto da farli ricorrere alle cure dei medici, questi delinquenti "extracomunitari" hanno atteso le loro vittime all'uscita dell'ospedale, poi, passati all'azione, ne hanno lasciato uno morto per la strada e rispedito al pronto soccorso gli altri due, uno dei quali in prognosi riservata. E questo era il seguito di una prima baruffa scoppiata davanti ad una discoteca di Cairo Montenotte, dove tre italiani erano arrivati alle mani con un gruppetto di albanesi. Nella rissa, la peggio è per Salvatore Tomaselli, 44 anni, picchiato selvaggiamente al volto. Gli altri due amici a quel punto accompagnano all'ospedale il ferito poi, dopo che questi è stato curato, i tre escono nella notte. Ad aspettarli però, il branco degli albanesi, non sazi della prima aggressione. Tirarti fuori dall'auto, volano di nuovo pugni e pedate in faccia, e questa volta è Roberto Siri, (foto) 37 anni di Cengio a restare esanime sull'asfalto, ucciso da un tremendo colpo alla trachea. Anche per Salvatore Tommaselli, benché ferito in precedenza, nessun riguardo mentre il terzo, rinchiusosi nella vettura riesce a salvarsi. L'arrivo di un metronotte mette fine al massacro, con i delinquenti che nel frattempo si dileguano facendo perdere le loro tracce. Altre croci dunque piantate dalla delinquenza straniera in quest'Italia "violentata e abbandonata dalle istituzioni", e dove gli italiani, ormai in balia degli eventi, devono esporre il tricolore alla finestra, -è successo a Padova- come ultimo gesto prima di soccombere al "nemico" (Gericus)
SARKO & CARLA: "OUI". (2008)
Questa volta il matrimonio c'è stato davvero. 'Le President' francese Nicolas Sarkozy ha impalmato la bella italiana Carla Bruni in una cerimonia molto sobria -nonché privatissima-, ieri, sabato 2 febbraio, in una sala al primo piano dell'Eliseo. Ad unire la coppia, il sindaco dell'VIII arrondissement della capitale francese Francois Lebel. Solo una ventina gli invitati, dove i testimoni per la sposa erano le amiche Marine Delterme, attrice, e l'indossatrice Farida Khelfa, mentre per lo sposo Mathilde Agostinelli, -direttrice della comunicazione del gruppo Prada- e Nicolas Bazire, ex uomo politico e oggi dirigente del gruppo Vuitton. Fiori bianchi in quantità, champagne, vini bianchi della Loira e rossi Bordeaux e Bourgogne nel banchetto durato circa due ore, poi, alle 19, il corteo di auto con gli sposi è uscito dall'Eliseo in direzione di Versailles, dove per tappa finale è stato il castello della Lanterne , diventato già da alcuni mesi una sorta di 'dependance' dell'Eliseo per Carla e Sarkozy. Ed è lì alla Lanterne, una volta residenza di campagna dei primi ministri, che la festa è andava avanti fino a notte fonda, dove però tra un brindisi e un discorso, il presidente Sarkozy ha dovuto pure controllare con i suoi stretti collaboratori le notizie in arrivo dal Ciad, dove la situazione per le truppe francesi situate sul posto si fa in ora in ora sempre più drammatica a causa di un golpe militare messo in atto da truppe ribelli contro il regno di Idriss Deby, presidente soldato e vecchio alleato della Francia (Gericus)
sabato 2 febbraio 2008
MAMMA, COSA VUOL DIRE PAPA'? (2008)
Non riesco ad immaginare il futuro dell'umanità, quello che sarà domani della nostra civiltà. I presupposti per andare incontro al catastrofismo del resto non mancano, e la scienza, diciamo la verità, aiuta più che mai a pensare ad un domani acefalo. L'ultima spallata in questa direzione ce lo fornisce uno studio "choc" proveniente dall'Inghilterra: la donna potrà generare un figlio senza l'apporto del maschio. Uomini "da buttare" dunque, perché lo sperma, fonte di vita del nascituro, secondo questo studio "si potrà estrarre dal midollo della donna stessa". E se questo si crede solo uno studio sulla possibilità futura bisogna ricredersi, perché entro cinque anni potrà nascere il primo bambino "senza padre". In poche parole, la donna sarà autosufficiente nella procreazione, e tanta è l'ambizione di vedere i risultati pratici, che il professor Karim Nayernia, lo scienziato arrivato a tanto, avrebbe già richiesto alle autorità competenti il permesso di iniziare gli esperimenti nel giro di un paio di mesi. Ma di quali esperimenti si tratterebbe? Semplice -per lui-: estrarre cellule dal midollo spinale della donna per trasformarle in sperma, usato quindi per fecondare gli ovuli. Ma dal punto di vista scientifico -oltre che etico- c'è però una lacuna, poiché come fanno osservare altri ricercatori, dal momento che allo sperma femminile mancherebbe il cromosoma Y, le nasciture sarebbero soltanto di sesso femminile. Una replica dunque quasi uguale alla pecora Dolly. Dopo l'abolizione della parola "papà e mamma" messa in cantiere in Inghilterra -post precedente- ora sempre dalla terra di Albione arriva quest'altra nuova "scoperta". Ma quale sarà il futuro dell'umanità? (Gericus)
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