(Gericus)
giovedì 31 luglio 2008
SUZANNE TAMIM, MORIRE DI TROPPO SUCCESSO...
(Gericus)
mercoledì 30 luglio 2008
SAMUELE, UCCISO PER UN CAPRICCIO
martedì 29 luglio 2008
COMITATO FANNULLONI OPEROSI...
giovedì 24 luglio 2008
QUANDO LA DIGNITA' NON HA PREZZO...
mercoledì 23 luglio 2008
ANNA FALLARINO CASATI: AMORE E MORTE #2
Il 1959, con il Governo Fanfani che da le dimissioni e il cosiddetto "boom economico" che porta al Nord milioni di meridionali, può essere considerato un anno di turbolenza politica. Aldo Moro è eletto presidente della D.C. e Antonio Segni, dopo il voto di fiducia, forma il suo Governo. Per Camillo Casati Stampa e Anna Fallarino, (foto) freschi sposi in viaggio di nozze, tutto ciò ha un valore relativo, presi come sono dal loro amore appena consacrato. In un albergo esclusivo dove i due hanno preso alloggio per trascorrervi la notte, il primo segno di quello che rappresenterà il modo di vivere di questa strana coppia. Mentre Anna Fallarino è nuda sotto la doccia, il marito spingerà verso di lei, nudo a sua volta, un aitante e giovane cameriere dell'albergo: "Concediti a lui" le dirà, "Questo è il modo di fare l'amore". E Anna non si tirerà indietro, partecipando anzi con ardore a quell'incontro sotto gli occhi del marito, che in disparte osservava compiaciuto. Oltre che di questo strano 'ménage', quello sarà anche l'inizio di un diario che Camillo Casati scriverà puntualmente sugli incontri della moglie, aggiungendo nomi e cifre elargite di volta in volta agli occasionali partner: "Al cameriere ho dato infine una lauta mancia", annoterà nella prima pagina di questo diario Non è dato sapere cosa abbia pensato Anna Fallarino di tutto ciò, ma di certo si presume che visti i vantaggi economico-sociali che quel matrimonio le garantiva, avrà fatto buon viso a cattiva sorte, anche se non è detto, poi, che quegli incontri siano stati da lei considerati negativamente. Un unione, tutto sommato, felice. Camillino -così veniva chiamato il marchese nella stretta cerchia degli amici- si mostrava particolarmente gentile con la moglie ricoprendola di regali e premure, arrivando così a farle accettare un altro suo morboso desiderio: "Hai un corpo bellissimo, fatti fotografare mentre ti concedi, mentre ti lasci andare assumendo pose lascive..." Ormai il gioco è iniziato, e molti altri sconosciuti divideranno il letto di Anna, tutti rigorosamente scelti dal marito e tutti giovani più di lui, quasi come volesse identificarsi in quei corpi proni sulla moglie. (Gericus) [Fine seconda parte. Continua]
LA TORTURA DEL "PISTOLINO CIRCONCISO"...
[foto tratta da Il Giornale]
martedì 22 luglio 2008
E' UNA GIUNGLA LA CITTA'...
[Foto: rilievi dei Carabinieri sul luogo dell'omicidio]
lunedì 21 luglio 2008
THE SPORT MUST GO ON
Di Karl Unterkircher, (foto) 38 anni, alpinista ed esploratore italiano inghiottito da un crepaccio sul Nanga Parbat a 6.400 metri il 16 luglio scorso, non se ne parla più da giorni. E' morto e basta. Della sua tragedia, della scomparsa di un uomo, del dolore dei familiari, niente. Non interessa a nessuno. Ora si parla invece degli altri due alpinisti che erano in cordata con lui, Walter Nones e Simon Kehrer, che visto scomparire davanti ai lo occhi il capo cordata, dopo un attimo di sbigottimento hanno continuato la loro marcia per il record o per la salvezza. Si, va bene, in montagna la legge è questa, e la sua crudezza se vogliamo, la sperimentò sulla sua pelle anche Reinhold Messner, quando sulla via del ritorno dopo aver conquistato la vetta -sempre del Nanga Parbat- perse il fratello Guenther sparito anche lui in un altro crepaccio. Orbene, per uno che muore, due -giustamente- a cui pensare. Ma il punto è proprio questo, cioè esaltarsi eccessivamente sui due superstiti senza spendere una, dico una parola su chi ha patito una morte infame e crudele, come quella appunto di Unterkircher. Morire sembra quasi un "fatto dovuto", tanto che anche dai collegamenti telefonici coi due superstiti o da quelli televisivi con Agostino da Polenza, colui che ha coordinato i soccorsi dall'Italia, la morte del terzo alpinista non trova né spazio né dolore. Discorsi fatti da chi non conosce la montagna, si dirà, e non da uomini duri che la montagna invece la vivono, la sfidano e la temono. Davanti a questa legge quindi, io -che al massimo ho "scalato" i 296 gradini della Torre di Pisa-, mi inchino umilmente, consapevole di avere capito che oltre allo show, anche "the sport must go on"... (Gericus)
sabato 19 luglio 2008
SE POTESSI AVERE... MILLE LIRE AL MESE...
venerdì 18 luglio 2008
ANNA FALLARINO CASATI: AMORE E MORTE #1
Anna Fallarino, classe 1929, veniva da una famiglia di umili origini del beneventano. La provincia più nascosta non fa per lei, ossessionata da quelle riviste patinate che mostrano donne bellissime che spendono la loro vita tra lussi e amori. A sedici anni, cioè nel 1945, si rende conto che madre natura le ha donato gli attributi giusti per spiccare il salto, tanto più che dentro di se c'è quella voglia pazza di diventare un attrice di grido. Salutata la famiglia, un biglietto del treno e via, alla volta di Roma, città intrigante ma punto focale per un successo nella vita. Un primo aggancio al mondo dorato della celluloide lo trova poco tempo dopo prendendo parte come comparsa in un film di Totò, poi chiude con il cinema. La sua bellezza spregiudicata infatti fa subito colpo su un facoltoso ingegnere, tale Giuseppe Drommi, che in quattro e quattrotto ne diventa l'amante, facendola entrare così nel "salotto buono" della città. E' un mondo che nonostante tutto la inebria, sempre più corteggiata e ammirata, desiderata e amata. E' in questo ambiente infatti che un giorno incontra un giovane con un patrimonio, allora, valutato in 400 miliardi di lire, e il suo nome è Camillo Casati Stampa di Soncino, discendente da una tra le più antiche nobiltà italiane. Lui è colpito dalla bellezza di questa donna, dal suo sguardo ammaliante, e lei, altrettanto, è colpita invece dal patrimonio che questi si porta in dote. Diventa così amica della moglie del marchese, una ex ballerina, tale Letizia Izzo, ma nello stesso tempo mette gli occhi sul marito di quest'ultima. Incontri furtivi, poi la decisione del marchese che la vuole tutta per se e soprattutto, alla luce del sole, tormentato ormai dal fascino a da quel fisico mozzafiato di Anna Fallarino. Nel modo dorato del jet-set non ci sono ostacoli, pertanto ottenere l'annullamento del suo matrimonio, per Camillo Casati è un gioco da ragazzi, pagandolo -si sussurra- un qualcosa come un miliardo -di allora- al Tribunale della Sacra Rota. E' il 1959 quando dato il ben servito all'ingegner Drommi, Anna Fallarino si unisce in matrimonio con il marchese, diventando così la marchesa Casati Stampa. Il primo e importante passo per la scalata in società è fatto, ed è in viaggio di nozze, una sera in camera, che la marchesa scoprirà -con piacere?- vizi e virtù del nuovo marito. (Gericus)[fine 1^ parte. Continua]
L'ENNESIMO DELITTO DELL'ESPULSO...
giovedì 17 luglio 2008
IMPRONTE DIGITALI
lunedì 14 luglio 2008
E PER PRANZO UN MENU DI VERMI E INSETTI...
all'apertura di ristoranti per "insettivori" ed esperti culinari che abbandonata la 'nouvelle cuisine' -era l'ora!- discetteranno sulla bontà del grillo arrosto, dei vermi in salamoia e magari, degli scarafaggi al guazzetto. E non ci siamo lontani, perché recentemente è stata organizzata al Museo di Scienze naturali di Bergamo una serata di entomofagia, dove la gente -a sentire ciò che si scrive sul "Giornale" di oggi- "ha divorato tutto senza problemi". Per persone dal vomito facile quindi, meglio non leggere neppure il menu della serata. Antipasto: Spiedini di tarme della farina, tarma americana e camole del miele con pomodoro e formaggio, oltre a larve e gamberetti 'al naturale'. Passando ai primi piatti poi, scelta tra riso al curry con grilli neri croccanti e tarme della farina, insaporito da semi di papavero piccanti; Insalata russa di gamberetti con pomodorini e tarme americane (vermi giganti); Bachi da seta fritti in foglie. Se i conati di vomito ancora non preoccupano, passiamo al dolce: Camole del miele e cavallette intere ricoperte di cioccolato oppure caramellato, e per finire la frutta, con Macedonia di stagione con cavallette e tarme assortite oppure melone e anguria con cavallette e camole. Mangiare "sano" dunque, perché sempre i nutrizionisti, pontificano che "100 grammi di insetti contengono quantità di proteine, calcio e ferro tali da far fare "una magra figura alla bistecca". Una prova? il "Gryllus bimaculatus", -per tutti il 'grillo nero'- contiene ogni 100 grammi 12,9 di proteine, 30,9 di calcio, 7,7 di ferro e soltanto 5,5 di grassi, capito? E le famose "cavallette"? Mangiamole a sazietà, perché quelle giganti contengono 20,6 grammi di proteine e 35,5 di calcio in più di una bistecca di manzo. Ce n'è per tutti, anche per quelli che "il pesce fa sempre bene". In Thailandia, ad esempio, hanno già abbandonato il pescato, poiché è molto più nutriente mangiare rane e serpenti. A Londra i ristoranti "vip" servono già "insalata di formiche giganti", e in Italia, patria della buona cucina, si parte adesso Dalla dieta cosiddetta "mediterranea" e apprezzata in tutto il mondo, a quella del "coleottero". Tra breve, ne sono certo, in tivvù qualcuno lo dirà che "un verme al giorno toglie il medico di torno"... (Gericus)
[foto: vermi e cavallette al naturale]
domenica 13 luglio 2008
CHI HA UCCISO CHIARA POGGI?
E' passato quasi un anno dall'omicidio di Chiara Poggi, 26 anni. (foto) Era il 13 agosto, quando il fidanzato di Chiara, Alberto Stasi, 24 anni, telefonò al 118, dove con voce trafelata, riferì all'operatore del soccorso di aver trovato la fidanzata a terra e "forse morta". Gli investigatori, dopo diversi giorni di indagine, puntarono il loro interesse proprio su lui, e da allora, Alberto Stasi è rimasto l'unico indiziato per quell'orrendo crimine. Il cosiddetto "omicidio di Garlasco" ora però è arrivato alla fine del percorso inquisitorio, pertanto con il prossimo mese, scadendo i termini, c'è il rischio che il caso venga archiviato. Due le strade da percorrere per i giudici per far si che ciò non accada: chiedere una proroga al gip elencando quali e quanti importanti accertamenti ci sono ancora da fare per inchiodare l'assassino, o chiudere l'indagine con le prove finora raccolte, portando in tribunale il "presunto colpevole" col rischio di incappare in una assoluzione per "insufficienza di prove". Un indagine per molti versi nata male e continuata ancor peggio, se pensiamo che finora non è stato appurato neppure con quale arma sia stata massacrata la ragazza, se non -come ultimamente è stato ipotizzato-, con un martello, dato che il papà della vittima non lo ha più trovato tra i suoi utensili. Alberto Stasi, dopo il fermo effettuato dai carabinieri a seguito di incongruenze riscontrate nel suo lungo interrogatorio durato 26 ore, venne scarcerato pochi giorni dopo poiché non furono trovati "gravi indizi di colpevolezza a suo carico", e tra questi indizi, anche quelle tracce di Dna della vittima rinvenute dai Ris sui pedali della sua bicicletta. Ora, al giallo, si aggiunge altro mistero, come si scrive su "La Provincia Pavese": "Alberto Stasi vuole andarsene in Svizzera". Voci dicono infatti che sia l'attività del padre che la grande villa degli Stasi siano state messe in vendita. E' il preludio di una fuga? Secca la smentita dell'avvocato di famiglia: "Solo malignità. La vita degli Stasi è a Garlasco e da qui non si muovono". E mentre il caso sembra ben lungi dalla sua conclusione, i genitori di Chiara attendono con ansia di sapere chi e perché, un anno fa, abbia massacrato con tanta ferocia la loro figlia. (Gericus)
sabato 12 luglio 2008
VALENTINA: LA VIOLENZA CHE UCCIDE
Valentina Cavalli (foto) aveva 22 anni, quando una sera passeggiando assieme al fidanzato in un parco di Milano, fu sequestrata da tre giovani arrivati improvvisamente. Immobilizzato il fidanzato, due degli aggressori stuprarono a turno Valentina. Era una calda sera di giugno del 2002. Valentina, da quella brutale violenza, non si sarebbe più ripresa. Era una bella e dolce ragazza Valentina, e il suo futuro era tutto a portata di mano, con quel suo grande desiderio di diventare stilista e quell'amore pulito per Lorenzo, il suo ragazzo. Ma la violenza, è una ferita che non si rimargina, scava internamente e non ti lascia sognare. La sua vita infatti finì in quel parco, su quel marciapiede dove i due delinquenti abusarono di lei. Cambiò città, amicizie e scuola, nella speranza di superare il trauma, di ritrovare la gioia di vivere. Era anche una ragazza forte Valentina, e nonostante tutto pensava di farcela a ritrovare il sorriso di sempre, la gioia dei suoi anni, i sogni di ragazza. Poi, la certezza della sconfitta, perché le ombre del passato erano tuttora presenti, erano mani che ancora sentiva sul suo corpo, come l'alito schifoso dei due bruti sul suo viso. E ha deciso di farla finita. Per non soffrire più. (Gericus)
QUESTO PAZZO, PAZZO, PAZZO TRIBUNALE...
La legge si sa, è come la trippa: a volte la trovi dura altre morbidissima. La Cassazione poi è quell'Istituto che in quanto a originalità, mette spesso la ciliegina sulla classica torta. E guardiamo dunque cosa sancisce l'ultimo giudizio prima di quello... universale. Lo stupro? Non è reato se la ragazza che subisce la violenza indossa dei jeans, e il motivo -secondo i giudici- è semplice: sono talmente difficili da toglierli che diventa impossibile senza la partecipazione di chi li indossa. Quindi se violenza c'è stata, lo si deve in buona parte alla donna. E passiamo ad altro. Hai violentato la tua ex? Se sei sardo te la cavi. Questa sentenza -offensiva- arriva però dalla magistratura tedesca, dove un cameriere colà residente, torturò e violentò per giorni l'ex fidanzata. Lo salvò dal carcere solo il suo arrivare dalla Sardegna, dai giudici considerata come una terra dalla cultura arretrata -al pari del Mato Grosso-, e quindi, perdonabile. Altro caso. "Sei un fascista!". Pronunciare questa frase a qualcuno per la Cassazione è un reato, anche se solo... a metà. Secondo un distorto ragionamento infatti, puoi urlarlo in faccia ad un politico ma non ad un semplice cittadino. Dare del "comunista" a qualcuno però è ammesso senza incorrere nella querela. Atti osceni? In strada si ma non in ascensore. Pur essendo un luogo pubblico, si intende che una volta in movimento e a porte chiuse, questo diventi "un alcova privata" poiché lontana da occhi indiscreti. In ascensore dunque si può fare il "maiale", a patto che questo sia di legno e non in materiale trasparente. Un altra chicca. Non puoi dare della "puttana" neanche ad una "puttana". Per aver proferito tale epiteto alla moglie durante un litigio familiare, l'uomo è stato condannato dai giudici, poiché tale espressione "non la si può rivolgere a nessuna donna, anche se questa in passato esercitava la professione di prostituta". L'ultima stramberia fresca fresca? E' stata pronunciata dal tribunale qualche giorno fa: sei rasta? Puoi farti come e quando vuoi. E' successo ad un giovane in treccine, cui la polizia aveva sorpreso con una discreta quantità di marijuana addosso. In tribunale subito il chiarimento: la sua religione gli permette infatti l'uso quotidiano di 10 grammi di "erba", perciò, tutto chiaro e legale. Per i cattolici e tutti gli altri invece, niente "bonus", ma in galera... (Gericus)
venerdì 11 luglio 2008
ELUANA, QUELLA VITA CHE NON C'E'
Sedici anni di non vita. Eluana Englaro (foto) aveva 19 anni in quel maledetto 18 gennaio del 1992. Sogni, amori, futuro tutto da vivere. La sua corsa incontro alla vita si fermò quel giorno, un sabato, in seguito ad un incidente stradale nel quale la sua auto si schiantò contro un muro. Riuscirono a salvarle la vita i medici dell'ospedale di Lecco, poi, il baratro del coma, quel sonno "quasi morte" che inghiottì le ultime speranze di un ritorno alla vita reale. Gli anni che passano sfiorano Eluana, come un fiore una volta splendente e ora immobile sulla tela del pittore, senza un alito di vento che lo scuote, senza il ritmo del giorno e della notte, dell'alternarsi delle stagioni. Il dilemma: è vita questa? E' vita assistere inermi al tempo che passa? E' vita "vivere vegetando" lontani dal presente e fermi al passato? Da sedici anni, il mondo di Eluana è quella stanza in cui giace assente e il suo unico aggancio alla vita sono i tubi dei macchinari per l'alimentazione e per l'aria che entra forzatamente nei suoi polmoni. C'è un limite allo strazio? I genitori di Eluana hanno pianto tutte le lacrime, patito tutte le sconfitte e bruciato tutte le speranze. "Se dovesse accadermi qualcosa cui mi impedisse di vivere una vita normale, preferirei la morte" disse un giorno di tanti anni fa Eluana. Beppino Englaro, il papà di Eluana, dopo battaglie infinite, oggi vuole rispettare la volontà della figlia, che al di là di tutto, "conta più di ogni cosa". Giovedì scorso, la Corte d'Appello, dopo aver accertato "la straordinaria durata del suo stato vegetativo permanente e la visione della vita", ha autorizzato la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione. Quanto amore ci vuole affinché sia rispettata la volontà di Eluana Englaro, bambina diventata donna a sua insaputa... (Gericus)[foto tratta da Zadig.it]
giovedì 10 luglio 2008
LA MORTE A "LOW COST"...
Lloret de Mar - Lo hanno preso. Victor Diaz Silva, 28 anni, uruguaiano, qui conosciuto come "el gordo" ha confessato: "Si, l'ho uccisa io Federica". I motivi ancora non sono noti, anche se quelli, alla luce dei fatti, ormai sono solo dettagli. Si tratta solo di sapere chi l'ha aiutato a sbarazzarsi del cadavere di Federica Squarise, la giovane padovana giunta pochi giorni prima dell'omicidio su quella spiaggia da "ultimo girone" dantesco, dove anche morire di morte violenta -è già successo ad altre due ragazze- è tutto "compreso nel prezzo". Lui, l'uomo senza passato, senza futuro ma anche senza documenti in regola, era approdato a Lloret de Mar come un naufrago alcuni anni fa. Espedienti, qualche amico, un paio di pantaloni e una maglietta, e in estate, sbarazzare i tavoli in qualche discoteca giusto per pagarsi da bere. E poi, si dice, sesso a volontà grazie a turiste "no limits", facile, a buon mercato, e a volte anche remunerato. Federica Squarise, ragazza di buona famiglia e dai sani principi morali -quindi ben lontana dall'essere una "preda facile"-, ha rappresentato il classico granello di sabbia che blocca un ingranaggio altrimenti ben funzionante. Le ultime immagini in vita di Federica la ritraggono accanto al suo carnefice (foto) poche ore prima della morte. Il suo sorriso è dolce e pulito, quasi imbarazzato in quella in cui l'assassino la bacia sulla guancia. L'orrore arriva poco dopo, sicuramente davanti al suo diniego ad un rapporto sessuale. "Spero che al suo assassino sia riservata la stessa sorte toccata a mia figlia" dice tra le lacrime Ruggero Squarise, il papà di Federica. Sulla spiaggia di questo centro turistico intanto la "movida" va avanti, con il sindaco Xavier Crespo che difende a spada tratta la sua cittadina: "Lloret de Mar non è come l'hanno dipinta, cioè droga e 'borracita'. E' un luogo di villeggiatura conosciuto e tranquillo". Certo. Vacanze "low cost", dove anche morire è compreso nel prezzo... (Gericus) [foto tratta da Sky]
mercoledì 9 luglio 2008
JIM MORRISON: LA FINE DEL MITO...
Non ci voleva proprio. Ma come? Io ho pianto calde lacrime quando ho saputo che è morto, l'ho venerato nei ricordi, e ora, dopo 37 anni, vengo a sapere che Jim Morrison, (foto) il leader maledetto dei Doors, la Musa, il Genio e il Male, è sano, vegeto e vive nientemeno che alle Seychelles! Lui? Quello che bruciava le folle adoranti col suo "Light my fire"? Quello che malediva la vita e tutti i suoi simili affogando affanni e mostri in alcool, sesso e droga? Mi sento preso in giro, perché ho orrore nel pensarlo come uno dei tanti pensionati in bermuda, canotta e sandali lungo spiagge tropicali, con mano tremolante e gocciolina al naso, magari pieno di acciacchi e memore di successi stratosferici e donne senza un domani. Diavolo di un Ray Manzarek, tastierista dei mitici Doors, perché è lui che oggi viene fuori con una verità scioccante: "Macché morto. Jim mi mostrò una brochure delle Seychelles e mi disse che quello sarebbe stato un posto perfetto per scappare, facendo credere a tutti che sei morto". E la telefonata della sua morte giunse infatti poco dopo, la mattina del 3 luglio 1971. Fu Bill Siddons, il loro impresario a comunicarla da Parigi al resto della band. "Pensai alle solite chiacchiere" continua Manzarek, "anche perché nessuno di noi vide mai la salma di Jim". Ma allora chi è sepolto nel cimitero di Parigi, dove sulla pietra tombale si legge "James Douglas Morrison, 1943-1971", e sotto ancora, in lingua greca "Kata ton daimona eatoy", ovvero "secondo il suo proprio destino"? No, non si uccide così un mito, uno che oltre 37 anni fa scrisse che "Se una mattina ti svegli e non c'è il sole, o sei morto o sei il sole". Mannaggia ad un Manzarek! Come si fa, uno del genere, a pensarlo in pensione al mare in sandali e calzini... (Gericus)
BENTORNATA "FIAT 500 ABARTH".
Negli anni Sessanta o giù di lì, avere una Fiat motorizzata Abarth era il massimo per un giovane. Mi ricordo che i più fortunati -e certamente di famiglia granarosa- potevano permettersi autentici bolidi quali la Seicento o la Cinquecento Abarth, e noi lì, a sospirare "magari un giorno me la potrò permettere pure io". Motorizzazioni sportive Abarth che fecero la storia della Casa torinese, con la mitica Fiat "124" e poi la "131", letteralmente considerate "l'ammazza rally" per via che non lasciavano scampo alle avversarie. Oggi la Fiat torna sul mercato con la nuova "500" all'insegna della sportività targata Abarth, e il sogno si rinnova. E' veramente bella nei suoi colori "bianco/rosso" la nuova "500" dello 'Scorpione', (foto) e le prestazioni non sono da meno: Nella versione con motorizzazione 1.4 a 16 valvole turbo, 135 sono i cavalli sviluppati e la coppia massima è di 180 Nm, velocità 205 chilometri all'ora e con un accelerazione da 0/100 orari in 7,9 secondi. L'interno poi, interamente ridisegnato, offre volante, pedaliera e sedili avvolgenti, rispecchiando appieno lo spirito sportivo "e cattivo" della vettura. Per gli amanti della velocità tirata al massimo infine, c'è la "500 Abarth Assetto Corse" dedicata esclusivamente alle competizioni su pista, alleggerita di 180 kg, carreggiata più larga e ruote da 17 pollici, con un propulsore 1.4 da 200 cavalli e con una coppia di 300 Nm. La splendida vettura, oltre che in Italia, è già in vendita nei concessionari Abarth in Germania, Regno Unito, Francia, Svizzera, Austria, Paesi Bassi e Grecia, e il suo prezzo parte da 18.500 euro in su. Bentornata dunque "500 Abarth", e chissà, che magari oggi... (Gericus)
lunedì 7 luglio 2008
E' DI FEDERICA IL CORPO RINVENUTO IN UN BOSCHETTO?
Brutte nuvole nere si addensano sulla vacanza a Lloret de Mar in Spagna di Federica Squarise, la giovane 21enne di Camposanpiero (Padova), scomparsa misteriosamente il 30 giugno scorso. Oggi, infatti, la polizia spagnola, dietro segnalazione di abitanti della zona, ha trovato il corpo di una ragazza in un boschetto a pochi chilometri da Lloret de Mar, completamente nudo e in avanzato stato di decomposizione. Ad un primo e sommario esame, i medici legali hanno rinvenuto anche un tatuaggio sui miseri resti, un particolare che ha collegato questo ritrovamento alla scomparsa della ragazza italiana, dal momento che anche Federica ne ha due, uno sul collo dietro ad un orecchio e l'altro su un piede. "Purtroppo pare che sia proprio il corpo di Federica" ha commentato amaramente Aldo Pardo, uno dei due legali della famiglia Squarise. Una maglietta bianca infine è stata trovata nella mattinata sulla spiaggia di Lloret de Mar e si ritiene possa appartenere a Federica. Lo ha riferito l'altro avvocato Giovanni Belsito: "Stiamo facendo esami di laboratorio per appurare se la maglietta sia di Federica, nella speranza di trovare eventuali tracce di Dna per risalire al suo proprietario". E mentre la polizia spagnola lavora sul corpo ritrovato sperando di potergli presto dare un nome, tuttora i sospetti rimangono puntati su un certo Victor Diaz Silva, 30 anni, il giovane uruguaiano che sicuramente è stato l'ultimo ad aver visto in vita Federica Squarise. E' destinata a chiudersi dunque con una tragica notizia la vacanza della giovane padovana? (Gericus)
sabato 5 luglio 2008
NON VEDO IL MONTE BIANCO? PAGATE
ORGASMO, QUESTO SCONOSCIUTO...
giovedì 3 luglio 2008
Mogol: non tutte le ciambelle...
L'AUTO COME PISTOLA
martedì 1 luglio 2008
"CULTURA NOMADE"...
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